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giovedì 25 febbraio 2021

Lettori intorno al mondo - Europa - Vi porto a Parigi

 



Buongiorno lettori, eccoci qui, torna questa rubrica che io amo tantissimo e dopo Nadia - qui - Marina - qui - Viviana - qui - e Baba - qui - oggi tocca a me portarvi a fare un viaggio in Europa.
Più precisamente andremo in Francia a Parigi, ma non nella Parigi turistica che sicuramente la maggior parte di voi già conoscerà. Oggi vi porto in luoghi più normali, luoghi frequentati dalla gente del posto, da chi Parigi la vive. Ci muoveremo principalmente in metrò e in treno, come dei veri Parigini!

Troverete nel post delle parti in corsivo rosso, che sono citazioni prese dal libro.
Ho sempre amato Bussi per le sue meravigliose ambientazioni quindi non potevo non partire da un suo libro per prendere spunto per questa nuova rubrica.
Per saperne di più sul libro vi rimando alla recensione qui.

 


Pronti? Si parte, verso il "Lylie's Mistery Tour"!


Università Paris VIII - Saint Denis
PRIMA TAPPA: Partiremo da un bar, il bar Lénine, all'incrocio tra avenue de Stalingrad e rue de la Liberté, a pochi metri dal piazzale dell'università Paris VIII-Vincennes-Saint-Denis, al centro del brulichio di studenti. È da qui che comincia la nostra storia, ad un tavolino un ragazzo ed una ragazza parlano fitto fitto.
Come raggiungere questo luogo? Prenderemo la linea 13 del metrò e scenderemo al capolinea, stazione Saint-Denis-Université.
La storia di Paris VIII cominciò a Vincennes, alla fine degli anni '60 con l'installazione di una facoltà sperimentale. Uno dei tratti caratteristici dell'università di Vincennes era la sua forte politicizzazione, a volte con eccessi ideologici. Forse perché Vincennes era ancora troppo vicina a Parigi o forse con l'idea di normalizzare l'ambiente accademico, nel 1980 l'università fu improvvisamente trasferita nella cittadina di Saint-Denis. Il primo sito dell'università a Saint-Denis era costituito da una serie di prefabbricati allineati lungo una strada a scorrimento veloce; nel 1998 le due “sponde” della via a scorrimento veloce che attraversa il campus sono state finalmente riunite da un ponte sul quale è ospitata la nuova biblioteca di Paris VIII, una struttura impressionante che supera per superficie la biblioteca del Centro Georges Pompidou. Oltre al valore funzionale il ponte ne ha anche uno simbolico visto che bisogna passare dalla biblioteca per accedere all'università. 

Esplanade des Invalides
SECONDA TAPPA:
Ad un certo punto la ragazza andrà via, prenderà la linea 13, fermata Invalides,  e la ritroveremo seduta sul parapetto di marmo dell'esplanade des Invalides. La zona degli Invalides, nota ai frequentatori abituali, non è certo la più popolare di Parigi. I turisti si ammassano piuttosto al Trocadéro, davanti al Palais-Royal, in place de l'Hotel-de-Ville, in place de la Bastille...
Sta osservando un gruppo di ragazzi fare acrobazie con i roller, l'esplanade des Invalides è il posto ideale per fare pratica di velocità, slalom e salti. I ragazzi avevano posizionato dei birilli arancioni di plastica, su due file, e continuavano a sfidarsi sui cento metri, come in una versione moderna dei tornei medievali in cui il più veloce, l'ultimo a rimanere in piedi, avrebbe vinto il cuore della bella.
Invalides è il 26º quartiere amministrativo di Parigi, situato nel VII arrondissement. Deve il suo nome all'Hôtel des Invalides.
 
 
TERZA TAPPA: Dopo un'ora, anche il ragazzo, Marc, uscirà dal bar. Noi lo seguiremo. Riprenderemo il metrò, linea 13, direzione Chatillon-Montrouge, cambieremo a Montparnasse prendendo la linea 6. Circa una ventina di fermate, forse un po' di più, fino a rue de la Butte-aux-Cailles numero 21, una graziosa viuzza da cartolina postale, che dava l'impressione di arrampicarsi verso la piazza di un villaggio, con la chiesa, il municipio, il bar e il campo da bocce all'ombra dei platani, nel cuore di Parigi. Marc sapeva vagamente che rue de la Butte-aux-Cailles era uno degli ultimi tipici "quartieri" parigino; una sera era andato lì a bere qualcosa, al Temps des Cerises.
Butte-aux-Cailles è un quartiere collinare di Parigi, in Francia, situato nel 13 ° arrondissement sud-orientale di Parigi. Un fiume ormai spento, la Bièvre, un tempo rendeva questa zona importante per la conceria e il commercio dei tessuti.
Un angolo della capitale che vi immergerà in un’insolita atmosfera di villaggio di campagna, ben lontana dalla Parigi monumentale, haussmaniana e frenetica delle grandi avenues e piazze.
È proprio in questa via che vive uno dei protagonisti del.romanzo, Credulé Grand-Duc, il detective privato che per diciotto anni ha indagato sul mistero della bambina sopravvissuta.
Era una casetta a un solo piano, posizionata al centro di un incantevole giardinetto di una ventina di metri quadrati. Il genere di villetta che sarebbe stata considerata ridicola in qualsiasi angolo di campagna della Francia ma che lì, nel cuore di Parigi, diventava un bene di gran lusso. Una unifamiliare circondata da un giardino.
Non vi dirò come andrà l'incontro tra Marc e Crédule, vi dirò solo che poco dopo il suo arrivo Marc ripartirà, e noi insieme a lui. 
 
Coupvray
QUARTA TAPPA: andremo verso Coupvray, diretti alla Roseraie, la casa dei de Carville, i nonni di una delle due neonate dell'aereo. Ci muoveremo con lui sempre allo stesso modo, metrò la linea 6. Cambio a Nation. Poi la linea A4 della RER, direzione Marne-la-Vallée. Uscita Val-d'Europe, penultima stazione prima del capolinea.
Un'ora al massimo e saremo all'indirizzo dei de Carville, chemin des Chauds-Soleils, una strada chiusa al limitare dell'abitato, in mezzo al bosco di Coupvray. Coupvray si era sviluppata in un'ansa della Marina, racchiusa dentro uno scrigno di foreste protette. Il canale di Meaux a Chalifert formava una sorta di confine del paese, tracciando una linea retta per abbreviare il corso del fiume. Aggiungeva un altro elemento pittoresco a quell'angolo di paradiso bucolico, a qualche chilometro dalla capitale.
Due incontri attendevano Marc in quella casa, uno più strano dell'altro. Rivelazioni che forse potrebbero cambiare tutto. Ma nelle questioni importanti non basta sentire una sola campana, servono certezze.
 
 
Festival degli aquiloni Dieppe
QUINTA  TAPPA:
Il nostro viaggio non si potrà ancora fermare, ripartiremo da qui, direzione Dieppe, la casa dell'infanzia di Marc. Più di un'ora d'attesa per il treno a Saint-Lazare.
La stazione di Parigi Saint-Lazare (in francese, Gare de Paris-Saint-Lazare), ex-capolinea della rete « Ouest-État », è una delle sei principali stazioni capolinea della SNCF a Parigi.
Prenderemo l'Intercity Parigi-Rouen, circa tre ore di viaggio per riordinare le idee, un cambio a Rouen per il regionale per Dieppe, un viaggio nuovo per noi, ma fatto tantissime volte da Marc.
Dieppe è un comune francese di 33.688 abitanti situato nel dipartimento della Senna Marittima nella regione dell'Alta Normandia.
Particolare è il quartiere del Pollet, l'antico quartiere dei pescatori con case pittoresche e passeggiata che porta alla sommità della falesia.
Costeggeremo a passo lento il porto turistico di Dieppe. La stazione è a meno di un chilometro dal Pollet.
Il nostro soggiorno a Dieppe sarà colorato dal Festival degli aquiloni, classificato tra i 300 più grandi eventi del mondo, questo festival si svolge ogni due anni alla fine dell’estate su grandi prati, sul lungomare di Dieppe. Un manifestazione  per famiglie, magico, colorato e gratuito.
Attraverseremo il ponte lasciando alla nostra destra il bar tabacchi del Pollet e ci avvieremo lungo rue Pocholle. La casa di Marc è lì, davanti a noi, con la facciata di mattoni simile ad altre quindici della strada.
Il nostro soggiorno durerà poco, il tempo non basta, è necessario chiudere un cerchio.
 
Mont Terrible
SESTA TAPPA:
Il nostro tour sta per giungere al termine, solo un altro luogo manca all'appello, forse un po' macabro ma necessario per tirare le fila del Lylie's tour. Il Mont Terrible, quello dell'incidente, dove tutto è iniziato e dove tutto deve per forza di cose concludersi. Non potremo muoverci in treno, questa volte, nè in metrò, ci servirà il vecchio furgone dei Vitral e diverse ore di viaggio.
Il Monte Terri è una montagna situata a nord di Saint-Ursanne nel Canton Giura in Svizzera, tra Delémont e Porrentruy, a sud di Courgenay .
Il Mont Terri portò, negli anni che precedettero il periodo napoleonico,+ il nome di Mont Terrible che è una fantasia e diede il nome ad un vechio dipartimento francese , il dipartimento di Mont-Terrible che esisteva dal 1793 al 1800 .
Solo andando lì scopriremo tutto ma io non vi rivelerò nulla, il nostro viaggio si conclude così, con un pizzico di mistero, necessario per approcciarsi a questo autore.
 
Mappa del metrò di Parigi


Il nostro tour europeo finisce con il mio post di oggi, spero che vi sia piaciuto viaggiare insieme a noi e ai nostri amati libri. Questa rubrica tornerà ad aprile, il tempo di ritornare a casa, disfare le valigie, e di organizzare nuovi tour. Per il momento vi svelo che vi porteremo in nord America. Vi ricordo che se voleste particepare basterà farcelo sapere!

 Calendario Aprile:
8 aprile Nadia sul blog Desperate Bookswife
12 aprile Viviana sul blog Cara carissima me
15 aprile Marina sul blog Un libro per amico
22 aprile Baba su Desperate Bookswife
29 aprile Io sul blog Un libro per amico


giovedì 11 febbraio 2021

Lettori intorno al mondo - Europa - Marina ci porta in Gran Bretagna

 


Potevo, parlando della seconda tappa di questa nuova rubrica “Lettori Intorno al Mondo”, scaturita dalle menti sempre all’opera di Desperate Bookswife, di Nadia e Libro per Amico, non portarVi nell’Isola della perfida Albione? Non me ne vogliate, mi accodo a francesi prima e a Mussolini poi in questo detto, ma a me piace non tanto per il significato in sé, ma per la musicalità dei due termini accostati, anche se i tempi del risentimento e del senso di inferiorità nei confronti di questa nazione, vista l’attuale situazione Brexit, stanno un po’ tornando in voga, ahimè. Ma noi siamo puri di cuore e, dopo il viaggio in Svezia di Nadia della scorsa settimana, voliamo verso ovest e… complici due libri diversi eppure importanti entrambi per dare il là a questo nuovo viaggio, visitiamo questo “impero monarchico”!



“The world is not yet exhausted: let me see something tomorrow which I never saw before”. Il mondo non è ancora esaurito: fammi vedere domani qualcosa che non avevo mai visto prima. (Samuel Johnson – da: La mia Londra, di Agnello-Hornby).


Eppure, quanti viaggi ho fatto – e forse abbiamo fatto - in Europa o anche in giro per il mondo, e quante volte sono ritornata in Gran Bretagna, disdegnando altri Paesi che non conosco per nulla?

Ed ecco qui dunque, felice di condividere con Voi questa seconda tappa europea, al momento solo via etere. Ma qui non siamo le uniche a pensare che viaggiare con la mente è, anche, una preparazione psicologica al momento in cui lo si potrà fare nuovamente. Non è di molto tempo fa – Nov.2020 – che ho letto un interessante articolo (mi pare fosse sull’inserto letterario “TuttoLibri”), in cui si accostava in modo intelligente covid, letteratura e viaggi. Lo cerco e nel caso Ve ne darò conto più avanti sul blog.

Tornando a bomba, so che non è una rarità nel nostro mondo, ma non trovate incredibile che su una popolazione di circa 65 milioni di abitanti, ben 9 milioni abitino tutti concentrati in un’unica megalopoli? Succede quindi anche nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, per essere precisi nel nominare questo Stato, che è un’isola comprendente quattro nazioni: l’Inghilterra, il Galles, la Scozia e l’Irlanda del Nord. Io ho scorazzato in lungo e in largo per la Scozia, affittando una car e girando per quasi un mese questa magnifica terra, mentre l’Inghilterra mi vede sempre arrivare ed usare treni, corriere, bus e metropolitana. Come tutti sanno, visti i continui “meme”, il Regno Unito è una monarchia parlamentare costitutiva, la cui attuale regina, Elisabetta II, è in carica dal lontano 1952. La oramai più longeva regina regnante al mondo, è anche il capo di Stato di 16 Paesi membri del Commonwealth della nazioni, di cui il Regno Unito aderisce dal 1931, tra le quali il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e la Giamaica. E devo dire che aver visto ultimamente la serie Netflix “The Crown” è stato molto piacevole, anche se mi lascia il dubbio che la parte relativa alla famiglia reale possa non essere perfettamente calzante con ciò che accade realmente all’interno della residenza della Corona, Buckingham Palace, ma quantomeno ha rinverdito i miei ricordi di tutta un’epoca di grandi eventi mondiali. Per concludere a livello di territorio geografico, la Gran Bretagna, oltre alle quattro sopra citate nazioni, comprende anche l’Isola di Man, di Wight, le Orcadi, le Ebridi, le Shetland, le Isole del Canale ed altre isole minori. Non dimentichiamo inoltre che il Regno Unito si compone anche di 14 territori d’oltremare che costituiscono i resti dell’impero britannico.

Ed ecco che conviene far entrare in scena uno dei due libri letti per creare l’atmosfera british. “La Sovrana Lettrice”, un po’ per l’autore Alan Bennett e soprattutto perché incentrato sulla regina e sui libri – recensione completa qui – pensavo mi avrebbe raccontato un po’ più in dettaglio Londra. Invece leggendolo ho scoperto che aveva poca ambientazione esterna e anche poca descrizione della città stessa. Mentre inaspettatamente e per rimarcare certe caricature tipicamente inglesi è stato un gioiellino. E dunque mi sono ritrovata un po’spiazzata e “La mia Londra” della Sig,ra Agnello Hornby – recensione completa qui - è servita di più allo scopo, sia per quanto riguarda Londra in sé stessa, sia per parlare di caratteristiche linguistiche, sociali e politiche tipiche degli inglesi, a partire dagli anni 60 del secolo scorso. Lascio volutamente da parte il discorso Brexit, che dall’inizio di quest’anno è divenuto un po’ più reale per noi comuni europei, facendo rientrare in essere passaporto, dogana e altre poco piacevoli novità, anche a livello di copertura sanitaria.

Come già accennato, non conosco personalmente l’Irlanda del Nord e il Galles, anche se medito di colmare questa lacuna nei prossimi viaggi che organizzerò. Ma vi voglio portare un po’ a spasso per la Scozia, l’Inghilterra e perché no, in giro per l’onnipresente Londra, che non può essere tralasciata e che riserva ad ogni visita nuove meraviglie da scoprire.

Scozia, nei miei ricordi. E’ un po’ come andare negli Stati Uniti: a meno che non si voglia visitare solo una città, varrebbe la pena prendersi almeno tre settimane, affittare una car e via partire e fare un bellissimo giro. Per sentito dire da amici, se si ha in programma di visitare sia Scozia che Irlanda, vale la pena lasciare “l’Isola di Smeraldo” per ultima. Nei miei ricordi del viaggio, c’è sicuramente l’essere stata chiamata personalmente dall’altoparlante mentre ero in bagno all’aeroporto di Venezia, per comunicarmi che non avremmo preso in tempo la coincidenza Londra-Edimburgo; l’aver perso il novello sposo all’interno dell’aeroporto di Heathrow mentre ci dovevamo imbarcare per il volo interno che ci avrebbe portati ad Edimburgh e aver temuto, arrivando di sera in questa capitale, di aver prenotato le prime 2 notti in un postribolo, visto che all’arrivo l’alberghetto era tutto illuminato di rosso e che la porta di ingresso si apriva in una sorta di bar, tutto moquette e luci… rosse! Ma imprevisti divertenti a parte, è stata una permanenza piena zeppa di sorprese inaspettate: ad iniziare dall’Edimburgh Internation Festival che siamo riusciti ad acchiappare per la coda, essendo arrivati proprio a fine agosto. La moltitudine di stradine di campagna nelle quali ogni tot metri c’è uno scanso di spazio che serve giusto per fermare l’auto e far passare l’auto che arriva dal senso opposto con un cenno di saluto per la gentilezza, quando a passare sei tu e continuando con i moltissimi castelli visitati, da ricordare uno per tutti quello dove hanno ambientato il film Highlander, con vista su sterminati verdi tappeti erbosi, popolati da pecore, cavalli e le tipiche e cornute vacche Highlander. Ma non dimenticheremo mai il tragitto nella barchetta di pescatori che dalla terra di Scozia ti porta a visitare uno dei fari più a nord della Scozia. Esperienza sublime, soprattutto per il marito bello alto e stagno, che il barcarolo ha deciso di far sedere sulla punta davanti, venendo così schiaffeggiato dai marosi, bagnandosi completamente nonostante l’impermeabile e vedendo da vicino, troppo da vicino, la forte corrente che se non fosse per la perizia ed esperienza di lungo corso del proprietario del barchino, rischia di portare al largo dell’oceano gli incauti. Lasciatemi aprire un inciso sul discorso “fari”, perché è una passione che coglie molti, una volta visitate le costruzioni e i dintorni, in mezzo al mare oppure abbarbicati su scogliere. Per restare in tema letterario, molti di questi sono stati costruiti dagli Stevenson… sì, proprio i parenti stretti dello scrittore Robert Louis Stevenson, quello dell’Isola del Tesoro! Per i più curiosi di voi, c’è anche un libro che ne parla: “The Lighthouse Stevensons” di Bella Bathurst)… poteva forse mancare questa menzione, nella ns rubrica? E forse qui, natura, faro e gita in barchino a parte, la cosa che ancor oggi ricordo è l’incontro con due ragazzi di New York, che continuavano a guardare in alto, quasi snobbando tutto il resto, e mormorando continuamente: “guarda il cielo!, guarda che azzurro!”, spiegandoci che nella loro città tutt’al più riescono a vedere uno spicchio piccolissimo di cielo, da cui non si riesce quasi a capire di che colore è, figurarsi poi vedere le nuvole! E che dire dei continui arcobaleni dell’Isola di Skye?, questa situata a nord-ovest rispetto alla Scozia. Così tanti uno dietro l’altro ogni santo giorno, che dopo qualche ora si smette di giocare con l’oro e con gli scrosci di pioggia intermittenti, dove inizio e fine di questa fascia di pioggia sono perfettamente visibili. E il giardino botanico di Inverness! E il Lochness, raggiunto in una giornata grigia e nuvolosa, adatto per l’avvistamento della famosa Nessie?, di cui per anni ho parlato alle mie bimbe.  

                                                                                

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Edimburgo
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Isola di Skye, arcipelago delle Ebridi interne


Unico aspetto triste di tutto il viaggio è stato farsi servire la prima colazione da una cameriera in lacrime per la morte appena avvenuta di Lady Diana. Un breakfast dolce-salato, di cui ricorderò sempre le lacrime copiose del personale dell’alberghetto, unite ad una tristezza diffusa che rese grigi i giorni a seguire.

Londra e Inghilterra, nei miei ricordi. E Lady D mi dà l’aggancio ottimale per parlarvi dell’Inghilterra e di Londra in particolare. Innanzitutto, tra i tanti autori e libri che vorrei consigliarvi, potrebbe essere Coe, Cunningham, Bennett stesso oppure Peter Ackroyd con la sua “Londra. Una biografia” e non continuo la nutrita lista, prima di partire per Londra vi consiglierei proprio “La mia Londra” di Simonetta Agnello Hornby. Pur se non siete interessati ed incuriositi dalla sua vita che racconta come spunto per parlare di Londra, ci porta però a spasso su e giù per questa megalopoli, descrivendo molti angoli e quartieri, oltre alle caratteristiche di questo popolo. Non vi parlerò quindi delle varie peregrinazioni delle 5 volte che sono volata in Inghilterra, ma vorrei accennare giusto a qualche giro letterario del mio ultimo viaggio dell’estate del 2018. Ero già andata in precedenza a caccia dei tondi azzurri che all’esterno di determinate abitazioni storiche riportano il personaggio storico che lì è nato o è vissuto. Non vi nascondo, come non lo nascosi alla mia famiglia, che questo viaggio aveva lo scopo di far visitare Londra a marito e figlie, ma anche di portarli a Brighton, che fu il mio primo viaggio studio all’estero, pagato con il mio primo stipendio del “posto fisso”, e soprattutto andare a visitare Monk’s House, la casa a Rodmell nel Sussex di Virginia e Leonard Woolf – e Charleston Farmhouse, casa della pittrice Vanessa Bell, sorella di Virginia. Brevemente, per non appesantire troppo: treno Londra-Brighton, dove il giorno dopo sarebbe esploso in tutto il suo effervescente colore il Brighton Pride, che quando arrivammo noi era già un fermento di vita… stupendo! Tra “The Lanes”, vicoletti pieni zeppi di negozietti caratteristici dove potete trovare di tutto, i Graffiti della città, il “The Royal Pavillon”, l’”Old Pier” che si inoltra nel mare, la stradine “hipster” della North Lane e il mare stesso… non basterebbe un weekend per questa cittadina di mare! Ma bando ai ricordi e prendiamo subito un treno che da Brighton ci porta a il più vicino possibile a Charleston Farmhouse e avendo i minuti contati, prima pazzia concessami dal marito: taxi per arrivare dal paese alla dimora di Vanessa Bell. La signora del National Trust capisce la situazione e con un sorriso, ci inserisce nel giro che parte dopo qualche minuto, permettendoci così di visitare la casa, il giardino e con un’altra folle corsa in taxi, arrivare a Rodmell per entrare finalmente nel sogno della mia vita: sono all’interno della casa di Virginia Woolf!!!
 
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Charlestone Farmhouse, East Sussex


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Monk's House, Rodmell, Sussex

Non vi parlerò delle stupende Oxford e Cambridge, o di altre mete. E di Londra vi dirò solo di un nuovo angolo coloratissimo che ho scoperto proprio in occasione di questo viaggio: Neal’s Yard, a Covent Garden. Immaginatevi l’esclamazione in tono british: very picturesque!
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Neal's Yard, il gioiello nascosto, a Covent Garden


Per concludere, vi dico solo che la scorsa primavera sarei dovuta tornare a Londra con alcune delle mie amiche che non ci sono mai state. Come potete ben immaginare, a causa della pandemia questo progetto è rimasto in una sorta di limbo, in attesa di tempi migliori. Nel frattempo, curiosando in quello stesso etere che ci consente di preparare i nostri viaggi, pensarci e condividere i nostri stessi sogni con altri viaggiatori, vi propongo una page in IG, che propone quotidianamente stupende foto di Londra e che si chiama: “missinglondontown”. Ce ne sono moltissime altre e se avete piacere, mi piacerebbe me ne consigliaste anche altre.

“The great source of pleasure is variety. Uniformity must tire at last, though it be uniformity of excellence. We love to expect; and, when expectation is disappointed or gratified, we want to be again expecting”. La grande fonte del piacere è il cambiamento. L’uniformità, anche quando è l’uniformità dell’eccellenza, stanca. Amiamo avere aspettative; e quando la ns aspettativa è stata delusa o soddisfatta, vogliamo ricominciare ad averne. Caro Sam, questo sarà anche vero, ma non per me – o, almeno, non solo! E quindi continueremo a viaggiare con la fantasia in giro per il mondo, ma il mio cuore resterà a Londra, in attesa di incontrarvi nuovamente!

A presto,






Calendario:
Nadia sul blog Desperate Bookswife il 4 febbraio
Marina sul blog Un libro per amico 11 febbraio
Baba sul blog Desperate Bookswife, il 18 febbraio
Io ovviamente qui, chiuderò i giochi il 24 febbraio
 
E in aggiunta a questo gruppetto di matte troverete Viviana sul blog Cara Carissima me il 15 febbraio
Se volete aggiungervi e viaggiare con noi, contattateci!