Buongiorno carissimi, come state? Io pian piano mi riprendo! Sono qui per lasciarvi la recensione di un libro in uscita oggi in tutte le librerie e che grazie alla casa editrice ho avuto l'occasione di leggere in anteprima. Si tratta di L'uroboro di corallo di Rosalba Perrotta edito da Salani, pag. 314
Sinossi: Può un’eredità imprevista cambiarti la vita, anche se non sei più giovanissima e non ti aspetti più nulla dal mondo? Sì, se l’eredità è una spilla di corallo a forma di uroboro. Di un suo supposto potere magico è convinta Anastasia, una donna ‘all’antica’, insicura e piena di remore, che vive l’abbandono del marito come una colpa e ha congelato la propria esistenza nell’attesa di un suo improbabile ritorno. L’eredità dell’amante del nonno, un palazzetto in una zona malfamata di Catania e una scatola piena di cianfrusaglie tra cui l’uroboro, è l’occasione per cambiare tutto.
Intorno ad Anastasia un mondo di personaggi vivi e reali: le tre cugine ‘continentali’, la figlia Nuvola con i capelli viola e il suo bizzarro mestiere, l’altra figlia Doriana, che scopre le gioie e i dolori dell’adulterio, e poi ancora il notaio-cuoco Matteo e l’inquietante cavalier Santospirito con le sue rocambolesche manovre per impossessarsi del magico uruboro. Ma specialmente Igor, il primo amore di Anastasia, che potrebbe tornare dalla Guadalupa e rimettere tutto in discussione… Un romanzo immerso nei caldi colori mediterranei, in cui ironia e fiducia nel cambiamento aprono nuove, meravigliose strade.
Intorno ad Anastasia un mondo di personaggi vivi e reali: le tre cugine ‘continentali’, la figlia Nuvola con i capelli viola e il suo bizzarro mestiere, l’altra figlia Doriana, che scopre le gioie e i dolori dell’adulterio, e poi ancora il notaio-cuoco Matteo e l’inquietante cavalier Santospirito con le sue rocambolesche manovre per impossessarsi del magico uruboro. Ma specialmente Igor, il primo amore di Anastasia, che potrebbe tornare dalla Guadalupa e rimettere tutto in discussione… Un romanzo immerso nei caldi colori mediterranei, in cui ironia e fiducia nel cambiamento aprono nuove, meravigliose strade.
Avevo conosciuto ed amato questa autrice grazie al suo primo lavoro - All'ombra dei fiori di Jacaranda che avevo recensito qui - così quando la casa editrice mi ha proposto questo nuovo romanzo non ci ho pensato due volte e mi ci sono immersa senza timori.
Ho ritrovato la penna che ben ricordavo ed un'atmosfera che da subito mi ha riportato in una Sicilia che, grazi alle origini di mia mamma, considero un po' la mia terra.
La storia è quella di più rinascite, un libro che avrebbe come protagonista Anastasia - una settantenne che sta ancora cercando di mandare giù l'abbandono da parte del marito, risposatosi con una donna molto più giovane di lei - ma che in realtà è composto da una coralità di personaggi concatenati ed assolutamente essenziali alla trama. Anche l'impostazione del romanzo - molto particolare - porta a perdere di vista la protagonista e fa sì che emerga il gruppo, infatti a volte sembra quasi di leggere una sceneggiatura, un copione di un film in cui ogni elemento non è fine a se stesso ma esiste in funzione degli altri.
Contorno di questa sceneggiatura è la Sicilia, una Sicilia in cui le diverse generazioni convivono e si amalgamano, facendo emergere le tradizioni, il suo dialetto, le sue usanze, le sue ricette ed anche il suo dialetto, che viene disseminato qua e là dall'autrice senza mai diventare eccessivo. Particolarissimo, da questo punto di vista, è il dizionari siciliano - italiano cui l'autrice dedica l'ultimo capitolo del libro e sarà di aiuto a chi non è abituato a sentire determinati termini dialettali.
Nonostante i tantissimi personaggi che popolano il romanzo, le donne sono sicuramente lo zoccolo duro della storia: Anastasia - che eredita insieme alla sue cugine del Nord un palazzetto in una zona malfamata di Catania ed un certo numero di cianfrusaglie di bigiotteria tra cui un uroboro di corallo che sembra porterle fortuna -; la figlia minore Nuvola - in fase di ribellione da quando, quasi sull'altare lascia il suo fidanzato perchè presto avrà un figlio da un'altra donna; ed ancora non ha mandato giù l'abbandono del padre! -; la figlia maggiore Doriana - bacchettona, donna in carriera, con un marito senza lavoro che vuole trasferirsi in Africa ed un figlio che manda alla nonna delle mail spassosissime -; le cugine Alida, Myrna e Claretta - figlie di una zia "forestiera" proveniente dal continente, che lo zio aveva sposato contro il volere di tutti. Come donne del nord da sempre criticate per il loro essere aperte e alla moda-.
Ci sono anche dei maschi, certo, che oltretutto non lasciano per niente indifferenti - come Matteo, Antonio, Rodolfo, il colonnello Pippo de Francesco, Igor Pastorello, gli antiquari - ma le donne, senza ombra di dubbio, predominano grazie alle loro sfaccettature, ai loro dubbi, alla loro necessità di trovare una strada per rinascere, prendendo spunto dalle diversità di ognuna ed arricchendo il loro essere grazie a nuove esperienze e consapevolezze.
L'occasione la crea il palazzetto che da una scomoda eredità diventa il punto di partenza per una nuova vita e attorno cui si imbastisce anche una storia di esoterismo, sedute spiriche, loschi figuri che farebbero di tutto pur di mettere le mani sull'uroboro che Anastasia ritiene ormai il suo potafortuna.
Lo stile dell'autrice si rivela novamente fresco e a tratti divertenti, capace di far scorrere le pagine senza che il lettore se ne renda conto e facendolo ritrovare alla battute finali con un marcato sorriso sulle labbra.
Un libro che consiglio a chi ama le atmosfere delle nostre tradizioni, a chi apprezza le commedie all'italiana ambientate in quel sud in cui la cucina, gli odori e la tradizione la fanno da padrona.
L’AUTRICE
Rosalba Perrotta vive a San Gregorio, un piccolo centro alle pendici dell’Etna. È sposata e ha un figlio, Stefano. Non possiede bestiole domestiche, ma dà i croccantini ai gatti che visitano il suo giardino. Ha insegnato con grande passione Sociologia all’Università di Catania. È autrice, tra l’altro, di All’ombra dei fiori di jacaranda, edito da Salani.
VOTO: Ho ritrovato la penna che ben ricordavo ed un'atmosfera che da subito mi ha riportato in una Sicilia che, grazi alle origini di mia mamma, considero un po' la mia terra.
La storia è quella di più rinascite, un libro che avrebbe come protagonista Anastasia - una settantenne che sta ancora cercando di mandare giù l'abbandono da parte del marito, risposatosi con una donna molto più giovane di lei - ma che in realtà è composto da una coralità di personaggi concatenati ed assolutamente essenziali alla trama. Anche l'impostazione del romanzo - molto particolare - porta a perdere di vista la protagonista e fa sì che emerga il gruppo, infatti a volte sembra quasi di leggere una sceneggiatura, un copione di un film in cui ogni elemento non è fine a se stesso ma esiste in funzione degli altri.
Contorno di questa sceneggiatura è la Sicilia, una Sicilia in cui le diverse generazioni convivono e si amalgamano, facendo emergere le tradizioni, il suo dialetto, le sue usanze, le sue ricette ed anche il suo dialetto, che viene disseminato qua e là dall'autrice senza mai diventare eccessivo. Particolarissimo, da questo punto di vista, è il dizionari siciliano - italiano cui l'autrice dedica l'ultimo capitolo del libro e sarà di aiuto a chi non è abituato a sentire determinati termini dialettali.
Nonostante i tantissimi personaggi che popolano il romanzo, le donne sono sicuramente lo zoccolo duro della storia: Anastasia - che eredita insieme alla sue cugine del Nord un palazzetto in una zona malfamata di Catania ed un certo numero di cianfrusaglie di bigiotteria tra cui un uroboro di corallo che sembra porterle fortuna -; la figlia minore Nuvola - in fase di ribellione da quando, quasi sull'altare lascia il suo fidanzato perchè presto avrà un figlio da un'altra donna; ed ancora non ha mandato giù l'abbandono del padre! -; la figlia maggiore Doriana - bacchettona, donna in carriera, con un marito senza lavoro che vuole trasferirsi in Africa ed un figlio che manda alla nonna delle mail spassosissime -; le cugine Alida, Myrna e Claretta - figlie di una zia "forestiera" proveniente dal continente, che lo zio aveva sposato contro il volere di tutti. Come donne del nord da sempre criticate per il loro essere aperte e alla moda-.
Ci sono anche dei maschi, certo, che oltretutto non lasciano per niente indifferenti - come Matteo, Antonio, Rodolfo, il colonnello Pippo de Francesco, Igor Pastorello, gli antiquari - ma le donne, senza ombra di dubbio, predominano grazie alle loro sfaccettature, ai loro dubbi, alla loro necessità di trovare una strada per rinascere, prendendo spunto dalle diversità di ognuna ed arricchendo il loro essere grazie a nuove esperienze e consapevolezze.
L'occasione la crea il palazzetto che da una scomoda eredità diventa il punto di partenza per una nuova vita e attorno cui si imbastisce anche una storia di esoterismo, sedute spiriche, loschi figuri che farebbero di tutto pur di mettere le mani sull'uroboro che Anastasia ritiene ormai il suo potafortuna.
Lo stile dell'autrice si rivela novamente fresco e a tratti divertenti, capace di far scorrere le pagine senza che il lettore se ne renda conto e facendolo ritrovare alla battute finali con un marcato sorriso sulle labbra.
Un libro che consiglio a chi ama le atmosfere delle nostre tradizioni, a chi apprezza le commedie all'italiana ambientate in quel sud in cui la cucina, gli odori e la tradizione la fanno da padrona.
L’AUTRICE
Rosalba Perrotta vive a San Gregorio, un piccolo centro alle pendici dell’Etna. È sposata e ha un figlio, Stefano. Non possiede bestiole domestiche, ma dà i croccantini ai gatti che visitano il suo giardino. Ha insegnato con grande passione Sociologia all’Università di Catania. È autrice, tra l’altro, di All’ombra dei fiori di jacaranda, edito da Salani.
Pensa che io ero già stata respinta dal titolo... che cavolo è un uroboro?! :-) a parte questo, non mi convince la storia... stavolta passo mi sa!
RispondiEliminaÈ un serpente che si morde la coda, l'ho scoperto anche io leggendo! ;)
EliminaNon avevo mai sentito parlare di questa autrice. Mi ispirano le storie ambientate in Sicilia, anche perché dopo L delusione ricevuta con Panza e Prisenza vorrei rifarmi. La Torregrossa non mi ha regalato emozioni e mi piacerebbe leggere un'altra autrice che mi racconti la Sicilia che tanto vorrei visitare prima o poi.
RispondiEliminaAllora ti consiglio di cominciare dal libro precedente di questa autrice perché a me è piaciuto di più! Trovi il link alla recensione all'inizio del post! ;)
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