Buongiorno lettori e buon mercoledì! Oggi sono qui per lasciarvi la recensione di un libro che ho ricevuto in anteprima dalla casa editrice Newton Compton – che ringrazio - e che uscirà nelle librerie domani 9 febbraio. Si tratta di Madame Claudel è in un mare di guai, esordio di Aurélie Valognes, pag.211
Sinossi: Ferdinand Brun vive a Parigi, al numero 8 di Rue Bonaparte, ha ottantrè anni e non gi piacciono le persone. Sfortunato dalla nascita - ha perso la mamma e la nonna
quando era ancora piccolo -, è cresciuto nel risentimento, diventando
introverso e taciturno. Purtroppo con il passare degli anni è
addirittura peggiorato e così la moglie lo ha mollato di punto in bianco
scappando con il postino, mentre la figlia e il nipotino sono andati a
vivere addirittura dall'altra parte dell'oceano. Rimasto solo con la
cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del suo affetto, Monsieur
Brun ha deciso di disertare il genere umano e di ridurre al minimo i
suoi contatti con gli altri, compresi quelli con la portinaia, la
detestata signora Suarez. Gli inquilini del condominio lo evitano come
la peste e cominciano a girare strane voci su di lui: c'è chi lo
considera un vecchio matto, chi addirittura pensa che sia un serial
killer. Un infausto giorno, la cagnolina Daisy muore e la settimana dopo
Monsieur Brun rimane vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e
quando la figlia lo mette di fronte all'ipotesi dell'ospizio, non gli
resta che accettare l'aiuto di Madame Claudel, un'arzilla signora di
novantatré anni, che abita al secondo piano. Ma sarà l'arrivo della
piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l'unico evento in grado di
scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio ha
costruito intorno a sé...
Ho ricevuto questo libro a sorpresa e sono rimasta subito incuriosita dalla trama.
Siamo in Francia, la trama dice Parigi, leggendolo in realtà sembrerebbe di trovarsi in un paesino tranquillo nei paraggi. Protagonista è un ultra ottantenne dai modi burberi e vendicativi – Ferdinand – che abita in un appartamento di proprietà della sua ex moglie, da quando questa lo ha lasciato per andare a vivere con il postino. La sua unica compagnia è Daisy, un cane su cui sembra aver riversato tutta la parte buona del suo essere.
Nel condominio in cui abita – luogo dove si svolgono la maggior parte degli avvenimenti cui assistiamo - non sono per niente rose e fiori. Ferdinand si diverte a fare dispetti alle anziane residenti, ma quella cui più di tutte rivolge la sua negativa attenzione è la portinaia Madame Suarez, con cui intraprende una lotta neanche troppo nascosta.
Da quando vive solo, il nostro protagonista non mangia in modo regolare, si lava il meno possibile e non tiene in ordine casa e questo preoccupa la figlia che abita a Singapore. Come capire se il proprio padre sia ancora in grado di vivere da solo abitando a migliaia di chilometri di distanza? Ovviamente chiedendo aiuto a qualcuno che possa tenerlo d’occhio e sincerarsi delle sue condizioni… la portinaia! Ferdinand dovrà così sopportare settimanalmente le visite di quella donna tanto odiosa, incaricata dalla figlia di controllare la pulizia della casa, l’igiene di Ferdinand e le condizioni del frigorifero. Se il rapporto della donna alla figlia non sarà soddisfacente il vecchietto finirà dritto all’ospizio. Quale arma migliore nelle mani di una donna che ha l’unico scopo di farlo sloggiare?
La storia di Ferdinand si intreccia presto con quella di Juliette, la bambina che, con padre e sorellina, si è trasferita al piano di sopra e che non si lascia spaventare dai modi inizialmente burberi dell’uomo anzi, i loro pranzi diventano presto un appuntamento imperdibile anche per il lettore.
In tutto questo, vi chiederete, dove sta la Madame Claudel del titolo? Ecco, per gran parte della lettura me lo sono chiesta anche io, visto che mi sarei aspettata almeno un ruolo da co-protagonista, ruolo che invece è occupato dalla bambina. Per carità questa signora esiste - è la dirimpettaia di Ferdinand – e ad un certo punto diventa qualcosa di più che una semplice comparsa ma non tanto da dedicarle un titolone contornato di rosa; che poi, se proprio devo dirla tutta, questo libro ha una cover che ritengo meravigliosa ma quel titolone e quel rosa rimanda la fantasia ad un genere che non è proprio per niente quello che secondo me caratterizza questo romanzo. Questa storia è tutto tranne che una storia d’amore o dove il rosa prevarichi; questa è una storia per lo più triste, che secondo me ha un enorme potenziale ma che non è stata sviluppata come avrebbe potuto.
I personaggi hanno tutto quello che è necessario avere per poter fare il botto ed anche l’idea è di base molto valida ma, per quanto mi riguarda, la scrittura dell’autrice, semplice e poco articolata, - ad un certo punto lo avrei lanciato dalla finestra perché non ne potevo più di trovare la parola vegliardo ovunque - non mi ha permesso di entrare in empatia con i personaggi né di immergermi a fondo nella storia. Non sono stata toccata neanche dai momenti più tristi, quelli che avrebbero dovuto scatenare in me delle emozioni. Dipenderà sicuramente anche dai romanzi che normalmente amo, quelli dove le descrizioni sono cosi nitide e dettagliate da permettermi di catapultarmi nelle storie che mi vengono raccontate, quelle in cui i sentimenti arrivano come un pugno nello stomaco e non sono solo inseriti come un mero completamento della storia.
Ho inoltre avuto l’impressione che ci siano degli errori nella costruzione degli avvenimenti: è usuale, da un po’ di tempo a questa parte, cominciare i libri con un prologo ambientato temporalmente dopo rispetto al resto della storia; per dirla in parole povere, si comincia dalla fine per poi tornare indietro e dipanare il resto della narrazione, in modo da raccontare al lettore il prima e poi, solo alla fine, tornare al prologo. Ecco, in questo caso è stata fatta questa scelta, peccato però che io abbia avuto l’impressione che la fine del libro non arrivi assolutamente al punto che ci viene raccontato nel prologo, ma mi è parso che venga raccontato tutto un altro epilogo per il nostro protagonista. Perché??? Cosa mi sono persa? Ho riletto il tutto più volte e non sono riuscita a venirne a capo… continuo però a sperare di essermi sbagliata perché sarebbe veramente grave! Insomma un grande potenziale ma, per quanto mi riguarda, non sviluppato come avrebbe potuto ed io devo purtroppo dare un voto non pensando a quello che il libro in questione avrebbe potuto essere ma a quello che è in realtà quindi seppur carino non posso dare di più.
VOTO: Siamo in Francia, la trama dice Parigi, leggendolo in realtà sembrerebbe di trovarsi in un paesino tranquillo nei paraggi. Protagonista è un ultra ottantenne dai modi burberi e vendicativi – Ferdinand – che abita in un appartamento di proprietà della sua ex moglie, da quando questa lo ha lasciato per andare a vivere con il postino. La sua unica compagnia è Daisy, un cane su cui sembra aver riversato tutta la parte buona del suo essere.
Nel condominio in cui abita – luogo dove si svolgono la maggior parte degli avvenimenti cui assistiamo - non sono per niente rose e fiori. Ferdinand si diverte a fare dispetti alle anziane residenti, ma quella cui più di tutte rivolge la sua negativa attenzione è la portinaia Madame Suarez, con cui intraprende una lotta neanche troppo nascosta.
Da quando vive solo, il nostro protagonista non mangia in modo regolare, si lava il meno possibile e non tiene in ordine casa e questo preoccupa la figlia che abita a Singapore. Come capire se il proprio padre sia ancora in grado di vivere da solo abitando a migliaia di chilometri di distanza? Ovviamente chiedendo aiuto a qualcuno che possa tenerlo d’occhio e sincerarsi delle sue condizioni… la portinaia! Ferdinand dovrà così sopportare settimanalmente le visite di quella donna tanto odiosa, incaricata dalla figlia di controllare la pulizia della casa, l’igiene di Ferdinand e le condizioni del frigorifero. Se il rapporto della donna alla figlia non sarà soddisfacente il vecchietto finirà dritto all’ospizio. Quale arma migliore nelle mani di una donna che ha l’unico scopo di farlo sloggiare?
La storia di Ferdinand si intreccia presto con quella di Juliette, la bambina che, con padre e sorellina, si è trasferita al piano di sopra e che non si lascia spaventare dai modi inizialmente burberi dell’uomo anzi, i loro pranzi diventano presto un appuntamento imperdibile anche per il lettore.
In tutto questo, vi chiederete, dove sta la Madame Claudel del titolo? Ecco, per gran parte della lettura me lo sono chiesta anche io, visto che mi sarei aspettata almeno un ruolo da co-protagonista, ruolo che invece è occupato dalla bambina. Per carità questa signora esiste - è la dirimpettaia di Ferdinand – e ad un certo punto diventa qualcosa di più che una semplice comparsa ma non tanto da dedicarle un titolone contornato di rosa; che poi, se proprio devo dirla tutta, questo libro ha una cover che ritengo meravigliosa ma quel titolone e quel rosa rimanda la fantasia ad un genere che non è proprio per niente quello che secondo me caratterizza questo romanzo. Questa storia è tutto tranne che una storia d’amore o dove il rosa prevarichi; questa è una storia per lo più triste, che secondo me ha un enorme potenziale ma che non è stata sviluppata come avrebbe potuto.
I personaggi hanno tutto quello che è necessario avere per poter fare il botto ed anche l’idea è di base molto valida ma, per quanto mi riguarda, la scrittura dell’autrice, semplice e poco articolata, - ad un certo punto lo avrei lanciato dalla finestra perché non ne potevo più di trovare la parola vegliardo ovunque - non mi ha permesso di entrare in empatia con i personaggi né di immergermi a fondo nella storia. Non sono stata toccata neanche dai momenti più tristi, quelli che avrebbero dovuto scatenare in me delle emozioni. Dipenderà sicuramente anche dai romanzi che normalmente amo, quelli dove le descrizioni sono cosi nitide e dettagliate da permettermi di catapultarmi nelle storie che mi vengono raccontate, quelle in cui i sentimenti arrivano come un pugno nello stomaco e non sono solo inseriti come un mero completamento della storia.
Ho inoltre avuto l’impressione che ci siano degli errori nella costruzione degli avvenimenti: è usuale, da un po’ di tempo a questa parte, cominciare i libri con un prologo ambientato temporalmente dopo rispetto al resto della storia; per dirla in parole povere, si comincia dalla fine per poi tornare indietro e dipanare il resto della narrazione, in modo da raccontare al lettore il prima e poi, solo alla fine, tornare al prologo. Ecco, in questo caso è stata fatta questa scelta, peccato però che io abbia avuto l’impressione che la fine del libro non arrivi assolutamente al punto che ci viene raccontato nel prologo, ma mi è parso che venga raccontato tutto un altro epilogo per il nostro protagonista. Perché??? Cosa mi sono persa? Ho riletto il tutto più volte e non sono riuscita a venirne a capo… continuo però a sperare di essermi sbagliata perché sarebbe veramente grave! Insomma un grande potenziale ma, per quanto mi riguarda, non sviluppato come avrebbe potuto ed io devo purtroppo dare un voto non pensando a quello che il libro in questione avrebbe potuto essere ma a quello che è in realtà quindi seppur carino non posso dare di più.
Finito proprio stamattina e la penso proprio come te. Personaggi e stile piatto. Peccato poteva essere molto più divertente!
RispondiEliminaEcco... :(
EliminaPeccato. Ero tentata di comprarlo avendo letto altre recensioni più positive, ora non so che fare.
RispondiEliminaIo non mi sento di sconsigliarlo perché credo che a molti possa piacere! Se ti ispira prova a dargli una possibilità! ;)
EliminaEcco, la pensiamo in maniera simile, però il mio voto è stato un po' più alto del tuo perchè ho apprezzato la trama, secondo me strutturata abbastanza bene (prologo a parte) e mi sono piaciuti i personaggi, nel senso che il loro carattere è stato ben descritto, nonostante il suo stile così semplice. Però ecco...lo stile, per quelli che sono i miei gusti è troppo povero, le frasi troppo brevi e i pensieri scorrono lasciando poco dal punto di vista emotivo.
RispondiEliminaAnche a me la trama non è dispiaciuta ma in fondo succedono tre cose... Diciamo che a fine lettura come voto io ero tra il due e mezzo e il tre, e lo sai perché ci eravamo confrontate, ma scrivendo la recensione mi sono resa conto che erano più le cose negative rispetto a quelle positive quindi ho abbassato! Sai che io sono troppo cerebrale a volte! ;)
EliminaAnch'io ce l'ho pronto da leggere ma dopo la tua recensione so già cosa aspettarmi
RispondiEliminaMa no dai, magari ti piacerà! Poi fammi sapere!
Eliminaah peccato perche' la copertina davvero prometteva bene!
RispondiEliminaCopertina veramente splendida!
EliminaCIAO! Preciso che anche a me le copertina ispirava molto.
RispondiEliminaMa letta la tua recensione e vedendo i commenti di Dolci e Baba (ciao!), direi che per il momento è meglio soprassedere! Se non ha convinto voi...
Ciao e Buon venerdì, Marina
Se un po'ho imparato a conoscerti credo tu faccia bene a passare... Non lo vedo molto un libro adatto a te! ;)
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