venerdì 8 settembre 2017

Letture con Marina #20

Buongiorno lettori! Con settembre riprendono anche gli appuntamenti con Marina e con la sua rubrica Letture con Marina. Pronti a scoprire che cosa vi ha riservato per oggi?

 
Buongiorno e ben ritrovati, dopo questa caldissimo Agosto 2017.

Ci ritroviamo insieme per parlare ancora dell’oriente, prima di fare una pausa e dedicarci ad alcuni degli autori che saranno presenti al Festival Letterario PordenoneLegge, che avrà luogo a Pordenone dal 13 al 17 Settembre 2017.

E quindi…
                        
IL PERIODO ASIATICO
O meglio: dall’Oriente con furore!!! Sì e vi avviso già che parleremo di 3 libri in contemporanea, che di primo acchito sembreranno non avere nulla in comune, ma a ben pensare…

Il primo libro, uno stupendo e sottilissimo cartonato di 27x39cm con dei disegni che da soli varrebbero l’acquisto, è di Benjamin Lacombe – edito da Rizzoli nel Maggio 2015 – un giovane artista parigino, che permea tutti i suoi libri di immagini che hanno sicuramente a che fare con la magia, attingendo alla pittura dell’età vittoriana e del Quattrocento italiano, non disdegnando tecniche più moderne. Vi consiglio di andare a curiosare in Internet, perché ne rimarrete affascinati. Soprattutto se amate mischiare arte e letteratura. Noi in questo momento siamo interessati al suo “Gli amanti farfalla” Che mi ricorda in questi particolari disegni l’artista, sempre francese, Rebecca Dautremer, con le sue “Principesse. Dimenticate o Sconosciute”. Magari con i visi non così triangolari, ma leggermente più dolci. E sicuramente con colori molto meno vividi. La storia è semplice e serve ad accompagnare queste magnifiche pagine piene di colori, di panorami appena abbozzati, di particolari evidenziati e di fanciulle/i giapponesi. Potrebbe essere una storia attinta dalla tradizione giapponese. Ma ciò poco importa. Ciò che invece mi interessa è il finale e soprattutto la rigida società e le regole che la governano. E questo è l’inizio del nostro percorso odierno.

Ma spostiamo ora la ns attenzione su La Vegetariana, edito da Adelphi nel 2016, dell’autrice coreana Han Kang, che nel 2016 è stato insignito del prestigioso Man Booker International Prize. E’ stato definito “di una potenza e originalità indimenticabili”. E’ diviso in tre parti ed in ognuna di esse c’è una voce narrante diversa, che però è sempre incentrata sulla protagonista, Yeong-hye. La prima voce narrante è del marito, la seconda del cognato e la terza ed ultima è della sorella. Strano come la figura della protagonista sia sempre centrale, nonostante non sia mai lei a narrare direttamente le vicissitudini della sua vita. Una donna che improvvisamente diventa vegetariana e che dal quel momento vivrà una sorta di vita onirica, se così possiamo definirla. O forse una discesa agli inferi, a seconda dei punti di vista, inconsapevole vittima e carnefice. Una vita dove alla fine lei sarà una pianta, sempre in cerca di sole, che tenta di fissare i suoi piedi, come radici, al suolo. Una pianta distrutta e distruttiva per sé e per chi le sta accanto. Un racconto lungo un romanzo, dalle atmosfere strane e particolari, che in alcuni tratti mi ha ricordato il Murakami di cui resto sempre affascinata cultrice. E che nel prosieguo della lettura inquieta per le domande che obbliga a porsi. Fino a che punto è lecito spingersi per preservare la vita degli altri? E perché la protagonista, così come le poche persone vegetariane che conosco di persona, diventano vegetariane o vegane sempre dopo uno un periodo particolarmente difficile, o in seguito a dispiaceri e/o shock? Quale il meccanismo che fa convogliare i grossi dispiaceri nel cambiamento più intimo della ns sopravvivenza? Perché il cibo si lega così indissolubilmente ai patemi dell’animo?
 
L’ultimo libro di cui vorrei parlarvi è Divorzio alla Cinese – edito da Bompiani nel 2016 – dello scrittore cinese Liu Zhenyun. La storia potrebbe sembrare molto lineare: a causa della politica cinese del “figlio unico”, la nostra protagonista, già madre di un bimbo, rimane incinta per la seconda volta. Cosa fare? Per evitare di essere condannata come criminale insieme al marito, decide che la soluzione più facile per evitare la condanna da parte del Governo è divorziare, fingendo incompatibilità con il marito. Partorire come madre single e poi risposarsi con il marito. Tutto semplice e lineare, se non fosse che, una volta messo in atto il piano con il marito, questi si incapriccia di un’altra donna, fino a sposarla. Li Xuelian si sente giustamente tradita e, a costo di far scoprire il piano architettato, decide di denunciare il marito alle Autorità, per obbligarlo a divorziare dalla seconda moglie e risposare lei. Salvo poi, una volta libero il marito, rifiutarsi di sposarlo. In tutto questo i bambini subiscono e non sono partecipi o protagonisti del racconto, che alla fine, passato il primo momento di divertimento, diventa un ritratto intimo, brutale e disincantato della politica locale e del suo potere in Cina. Come dicevamo, un percorso lineare che diventa talmente ingarbugliato da creare continui malintesi e catastrofi politiche. Veramente un racconto magistrale che, superata la sorpresa per le circonvoluzioni sterili dei vari “dignitari” locali, delle beghe paesane e cittadine, continua a far sorridere il lettore, seppur a denti stretti.

Cosa accomuna questi tre libri, così diversi tra di loro? Cosa mi ha colpito così intensamente, da volerli raggruppare in un’unica conversazione con voi?

Il mal di vivere…

Quel sentimento implacabile e inarrestabile che si impossessa di alcune persone particolarmente sensibili e non le lascia più andare. E che egoisticamente ci regala alcuni tra i più bei romanzi che si possano leggere. E alle volte a pensarci bene pare strano che maestri di questo tipo di racconto siano proprio gli autori asiatici. Forse perché, a differenza degli altri colleghi, mantengono il racconto su un piano meno terreno, più onirico.

Chissà…?

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Benjamin Lacombe è un illustratore francese, nato a Parigi nel 1982.
Da bambino sogna di poter lavorare con la Walt Disney e Tim Burton. Nel 2001 inizia i suoi studi artistici presso l’Ecole Nationale Superieure des Arts Decoratifs de Paris (ENSAD) e contemporaneamente, a soli diciannove anni firma il suo primo libro di fumetti e illustrazioni.
Ha lavorato nel mondo dell’animazione, dimostrandosi artista eclettico e in grado di misurarsi con diverse forme di arte.
La sua predilezione per le illustrazioni ispirate al mondo delle fiabe e dei racconti per bambini e ragazzi non gli impedisce di spingersi a lavorare anche su classici della letteratura come Notre Dame de Paris di Victor Hugo e Les contes macabres di E. A. Poe. Tra le sue opere più importanti vi è sicuramente C’era una volta, una splendida raccolta di tavole tridimensionali ispirate ad alcune delle fiabe più famose d’Europa.
Ha esposto i suoi lavori nelle gallerie più importanti del mondo, tra le quali L’Art de rien di Parigi, Dorothy Circus di Roma, Ad hoc art di New York e Maruzen di Tokio.
Vive e lavora a Parigi.

Han Kang, figlia dello scrittore Han Seung-won, è nata a Gwangju (Corea del Sud) il 27 novembre 1970. Dopo gli studi all'Università Yonsei di Seul (letteratura coreana), esordisce con una raccolta poetica nel 1993. L'anno successivo esce il suo primo romanzo al quale ne seguiranno altri cinque. Nel 2016 La vegetariana, storia di una donna che decide di smettere di mangiare carne in una società che non approva tale scelta, viene premiato con il Booker Prize. Dal 2013 insegna scrittura creativa al Seoul Institute of the Arts

Liu Zhenyun è nato nel 1958 in una Provincia della Cina del Nord. Tra i suoi romanzi: Telefono cellulare (da cui è stato tratto un film), Oggetti smarriti e Una Parola ne vale diecimila (vincitore nel 2009 del premio Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese per il romanzo).
A presto,
                             

5 commenti:

  1. Ciao Marina, bentornata! I tuoi pensieri su questi libri non fanno altro che ricordarmi quanto debba rimediare al più presto alla mia ignoranza sul mondo cinese e asiatico in generale. Qualcosa mi sono procurata e inizierò presto. Intanto ti ringrazio!

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  2. Ciao Nadia,
    sempre curiosa di sapere, quindi mi farai sapere quando sarà il tuo momento 😊
    Dal 13 al 17 settembre qui a Pordenone c'è il Festival letterario PordenoneLegge.
    Sicchè per qualche mese mi dedicherò a libri che sto leggendo, nell'attesa di poter incontrare gli scrittori.

    Ti auguro una buona domenica, ciao!!

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  3. Posso dire che Divorzio alla cinese lo leggerei anche solo per la cover? ;)

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  4. Divorzio alla cinese l'ho letto anche io. Non mi è piaciuto granché,troppo esasperate le situazioni che nascono dalla Xuelian per quanto ispirate alla realtà. E non tutti i personaggi avevano tutti i torti a lamentarsi di lei. A questione esasperata la questione della corruzione e di altro problemi erano ben evidenti, ma che tedio! Peccato perché normalmente la narrativa orientale mi piace, amo molto l'oriente. Gli altri ancora non li ho letti.

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