Buongiorno lettori, come va? Dai che è venerdì!!! Io avrò un weekend importante, una delle mie migliori amiche di sempre si sposa ed io sarò la sua testimone quindi sono molto emozionata! Conoscendomi piangerò più della sposa ahahahahahaha. Voi invece cosa farete di bello?
Ma torniamo al blog. Oggi torno con una recensione, quella del libro Sei come sei di Melania G. Mazzucco, edito da Einaudi, 235 pagine. Se mi seguite sapete che ho conosciuto questa autrice quest'anno con il libro Il bassotto e la regina che mi ha totalmente stregata; poi ho letto Sei come sei che invece non mi aveva per niente convinta. Questa nuova lettura doveva essere l'ago della bilancia per farmi capire se questa autrice poteva diventare una delle mie preferite o se invece mi aveva solo illusa. Siete curiosi di saperlo? Leggete il mio pensiero.
Ma torniamo al blog. Oggi torno con una recensione, quella del libro Sei come sei di Melania G. Mazzucco, edito da Einaudi, 235 pagine. Se mi seguite sapete che ho conosciuto questa autrice quest'anno con il libro Il bassotto e la regina che mi ha totalmente stregata; poi ho letto Sei come sei che invece non mi aveva per niente convinta. Questa nuova lettura doveva essere l'ago della bilancia per farmi capire se questa autrice poteva diventare una delle mie preferite o se invece mi aveva solo illusa. Siete curiosi di saperlo? Leggete il mio pensiero.
Sinossi: Sul treno per Roma c'è una ragazzina. Sola e in fuga, dopo un violento
litigio con i compagni di classe. Fiera e orgogliosa, Eva legge tanti
libri e ha il dono di saper raccontare storie: ha appena undici anni, ma
già conosce il dolore e l'abbandono. Giose è stato una meteora della
musica punk-rock degli anni Ottanta, poi si è innamorato di Christian,
giovane professore di latino: Eva è la loro figlia. Padre esuberante e
affettuoso, ha rinunciato a cantare per starle accanto, ma la morte
improvvisa di Christian ha mandato in frantumi la loro famiglia. Giose
non è stato ritenuto un tutore adeguato, e si è rintanato in un casale
sugli Appennini. Eva è stata affidata allo zio e si è trasferita a
Milano. Non si vedono da tempo. Non hanno mai smesso di cercarsi. Con
Giose, Eva risalirà l'Italia in un viaggio nel quale scoprirà molto su
se stessa, sui suoi due padri, sui sentimenti che uniscono le persone al
di là dei ruoli e delle leggi, e sulla storia meravigliosa cui deve la
vita. Drammatico e divertente, veloce come un romanzo d'avventura, "Sei
come sei" narra con grazia, commozione e tenerezza l'amore tra un padre e
una figlia, diversi da tutti e a tutti uguali, in cui ciascuno di noi
potrà riconoscersi.
Eva ha undici anni ed ha due padri; o meglio ce li aveva, finchè Christian - quello che dei due ha materialmente donato il seme per la sua nascita - non è morto in un incidente stradale.
Quando noi la conosciamo, all'inizio della storia, lui se ne è andato già da un po' e con l'altro padre - Giose - non ha contatti. Giose non è il padre biologico di Eva - quindi non ha nessuno diritto nei suoi confronti - ed alla morte del suo compagno un giudice ha stabilito che lui non ha una vita abbastanza stabile per crescere una bambina. Eva abita a Milano con gli zii dal momento della sentenza, e Giose si è rifugiato in una casa tra gli Appennini per affogare nel suo dolore. Ha perso il compagno della vita e nello stesso tempo ha perso la figlia, quella figlia che tanto hanno desiderato e per la quale hanno compiuto viaggi di giorni verso l'Armenia, più e più volte, nella speranza che un seme attecchisse in un ovulo di una madre surrogata.
Eva
non può dimenticare Giose - nonostante tutti credono stia accadendo il
contrario - e Giose non può rassegnarsi a vivere senza di lei. Nessuno ha capito che una figlia non può dimenticare un padre e un padre non può dimenticare una figlia. Nessuno ha compreso il vuoto che si è aggiunto alla loro vita quando li hanno divisi, come se già non fosse bastato il vuoto lasciato dalla morte di Christian.
Per Eva avere due padri è sempre stato normale, per il mondo intorno a lei un po' meno. Ostacolata dagli zii nel rapporto con Giose, bullizzata a scuola per aver confidato ad un compagno la verità sulla sua nascita, Eva compie un gesto involontario quanto brutale che la porta poi a scappare, alla ricerca di quel padre lontano, alla ricerca di una identità in cui non si riconosce più.
E il viaggio di Eva è un po' anche il nostro; con lei prendiamo quel treno che la porta a Roma e insieme a lei prendiamo il pullman che arrampicandosi sugli Appennini durante una bufera di neve la ricongiungerà a suo padre, il suo amore, la sua ragione di vita. Perchè non basta essere allontanati da una persona per dimenticarla, non basta non vederla e non sentirla per far diminuire un amore profondo e incondizionato perchè restano i ricordi e quelli di Eva sono quelli di un'infanzia felice, insieme ai suoi due papà. Una situazione non canonica forse, ma felice. E mica quello che conta è la felicità?
Ma il viaggio che l'autrice ci fa fare non è solo quello della ragazza, ma anche quello di Giose; un padre che non si è mai rassegnato a vivere senza quella che - a discapito di quello che dice la genetica - lui ritiene carne della sua carne, sangue del suo sangue. E quando lui e la figlia si ritrovano tutto torna ad avere un senso, il cerchio si chiude.
Quello dell'autrice è un viaggio fisico attraverso un'Italia che si trasforma man mano che ci si inoltra verso il centro e verso le montagne ma è anche un viaggio nell'animo umano, quello di una ragazzina che inizia ad avere la consapevolezza del mondo, che non ha paura di sfidare la notte e il freddo pur di ritrovare suo padre e capire. È un viaggio attraverso l'adolescenza, quella che porta a volte a sbagliare, a compiere azioni dettate dalla stupidità del momento, dal coinvolgimento e dalla necessità - perchè spesso diventa una necessità - di far parte di un gruppo. Ma è anche un viaggio nel mondo della fecondazione, della genitorialità in una coppia dello stesso sesso, della profondità dei sentimenti e della lotta per poterli vivere in modo aperto e genuino.
Lo stile è quello che avevo conosciuto ed adorato nel libro "Il bassotto e la regina" - recensione qui - uno stile capace di travolgere il lettore attraverso i sentimenti, portando a vivere la storia in prima persona quasi come se ogni personaggio vivesse un pochino dentro di noi.
La storia coinvolge, è dolce ma allo stesso tempo molto dolorosa; fa tenerezza ma spesso provoca rabbia e impotenza; insomma, una moltitudine di sensazioni contrastanti capaci di toccare nel profondo.
Un libro che consiglio senza riserve e che mi conferma che di questa autrice devo recuperare tutto perchè entra ufficilmente di diritto tra le mie autrici italiane preferite, nonostante lo scivolone avuto con "Un giorno perfetto" - recensione qui - che proprio non mi aveva convinto.
E il viaggio di Eva è un po' anche il nostro; con lei prendiamo quel treno che la porta a Roma e insieme a lei prendiamo il pullman che arrampicandosi sugli Appennini durante una bufera di neve la ricongiungerà a suo padre, il suo amore, la sua ragione di vita. Perchè non basta essere allontanati da una persona per dimenticarla, non basta non vederla e non sentirla per far diminuire un amore profondo e incondizionato perchè restano i ricordi e quelli di Eva sono quelli di un'infanzia felice, insieme ai suoi due papà. Una situazione non canonica forse, ma felice. E mica quello che conta è la felicità?
Ma il viaggio che l'autrice ci fa fare non è solo quello della ragazza, ma anche quello di Giose; un padre che non si è mai rassegnato a vivere senza quella che - a discapito di quello che dice la genetica - lui ritiene carne della sua carne, sangue del suo sangue. E quando lui e la figlia si ritrovano tutto torna ad avere un senso, il cerchio si chiude.
Quello dell'autrice è un viaggio fisico attraverso un'Italia che si trasforma man mano che ci si inoltra verso il centro e verso le montagne ma è anche un viaggio nell'animo umano, quello di una ragazzina che inizia ad avere la consapevolezza del mondo, che non ha paura di sfidare la notte e il freddo pur di ritrovare suo padre e capire. È un viaggio attraverso l'adolescenza, quella che porta a volte a sbagliare, a compiere azioni dettate dalla stupidità del momento, dal coinvolgimento e dalla necessità - perchè spesso diventa una necessità - di far parte di un gruppo. Ma è anche un viaggio nel mondo della fecondazione, della genitorialità in una coppia dello stesso sesso, della profondità dei sentimenti e della lotta per poterli vivere in modo aperto e genuino.
Lo stile è quello che avevo conosciuto ed adorato nel libro "Il bassotto e la regina" - recensione qui - uno stile capace di travolgere il lettore attraverso i sentimenti, portando a vivere la storia in prima persona quasi come se ogni personaggio vivesse un pochino dentro di noi.
La storia coinvolge, è dolce ma allo stesso tempo molto dolorosa; fa tenerezza ma spesso provoca rabbia e impotenza; insomma, una moltitudine di sensazioni contrastanti capaci di toccare nel profondo.
Un libro che consiglio senza riserve e che mi conferma che di questa autrice devo recuperare tutto perchè entra ufficilmente di diritto tra le mie autrici italiane preferite, nonostante lo scivolone avuto con "Un giorno perfetto" - recensione qui - che proprio non mi aveva convinto.
VOTO:
No va beh allora lo devo leggere! La recensione già mi ha fatto capire che potrebbe essere il mio libro in più avevo adorato "il bassotto e la regina". Ma come dobbiamo fare con tutti questi impegni??? Ahhhhhh aiuto sister!!
RispondiEliminaPer questo un angolino lo devi trovare!!!
EliminaIo invece sono la pecora nera che ha detestato Il bassotto e la regina mentre questo le è abbastanza piaciuto lol
RispondiEliminaNe ho altri tre in ebook che aspettano ma non so decidermi, tra cui l'altro che hai nominato. Non è un'autrice che mi ha 'smosso qualcosa' ecco
Cavoli peccato! Io me ne sono veramente innamorata invece...
EliminaCome sai, lo avevo adorato.
RispondiEliminaInfatti durante la lettura ti ho pensato un sacco! Bello, delicato, toccante, forte e credo sarà difficile dimenticarlo!
Eliminal'ho trovato orribile stereotipato riccco di sentenze e luoghi comuni.brrrr!
RispondiEliminaA me è piaciuto molto, invece mi ha molto deluso Un giorno perfetto. Questione di punti di vista e proprio il bello della lettura! 😊😊😊
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