venerdì 24 agosto 2018

Letture con Marina #44

Anche durante le vacanze le buone abitudini non cambiano... vi lascio con la rubrica Letture con Marina.

Buona giornata e buon venerdì a tutti. Per molti di noi ormai, me compresa, le vacanze sono già finite e siamo già rientrati al lavoro. Ancora qualche settimana e inizia anche la scuola. In poche parole, l’inizio delle attività che ci vedono quotidianamente protagonisti.

E proprio per parlarvi della quotidianità di ciascuno di noi, ma senza dimenticare i viaggi appena conclusisi in questa estate 2018, vorrei veniste con me in Giappone.
Le ricette della signora Tokue

Autori: Durian Sukegawa
Casa editrice: Einaudi
Traduzione: Laura Testaverde
Pagine: 173

Descrizione: Sentaro è un uomo di mezza età, ombroso e solitario. Pasticciere senza vocazione, è costretto a lavorare da Doraharu, una piccola bottega di dolciumi nei sobborghi di Tokyo, per ripagare un debito contratto anni prima con il proprietario. Da mattina a sera Sentaro confeziona dorayaki - dolci tipici giapponesi a base di pandispagna e an, una confettura di fagioli azuki - e li serve a una clientela modesta ma fedele, composta principalmente da studentesse chiassose che si ritrovano lì dopo la scuola. Da loro si discosta Wakana, un'adolescente introversa, vittima di un contesto familiare complicato. Il pasticciere infelice lavora solo il minimo indispensabile: appena può abbassa la saracinesca e affoga i suoi dispiaceri nel sakè, contando i giorni che lo separano dal momento in cui salderà il suo debito e riacquisterà la libertà. Finché all'improvviso tutto cambia: sotto il ciliegio in fiore davanti a Doraharu compare un'anziana signora dai capelli bianchi e dalle mani nodose e deformi. La settantaseienne Tokue si offre come aiuto pasticciera a fronte di una paga ridicola. Inizialmente riluttante, Sentaro si convince ad assumerla dopo aver assaggiato la sua confettura an. Sublime. Niente a che vedere con il preparato industriale che ha sempre utilizzato. Nel giro di poco tempo, le vendite raddoppiano e Doraharu vive la stagione più gloriosa che Sentaro ricordi. Ma qual è la ricetta segreta della signora Tokue? Con amorevole perseveranza, l'anziana signora insegna a Sentaro i lenti e minuziosi passaggi grazie ai quali si compie la magià: «Si tratta di osservare bene l'aspetto degli azuki. Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi». Come madeleine proustiane, i dolcetti giapponesi diventano un pretesto per i viaggi interiori di Sentaro e Tokue, fra i quali si instaura un legame profondo che lascia emergere segreti ben più nascosti e ferite insanabili. Con l'autunno, però, un'ombra cala sulla piccola bottega sotto al ciliegio: quando il segreto di Tokue viene alla luce, la clientela del negozio si dirada e la donna, costretta a misurarsi di nuovo con il pregiudizio e l'ostracismo sociale che l'ha perseguitata per tutta la vita, impartirà a Sentaro e Wakana la lezione più preziosa di tutte.

Breve biografia: Durian Sukegawa, nome d'arte di Tetsuya Sukekawa, è nato a Tokyo nel 1962. Poeta, scrittore e clown, ha una laurea in Filosofia Orientale e una in Pasticceria, conseguita all'Università della Pasticceria del Giappone. Per Einaudi ha pubblicato Le ricette della signora Tokue (2018), il suo primo libro tradotto in italiano, da cui è stato tratto il film Le ricette della signora Toku, diretto da Naomi Kawase e presentato al Festival di Cannes nel 2015.
RECENSIONE:


Contrariamente a quanto mi capita solitamente, in questo caso ho prima sentito parlare del film, che però non ho ancora visto – e dal quale sono partita per scoprire il romanzo.

Tra i cambiamenti delle stagioni, il fiorire e lo sfiorire dei fiori di ciliegio, un classico giapponese che predispone alla contemplazione e ad un certo grado di poetica sopportazione della vita in generale, ci intrufoliamo nelle vita dei tre protagonisti del romanzo. Anzi: quattro protagonisti, se includiamo anche il cibo.

Sentaro uomo di mezza età, solitario e problematico, che per ripagare un debito deve lavorare nel negozio di Doraharu, una piccola bottega di dolciumi nei sobborghi di Tokyo. Lavoro che fa senza passione ed usando ingredienti già pre-confezionati, della qual cosa la clientela si accorge, tanto che questo piccolo negozietto è in realtà poco frequentato. All’improvviso però l’anziana sig.ra Tokue, comparsa dal nulla, chiede di poter essere impiegata all’interno del negozio per un compenso irrisorio, dichiarandosi esperta e disposta a preparare il suo delizioso ed inimitabile “an”, la confettura di fagioli rossi usata per farcire i “dorayaki”, nonostante le mani nodose e contorte.

Da subito la clientela percepisce il cambiamento e grazie al passa parola, la bottega di dolciumi non riesce più a star dietro ai clienti, che accorrono numerosi. Tra questi, incontriamo anche Wakana, un’adolescente silenziosa ed introversa, vittima di una situazione familiare complicata.

Questi sono i tre protagonisti di questa moderna eppure antica fiaba, che ci racconta la poesia di alcuni dei piatti tipici giapponesi, insieme alla solitudine e all’isolamento più pervicaci, dove la lontananza dall’umanità risulta al tempo stesso giusta ed ingiusta. Indispensabile ma crudele.

Tre vite che incarnano tre momenti diversi dell’età umana: la giovinezza, la maturità e la vecchiaia. Tre vite che sono vissute in periodi quindi diversi e con modalità, amicizie, doveri e problematiche completamente difformi. Il tutto raccontato con la quieta dolcezza ed insieme con la magia che solo i narratori giapponesi riescono ad infondere nei loro racconti, intrecciando la vita delle persone con quelle degli animali e con il fruscio dei rami smossi dal vento.

E’ difficile parlare più approfonditamente di questo romanzo, senza svelare il segreto dell’anziana Sig.ra Tokue. Ma come ci direbbe lei: “porgi l’orecchio” ed ascolta attentamente: sarai in grado di capire che anche il cibo e gli oggetti inanimati ci sanno parlare. Basta porgere loro il nostro orecchio.
A presto




                             

6 commenti:

  1. Bellissima recensione per un bel libro. Baci Lea

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    1. Ciao Lea!
      Proprio un bel libro... direi sul coraggio. Triste.
      Buon weekend 🤗 Marina

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  2. Ho sentito parlare di questo libro ma non l'ho ancora letto; però ultimamente sono molto incuriosita dal Giappone e mi piacerebbe conoscere qualcosa in più in merito!

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    1. Ciao Nadia!
      Trovo il modo di scrivere degli autori giapponesi sempre poetico, anche quando leggo i thriller della Kirino. Pensa un po' tu...
      Il Giappone ora va di moda ma è difficile non innamorarsene.
      Libro triste. Che consegna 3 personaggi che restano a lungo nei pensieri...
      Se ne hai l'occasione, leggilo.
      Ora io voglio vedere il film! 😊
      Buon fine settimana! 🤗 Marina

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  3. Io ho visto il film e mi è piaciuto moltissimo! Ero disposta a leggere il libro in inglese, ma sapere che esiste ora la traduzione italiana mi rincuora, devo ammettere.
    Bella recensione, mi ha fatto ricordare le sensazioni provate guardando il film e non vedo l'ora di poter avere questa edizione dell'Einaudi che già dalla copertina mi piace molto :)

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  4. Ciao Patty, ti ringrazio.
    In effetti il libro m'è piaciuto molto, anche se è triste... e dato che hai visto il film, tu sai perfettamente lo svolgersi della vicenda.
    Ho il film ma esitavo a guardarlo, perchè di solito dopo il romanzo, i film mi deludono spesso.
    Ma visto ciò che hai scritto, il prox weekend lo guardo.
    Ciao e buona domenica! , Marina 🤗

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