Buongiorno, nuovo venerdì, nuovo appuntamenro con la rubrica Letture con Marina.Vi lascio alla sua recensione!
Com’è e come non è, ultimamente il mio leggere si è trasformato sempre più in un percorso pieno di svolte ed anche in un hobby solitario. Rare persone con cui discorrere di libri, autori, letture e letteratura in genere e sempre più solo collegamenti virtuali. Sono forse pronta per un gruppo di lettura o forse anch’io dovrei tentare con la torta di bucce di patata…?
Attualmente è in corso il Festival letterario PordenoneLegge 2018, che mi permetterà un bagno di folla appassionata e l’incontro con letture anche lontane dai miei tipici orizzonti ed incontri reali con autori italiani e stranieri. Un’occasione imperdibile per conoscere generi con cui non abbiamo confidenza o che non ci attirano. Perché curiosare e guardarsi attorno è da sempre rivitalizzante. E quindi, in attesa di incontrare tra gli altri anche Jeffery Deaver che al Festival letterario presenterà la sua nuova creatura: “Il taglio di Dio”, ho deciso di leggere il suo thriller, la tredicesima indagine della coppia Rhyme-Sachs:
Titolo: IL VALZER DELL'IMPICCATO
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Rosa Prencipe
Casa editrice: Rizzoli - 2017
Pagine: 505
Descrizione: Un nuovo serial killer, il Compositore. Uno scenario inedito, Napoli. L’ultimo emozionante caso di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. Un uomo viene prelevato con la forza a pochi isolati da Central Park e caricato su un’automobile. Unica testimone una bambina, unico indizio un cappio abbandonato sul marciapiede, realizzato con una corda per strumenti musicali.
Lincoln Rhyme e Amelia Sachs avrebbero altro a cui pensare, visto che stanno per sposarsi e partire per la luna di miele, ma c’è una vita da salvare. La squadra si mette subito al lavoro e in poche ore lo sconosciuto sequestratore ha un profilo: per il Compositore, così lo ha battezzato Rhyme, la tortura delle vittime è lo spartito di una macabra melodia. La caccia all’uomo ha inizio, una ricerca serrata che da un vecchio capannone di New York conduce il criminologo e la detective fin nei vicoli di Napoli, nei cunicoli che solcano il sottosuolo della città, a stretto contatto con gli investigatori italiani, tra scontri di competenze, collaborazioni clandestine e indagini scientifiche sempre più sofisticate. Il tempo stringe, e lo stesso cappio che Rhyme e Sachs hanno trovato sulla scena del crimine ora deve fermare la mano di un killer spietato e inafferrabile. Ci sono tutti gli ingredienti del miglior Jeffery Deaver: ritmo, azione, paesaggi inusuali. Il valzer dell’impiccato mostra tutto l’affetto che il suo autore nutre per i lettori italiani e per il nostro Paese e consegna al pubblico degli appassionati un nuovo capitolo sorprendente e imperdibile della saga di Lincoln Rhyme, il criminologo più famoso del thriller internazionale.
Adoro leggere un thriller che non rimane slegato dalla realtà, ma che si fa portavoce delle problematiche attuali e che, nonostante la trama pazzesca e fuori dall’ordinario, si traduce in una concatenazione di eventi logici ai quali il lettore non ha pensato, intento una volta di più ad immaginare una storia ancora più folle di quanto non abbia provveduto a scrivere l’autore stesso.
Jeffery Deaver è il classico autore che riesce sempre a sorprendere, nonostante i personaggi principali siano oramai di famiglia. In questo thriller dello scorso anno, ci presenta però Lincoln Rhyme e Amelia Sachs in vesti inconsuete: in procinto di sposarsi e, udite udite!, per la prima volta coinvolti in un caso che da New York si sposta tra i vicoli di Napoli.
Ci sono tanti argomenti su cui potersi soffermare: le primissime pagine, in cui incontriamo le testimoni del rapimento della prima vittima (qui siamo ancora a New York), dove facciamo la brevissima conoscenza con un tipo di madre sui generis ma che veramente verrebbe da psicanalizzare. Divertente anche se demoralizzante, a ben pensarci.
Ma via subito si parte come in un otto volante per questa nuova avventura, dove l’abilità e la collaborazione tra Lincoln e Amelia ci porta a tentare di sventare gli omicidi brutali del serial killer denominato “il Compositore”, così chiamato perché usa le corde degli strumenti musicali per torturare le sue vittime, sullo spartito di una macabra melodia di sua invenzione. Braccato dal duo e chiaramente dalla polizia, il Compositore sceglie di sparire e lo ritroviamo sotto il sole caldo di settembre in una Napoli bellissima e piena di contrasti, tra poliziotti e guardie forestali italiane, procuratori oscuri e dalle forse ancor più oscure trame, tra ambasciate e cittadini americani in vacanza, tra Centri di Accoglienza (Capodichino) e volontari dediti con passione alla propria missione umanitaria e banditi prezzolati e senza scrupoli.
Come fare a raccontare questa ennesima rutilante avventura del duo portato anche e magistralmente sullo schermo, senza poter parlare meglio della trama e senza svelare qualche piccolo dettaglio che rovinerebbe la storia in sempre continuo movimento, così come lo è il Compositore, che prosegue la sua inarrestabile serie di rapimenti e di torture anche su suolo italiano.
Tra citazioni letterarie (il maestro King è sempre d’obbligo) e musicali (se scegliete il citato Greensleeves di sottofondo per la lettura non ve ne pentirete!) non avrete un attimo di tregua e nonostante io non riesca a leggere questo genere così spesso come vorrei, le dediche che Deaver offre ad inizio e chiusura romanzo sono sorprendentemente commoventi, così come il romanzo riesce ad essere a tratti, nonostante il tema centrale di cui tratta.
Piccolo inciso per gli amici cinefili: come dimenticare Denzel Washington nei panni di Lincoln Rhyme (nonostante nei romanzi in realtà sia un tetraplegico bianco) e la stupenda Angelina Jolie che ne “Il collezionista di ossa” impersona la bella Amelia.
E come dimenticare le dediche di Deaver agli amici italiani, una ad inizio romanzo per l’amico Giorgio Faletti – e l’altra, tra i ringraziamenti finali, in ricordo della Sig.ra Dozio, fondatrice della Libreria del Giallo di Milano, antesignana della moderna promozione letteraria, con lettori e pubblico che portavano vino e cibo che veniva poi consumato a fine evento, tutti insieme. Perché anche questo fa parte della letteratura. Piccoli sorprendenti ricordi, gocce di commozione che anticipano e fanno seguito ad una trama tutt’altro che banale, per un uomo che può raccontarci le storie più intricate e sorprendenti, così come spaccati di vita vera.
A prestissimo Jeffery Deaver!
Sono anch'io un'appassionata di thriller e ho seguito, con gran piacere, i casi risolti da Lincoln Rhyme e da Amelia. Ho in programma di leggere al più presto "Il Taglio Di Dio" pregustando già una storia complessa e dai risvolti inaspettati :)
RispondiEliminaCiao appassionata di thriller!
EliminaIo ho appena finito il Taglio di Dio e non rimarrai delusa!
Bello x la trama, anche per i personaggi di contorno e soprattutto per l'argomento che fa da conduttore: i diamanti!
Curioso che sia lui che poco prima anche Caterina Bonvicini abbiano scelto questa pietra preziosa come protagonista del proprio nuovo romanzo!
Ciao e buon weekend, Marina
Ciao Marina! Come sai adoro il genere, e in più l'ambientazione napoletana mi incuriosisce tantissimo!
RispondiEliminaCiao Nadia!
EliminaPiacevolissimo romanzo.
Che trama! Eh niente, lo inizi e nn lo molli più 😉
Buon fine settimana, ciao! 🤗