Buongiorno lettori! Cominciamo la settimana con una nuova recensione. Dovrete farci l'abitudine visto gli arretrati dei tanti libri che ho letto in agosto. Oggi vi lascio quella de Il tortellino muore nel brodo, romanzo che segna l'approdo di Filippo Venturi tra gli autori della casa editrice Mondadori, che ringrazio per la copia. Pag. 204

Secondo libro che leggo di Filippo Venturi e secondo giudizio positivo. Il mio primo incontro con questo autore è avvenuto con il suo Un giorno come un altro - recensione qui - che mi aveva letteralmente conquistato. Capirete che quando ho saputo di questa nuova uscita, con un titolo e una cover così, ho esultato, e non poco!
Come si dice... squadra che vince non si cambia e, nonostante in questo nuovo lavoro Flippo Venturi la squadra la cambi eccome, non cambia invece i meccanismi. Una sorta di guardia e ladri rocambolesca con una Bologna a farne da sfondo e tanti personaggi che, per caso, si ritrovano a dover fare i conti con il destino. E spesso il destino si prende gioco di loro.
Trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Non è sicuramente questo il caso di Nicola Fini che, in uno strano venerdì mattina, accompagnando i figli a scuola, si trova davanti ad una banca presa di mira non per una, ma addirittura per due rapine diverse. Quante possibilità ci sono che accada? Pochissime ma, evidentemente, Nicola, visto il suo ultimo periodo, non sta proprio passando quello che si definisce un momento positivo della vita. Sua moglie si è da poco volatilizzata senza neanche il coraggio di lasciargli un biglietto e, soprattutto, lasciandolo solo con due figli che avrebbero ancora bisogno di lei. È già stato sbeffeggiato dalla vita Nicola, ma al peggio non c'è mai fine. Per fortuna nella vita ha sempre potuto contare sul suo amico, quasi fratello, Emilio, e può farlo anche in questo momento.
Trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Non è sicuramente questo il caso di Nicola Fini che, in uno strano venerdì mattina, accompagnando i figli a scuola, si trova davanti ad una banca presa di mira non per una, ma addirittura per due rapine diverse. Quante possibilità ci sono che accada? Pochissime ma, evidentemente, Nicola, visto il suo ultimo periodo, non sta proprio passando quello che si definisce un momento positivo della vita. Sua moglie si è da poco volatilizzata senza neanche il coraggio di lasciargli un biglietto e, soprattutto, lasciandolo solo con due figli che avrebbero ancora bisogno di lei. È già stato sbeffeggiato dalla vita Nicola, ma al peggio non c'è mai fine. Per fortuna nella vita ha sempre potuto contare sul suo amico, quasi fratello, Emilio, e può farlo anche in questo momento.
Emilio Zucchini, ristoratore bolognese che si ritrova per caso - e per diletto - a investigare su una sparizione misteriosa a seguito di una rapina quantomeno particolare, è un personaggio unico, che spero di rivedere ancora in moltissimi libri futuri.
Zucchini ha una vita privata solitaria che si contrappone in modo netto con la socialità del suo lavoro che lo mette in contatto giornalmente con un gran numero di persone, i clienti del suo ristorante. Forse proprio grazie alla moltitudine di persone che si trova ogni giorno sotto gli occhi, Emilio ha un fiuto incredibile e un'attitudine particolare a capire il prossimo.
Si improvvisa investigatore - dicevamo - senza avere la minima remora a buttarsi nell'occhio del ciclone per quella che ritiene una giusta causa e - soprattutto - per quello che ritiene un amico, rischiando anche di essere collocato dalla parte sbagliata della barricata.
Filippo Venturi ci regala una storia scorrevole e divertente, che utilizza il pretesto della rapina in banca come punto focale del suo romanzo, per arrivare a parlare di tanti temi attuali e per regalare ai lettori più facce della stessa medaglia.
Filippo Venturi ci regala una storia scorrevole e divertente, che utilizza il pretesto della rapina in banca come punto focale del suo romanzo, per arrivare a parlare di tanti temi attuali e per regalare ai lettori più facce della stessa medaglia.
Questo libro però non è un giallo vero e proprio; come nel libro precente, il lettore sa tutto dall'inizio ed è forse proprio per questo che gli è permesso di focalizzare la propria attenzione su altri particolari, come ad esempio i rapporti tra i personaggi ed i meccanismi che si vengono a creare tra loro.
Una Bologna che io non conosco ma che ogni volta, grazie all'autore, ho l'impressione di conoscere da sempre, fa da scenario a questa indagine rocambolesca che rappresenta uno scorcio di vita dei personaggi, cui ci si affeziona facilmente grazie alla caratterizzazione così veritiera e divertente che l'autore ha saputo farne.
Insomma, un libro adatto allo svago ma che lascia al lettore un senso profondo di famiglia e di amicizia e che non può lasciarlo indifferente ad Emilio e alle sue più profonde convinzioni sul tortellino che... muore nel brodo!
Ciao :-)
RispondiEliminaSembra davvero carino questo libro, spensierato al punto giusto anche se tratta di temi attuali. Non conoscevo l'autore, ma mi hai incuriosita. Ora vado a leggere la tua recensione di "Un giorno come un altro".
A presto!
Ciao Chiara, se lo leggi poi fammi sapere! Anche Un giorno come un altro merita molto
EliminaHo letto solo recensioni positive su questo libro. Ci farò un pensiero.
RispondiEliminaSecondo me ne vale la pena!
Eliminaanche io ne leggo solo bene di questo libro e non vedo l'ora di leggerlo! mi ispira tantissimo
RispondiEliminaAllora aspetto il tuo pensiero! ;)
EliminaNo vabbè lo leggerei subito già per il titolo ahahah mi ha fatto troppo ridere e poi da quello che ho letto nella tua recensione ne vale la pena...bene me lo segno
RispondiEliminaBaciii
Brava, segna! ;)
EliminaHo appena finito di leggere il libro e posso solo confermare la recensione positiva a me è piaciuto molto!
RispondiEliminaSono contetco! Hai letto il precedente di Venturi? Bellissimo anche quello.
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