Buongiorno lettori, nuovo venerdì, nuova puntata della rubrica di Marina. Vi lascio alla sua recensione!
Un Jonathan Coe in grande spolvero con questo suo romanzo del 2018, che ci traghetta in un fine Gennaio dove imperversano influenza e neve e dove proprio in Gran Bretagna il premier Theresa May si è vista bocciare l’accordo negoziato con l’Unione europea, in attesa di vedere cosa accadrà il 29 Marzo…
Autore: Jonathan Coe
Traduzione: Marialuigia Castagnone
Casa editrice: Feltrinelli - 2018
Pagine: 398
Descrizione: In questo nuovo romanzo lo sguardo critico di J. Coe si concentra sulle vicende di una famiglia delle Midlands inglesi, per poi abbracciare gli eventi più recenti di un'intera nazione, fino al terremoto Brexit del 2016.
Tornano alcuni personaggi de "La banda dei brocchi" e di "Circolo chiuso": Benjamin e Lois Trotter e i loro amici, che ritroviamo qui ormai alle prese con le grane dell'età che avanza. Ma l'attenzione del nuovo tragicomico romanzo si concentra sui membri più giovani della famiglia Trotter, come la figlia di Lois, Sophie, ricercatrice universitaria idealista, che dopo un matrimonio poco probabile fatica a rimanere fedele al marito, soprattutto da quando le rispettive idee politiche si sono fatte sempre più distanti. Intanto la nazione sfrigola e questioni come il nazionalismo, l'austerità, il politicamente corretto e l'identità politica incendiano il dibattito e gli animi.
RECENSIONE:
Ci sono autori che quando pubblicano ci chiamano. Jonathan Coe è sicuramente uno di questi. E questo nonostante spesso i suoi romanzi siano intessuti strettamente con la politica del suo Paese, cosa che potrebbe far desistere anche il lettore più appassionato. Ma complice il Referendum dello scorso 23 Giugno 2016, in cui incredibilmente – anche se di stretta maggioranza – il popolo inglese si è dichiarato favorevole al divorzio dall’Unione Europea, è difficile che qualcuno non abbia almeno una vaga idea di quel che sta succedendo in Gran Bretagna. E per quanto concerne gli eventuali retroscena, si incarica il signor Coe, in modo appassionatamente sagace , per bocca dei suoi protagonisti, a volte in maniera veramente spassosa, ma sempre con graffiante ironia, a farci partecipi di ciò che è appena accaduto nel suo Paese.
Del resto lo ammette lo stesso Coe a fondo libro – nella Nota dell’autore – che nel 2016 ebbe ben due motivi per riprendere in mano i suoi due romanzi precedenti: La Banda dei Brocchi ed il successivo Circolo Chiuso. Il primo motivo, intuibile, è che l’autore voleva avere la possibilità di scrivere un romanzo basato sul Referendum sulla Brexit. Il secondo è che aveva visto la bella trasposizione teatrale de La banda dei Brocchi ad opera di Richard Cameron, che ne aveva messo in luce un aspetto che inizialmente Coe aveva sottovalutato – e di cui parleremo più avanti. Inoltre, a distanza di breve tempo da ciò, la scrittrice Alice Adams parlò con tanto calore di Circolo Chiuso, facendo capire a Coe che i lettori sarebbero stati entusiasti di un prosieguo, che l’autore ebbe la felice idea di unire le due cose e scrivere questo stupendo romanzo uscito nel 2018.
Con i capitoli Merrie England, Deep England e Old England, l’autore ci fa vivere la Gran Bretagna tra Londra, Birmingham ed alcuni paesi della profonda campagna inglese – dall’Aprile 2010 data del funerale della madre di Benjamin e Lois (i fratelli Brocchi Uno e Due) al Settembre 2018, quando salutiamo nuovamente e forse per sempre gli stessi due fratelli, oramai sessantenni.
In realtà in questo nuovo romanzo seguiamo più la seconda generazione di quelli che erano stati i precedenti protagonisti, che oramai sono professionisti affermati, anche se non mancano sorprese con gli amici che fanno lavori particolari, o che addirittura non lavorano affatto. Seguiamo soprattutto Sophie, la figlia di Lois, in tutto il suo percorso di crescita personale e professionale – e la figlia dell’amico Doug, Coriander – che farà incrociare le loro strade. In realtà la distinzione non è mai così netta, ma è un capitolo via l’altro di vite, amicizia e politica così ben intersecati fra di loro, che è difficile riuscire a separarsi da questo romanzo, finchè non si è raggiunta la conclusione. Percorsi personali, psicologia sopraffina e temi forti che anche qui in Italia sentiamo molto: per esempio il tema dell’emigrazione e dell’integrazione. Parole che in Gran Bretagna, ma soprattutto in grandi città come Londra, che ho potuto visitare diverse volte, assume tutto un altro significato. Eppure Coe è superlativo nel far sempre vedere il lato opposto della medaglia, lasciandoci lì inebetiti a riflettere sul significato delle vite che incrociamo, siano esse purosangue inglesi o trapiantati, emigrati oppure anche figli inglesi di seconda generazione di questo Impero una volta così immenso da aver mescolato intelligentemente razze e culture, in una convivenza che appare pacifica. Temevo che la parte politica avrebbe prevalso, magari appesantendo una parte che francamente mi interessava ma che non volevo fosse asfissiante. Invece, come accade con i grandi scrittori, la politica è così ben calibrata – con un impianto ironico e tragicomico, che si viene irrimediabilmente irretiti e sembra di vivere gli avvenimenti passo-passo con i protagonisti, sensazione accentuata dal fatto che tornano in mente anche a noi lettori gli avvenimenti di cui Coe parla, facendoceli solo conoscere un po’ più a fondo e circostanziando il periodo.
Inutile dire che ritrovare in parte i protagonisti della Banda dei Brocchi è come ritornare a casa, anche se il libro può essere letto come romanzo a sé, senza tema di perdersi o di non capire qualcosa. Ribadisco: scritto magnificamente come solo Coe sa fare.
Vorrei solo accennare a due episodi fra i più spassosi che mi sia capitato di leggere da un bel po’ di tempo a questa parte, senza però svelare molto per non fare anticipazioni che rovinerebbero al lettore il piacere di scoprirli strada facendo. Uno è l’incontro amoroso all’interno di un armadio di un Benjamin già ultra-cinquantenne con la sua ex amante di un tempo remoto, Jennifer. Dire esilarante è dire poco. Scena indimenticabile, pur con tutte le considerazioni psicologiche del caso, ma assolutamente e comicamente irresistibile. E poi gli incontri tra il giornalista politico Doug e uno degli assistenti del direttore della comunicazione dell’allora Primo Ministro David Cameron – Nigel Ives… Non so, forse avrei dovuto usare qui il termine “tragi-comico”, il botta e risposta tra un giornalista cinquantenne forse superficiale, sicuramente che con il popolo medio non ha nulla a che fare, ma che cerca di capire le cose e di presentarle a quello stesso popolo in modo onesto. Ed un assistente della comunicazione del nr. 10 di Downing Street che cerca di barcamenarsi per non dire niente – ed anche il contrario di niente – con la prosopopea del giovane yuppie all’arrembaggio del mondo, mettendo poi in scena con lo stesso Doug una gag in merito al padre proctologo che… beh, sinceramente sarebbe un peccato non leggere. Oppure la gag sul perché il popolo la chiama Brexit e non Brixit come fa il Governo (insistendo che se è Britain exit, deve essere Brixit, perché Brexit cosa c’entra?), cosa che mi ha fatto venire in mente il Film “Frankenstein jr”, quando il giovane erede vuole farsi chiamare “Frankenstin” ed allora anche Igor insiste x farsi chiamare “Aigor”… Impagabile!
Ricordo anche che Jonathan Coe è stato un appassionato musicista semi-professionista e che quindi condisce melodicamente i suoi romanzi con la musica, che è sempre un piacere ritrovare o scoprire.
Come fa l’autore stesso, vorrei anch’io in questa sede dedicare un pensiero a Helen Joanne "Jo" Cox, deputata alla Camera dei Comuni in una delle circoscrizioni inglesi, uccisa brutalmente a pochi giorni dal Referendum da un pazzo (non si può definire in altro modo una persona che per ideologia politica si macchia vilmente di un simile atto), che fortunatamente sta pagando con l’ergastolo.
E riprendiamo a chiusura il motivo per cui l’autore ha ripreso le fila della famiglia Trotter per traghettarci in questi anni di vita politica del Paese di Albione, tra le rivolte violente del 2011, i Giochi Olimpici del 2012, fino al terremoto del Referendum del 2016: semplicemente l’affetto straordinario che da sempre unisce Benjamin Trotter a sua sorella Lois. Un incontro di anime, quanto di più aulico ed umano al tempo stesso ci possa essere: al di là della vite scelte, degli affetti diversi avuti, persi o lasciati, della vita professionale più o meno soddisfacente… alla fine la vita li riporta sempre lì, l’uno vicino all’altra. Ed era giusto celebrarlo.
A presto,
Del resto lo ammette lo stesso Coe a fondo libro – nella Nota dell’autore – che nel 2016 ebbe ben due motivi per riprendere in mano i suoi due romanzi precedenti: La Banda dei Brocchi ed il successivo Circolo Chiuso. Il primo motivo, intuibile, è che l’autore voleva avere la possibilità di scrivere un romanzo basato sul Referendum sulla Brexit. Il secondo è che aveva visto la bella trasposizione teatrale de La banda dei Brocchi ad opera di Richard Cameron, che ne aveva messo in luce un aspetto che inizialmente Coe aveva sottovalutato – e di cui parleremo più avanti. Inoltre, a distanza di breve tempo da ciò, la scrittrice Alice Adams parlò con tanto calore di Circolo Chiuso, facendo capire a Coe che i lettori sarebbero stati entusiasti di un prosieguo, che l’autore ebbe la felice idea di unire le due cose e scrivere questo stupendo romanzo uscito nel 2018.
Con i capitoli Merrie England, Deep England e Old England, l’autore ci fa vivere la Gran Bretagna tra Londra, Birmingham ed alcuni paesi della profonda campagna inglese – dall’Aprile 2010 data del funerale della madre di Benjamin e Lois (i fratelli Brocchi Uno e Due) al Settembre 2018, quando salutiamo nuovamente e forse per sempre gli stessi due fratelli, oramai sessantenni.
In realtà in questo nuovo romanzo seguiamo più la seconda generazione di quelli che erano stati i precedenti protagonisti, che oramai sono professionisti affermati, anche se non mancano sorprese con gli amici che fanno lavori particolari, o che addirittura non lavorano affatto. Seguiamo soprattutto Sophie, la figlia di Lois, in tutto il suo percorso di crescita personale e professionale – e la figlia dell’amico Doug, Coriander – che farà incrociare le loro strade. In realtà la distinzione non è mai così netta, ma è un capitolo via l’altro di vite, amicizia e politica così ben intersecati fra di loro, che è difficile riuscire a separarsi da questo romanzo, finchè non si è raggiunta la conclusione. Percorsi personali, psicologia sopraffina e temi forti che anche qui in Italia sentiamo molto: per esempio il tema dell’emigrazione e dell’integrazione. Parole che in Gran Bretagna, ma soprattutto in grandi città come Londra, che ho potuto visitare diverse volte, assume tutto un altro significato. Eppure Coe è superlativo nel far sempre vedere il lato opposto della medaglia, lasciandoci lì inebetiti a riflettere sul significato delle vite che incrociamo, siano esse purosangue inglesi o trapiantati, emigrati oppure anche figli inglesi di seconda generazione di questo Impero una volta così immenso da aver mescolato intelligentemente razze e culture, in una convivenza che appare pacifica. Temevo che la parte politica avrebbe prevalso, magari appesantendo una parte che francamente mi interessava ma che non volevo fosse asfissiante. Invece, come accade con i grandi scrittori, la politica è così ben calibrata – con un impianto ironico e tragicomico, che si viene irrimediabilmente irretiti e sembra di vivere gli avvenimenti passo-passo con i protagonisti, sensazione accentuata dal fatto che tornano in mente anche a noi lettori gli avvenimenti di cui Coe parla, facendoceli solo conoscere un po’ più a fondo e circostanziando il periodo.
Inutile dire che ritrovare in parte i protagonisti della Banda dei Brocchi è come ritornare a casa, anche se il libro può essere letto come romanzo a sé, senza tema di perdersi o di non capire qualcosa. Ribadisco: scritto magnificamente come solo Coe sa fare.
Vorrei solo accennare a due episodi fra i più spassosi che mi sia capitato di leggere da un bel po’ di tempo a questa parte, senza però svelare molto per non fare anticipazioni che rovinerebbero al lettore il piacere di scoprirli strada facendo. Uno è l’incontro amoroso all’interno di un armadio di un Benjamin già ultra-cinquantenne con la sua ex amante di un tempo remoto, Jennifer. Dire esilarante è dire poco. Scena indimenticabile, pur con tutte le considerazioni psicologiche del caso, ma assolutamente e comicamente irresistibile. E poi gli incontri tra il giornalista politico Doug e uno degli assistenti del direttore della comunicazione dell’allora Primo Ministro David Cameron – Nigel Ives… Non so, forse avrei dovuto usare qui il termine “tragi-comico”, il botta e risposta tra un giornalista cinquantenne forse superficiale, sicuramente che con il popolo medio non ha nulla a che fare, ma che cerca di capire le cose e di presentarle a quello stesso popolo in modo onesto. Ed un assistente della comunicazione del nr. 10 di Downing Street che cerca di barcamenarsi per non dire niente – ed anche il contrario di niente – con la prosopopea del giovane yuppie all’arrembaggio del mondo, mettendo poi in scena con lo stesso Doug una gag in merito al padre proctologo che… beh, sinceramente sarebbe un peccato non leggere. Oppure la gag sul perché il popolo la chiama Brexit e non Brixit come fa il Governo (insistendo che se è Britain exit, deve essere Brixit, perché Brexit cosa c’entra?), cosa che mi ha fatto venire in mente il Film “Frankenstein jr”, quando il giovane erede vuole farsi chiamare “Frankenstin” ed allora anche Igor insiste x farsi chiamare “Aigor”… Impagabile!
Ricordo anche che Jonathan Coe è stato un appassionato musicista semi-professionista e che quindi condisce melodicamente i suoi romanzi con la musica, che è sempre un piacere ritrovare o scoprire.
Come fa l’autore stesso, vorrei anch’io in questa sede dedicare un pensiero a Helen Joanne "Jo" Cox, deputata alla Camera dei Comuni in una delle circoscrizioni inglesi, uccisa brutalmente a pochi giorni dal Referendum da un pazzo (non si può definire in altro modo una persona che per ideologia politica si macchia vilmente di un simile atto), che fortunatamente sta pagando con l’ergastolo.
E riprendiamo a chiusura il motivo per cui l’autore ha ripreso le fila della famiglia Trotter per traghettarci in questi anni di vita politica del Paese di Albione, tra le rivolte violente del 2011, i Giochi Olimpici del 2012, fino al terremoto del Referendum del 2016: semplicemente l’affetto straordinario che da sempre unisce Benjamin Trotter a sua sorella Lois. Un incontro di anime, quanto di più aulico ed umano al tempo stesso ci possa essere: al di là della vite scelte, degli affetti diversi avuti, persi o lasciati, della vita professionale più o meno soddisfacente… alla fine la vita li riporta sempre lì, l’uno vicino all’altra. Ed era giusto celebrarlo.
A presto,
Ciao Marina! Questo libro lo voglio leggere da un po' ma alla fine niente...ancora non l'ho nemmeno comprato. Procedo?
RispondiEliminaCiao Baba.
EliminaProcedi alla massima velocità.
Un Coe semplicemente al suo top.
Buona giornata 🤗
Ciao ^_^ questo libro sarebbe da comprare anche solo per la cover che io, personalmente, trovo stupenda. Non ho mai letto nulla di Coe e chissà, potrei iniziare da questo.
RispondiEliminaCiao Gaia!
EliminaA me Coe piace tanto.
Qui è in super spolvero...
Se poi ti piace la Gran Bretagna, lui ti ci porta a spasso...
Veramente molto bello.
Mi dirai... Ciao e buon sabato! 🤗
Lo leggerò a febbraio. Coe mi regala sempre qualche cosa, come McEwan. Baci lea
RispondiEliminaCiao Lea.
EliminaHai nominato 2 grandi...
Qui Coe è superlativo... ironico, divertente... riflessivo.
Ti riporta in famiglia e nn vorresti più smettere. Super!!
Buon fine settimana 🤗
Ciao Marina! Hai ragione, Coe è uno di quegli autori che chiama anche me. Avevo adorato La banda dei brocchi ma, pur avendo letto altro di questo autore, mi manca Circolo chiuso. Forse è meglio che io lo recuperi prima di Middle England...
RispondiEliminaCiao Nadia
EliminaEh se vuoi andare in ordine sì...
Ma bello bello bello!
Oh gaudio! Vorrei nn averlo letto x rileggerlo!
Buona giornata!! 🤗
Ecco, adesso mi vergogno a dire che io di Coe non ho mai letto nulla... Da dove comincio?
RispondiEliminaCiao Dani
RispondiEliminaBeh se vuoi andare in ordine e fare una scorpacciata... La banda dei brocchi e poi Circolo chiuso e poi questo.
Ma ne ha scritti mooolti altri che sono romanzi singoli.
Poi se invece vuoi saltare tutto e leggere solo questo, alla fine si legge bene anche senza i precedenti.
Stupendo!
Buon fine settimana, Ciao! 🤗