Buongiorno lettori, dopo troppo tempo riesco a trovare il momento per condividere con voi il mio pensiero sul romanzo Il blu delle rose di Tony Laudadio edito da NN Editore - che ringrazio per la copia -, pag. 272.
"La presenza del gene criminale - il gene c, appunto - comporta l'interruzione coatta e immediata della gravidanza. È una sorta di vaccino sociale, una profilassi che le civiltà moderne non potevano non effettuare, visto il dilagare del comportamento criminale."
In un momento in cui la pandemia incombe sulle nostre teste, questo romanzo ci parla di genetica e scelte sociali quantomeno discutibili. Dopo avermi fatto innamorare di Emanuele in Preludio a un bacio, Laudadio torna con un lavoro totalmente diverso nelle scelte narrative ma, allo stesso modo, capace di portare il lettore a riflessioni profonde e molto molto importanti, nonchè attuali.
Perchè parlo di diverse scelte narrative? Perchè con grande coraggio l'autore ci mette tra le mani un romanzo distopico, ambientato nel 2047, che ci mostra un mondo del futuro in cui un gruppo di scienziati, dopo aver scoperto il gene C - cioè quello che nel DNA è responsabile della cattiveria delle persone - mette a punto un protocollo a seguito del quale entra in vigore la legge Genesi, nella convinzione che porti a un mondo perfetto. Peccato che quella sia una legge tutt'altro che innocua; prevede infatti che a tutti i feti venga fatto un esame per ricercare il gene e che, in caso di positività, le future mamme siano obbligate ad abortire.
Elisabetta Russo, la protagonista della storia, è una delle menti che attraverso il suo lavoro è riuscita a mettere a punto questa scoperta rivoluzionaria. Sono passati 25 anni da allora e lei è ancora convinta che il mondo, dall'avvento della legge Genesi, sia migliore e che i "sacrifici" che si chiedono alle donne siano necessari per l'intera umanità. Spesso durante le sue conferenze si è trovata davanti a contestazioni ma lei, convinta della sua missione, non ha mai vacillato, mai, perchè il fine della scienza è più importante del mezzo per raggiungerlo.
E il mondo che è sotto gli occhi di tutti è la dimostrazione che un sacrificio sia stato più che necessario. La criminalità è praticamente sparita ed il nuovo mondo è perfetto. O no?
Un mondo particolare quello creato dall'autore, perchè capovolge un po' l'idea usuale di distopia che viene in mente pensando ai romanzi. Perchè se è vero che la distopia pone al loro limite estremo alcune espressioni sociali e politiche o alcune condizioni ambientali e tegnologiche, portandole all'eccesso, è anche vero che normalmente chi sceglie di creare un libro distopico lo fa attraverso scenari decadenti e disastrosi, invece in questo caso la scelta è totalmente opposta. Il mondo de Il blu delle rose è un mondo apparentemente perfetto dove tutto è bianco candido, dove non esiste criminalità, dove le macchine guidano autonomamente, dove la vita delle singole persone è controllata da un minuscolo diamante - che ha superato i chip sottopelle - grazie al quale si è sempre connessi ma anche sempre rintracciabili. Voi ci vivreste in un mondo così? A me fa più paura di un mondo decadente sinceramente!
La protagonista del romanzo è una donna totalmente sicura di sé, capace di affrontare qualunque oppositore, talmente convinta delle sue ragioni da non avere il minimo dubbio che i sacrifici siano necessari allo scopo. Il lettore assiste con i propri occhi alla sua sicurezza a assiste anche ad una grande evoluzione del suo personaggio che comincia quando un altro scienziato, fautore della scoperta insieme a lei, le insinua nella mente il dubbio. Una ricerca scientifica, parallela e nascosta, portata avanti dall'uomo, unita ad alcuni eventi drammatici e non chiari fanno vacillare la sua sicurezza. Quando, in più, i sentimenti iniziano a prevalere sulla ragione, allora tutto assume un colore diverso e tutto quel bianco diventa artefatto e per niente rassicurante.
Lo stile di Laudadio, nonostante il cambio di genere, è rimasto quello scorrevole e fluido che io avevo conosciuto con il suo precedente lavoro, Preludio a un bacio. Le pagine scorrono senza che il lettore se ne accorga e la voglia di scoprire cosa succederà alle vite dei personaggi che popolano il romanzo tiene alta l'attenzione. Molto profondi sono i temi trattati in queste pagine: l'eccesso della tecnologia sulla vita umana, i rapporti familiari, l'amore, la maternità. Cosa si è disposti a fare per raggiungere i propri scopi? E se per arrivare a un mondo senza crimini si fosse disposti a compierne? Quale ruolo può avere la genetica sulla cattiveria? E quanto invece conta il modo di vivere, le condizioni di vita, gli avvenimenti della vita?
Una lettura veramente interessante che potrà essere apprezzata anche da chi non ama il genere perchè, in questo caso, il genere narrativo credo sia solo un pretesto per portare a far riflettere.
VOTO:
Uno dei pochi NN a non ispirarmi. Direi che ci ho visto male, ahi!
RispondiEliminaCome mai? Non ti ispira la trama? O il genere? Credo che Laudadio sia un autore di quelli da leggere, magari partendo da Preludio a un bacio
EliminaNemmeno a me ispira particolarmente, ma forse leggendolo...
RispondiEliminaIo l'ho letto per la grande fiducia che ho nell'autore 😊😊😊
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