mercoledì 11 novembre 2020

Recensione #376 - Gelidi abissi di Massimo Gagliardini

Buonasera carissimi, mi sto mettendo d'impegno per cercare di essere il più presente possibile, non solo sui social, ma anche qui sul blog. Oggi torno da voi per lasciarvi il mio pensiero su un libro molto particolare, si tatta di Gelidi abissi di Massimo Gagliardini edito da Bonfirraro - che ringrazio per la copia - pag. 324.

Trama: Southampton, 1912. Emily e Clayton si imbarcano sul maestoso Titanic per il loro viaggio di
nozze in America. L'eccitazione della coppia per la lunga traversata si tramuta ben presto in inquietudine quando Clayton fa la conoscenza di un altro passeggero, Renard, un grottesco individuo dal passato scomodo e oscuro che nasconde un piano sconvolgente. Giorno dopo giorno, Clayton ed Emily si ritrovano a subirne la presenza magnetica, finché Clayton prova a ricomporre i tasselli di un puzzle che si perde nei lontani anni della sua gioventù. In una matassa di reticenze e menzogne, arriva il momento della resa dei conti tra Clayton e Renard, mentre il Titanic continua la sua corsa verso New York, solcando cieli bui e acque gelide, finché il fatale impatto con un gigantesco iceberg non lo squarcia nella notte. Sulla nave è il delirio, una corsa disperata verso le poche scialuppe che vengono calate in mare, mentre il transatlantico affonda sempre di più, fino a spezzarsi in due tronconi e colare a picco. Il destino di Clayton, Emily e Renard correrà lungo la rotta di morte che distingue tra sommersi e salvati e sarà proprio Emily ad affrontare rivelazioni sconvolgenti che la condurranno a scoprire una terribile verità troppo a lungo taciuta.
Quando ho ricevuto dalla casa editrice la mail che pubblicizzava questa uscita ho subito deciso di provare a chiederne una copia. La trama mi ha affascinata perchè un romanzo che partisse dalla vera storia del Titanic e del suo naufragio, per poi arrivare ad intrecciarsi con un thriller - ovviamente inventato - mi sembrava un connubio interessante e vincente.

"Mi chiamo Renard, Renard Odow, e ho ventisette anni. Un uomo nel fiore della giovinezza, direte voi. In effetti avrei un'intera vita davanti, ma non è questo ciò che il destino ha in serbo per me. Sto per esalare il mio ultimo respiro nel bel mezzo dell'oceano e lo farò nell'anonima infermeria di una nave chiamata Carpathia."


Come vi dicevo, questo è un thriller molto particolare, che partendo dalla catastrofe del Titanic intreccia personaggi reali con personaggi inventati per creare una storia intrigante e carica di suspence.
Emily e Clayton - personaggi inventati - sono appena diventati marito e moglie quando, come regalo di nozze, i genitori gli regalano un meraviglioso viaggio in prima classe sull'inaffondabile Titanic.
Sono i loro occhi che ci raccontano le meravigliose decorazioni delle sale, che ci narrano l'incontro con personaggi realmente esistiti e che ci fanno ripercorrere quel viaggio che, sicuramente tutti noi, abbiamo almeno una volta immaginato grazie al famosissimo film.
Non sono un'esperta del Titanic, non ho mai approfondito più di tanto la vicenda, ma sono una di quelle che nel 1997, quando uscì il film al cinema, pianse tutte le lacrime che aveva, abbarbicata all'allora mio fidanzato da poco, oggi marito. Un film che ovviamente ho poi visto e rivisto in tv. Detto questo non mi è però mai capitato di leggere nulla legato alla vicenda, quindi questo libro mi è sembrato una buona occasione per provare. Trovare all'inizio del libro la prefazione di Claudio Bossi - uno dei massimi esperti nazionali e internazionali sulla vicenda - in cui elogia la ricostruzione storica compiuta in questo libro mi ha motivato ancora di più!
Come tutti saprete, dall'imbarco al naufragio passano solo pochi giorni ma all'autore bastano per riuscire ad intrecciare questo fatto con il passato, un passato sconvolgente, un passato da cui molti sono scappati, ma che evidentemente continua ad accompagnare i protagonisti di questa storia.
Da subito al lettore vengono mostrati parallelamente due mondi, quello presente sul grande transatlantico e quello di decenni prima, in un piccolo paese inglese. Cosa c'entra il passato con il presente? Qual è il legame tra i due sposini e i fatti del passato?  E chi è Renard Odow, che si presenta al lettore nel prologo, parlandogli come se fosse una cosa naturale?
Mistero e segreti sono sicuramente alla base di questa storia che l'autore ha saputo ben ponderare, alternando il romanzo alla realtà con grande maestria, tanto da dare quasi la sensazione che tutto sia realmente accaduto nonostante il lettore sappia benissimo che non sia così, e sappia perfettamente quali siano le parti reali e quali frutto della fantasia. Lo stile è decisamente scorrevole e permette al lettore di correre tra le pagine fino alla fine, con la voglia di sapere e di capire, e questo credo sia un particolare non indifferente in una lettura di questo tipo.
I personaggi della storia appaiono ben caratterizzati, sia quelli veri sia quelli di fantasia. Alternando presente e passato ma avvicinandosi sempre di più all'incontro tra i due mondi, la lettura viene accompagnata alla scoperta di tutto ciò che viene celato dai protagonisti e la capacità dell'autore sta nello svelare i segreti a poco a poco, tenendo la lettura su un filo, lasciando quella giusta curiosità che deve necessariamente accompagnare un libro del genere.
Alla fine del libro poi, una piccola chicca, rivela quali siano i personaggi storici incontrati tra le pagine e l'evoluzione delle loro vite, alcune finite tragicamente nel naufragio e altre continuate grazie alla fortuna di trovare un posto su quelle poche e semivuote scialuppe che portarono i superstiti in salvo.
Molto interessanti sono le parti legate al passato, che reggono ed hanno un proprio carattere che si deve necessariamente confrontare con quella parte di cui l'autore non ha inventato nulla e che ha un peso storico e narrativo non indifferente. Sarebbe stato semplice scivolare su una storia non all'altezza, invece così non è stato, anzi forse la parte di fantasia mi è apparsa ancora più interessante rispetto alla parte del Titanic. La parte sul transatlantico, infatti, mi ha dato in diverse occasioni l'impressione di essere qualcosa di già visto grazie al film ma quello ci sta, i fatti sono quelli e l'autore non avrebbe potuto narrarli in altro modo.
Lasciatemi anche che dica due parole a favore della casa editrice, con cui non avevo mai collaborato. Il libro è molto più curato rispetto a quelli di grandi case editrici, e questo credo sia un detteglio da non sottovalutare quando si parla di piccole CE indipendenti.
Una lettura che mi sento di consigliare soprattutto a chi ama i thriller storici.




VOTO:







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