domenica 10 novembre 2013

Il cuore selvatico del ginepro

Buona domenica amici!!! come state?
Qui tutto bene, dopo un sabato di super lavoro ed una domenica mattina impegnata mi appresto a passare un bel pomeriggio insieme alla mia famiglia, quindi cosa desiderare di più?
Prima di uscire però vorrei lasciarvi una nuova recensione, quella dell'ultimo libro letto - lo so, lo so che dico sempre di avere delle recensioni arretrate...ma cosa posso farci se di alcuni libri sento il bisogno di parlare subito, a caldo?
Si tratta dell'esordio letterario dell'italianissima Vanessa Roggeri e del suo "Il cuore selvatico del ginepro" edito da Garzanti, un libro ricco di tradizioni, leggende e paesaggi sardi.
Ma andiamo con ordine.

Trama: È notte. La notte ha un cielo nero come inchiostro, e solo a tratti i fulmini illuminano l'orizzonte. È una notte di riti e credenze antiche, in cui la paura ha la forma della superstizione. In questa notte il rumore del tuono è di colpo spezzato da quello di un vagito: è nata una bambina. Ma non è innocente come lo sono tutti i piccoli alla nascita. Perché questa bambina ha una colpa non sua, che la segnerà come un marchio indelebile per tutta la vita. La sua colpa è di essere la settima figlia di sette figlie e per questo è maledetta. E nel piccolo paese dove è nata, in Sardegna, c'è un nome preciso per le bambine maledette, si chiamano cogas, che significa strega. Liberarsene quella stessa notte, abbandonarla in riva al fiume. Così ha deciso la famiglia Zara. Ma qualcuno non ci sta. Lucia, la primogenita, compie il primo atto ribelle dei suoi dieci anni di vita. Scappa fuori di casa, sotto la pioggia battente, per raccogliere quella sorella che non ha ancora un nome. Lucia la salva e decide di chiamarla Ianetta e la riporta a casa. Non c'è alternativa ora, per gli Zara. È sopravvissuta alla notte, devono tenerla. Ma il suo destino è già scritto. Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, sarà emarginata. Odiata. Reietta. Da tutti, tranne che da Lucia. È lei l'unica a non averne paura. Lei l'unica a frapporsi tra la cieca superstizione e l'innocenza di Ianetta.

Non mi sono resa conto di quanto mi piacesse questo libro fino a quando non sono arrivata alla fine ed ho cercato di tirare insieme i pensieri. Devo dire che per questo romanzo non è stato amore spassionato ed improvviso, ma mi è entrato dentro a poco a poco, toccando punti profondi del cuore, proprio come fanno quelle leggende da cui l'autrice ha preso spunto per la sua storia.
Quante volte, principalmente a chi origini del sud, vi è capitato di sentire leggende legate alla cultura popolare del passato? Leggende che, nonostante i nostri tempi super tecnologici, restano radicate nel DNA di chi le ha sentite raccontare più e più volte, incessantemente, ripetutatamente. Una di queste leggende è alla base di questo bel libro.
Le Cogas - non ne avevo mai sentito parlare - sono nella tradizione sarda delle streghe vampire capaci secondo le credenze di traformarsi in insetti, generalmente mosche, e di entrare durante la notte nelle stanze dei neonati per succhiargli il sangue fino ad ucciderli. Ianetta, la protagonista indiscussa di questo romanzo, è proprio considerata una Coga; vittima inconsapevole di una casualità - essere la settima figlia di sette figlie femmine - diventa il capro espiatorio per le disgrazie della famiglia Zara.
L'aspetto fisico non l'aiuta: non è bella come le sorelle ed ha dei difetti fisici molto pronunciati.
Un'unica soluzione può, secondo la famiglia, liberare da ogni possibile, futura tragedia le loro vite: quella figlia maledetta non deve assolutamente superare la notte. E' così che il padre, incapace di ucciderla con le proprie mani, decide di abbandonarla, di notte, sotto una pioggia battente sperando che la natura ponga rimedio al suo tremendo errore.
Le sorelle capiscono subito che qualcosa di strano è in atto nella loro casa, soprattutto Lucia che, da figlia maggiore, ha già assistito ai parti delle sorelle più piccole. E' proprio Lucia che si accorge di quel fagottino abbandonato dal padre sotto la pioggia, ed è sempre Lucia che sfidando i divieti della famiglia trae in salvo quella piccola, strana, bambina dandole addirittura un nome: Ianetta.
Ianetta, vittima o carnefice? Per tutti carnefice, essere da rinchiudere, condannare, isolare, non nominare. Per Lucia vittima, sangue del suo sangue, da difendere, da amare. Ma, si sa, non è facile rimanere immuni dalle dicerie del proprio nucleo familiare ed a volte anche il destino riserva strani piani, che possono in qualche modo essere ricondotti ad una causa sbagliata, Ianetta in questo caso.
La bambina cresce senza una guida, ha gli atteggiamenti di un animale selvatico, di chi nella vita ha dovuto da subito cavarsela da sola. Ed è forte Ianetta - come il ginepro - e grazie alla sua forza riesce sempre a cavarsela. Ma è anche fragile. Lei prima di tutti gli altri è condizionata da quello che sente sul suo conto e da quello che ci si aspetta da lei. Se Coga vogliono che Coga sia.
Ritrovarsi tra le mura della famiglia Zara mette un po' di malinconia, perchè dalla nascita di quella strana figlia niente è più come prima, la famiglia si sgretola, gli equilibri si dissolvono ed è così che nascono i problemi.
Nessuno capisce Lucia e la sua propensione per Ianetta, nessuno riesce ad accettare il fatto che un errore della natura ci sia stato, ma solo perchè Ianetta ha dei problemi fisici seri e non perchè il diavolo avesse in serbo per loro qualcosa di malefico.
La vita scorre per tutto il libro principalmente in casa o nei dintorni di Baghintos, quel paesino lontano da tutto, i cui abitanti guardano da lontano le disgrazie della famiglia Zara, chiacchierando, schernendo, allontanando ogni possibilità  per quelle figlie di avere una vita normale, di cercare un marito, di essere felici.
E' con l'arrivo a Baghintos di un nuovo dottore, di origini cittadine, che la casa riprende vita, nel bene e nel male. E' solo grazie a lui che Lucia comincia a credere di non essere nel torto pensando a Ianetta come un'anima fragile senza colpe, ma è proprio grazie a lui che viene trascinata in uno degli errori più grandi della sua vita.
Un libro pieno di intrighi, di leggende e di emozioni che riescono a trasportarci in un mondo difficile, rendendoci parte dei suoi segreti.
Sicuramente un ottimo esordio per questa scrittrice che promette grandi cose per il futuro.
Un libro che ci fa capire quanti bravi scrittori abbiamo in Italia! Si dovrebbe cominciare a smettere di snobbare le letture di casa nostra perchè facendolo potremmo scoprire grandi cose - soprattutto nel mondo degli autori emergenti!
Chi di voi ha letto questo libro? Cosa ne pensate? Se vi va aspetto i vostri commenti che, come sapete, sono sempre ben accetti!!!

Voto:


15 commenti:

  1. Ciao Dani! Io ho letto il libro e sono d'accordissimo: bello :))

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    1. :)))))))))

      Secondo te me lo sono segnata dopo aver visto la recensione di chi????

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  2. Non ne avevo mai sentito parlare ma ha tutta l'aria di essere originale! Non ho mai letto libri che parlano delle Cobas *.*

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  3. Anche io devo postare la recensione che l'ho finito qualche giorno fa... a me è piaciuto abbastanza... però non mi ha troppo convinta... mi aspettavo qualcosa di diverso :/ non so spiegarmi XD

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    1. Sicuramente è un libro molto particolare...
      Aspetto con curiosità la tua recensione!!! :)))

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  4. Un bellissimo libro. Mi è piaciuto davvero tanto :)

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  5. Tradizioni..leggende.... streghe vampire.... in Italia...... l-o-v-o-g-l-i-o-!-!

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  6. Il ginepro ha molte virtù ed è la base di molte tradizioni: http://www.cavernacosmica.com/le-virtu-del-saggio-ginepro

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  7. Finito da poco! Un libro bellissimo!

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    1. Concordo! Se non lo hai ancora letto adesso buttati su Fiore di fulmine, il secondo di Vanessa!

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