lunedì 6 febbraio 2017

Recensione #169 - La ballerina dello Zar di Adrienne Sharp

Ciao a tutti, come state? Passato bene il week end? PEr cominciare la settimana in bellezza vi lascio la recensione del libro La ballerina dello Zar di Adrienne Sharp edito da Beat, Neri Pozza, pag. 414

Sinossi: È il 23 marzo 1890 a San Pietroburgo e, nell'ampio corridoio del teatro Mariinskij, è in corso una delle sfilate più emozionanti che sia dato vedere nella splendida città affacciata sul golfo di Finlandia. La famiglia reale è accorsa al gran completo per il saggio finale delle giovani allieve del corpo di ballo. Gli zar Romanov sono i finanziatori di buona parte dei Teatri imperiali e non mancano mai alle occasioni in cui è possibile scorgere le prime esibizioni delle future étoiles. Lungo il corridoio, l'imperatore Alessandro III avanza a grandi passi, seguito dall'imperatrice gracile e minuta. Più indietro ancora lo zarevic Nicola, detto Niki, un fauno, piccolo, esile nella sua uniforme, le guance morbide e graziose, i lineamenti fini. Raggiunta la tavola allestita per la sobria cena della scuola, l'imperatore fa sedere alla sua sinistra Nicola e, accanto a lui, la ragazza che più di tutte promette di essere una stella del Mariinskij: Mathilde Kschessinska, la figlia più giovane del grande Felix Kschessinsky, che ha danzato per i Romanov per quasi quarant'anni. L'intento di Alessandro III è palese: fare in modo che il figlio renda onore a una lunga tradizione che vuole imperatori, granduchi, conti e ufficiali scegliere le loro amanti tra le ballerine di danza classica. Per Mathilde Kschessinska è l'occasione di puntare dritta al cielo, un premio inaspettato al suo talento.


Protagonista della storia è Mathilde Kshessinska, colei che per decenni occupò un posto di rilievo ai Teatri Imperiali come ballerina. Il posto di rilievo lo occupò però anche nel letto dell’ultimo Zar russo, Nicola II o, come lo chiamava lei, Niki.
Con questo libro l’autrice ha scelto di romanzare la storia di questa donna, lasciando che sia lei, in prima persona, a raccontarci la sua vita.
La donna, ormai novantanovenne e in esilio a Parigi da moltissimi anni, ci narra una vita fatta di balletto ma anche una vita fatta di amore – anzi, ossessione direi – per lo Zar, che si trascina da quando era poco più che una bambina. Fin da ragazza Mathilde riesce infatti a farsi notare – sia per le sue doti lavorative che per quelle fisiche - e a diventare l’amante di colui che sarebbe diventato Zar, sperando anche in un possibile futuro al suo fianco. Ma la ragazza aveva fatto male i conti…
Nicola succede in età molto giovane al padre e chiede in moglie un’altra donna – Alix, tedesca e da subito non particolarmente amata dal popolo - che diventa Zarina togliendo a Mathilde ogni speranza.
L’autrice ci racconta di una San Pietroburgo in cui moltissimi uomini influenti avevano amanti tra le ballerine e le mantenevano con doni preziosi e proprietà terriere e ci racconta dell’ascesa di Mathilde tra i Romanov, della sua influenza come prima ballerina, della sua decisione di cercare ad ogni costo di entrare a far parte di quella stirpe dalla porta principale o, se necessario, anche da quella secondaria, senza cedere al timore di farsi dei nemici.
È così che dopo il matrimonio dello Zar lei si consola con Sergej – un parente di Nicola - senza il minimo rimorso, pur rimanendo sempre legata ad un unico pensiero. E il tempo le dà sempre ragione visto che ciclicamente Niki torna a bussare alla sua porta e ad infilarsi nel suo letto, soprattutto dopo che la moglie continua a partorire figlie femmine senza mai dargli un erede maschio. Ma Niki e Sergej non sono gli unici Romanov cui Mathilde rivolge la propria attenzione e i propri “servigi”; questo la renderà madre ma anche tremendamente sola e disprezzata. Intrighi, amori, rivoluzioni, uccisioni sono alla base di questo romanzo che narra in modo completo l’evoluzione di un popolo, dal periodo di sfarzo totale della dinastia Romanov a quello di decadenza, abdicazione, prigionia, fuga, toccando i punti più cruciali della storia del secolo scorso.
Prima di immergermi nella lettura avevo il timore che un libro simile potesse risultare pesante e poco avvincente, invece sin dalle prime righe mi sono dovuta ricredere: l’autrice è stata talmente brava a
romanzare la storia di Mathilde ma, in generale, quella russa dei primi del Novecento che sono stata da subito trascinata indietro nel tempo, come se a quei balletti e a quelle incoronazioni io fossi stata presente. Spesso durante la lettura ho avuto la sensazione di leggere un’autobiografia invece che un romanzo e questo credo sia sintomo di estrema capacità della narratrice, che ha saputo dare il taglio giusto alla storia., non solo ricreando gli avvenimenti in modo molto nitido e dettagliato ma cercando di far emergere soprattutto le sensazioni provate dai protagonisti e l’atmosfera che in quel tempo si respirava. L’unica difficoltà l’ho avuta un po’ con i nomi russi, non sempre semplici da ricordare ma, con lo scorrere delle pagine mi sono abituata e tutto è risultato più semplice.

Non conoscevo praticamente nulla della storia Russa – se non ovviamente i grandi avvenimenti – e ne sono rimasta affascinata quindi non è detto che non cercherò presto di leggere qualche altro libro con la stessa ambientazione.
Ovviamente è un libro da cui non ci si può aspettare adrenalina o colpi di scena proprio per il suo essere di base un romanzo storico, ma è comunque una lettura capace di conquistare l’attenzione del lettore senza difficoltà.
 VOTO: 






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