martedì 24 marzo 2020

Recensione #346 - Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino

Buongiorno lettori, come state? Qui tutto bene e spero sia così anche per voi. Solo la mia svogliatezza la fa da pradrona ma, avete visto? Oggi, con poca voglia ma con tanta determinazione, eccomi qui a scrivere il mio pensiero sul libro cho ho finito ormai da più di una settimana. Si tratta di Le quattro casalinghe di Tokyo,  di Natsuo Kirino edito da Neri Pozza, pag. 652.

Trama: La pazienza di Yaoyoi, della dolce e graziosa Yaoyoi, si è rotta oggi improvvisamente come un filo. Nell'ingresso di casa, davanti alla faccia insopportabilmente insolente di Kenji, il marito che ha dilapidato tutti i suoi risparmi, Yaoyoi si è tolta la cinghia dei pantaloni e l'ha stretta intorno al collo del disgraziato. Kenji ha tentato di afferrare la cintura, ma non ne ha avuto il tempo. La cinghia gli è penetrata subito nella carne.
È stato buffo vedere come il collo di Kenji si sia piegato all’indietro e le mani abbiano cominciato ad annaspare disperatamente nell’aria. Sì, buffo, veramente buffo, poiché un uomo così, un infelice che beve e gioca, non si cura dei figli, è attratto da donne impossibili e picchia la moglie, non meritava certo di vivere!
Le gambe abbandonate storte sul pavimento di cemento dell’ingresso, accasciato sulla soglia, la testa tutta girata, Kenji, a un certo punto, non si è mosso più. Yaoyoi gli ha messo allora una mano sul collo per sentire le pulsazioni. Niente. Sul davanti dei pantaloni ha visto una macchia bagnata. E ha riso, stupefatta della forza furiosa, della crudeltà di cui era stata capace. Ha riso anche quando Masako e Yoshie, le fedeli amiche, l’hanno aiutata trasportando il cadavere a casa di Masako, tagliandolo a pezzetti e gettando poi i resti in vari bidoni d’immondizia.


Avevo questo libro sul Kindle da una vita ma ne avevo sempre rimandato la lettura. Questo mese invece, complice una challenge cui partecipo che mi richiedeva di leggere un libro giapponese, ho deciso che fosse finalmente venuto il suo momento quindi eccomi qui, con il mio pensiero.

"Odio, odio puro, ecco quello che provava. Yauoi Yamamoto contemplava la propria immagine nuda nel grande specchio. Al centro del suo candido corpo di trentaquattrenne spiccava, all'altezza dello stomaco, un livido bluastro quasi circolare. Quello era il punto in cui suo marito Kanji, la sera precedente, l'aveva colpita con un pugno."

Da sempre ho un rapporto strano con i giapponesi. Alcuni li trovo troppo lenti e freddi, altri troppo lontani al mio modo di essere e ai miei gusti ma ultimamente sono stata fortunata. Sia lo scorso mese con la lettura di Le ricette della signora Tokue - se ve la siete persa trovate la recensione qui - e in questi giorni con questo thriller giapponese credo di aver fatto un po' pace con questo genere e di acver trovato due autori che mi piacerebbe incotrare nuovamente in futuro.
Ma veniamo a questa particolare storia.
Quattro casalinghe di Tokyo sono, appunto, le protagoniste di questo thriller. Lavorano tutte insieme - anche se non le definirei amiche - al turno di notte di una fabbrica di colazioni in scatola.
Ognuna di loro ha dei problemi e vive il proprio ruolo di donna che deve necessariamente sostentare la famiglia ma anche essere una perfetta donna di casa.
Yayoi vive con il marito Kenji, un uomo senza scrupoli che oltre a spendere tutti i risparmi di una vita per andare a prostitute e per giocare d'azzardo, rivolge spesso le sue mani - e non per fare carezze - alla propria moglie. I due hanno due piccoli bambini - 5 e 3 anni - che spesso si ritrovano a stare la notte da soli quando la madre esce per il turno di notte e il padre non torna perchè in giro a dilapidare il patrimonio. E spesso quando il padre rientra è ancora peggio, perchè sfoga sulla madre la sua rabbia e la sua frustrazione. È proprio in una di quelle sere, prima che la donna esca per il turno di notte che, dopo essere rientrato Kanji picchia la moglie e lei, accecata dalla rabbia, lo uccide strangolangolo. Come disfarsi del cadavere? Ovviamente chiedendo aiuto alla sua "amica" Masako che architetta un piano ingegnoso: quello di portare il cadevere a casa sua e farlo a pezzi nella sua vasca da bagno. Per trasportare il cadavere e farlo sparire chiede decide di chiedere aiuto alle altre due compagne di lavoro - Yoshie e Kuniko - entrambe con problemi personali molto importanti e bisognose di soldi.
È così che l'autrice ci porta in un mondo in cui queste quattro donne si trovano finalmente, per la prima volta, a fare qualcosa di proibito e, neanche a dirlo, ci prendono ovviamente gusto, incuranti di essere alle prese con un reato. Ma come faranno a tenere nascosto tutto questo? Cosa succederà quando qualcuno inizierà a sospettare di loro?
Lo stile è sicuramente freddo, come ci si aspetta da un giapponese, ma è anche molto preciso e dettagliato, soprattutto negli atti più macabri. Le donne ci vengono raccontate nella loro interzza mostrandocene il lato ufficiale di madri e lavoratrice ma anche mostrandoci il loro lato più macabro e proibito. Un thriller in cui presto ci troveremo catapultati nelle vite difficili delle casalinghe, il cui ruolo non viene riconosciuto in una società che lascia loro i lavori più pesanti e meno importanti.
È facile ritrovarsi a riflettere sulla condizione lavorativa e familiare nelle donne in Giappone, un particolare che l'autrice analizza e fa emergere molto, permettendo anche al lettore più lontano dalla situazione di rendersi conto di quanto la donna sia sminuita.
Ho letto avidamente, perchè volevo capire sino a dove le quattro donne si sarebbero spinte e per capire dove il romanzo sarebbe andato a parare. Mai, neanche in un solo minuto ho pensato che il libro fosse troppo lunghe o che ci fossero pagini inutili. Anzi, paradossalmente nonostante le oltre seicento pagine, sarei andata avanti ancora e ancora perchè mi sono talmente immersa nella storia e nella vita dei personaggi (tanti, oltre alle quattro casalinghe) che mi è diaspiaciuto averlo terminato. 
Il thriller c'è - magari non è proprio un thriller canonico anche se devo ammettere che di thriller giapponesi non ne ho letti molti - ha una trama sicuramente ben sviluppata e con tutte le cose al posto giusto. È un libro che mette addosso al lettore la giusta adrenalina - nonostante sia un thriller assolutamente statico - e che non lascia niente di non detto anzi, per gli amanti dei thriller un po' crudi e ricchi di spiegazioni macabre, sicuramente con questa lettura troverete pane per i vostri denti!
Ecco, forse non lo consiglierei a chi non ama il sangue e i dettagli macabri!
Un bel libro e un'autrice di cui sicuramente leggerò altro in futuro.
Voi la conoscete? Avete letto i suoi libri o questo in particolare?




VOTO:


10 commenti:

  1. Ciao! Questo è il primo libro della Kirino che ho letto e mi è piaciuto moltissimo, tanto che in seguito ho messo le mani su tutto quello di suo che è stato pubblicato in Italia. La Kirino è molto brava a costruire trame con elementi thriller che avvincono il lettore, e al contempo aggiunge anche sempre una critica alla società giapponese, come avrai notato anche tu leggendo questo libro.

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    1. Sì, e questo particolare mi è piaciuto veramente tanto. Ho un titolo in particolare da consigliarmi per continuare la sua conoscenza?

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    2. Difficile sceglierne uno... Se vuoi restare in argomento di donne e del loro ruole nella società giapponese potresti provare Grotesque.

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  2. Questo romanzo è rimasto nel kobo che, quasi colpita da una premonizione, ho prestato a mia mamma ormai un mese fa! Nel frattempo ho comprato un altro kobo e ho ripristinato l'account, magari prima o poi questo libro riuscirò a leggerlo!

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    1. Ciao Nadia! Io te lo consiglio perché è un buon libro. Se lo leggi fammi sapere 😊

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  3. In libreria da secoli. Devo rispolverarlo :)

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    1. Secondo me è proprio un libro interessante! Potrebbe essere il momento giusto per leggerlo.

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  4. Ho sempee letto tante belle recensioni, e poiché amo Murakami e il Giappone credo proprio che presto o tardi lo leggerò ☺️☺️

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