martedì 21 settembre 2021

5 blogger per un autore #5: Christian Frascella - Recensione #407 - Fa troppo freddo per morire

 


Buongiorno lettori, il tempo vola e, anche se sembra passato pochissimo da quando ci siamo ritrovati qui l'ultima volta per questa rubrica, sono già passati due mesi e siamo giunti alla quinta puntata della rubrica 5 blogger per un autore in collaborazione con Ombre di carta, Desperate Bookswife, La lettrice sulle nuvole, e Librintavola. In cosa cosiste? Ogni due mesi leggeremo tutte un libro di uno stesso autore; un modo per ampliare i nostri orizzonti letterari e approcciarci tutte insieme ad autori che magari non avremmo considerato. Dopo gennaio dedicato a John Niven - recensione qui - marzo dedicato ad Antonio Lanzetta - recensione qui - maggio dedicato a Rebecca Quasi - recensione qui -  luglio dedicato a Donato Carrisi - recensione qui - questo mese abbiamo scelto Christian Frascella ed il libro da me scelto è Fa troppo freddo per morire, edito da Einaudi, pag. 328. 


Trama:
Come può essere un quartiere di Torino che si chiama Barriera di Milano? Un avamposto verso il resto del mondo. Infatti, da roccaforte operaia si è trasformato in una babele multietnica. È qui, in una lavanderia a gettoni gestita da un magrebino, che Contrera riceve i suoi clienti. Accanto a un piccolo frigo pieno di birre che provvede a svuotare sistematicamente. I suoi quarant'anni li ha trascorsi quasi tutti per quelle strade. Faceva il poliziotto ma si è fatto cacciare per una brutta storia di droga, ora fa l'investigatore privato senza ufficio ma non senza fantasia. Ha una Panda Young da un quinto di secolo: e quello è «il rapporto più duraturo che abbia mai avuto nella vita». La sua ex moglie lo detesta e la figlia adolescente si rifiuta di rivolgergli la parola. Ad amarlo restano giusto la sorella e i due nipoti, divertiti dalla sua eccentricità. Quando Mohamed, il proprietario della lavanderia, gli chiede di aiutare un ragazzo che si è indebitato con una banda di albanesi, Contrera non può certo tirarsi indietro. Ma come in ogni poliziesco che si rispetti, le cose sono molto più complicate di quanto sembri a prima vista: e quando salta fuori il primo cadavere, Contrera capisce di essersi ficcato in un pasticcio nel quale finirà per rischiare non solo la pelle.

Cinque anni fa ho avuto il mio primo incontro con questo autore. Grazie ad una proposta della casa editrice avevo letto Brucio, un romanzo che mi aveva particolarmente affascinato. Quando abbiamo deciso di realizzare questa rubrica ho proposto questo autore perchè da allor avevo la curiosità di leggere altro e questa mi sembrava una buona occasione.
Ho scelto Fa troppo freddo per morire, la prima indagine di Contrera, un ex poliziotto, cacciato dalla polizia per droga e molto altro che si ritrova a fare l'investigatore privato a Barriera di Torino, una zona multietnica e piena di micro e macro criminalità.

"C'era  una volta uno sbirro privato. Il quale commise un paio di errori e rimase come un fesso a sorbirsi una birra nella lavanderia che spacciava per il suo ufficio."
Christian Frascella, con questo libro, fa subito entrare il lettore all'interno della storia. 
Contrera ci viene mostrato subito in quello che è il suo ufficio "provvisorio", la lavanderia a gettoni di proprietà del marocchino Mohamed, da cui tesse i rapporti per mettere le basi con i suoi possibili clienti dopo che dalla polizia è ufficilamente out.
Non è il classico figo e desiderabile Contrera anzi, i suoi difetti e le sue azioni sbagliate ci vengono descritte senza troppi giri di parole da sè stesso, in prima persona, forse per farci diventare più umano quello che normalmente, a prima vista, definiremmo un grandissimo stronzo.
Droga, mazzette, una figlia a cui non passa gli alimenti... chi lo giustificherebbe un uomo così.
Ma poi il lettore lo vede quando sta in compagnia della nipotina e capisce che se una bambina di cinque anni lo ama sopra il suo vero padre evidentemente questo uomo qualche buona qualità dovrà pur averlo.
Sicuramente l'autore è stato molto bravo ad umanizzare il protagonista di questo romanzo non eccedendo nel raccontare un personaggio perfetto ma neanche eccedendo al contrario, mostrandoci solo lati negtivi.
Un uomo che non ha saputo non farsi risucchiare dal luogo in cui vive, quella Barriera di Torino che tutti - anche i non torinesi - hanno sentito nominare nelle cronache nere almeno una volta. Sono quei luoghi non luoghi, di cui le grandi città sono pieni, capaci di nascondere brave persone ma in ogni caso difficili da vivere. 
Christian Frascella con questo romanzo ci porta proprio dentro a quella periferia, ce ne fa vivere i lati più bui. Personalmente è la seconda volta che incontro quella zona di Torino in un libro, precedentemente me l'aveva raccontata Paola Cereda, nel romanzo Quella metà di noi,  e allo stesso modo ne ero riuscita a respirarne gli odori, a viverne l'atmosfera, a vederne i tratti più evidenti ma anche quelli più nascosti.
Contrera è infatti alle prese con una storia fatta di scommesse, di droga, di locali a luci rosse, di criminalità organizzata, ed avendo come base per la sua attività una lavanderia il tutto è vissuto dall'interno, l'ambientazione non resta mera ambientazione ma diventa parte essenziale del romanzo, dandogli corpo, veridicità e spessore.
In questo libro ho ritrovato lo stile coinvolgente ma diretto che avevo conosciuto in Brucio, come in quel lavoro anche qui ci viene mostrato il meglio e il peggio dell'essere uomini, di ogni medaglia ci viene mostrata la doppia faccia, il bene e il male che convivono nelle figure che dovrebbero essere le più integerrime ma che, ahimè, cedono davanti ai facili guadagni o a una possibile scorciatoia.
Per tutto il romanzo indagheremo con Contrera per capire chi ha assassinato il proprietario di un locale a luci rosse ma ci guarderemo con lui alle spalle perchè la nostra indagine darà fastidio a molti che ce lo faranno notare, ovviamente a modo loro.
Un libro con un ritmo molto alto in cui però l'autore ha anche trovato il tempo di soffermarsi sull'anima dei personaggi, su temi molto importanti legati alla famiglia, alla sfera lavorativa e a quella dei rapporti interpersonali.
Insomma, non solo un giallo fine a se stesso, ma un giallo di quelli dove ai personaggi ci si affeziona e dove viene voglia di continuare subito con gli altri volumi della serie per sapere come si evolverà la vita di quei personaggi e cosa gli riserverà il futuro!
Ve lo consiglio!

E anche per questo appuntamento di 5 blogger per un autore è tutto. Ci ritroviamo con un altra puntata di questa rubrica - se lo vorrete - Lunedì 22 settembre con un'altra autrice italianissima: Federica Bosco. 




VOTO:






3 commenti:

  1. Esatto, anche Paola Cereda descritto Barriera, ma hanno stili differenti. Qui c'è proprio la strada, la parte meno nobile e meno sentimentale. Questo libro è proprio ok...adesso dovrò comprare il secondo.

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    1. Due stili sicuramente diversi ma in entrambi io ho sentito le voci, ho visto i colori, ho vissuto l'atmosfera 😊😊😊

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  2. mi sono divertita tantissimo a leggere questo romanzo. Contrera mi piace molto e sicuramente continuerò con i suoi romanzi

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