lunedì 10 agosto 2015

Recensione #78 - Il bambino ombra di Carl-Johan Vallgren

Buongiorno lettori e buon lunedì, come state? Siete in vacanza o ancora in ufficio? Spero in ogni caso che possiate passare un buon lunedì, senza troppi pensieri. Io mentre leggerete probabilmente sarò in viaggio verso il mare, ho programmato questo post la settimana scorsa per non accumulare troppe recensioni visto che ancora non ho finito di postare quelle di luglio e di certo mi resteranno per settembre tutte quelle di agosto.
Sperando di fare cosa gradita vi lascio quindi con il mio pensiero sul libro Il bambino ombra di Carl-Johan Vallgren, edito da Marsilio - che ringrazio per la copia - , 340 pagine.

Trama: In una calda giornata estiva, un bambino di sette anni scompare misteriosamente in un’affollata stazione della metropolitana di Stoccolma. Una donna sconosciuta dal sorriso gentile lo prende per mano e sale con lui le scale che portano al treno, ma quando il padre raggiunge il binario, della donna e di suo figlio non c’è più traccia. Molti anni più tardi, ormai adulto, anche il fratello di quel bambino, Joel Klingberg, sembra essersi improvvisamente dissolto nel nulla. In cerca di un aiuto che la polizia non le vuole dare, la moglie decide di rivolgersi a Danny Katz, un vecchio amico di Joel dei tempi del servizio militare. Danny - quarantaquattro anni, ex interprete al ministero degli Esteri, ex traduttore e programmatore di software alla Difesa, ed ex tossicodipendente - è una sorta di nerd delle lingue e dell’informatica che gestisce una modesta agenzia di traduzione. Pur ritenendo che per cercare un imprenditore scomparso la sua competenza in fatto di lingue slave e siti russi pirata non sia poi così fondamentale, in nome della vecchia amicizia decide di accettare l’incarico. Ma la strada che porta a Joel è piena di insidie e scavare tra i segreti della ricchissima famiglia Klingberg, potente dinastia d’industriali, potrebbe costargli la vita. D’un tratto, Danny si ritrova al centro di un ingranaggio diabolico, dove superstizioni caraibiche, strani oggetti dal significato occulto e un tocco di follia segnano il passo di un’indagine dal ritmo trascinante, fino alla sorprendente rivelazione finale.

Primo libro della serie "Le inchieste di Danny Katz" che rappresenta anche l'esordio per l'autore nel mondo del thriller. Un esordio sicuramente perfetto, secondo il mio modesto parere.
Già dalle prime pagine veniamo catapultate al centro della questione: un bambino di sette anni rapito a pochi passi dal padre e svanito nel nulla. Non un bambino qualunque ma il figlio di una famiglia molto importante di Stoccolma. Purtroppo anche dopo tragedie simili la vita deve andare avanti. Ma come si fa a sopportare un dolore simile? Come si può, da genitori, non entrare in un limbo di disperazione e di pura sofferenza? Impossibile, anche per chi come i Klingberg ha il mondo ai suoi piedi. Una tragedia che coinvolge tutti e che non può non rovinare il normale svolgimento del tempo.
Ma non è l'unica disgrazia che si abbatte su quella famiglia: i genitori che non si sono più ripresi fino a cedere al suicidio; un fratello - ormai adulto - che scompare nel nulla senza lasciare traccia. Possibile che il destino possa accanirsi così tanto verso di loro? Possibile che nessuno sappia quello che sta succedendo?
E' quello che cercherà di scoprire Danny Katz, vecchio amico di Joel - l'uomo scomparso - quando la moglie lo contatta chiedendogli il suo aiuto. Per Danny, ex tossicodipendente ed ex dipendente del ministero del Esteri e della Difesa, tutto appare subito molto strano.
Non ha più avuto contatti con Joel dopo il loro periodo di studi comune e anche a quei tempi non potevano propriamente definirsi amici per la pelle. Come può lui - seppur con tutti i suoi agganci e le sue capacità di programmatore/hacker - trovare un uomo svanito nel nulla? E cosa ne è stato di Joel? Rapito? Scappato? Ucciso? Ogni pista può essere quella giusta ma niente si rivelerà semplice per il nostro improvvisato detective.
Con uno stile capace di non far staccare il lettore pagina dopo pagina, l'autore ha costruito un giallo che si rispetti, degno delle penne più importanti e più navigate in questo che - concedetemelo - secondo me risulta il genere più difficile: difficile arrivare alla fine senza essersi fatti scoprire dal lettore, difficile non commettere errori grossolani o utilizzare espedienti narrativi visti e rivisti. Ma Vallgren non inciampa e ci permette di godere della lettura senza mai rovinarci il momento della scoperta. Con un colpo di scena dopo l'altro, con una storia intricata ambientata quasi totalmente a Stoccolma me che passa anche per Santo Domingo e ci fa conoscere le leggende e le superstizioni del suo popolo, l'autore sa condurci per mano in luoghi che non ci aspettiamo all'interno di questioni difficili da immaginare.
I personaggi sono ben delineati. Facile affezionarsi a Danny con i suoi difetti ed il suo passato burrascoso; facile immaginare Kristoffer con la sua pelle più scura rispetto a quella della famiglia che prende per mano una signora in un giorno qualunque per non far più ritorno a casa; facile pensare a Joel bambino, "sopravvissuto" ma comunque il secondo, ombra di un fratello maggiore che per sempre occuperà un posto speciale nei cuori della sua famiglia ma altrettanto facile immaginare il Joel adulto con la sua vita apparentemente normale nell'azienda di famiglia ma con un tumulto interiore difficile da risolvere; e come non mettersi nei panni della moglie Angela che con la sua scomparsa piomba nella disperazione (nonostante tutto...) o dell'intera famiglia che rivive il dramma della scomparsa.
Un libro che consiglio agli amanti del genere e di cui aspetterò con ansia il secondo capitolo!

VOTO: 


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