mercoledì 5 giugno 2019

Recensione #302 - Ninfa dormiente di Ilaria Tuti

Buongiorno carissimi, come state? Io combatto con "l'effetto vaccino" del Royal Baby... siamo particolarmente rognosi e sofferenti ma passerà. Oggi vi lascio al mio pensiero su Ninfa dormiente, nuovo lavoro di Ilaria Tuti edito da Longanesi, che ringrazio per la copia digitale, pag. 478.

Sinossi: "Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d'improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l'inferno, ogni giorno l'inferno mi abita e mi divora. Perché c'è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l'ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa".
Prima di cominciare a parlare del libro vi chiedo solo una cortesia: mai come in questo caso non fermatevi a sbirciare il voto, leggere con attenzione le mie parole in cui vi spiegherò cosa mi ha convinto di questa storia e cosa no.
Lo scorso anno Ilaria Tuti esordì con Longanesi ed il suo primo thriller - Fiori sopra l'inferno, recensione qui - con protagonista Teresa Battaglia, un personaggio difficile da dimenticare e che, da solo, sa conquistare il lettore tenendolo attaccato alle pagine con la sua storia.

 "Le sue maniere erano spesso brutali e il caschetto di capelli che incorniciava il viso era di un rosso talmente artificioso da essere quasi imbarazzante. Lo sarebbe stato su chiunque, ma non su di lei.
Teresa Battaglia abbaiava, ma c'era chi giurava di averla vista mordere, letteralmente".

Già, perché nei libri di Ilaria quello che emerge è proprio questo personaggio: un commissario, sessantenne e diabetica, capace di tenere testa al mondo: sia il mondo maschile con cui deve avere a che fare per lavoro ogni giorno, che il mondo esterno, in cui insegue killer senza pensare alla paura.
Non si può leggere questi libri e non rimanere estremamente affascinati dal personaggio. In particolar modo in quest'ultimo libro, in cui Teresa ha un grossissimo segreto che tiene nascosto a tutti e che le condiziona, non di poco, la vita. Inseparabile compagno della donna è il suo taccuino, in cui lei annota ogni singola notizia delle indagini che segue, ma anche qualcosa di più.
Personaggio secondario cui però è riservato un posto in primo piano, soprattutto nel cuore di Teresa che lo vede quasi come il figlio che non ha mai avuto è Massimo Marini, ispettore, un uomo con un passato difficile, con dei demoni con cui combatte ogni giorno, con la difficoltà di dare un taglio al passato e viversi il presente. 
Due personaggi, Teresa e Massimo, che vedremo crescere moltissimo e a cui io mi sono affezionata senza riserve.
Anche in questo nuovo lavoro la Tuti ci riporta in Friuli, una terra di cui poco si è scritto e che risulta un contorno affascinante per romanzi di questo genere. Certo, forse sono un po' di parte visto che le mie origini da parte di padre sono friulane, ma ho sempre ritenuto quei luoghi di un fascino unico, quindi ce li vedo proprio bene in un romanzo. 
In particolar modo in questo libro l'autrice ci porta ad esplorare una zona sconosciuta ai più, quella della Val Resia, una valle friulana al confine con la Slovenia, in cui gli abitanti usano un linguaggio tutto loro e hanno usanze e particolarità genetiche dovute probabilmente alla chiusura della valle al resto del mondo. Un territorio ricco di boschi accompagnati da leggende che l'autrice sa sfruttare perfettamente come ambientazione del proprio lavoro.
Tutto parte dal ritrovamento di un dipinto, la ninfa dormiente appunto, e da una sua caratteristica particolare quanto inquietante, è fatta con sangue umano. Teresa Battaglia e la sua squadra saranno chiamati a ritornare al 1945, anno in cui quel quadro sembra risalire per capire cosa, o chi, ci fosse dietro un mistero che quel quadro si è portato dietro in silenzio negli anni. Tutto sembra portare al pittore di quel dipinto, Alessio Andrian, partigiano proprio di quegli anni che però, da allora, non parla con nessuno e vive chiuso in se stesso, con gli occhi puntati al bosco fuori dalla propria finestra. Ovviamente nulla sarà come potrà sembrare e Teresa e la sua squadra dovrà fare i conti, oltre che con un mistero lungo decenni, anche con l'omertà tipica di un luogo come quello in cui i fatti sono accaduti.
La storia si dipana alternando parti in cui viene narrata la storia del presente e parti in cui l'autrice ci porta indietro nel tempo, proprio all'anno in cui la ninfa dormiente fu eseguita, anni in cui la presenza di partigiani e fascisti condizionava il vivere quotidiano.
Non sarebbe un thriller se non ci si trovasse al cospetto di omicidi - presenti e passati -, misteri e colpi di scena; la Tuti è brava in questo.
Una storia, quella che il lettore si trova per le mani, che è intricata, dettagliata, che si dipana lentamente sotto i suoi occhi svelando miti, leggende, rituali nascosti, portando alla luce luoghi inesplorati, mostrando dei personaggi che crescono ed evolvono, i cui rapporti maturano e conquistano ma...
Già perché purtroppo per me - e ripeto, per me! - in questo caso c'è un ma. Durante tutta la lettura il mio sguardo è stato concentrato sulla storia del personaggio Teresa Battaglia e su quella del suo comprimario Massimo Marini,  e poco sul mistero vero e proprio perché a un certo punto mi sono persa tra i boschi, tra le leggende, tra riti sciamani che mi hanno confuso, che mi hanno allontanato del punto della questione e che mi hanno - ahimè - anche un po' annoiato, facendomi arrivare verso la fine senza quel guizzo che ci vuole per un thriller, senza quella voglia di leggere allo sfinimento per sapere quale sarà l'epilogo. Probabilmente sarà una mia pecca, una storia poco adatta a quello che sono abituata a cercare con le mie letture, ma purtroppo con la lettura è così, il colpo di fulmine non può scattare con tutte le storie anche se scatta per i suoi protagonisti e per l'atmosfera che la scrittrice sa creare con il suo stile e la sua scrittura. Perché, intendiamoci, la Tuti scrive in modo splendido, molto maturo, con uno stile che richiama i grandi scrittori navigati del genere, con una accuratezza che è di pochi... sono io che in questo caso non ho trovato la storia adatta a me. Se dovessi valutare Teresa, l'ambientazione e lo stile dell'autrice probabilmente il mio sarebbe un cinque ma purtroppo devo valutare la totalità del libro per cui, mi ripeto, probabilmente io non sono adatta. Per questo motivo vi chiedevo, all'inizio, di non fermarmi a guardare il voto finale perchè voi potreste invece trovare, in questa, la storia giusta e allora tutto per voi sarà diverso.
Aspetterò però con ansia un prossimo lavoro di questa scrittrice che, in ogni caso, credo vada letta.
VOTO:


9 commenti:

  1. Io devo ancora leggere il primo: soprattutto con i thriller tendo a prediligere gli autori stranieri, magari sbagliando. Ho comunque entrambi i libri di quest'autrice e prima o poi arriverà anche il suo tempo: mi affascinano soprattutto le ambientazioni, che a quanto dici devono essere molto accurate e che riguardano una regione che non conosco affatto ma che mi ha sempre affascinata. Insomma, tu stai lì buona buona e prima del 2054 ti darò la mia opinione anche su questo vedrai!

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    1. La aspetto con impazienza... Possibilmente prima del 2054 che sarò in po'troppo vecchia e magari anche un po'rinco! ;)

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  2. Ciao! Grazie per esserti iscritta nel mio salotto virtuale 😊 ho ricambiato con piacere 😊 conosco Ilaria Tuti, ma nemmeno io ho ancora letto questa saga. Dopo aver smaltito qualche lettura penso la leggerò pure io 😊😊

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    1. Ciao, benvenuta e grazie a te. I blog letterari sono talmente tanti che ogni giorno se ne scoprono di nuovi!!! :)

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  3. Ciao, ho letto con molto piacere la tua recensione in quanto mi ci ritrovo totalmente.
    Adoro Ilaria Tuti, ho letto i suoi libri e credo che leggerò tutti i suoi futuri (attendo con ansia Luce della Notte).
    Ho appena finito di leggere Ninfa Dormiente e anch'io, nella parte finale, ho provatoun senso di smarrimento e di leggera confusione (non piacevole!), a tal punto che non ho capito il ruolo del pittore Alessio Andrian: perché ha dipinto il quadro con il sangue di Aniza? Era anche lui sotto gli effetti di allucinogeni?
    Che frustrazione!
    Grazie per un tuo aiuto 😊

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    1. Grazie a te per aver voluto lasciare un segno del tuo passaggio qui! 😊

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    2. Però non mi hai risposto 😁!!! Chi l'ha dipinto questo quadro e perché??? 😅😅😅
      Alla nostra Teresa Battaglia è sfuggito qualcosa? 🤔🤔🤔

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  4. Ho appena finito di leggere ninfa dormiente. Libro di esordio per me con la scrittrice Tuti. Il finale è a dir poco rocambolesco, anche io non ho ben compreso il tutto . Mi ha lasciata poi senza parole l'epilogo .

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    1. Caspita, avresti dovuto cominciare con fiori sopra l'inferno almeno ti Gustavi in ordine l'evoluzione del personaggio, che credo sia l'elemento più valido di questo secondo volume.

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