mercoledì 22 luglio 2020

Recensione #366 - Km 123 di Andrea Camilleri

Buonasera lettori, sorvolando sugli orari assurdi in cui io ormai riesco a postare le recensioni vi lascio il mio pensiero sul libro Km 123 di Andrea Camilleri edito da Mondadori, pag. 154.

Trama: Tutto inizia con un cellulare spento.
A telefonare è Ester, a non rispondere è Giulio, finito in ospedale a causa di un brutto tamponamento sulla via Aurelia.
A riaccendere il telefonino, invece, è Giuditta, la moglie di Giulio, che ovviamente di Ester non sa nulla.
Potrebbe essere l'inizio di una commedia rosa, ma il colore di questa storia è decisamente un altro: un testimone, infatti, sostiene che quello di Giulio non sia stato un incidente, ma un tentato omicidio, e la pratica passa dagli uffici dell'assicurazione a quelli del commissariato…
Andrea Camilleri, maestro indiscusso del giallo d'autore italiano, ci regala un pasticciaccio pieno di humour e altrettanto mistero, in cui tutti i personaggi - e noi che leggiamo con loro - indizio dopo indizio si convincono di aver indovinato la verità.

Ormai quattordici anni fa, mentre su un volo Milano - San Paolo mi apprestavo a cominciare il mio tanto agognato viaggio di nozze, una signora, viaggiatrice al mio fianco, mi lasciò un libro dicendomi che proprio non riusciva a leggerlo e che me lo regalava volentieri. Era un Camilleri. Nonostante il grande amore per la lettura non avevo mai letto nulla di quello che è sempre stato considerato uno dei migliori - se non il migliore in assoluto - scrittori di gialli italiani. Provai a leggere quel libro, ora non ricordo neanche il titolo, ma anch'io come la signora che me lo aveva donato non riuscii a finirlo. Andò così il mio primo approccio con Camilleri. Qualche giorno fa però, parlando in un gruppo di un challenge a cui partecipo, è venuto fuori questo titolo, che non c'entra nulla con il famosissimo Montalbano e che è ambientato a Roma. Ha una macchina in copertina (questo serve per la challenge) e quindi mi sono decisa a provare. Come è andata questa volta? In modo decisamente diverso rispetto a quattordici anni fa ed ora vi spiegherò il perchè.

"Ieri, poco dopo mezzanotte, una Panda con alla guida il ben noto imprenditore edile Giulio Davoli, mentre percorreva la via Aurelia verso Roma, all'altezza del Km 123 veniva speronata da un'altra auto che sopravveniva a forte velocità."
Questo libro è qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che io abbia mai letto in vita mia. Non è un romanzo, non è un libro canonico, non è un classico Camilleri e forse proprio per questo mi ha conquistato.
La storia è molto semplice, comincia con dei messaggi senza risposta su un cellulare. Una donna, Ester, cerca ripetutamente di rintracciare un uomo, Giulio. Il tono è concitato, la voce la si immagina preoccupata, quasi disperata. È un'amante Ester, non c'è bisogno che nessuno ce lo dica. 
Giulio, anche volendo, non può rispondere a quei messaggi. È bloccato in un letto di ospedale dopo aver avuto un gravissimo incidente d'auto. Al suo capezzale Giuditta, una moglie che appare non particolarmente disperata.
Ester comunica con Giulio grazie ad un infermiere accondiscendente. Non può incontrare Giulio, perchè non può parlare e anche perchè Giuditta non si sposta dall'ospedale.
Da subito l'incidente appare strano. Giulio Davoli, importante impresario edile, ha avuto un incidente oppure qualcuno ha tentato di ucciderlo? Questo dovremo scoprire leggendo le pagine di questo libro.
Molti saranno i sospettati, tanti potevano avercela con lui, sia per questioni lavorative che per questioni personali. Il lettore dovrà scoprire il mistero e srotolare la matassa.
Banale, direte voi. Forse lo sarebbe se non fosse per la grandissima originalità della struttura narrativa che Camilleri ha deciso di utilizzare. Sì, perchè in questo libro non ci sono descrizioni, non ci sono parti narretive - se non i pochissimi stralci di giornale che vengono riportati - ma ci sono solo messaggi, e-mail, stalci di telefonate, interrogatori.
I personaggi, i luoghi, gli avvenimenti non ci vengono descritti se non nei dialoghi tra i vari personaggi che popolano la storia ma questo non sarà una pecca anzi. Potrete immaginare i luoghi, le persone, potrete immaginare i toni utilizzati nei discorsi, nei botta e risposta e partecipare alla scena in tutto e per tutto.
Un'impostazione originale che rende la lettura scorrevole e particolarmente leggera. Non ci vorrà molto ad entrare nel meccanismo, a ritrovarvi al telefono con i personaggi. Vi sembrerà di essere una mosca che spia ogni dialogo e ogni avvenimento. Ammettetelo, quante volte nella vita avreste voluto farlo? Ecco, qui potete. Entrerete nell'intrigo e assisterete a tradimenti amorosi, femiliari, lavorativi. Investigherete come se foste voi i responsabili dell'indagine perchè potrete immaginare di essere voi uno dei protgonisti di quei botta e risposta che leggerete.
La narrazione è ironica, capace di strappare spesso un sorriso, soprattutto quando i protagonisti sono il commissario di polizia e il suo sottoposto. Insomma, non so dirvi come mai "l'altro" Camilleri non sia il mio genere ma sicuramente "questo" Camilleri lo è, eccome!
Per carità, il giallo non è complicato, molte cose le intuirete presto ma è proprio l'impostazione della scrittura che è particolare più di tutto il resto.
Ve lo consiglio, vi farà trascorrere un paio d'ore in maniera molto piacevole!


 


VOTO:



2 commenti:

  1. Io sono una grande fan di Montalbano e questo non lo conoscevo, ma mi hai sicuramente incuriosita! 😘

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