"Il fiume era giovane e smilzo. Al principio affiorava dalla rossa terra argillosa tra i boschi di pini del Mississippi, e poi si snodava, bruno e lento, sopra un letto di minuscoli ciottoli grigi e ocra, in mezzo agli alberi, non più alto di una mano, profondo come tre uomini in piedi l'uno sull'altro, fino alle pianure verdi e sabbiose del golfo del Messico."
Come vi dicevo, primo della serie e forse avendoli letti tutti e tre, con il senno di poi, un po' emerge.
Il fatto che con il secondo libro si avesse avuto l'impressione di essere catapultati subito nella scena forse era un po' dovuto proprio alla mancanza di questo libro che, è vero, non ha quasi nulla che faccia da collegamento ai successivi, se non qualche rimando a Skeetah e al suo pittbul, ma forse permette al lettore di entrare in modo un po' meno brutale nelle atmosfere e nell'ambientazione che poi troveremo nei volumi successivi.
Siamo a Bois Sauvage, Mississippi, e protagonisti sono due gemelli - Joshua e Christophe - che vivono con la nonna praticamente cieca - Ma-mee - da quando la loro madre - Cillie - li ha lasciati per cercare fortuna ad Atlanta. Il padre, un certo Samuel - detto Sandman - è un tossicodipendente senza arte nè parte, che non ha mai pensato di prendersi la responsabilità dei figli.
Quando conosciamo i due ragazzi sono alla vigilia del diploma ed hanno moltissime speranze per il futuro, nonostante la loro vita non sia mai stata semplice. Non è stato sempre rose e fiori con Ma-mee e nonostante i soldi che la madre gli mandava da Atlanta hanno spesso patito la fame. Nonostante tutto, e nonostante il luogo in cui vivono Joshua e Christophe arrivano al diploma con tanti sogni, con la voglia di trovarsi un lavoro e ripagare la nonna per tutto quello che ha fatto per loro.
Ma spesso i sogni fanno a botte con la dura realtà e i due fratelli, non appena diplomati, devono fare i conti proprio con la realtà. Trovare lavoro non è affatto facile e solo uno dei due, dopo non poco cercare, viene assunto al porto. Joshua ha fortuna e inizia una vita di routine fatto di levatacce al mattino e duro lavoro. Christophe al contrario, dopo i primi giorni girovagando per trovare un posto, decide di accettare l'offerta del cugino Dunny: spaccerà erba, almeno fino a quando non riuscirà a mettere via un po' di soldi per non sentirsi il peso della famiglia.
È a questo punto che i gemelli per la prima volta nella vita si allontanano, prendono strade diverse, la retta via per Joshua e l'amore verso una ragazza, e la via sbagliata per Christophe. Questa nuova situazione genera silenzi, allontanamento, parole non dette, frasi non capite e qualcosa si spezza.
La Ward torna con questo nuovo romanzo e lo fa con lo stile che noi già conoscevamo. Uno stile diretto, che non ha paura di parlare di argomenti scomodi, che non ha paura di descrivere nel dettaglio scene difficili, che arriva al lettore come un pugno nello stomaco.
Non è un romanzo per tutti, questa non è un'autrice per tutti per la forza della sua narrazione ma sarebbe sicuramente una lettura da far leggere a tutti per l'eleganza del suo stile, per la capacità di creare lentezza ma mai noia, per la capacità di far vedere al lettore ogni singola scena e ogni singolo personaggio.
Sarete catapultati in un ambiente fatto di droga, di giornate tutte uguali, scandite da una routine malata, malsana, che coinvolge i diretti interessati ma anche tutti quelli che gli ruotano attorno.
Presenza consapole che fa da sfondo alla vita dei ragazzi è proprio Ma-mee, che non vede con gli occhi ma che vede con il suore e, nonostante tutto, sa sempre cosa le accade intorno, sa sempre come intervenire, sa sempre cosa è meglio fare per i suoi ragazzi.
Una storia che pur mostrandoci una famiglia distrutta parla di famiglia molto più di quando lo facciano le storie che provano a mostrarci la famiglia del mulino bianco.
I personaggi sono ruvidi, dolorosi, imperfetti ma proprio per questo non possono lasciare indifferenti.
Un romanzo che si chiude con un collegamento al romanzo successivo attraverso l'attesa di quel tornado che si abbatterà su Bois Sauvage proprio in Salvare le ossa.
Io vi consiglio di armarvi di coraggio e di partire per questo viaggio in Mississippi che, è vero, non è un viaggio semplice, non è un felice cost to cost estivo, non è una gita al parco dei divertimenti ma resta un viaggio meraviglioso nella vita, quella vera!
VOTO:
Ciao Daniela, sono Marina.
RispondiEliminaCome di consueto ogni tanto creo caos e quindi eccomi senza il mio solito profilo... Ahahahahah, ma sono proprio io!!
Devo leggerlo, mi manca solo questo e gli altri due li ho adorati.
Non sapevo se leggerti, ma poi ho detto, ma al diavolo!, sono troppo curiosa.
E quindi niente, diciamo che conto di leggerlo entro l'anno, anche perchè dopo aver letto la tua recensione sono anche più curiosa di prima! Ciao, Marina
Ciao Marina! Se hai adorato i precedenti questi non potranno deluderti. La Ward ha uno stile che incanta nonostante la sua crudezza!
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