mercoledì 21 novembre 2018

Recensione #268 - L'abbandonatrice di Stefano Bonazzi

Buongiorno carissimi, come state? Anche oggi torno con una recensione. Oggi vi parlo del libro L'abbandonatrice di Stefano Bonazzi, edito da Fernandel, 207  pagine. Data pubblicazione: 03 novembre 2017. Ringrazio Stefano, per cui nutro una stima particolare, che mi ha voluto inviare il suo libro affinchè lo leggessi. 

Sinossi: Durante l'inaugurazione della sua prima mostra fotografica, Davide riceve una chiamata: Sofia, l'amica di cui aveva perso le tracce anni prima, si è tolta la vita. Al funerale, Davide conoscerà Diamante, figlio di Sofia. Un sedicenne scontroso e instabile che insieme al dolore si porta appresso un fardello di domande: che relazione c'era tra Davide e Sofia? Perché sua madre è scappata dall'Italia troncando ogni rapporto con amici e famigliari? Perché il suicidio? Tornato a Bologna insieme a Diamante, Davide si ritroverà a vivere una complicata convivenza a tre che coinvolge anche Oscar, il suo compagno, e grazie alla quale riemergerà la storia di Sofia, colei che lascia per paura di essere lasciata: una storia di abbandoni e di fughe, di silenzi e di madri dai comportamenti irrazionali e inspiegabili. "L'abbandonatrice" è un romanzo che racconta gli attacchi di panico e la droga, l'adolescenza e il disagio. Un romanzo sulle responsabilità che ogni scelta comporta e sulla difficoltà ad accettarne le conseguenze, a qualunque età, qualunque ruolo la vita ci abbia riservato.

Ho conosciuto Stefano Bonazzi grazie al suo lavoro d'esordio, il thriller A bocca chiusa che fu pubblicato da Newton Compton - recensione qui - ormai quattro anni fa. In quell'occasione fu Stefano a contattarmi per chiedermi se avessi piacere a leggere il suo libro, ed anche in quell'occasione fu lui a mandarmelo direttamente, comprensivo di dedica. Da allora ho seguito il suo lavoro su facebook - Stefano è un graphic designer molto apprezzato in Italia ma anche nel mondo - e la stima che già avevo nei suoi riguardi come scrittore è accresciuta anche come persona.
Questi sono i presupposti per cui non ci ho pensato su due volte quando Stefano mi ha chiesto se avessi voglia di leggere anche questo suo ultimo lavoro letterario.

Da subito, sin dopo pochissime pagine, ho ritrovato la potenza narrativa di questo giovane autore. Le sue storie non possono lasciare indifferenti a livello emotivo perchè sono forti, crude, profonde e trattano temi importanti. Come ci aveva abituato nel suo libro d'esordio, l'autore va subito al dunque. Sono le prime righe del romanzo e Davide, un giovane fotografo alla sua prima esposizione, riceve una telefonata da parte di Ilaria, una ragazza che non conosce. La notizia che gli viene comunicata non è per niente quella che una persona vorrebbe ricevere: Sofia è morta. Suicida. Ilaria lo prega di andare al funerale perchè Sofia ci avrebbe tenuto molto.
Come reagire ad una notizia simile? Nel giorno che avrebbe dovuto essere quello speciale per lui, il suo debutto, il passo che da sempre sogna diventa una cosa insignificante davanti a ciò che gli è appena stato comunicato.
Sofia viveva a Londra da tanto tempo e, da tanti anni, lui non aveva più sue notizie.
Sono queste le premesse con cui ci mettiamo comodi e cominciamo a leggere, certi che questo libro non potrà lasciarci indifferente.
Dopo queste premesse Davide inizia a raccontarci la sua vita, il suo passato, il ruolo che la ragazza ha avuto nella sua vita, gli avvenimenti che li hanno uniti e anche quelli che hanno forse scalfito la loro amicizia. E con lui torniamo indietro a quegli anni, quelli in cui i sogni cercano di prevaricare sulle difficoltà, quelli in cui si arriva a credere di potersi bastare a dispetto di tutto e di tutti. Quelli in cui tutto sembra ancora possibile e realizzabile, nonostante le difficoltà, tante, che la vita pone sulla propria strada.
Scopriamo così che in realtà in questo nuovo romanzo i protagonisti sono tre: Davide, Sofia e Oscar. Li conosciamo quando le loro strade si incrociano nella segreteria del DAMS, la famosissima università di Bologna in cui si studiano le discipline delle arti, della musica e dello spettacolo. Già, perchè i tre ragazzi sono artisti, o meglio, il loro sogno è di diventarlo: Sofia ama il disegno e la scultura, Oscar ha un talento profondo per il pianoforte e Davide ama la fotografia. Ognuno ha alle spalle una situazione difficile e, come spesso accade, ognuno diventerà importante per gli altri, quasi insostituibile, tanto che la loro amicizia sarà il pilastro che gli permetterà di andare avanti, almeno fino a un certo punto. Perchè il proprio passato ed i propri dolori si possono cercare di nascondere ma non si possono totalmente cancellare, e spesso tornano a galla, e a volte capita che in quel mare di difficoltà non ri riesca a nuotare ma che si rischi di affondare, tirandosi dietro tutti quelli che cercano di darci un appiglio, tutti quelli che vorrebbero essere il nostro scoglio ma sono troppo fragili e si spezzano proprio come noi e a volte anche più di noi.
È questo che sono i tre ragazzi: ognuno il sostegno degli altri due ma anche ognuno la rovina degli altri.
Ho amato moltissimo l'impostazione narrativa che Stefano ha deciso di utilizzare per il suo romanzo: una narrazione in prima persona lasciata principalmente a Davide che parla al lettore ma che si rivolge spesso anche a Sofia e ad Oscar, inframmezzata da alcuni capitoli che danno voce agli altri protagonisti e che lui chiama "Intermezzo" proprio come se stessimo assistendo ad un'opera teatrale o ad un brano musicale. 
La narrazione è coinvolgente, a tratti devastante, e ci mostra uno spaccato di vita vera che nessuno di noi vorrebbe mai vivere, in cui le sfumature non esistono e i sentimenti sono talmente netti e contrastanti da essere bianchi o neri, e con essi lo sono i personaggi, così convinti di poter essere bianchi ma così irrimediabilemente neri, distruttivi, incapaci di sopravvivere a se stessi se non facendosi del male, provocando dolore, aggiungendo problemi a problemi.
Ma se da una parte il lato cupo prevale, dall'altra questo libro ci mostra la speranza, la capacità di affrontare le proprie scelte, i propri errori, l'importanza di avere al proprio fianco qualcuno che creda in noi anche quando sembriamo persi, che si occupi di noi anche quando lui stesso fa fatica ad occuparsi anche di se stesso. Se non è amicizia questa, se non è amore, se non è un messaggio positivo questo...
Un altro grande lavoro quello di questo autore, di cui si nota la maturità e la crescita e di cui attenderò ancora una volta un nuovo romanzo!
Se non lo conoscete è tempo di rimediare, non ve ne pentirete!


VOTO:



4 commenti:

  1. Conosco Stefano indirettamente, sui social, e soprattutto come (bravissimo) fotografo. Ho messo in lista da un po' entrambi i romanzi e, che dire, mi confermi che devo conoscerlo presto. :)

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    1. Devi assolutamente! A questo punto per A bocca chiusa ti consiglio di aspettare la nuova pubblicazione con Fernandel che avverrà a brevissimo!

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  2. Salve...eccomi. finalmente leggo la tua recensione. Ne abbiamo parlato più volte e non potevo non leggere il pensiero completo. Cioè adesso che faccio? Dovrei metterlo in lista? Grrrrrr non ho sufficienti ore durante la giornata :-)

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    1. Togli il dovrei e metti il devo!!!
      Sì ma micha solo questo eh... anche il precedente ;)

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