martedì 17 novembre 2020

Recensione #377 - Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco

Buonasera lettori, oggi vi parlo di un libro che da tantissimo tempo occupava un posto nella mia libreria. Si tratta di Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco edito da Giunti, pag. 240.

Trama: La sonnacchiosa provincia toscana di Valdenza è improvvisamente scossa dall'omicidio di una
donna che viene ritrovata in casa, in una posizione innaturale e con una fascetta stringicavo attorno al collo. Si pensa subito al movente passionale, ma all'occhio esperto di Casabona, il commissario incaricato del caso, qualcosa fin da subito non quadra: troppi elementi diversi sulla scena del crimine, troppi particolari contrastanti. Schivo, ma con una forte carica umana, reso cinico da troppi anni di mestiere alle spalle, Casabona capisce ben presto che l'omicidio è solo l'inizio di un vortice di morte: un gioco molto pericoloso in cui le regole sono quelle stringenti e folli di un serial killer. E Casabona non può che accettare la sfida. «Chiediti perché e troverai il movente e se troverai il movente sarai vicino all'assassino»: seguendo questa frase come un mantra e con l'aiuto dell'affascinante collega Cristina Belisario, Casabona cercherà di venirne a capo e per farlo sarà obbligato anche a una profonda riflessione sull'impotenza dell'essere umano rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.Un romanzo da non perdere. Un commissario che non si dimentica.
 
 
Primo volume di quella che con il tempo è diventata la famosissima serie del Commissario Casabona. Lo volevo leggere da un sacco di tempo e finalmente è arrivato il suo momento.

"Il primo colpo arrivò alla nuca, violento e inaspettato. Lo lasciò stordito. Fu assestato con un pesante sgabello dalle gambe di ferro e la seduta di legno. Era lì perchè lo usavano i detenuti per sedersi quando volevano lavarsi i piedi."


Il commissario Casabona è un commissario di provincia, con una famiglia normale e un atteggiamento che è tutt'altro che quello del grande eroe. Sbaglia come marito, come padre, insomma vive, una vita assolutamente normale, un po' come tutti noi.
Una vita per niente perfetta la sua: una moglie che sente lontano anni luce ma a cui comunque resta vicino quasi per dovere, un figlio chiuso in una comunità di recupero per tossicodipendenti ed una figlia psicologa - Chiara - che studia a Barcellona per diventare criminologa, un lavoro che il commissario non apprezza e che, ora, deve farsi piacere per il quieto vivere famigliare.
Quando tutto comincia è quasi Natale, ma scordatevi lucine e canzoni natalizie, perchè in contrasto con un periodo che dovrebbe essere felice e spensierato, nella vita di Casabona entra in scena un serial
killer, uno che con efferatezza uccide le sue vittime e lascia dei messaggi inizialmente incomprensibili che, man mano che le pagine scorrono, diventano sempre più chiare anche al lettore.
L'ambientazione è quella di un piccolo paese della provincia toscana, dove un serial killer del genere non può passare inosservato nè per la stampa, nè per i piani alti della polizia, tanto che, da Roma, arriva Cristina - figlia di un uomo importante - con lo scopo di dare un aiuto nelle indagini. Ovviamente l'arrivo di Cristina non è vista di buon grado dal commissario, che la vede come una che ha fatto carriera grazie alle conoscenze del padre ma che, invece, saprà stupirlo.
Ho sempre sentito parlare molto bene di Antonio Fusco e dei suoi thriller ed ora capisco il perchè. La storia che mi sono trovata per le mani ha saputo allontanarmi dal mondo reale per portarmi sulle tracce di un assassino, facendomi diventare per qualche giorno un detective. Le morti che ci vengono raccontate sono credibili, dettagliate ma non splatter, capaci di farci immaginare ogni singola scena del crimine in modo da entrare in quelle stanze con la scientifica. La parte investigativa è precisa, lineare, veritiera, e il suo dipanarsi è pregno di colpi di scena che permettono al lettore di voler sapere, capire, nella convinzione che niente sarà come si crede.
Lo stile dell'autore è scorrevole, arricchito in alcuni punti da un'ironia sottile e pungente, che porta il lettore a sorridere nonostante i cadaveri e le uccisioni. Con i suoi personaggi ci mostra quel lato della vita reale che tutti conosciamo, li descrive in modo preciso ma non eccessivo, per poi lasciare che si mostrino a noi con i loro atteggiamenti, con le loro azioni, con i loro silenzi, che a volte valgono più di mille parole.
Insomma, un libro promosso senza ombra di dubbio che apre la strada alla mia curiosità e che sicuramente mi porterà a leggere i seguiti con un filo di aspettativa in più che, sono sicura, non verà disattesa.

E voi, che mi dite di questo libro e dei successivi della serie? Li avete letti? Vi sono piaciuti?



VOTO:






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