Buongiorno lettori, come vedete sto cercando di impegnarmi per essere un po' più costante con il blog quindi eccomi di nuovo qui con una recensione, si tratta di quella de Il gatto che voleva salvare i libri, di Sosuke Natsukawa, edito da Mondadori, pag. 180.
Chi mi conosce sa che normalmente rifuggo i libri che parlano di libri, perché la maggior parte delle volte mi deludono. E non leggo neanche libri con protagonisti gli animali. Amo gli animali ma quello dei romanzi che parlano e salvano il mondo anche no.
Quindi perché hai letto questo libro che si intitola Il gatto che voleva salvare i libri, vi chiederete voi? L'ho fatto per una sfida di lettura a cui partecipo. Solo e unicamente per quello. Speravo forse di trovare l'eccezione che conferma la regola? Forse! Fatto sta che da oggi continuerò a scappare a gambe levate davanti a libri del genere perché no, non ho trovate l'eccezione.
Aggiungiamo che è pure Giapponese, con cui ho un rapporto molto labile...
"Natsuki Rintaro era un comune alunno delle superiori. Piuttosto basso di statura, con degli occhiali un po' spessi, chiaro di carnagione e di poche parole."
Questo romanzo - come dice appunto il titolo - parla di un gatto - con gli occhi color di giada, mi è stato detto troppissimo volte nel libro - che appare magicamente ad un ragazzo a cui è appena morto il nonno, chiedendogli di aiutarlo a salvare dei libri. Da subito la richiesta appare quantomeno strana, visto che per salvarli i due si recano in un altro mondo il cui accesso appare alla fine di un corridoio della libreria dell'usato del nonno. Rintaro è da sempre un grande lettore ed il suo unico rifugio è la libreria del caro nonno, ora rimasta a lui in eredità. Nel romanzo ci viene specificato tantissime volte che il ragazzo è un Hikikomoro - tecnicamente sarebbe solitario con una patologia psicologica tale da portarlo ad isolarsi dal mondo per mesi, cosa che Rintaro non fa, se togliamo il non andare a scuola - un dettaglio che ai fini della storia mi è parso totalmente irrilevante, e anche non particolarmente riscontrabile sui comportamenti del giovane.
Ma proseguiamo... Dopo l'apparizione del gatto i due si recano in quello che scopriremo essere un labirinto in cui il giovane dovrà salvare dei libri attraverso le sue argomentazioni. Il romanzo si articolerà in quattro diversi labirinti (ognuno corrispondenti ad un interminabile capitolo) uno più assurdo dell'altro dove l'unica cosa che ho trovato sono delle banalissime frasi fatte, sui libri e sull'essere lettori.
Ho letto questo libro in modo molto svogliato, senza il minimo interesse, con la netta sensazione che non volesse andare a parare da nessuna parte, come infatti mi è sembrato di constatare alla fine. Non sono una abituata ad abbandonare i libri quindi mi sono fatta forza e sono andata avanti fino alla fine, con determinazione ma anche accompagnata da una noia mortale che è aumentata pagina dopo pagina.
Ecco, questo libro - almeno per me - è la dimostrazione di quanto non sia la quantità di pagine a determinare un libro leggero e veloce perché meno di duecento pagine in questo caso mi sono sembrate più di ottocento!
Non mi sono affezionata a nessun personaggio, non ho avuto interesse per nessun labirinto in particolare, non ho trovato un insegnamento originale - che sicuramente invece era lo scopo del romanzo - ma solo grandi ripetizioni e grandi banalità.
Insomma, un fantasy con l'intento di insegnare al lettore l'importanza dei libri e del loro giusto approccio, di cui potevo benissimo fare a meno e che non mi lascerà assolutamente nulla.
Anche l'evoluzione di Rintaro come personaggio è stata assurda, perché troppo repentina, dettata da un gatto che gli dice: vedi? Mica sei solo al mondo!
Insomma no, per quanto mi riguarda libro bocciato visto che non ci ha trovato né una storia interessante né uno stile degno di nota. Il mezzo punto in più rispetto al punteggio è perchè comunque si legge...
Probabilmente non ho capito qualcosa perché le recensioni in rete sono entusiaste quindi sono aperta a chi vorrà darmi una chiave di lettura diversa!
Mi fai morire! Io te lo avevo detto di non leggere questo libro. Non lo volevo leggere prima e manco ci penso adesso.
RispondiEliminaNo ecco, non leggerlo!
EliminaCiao Daniela
RispondiEliminaIl tuo incipit è pure il mio. Libri che parlano di libri/librerie e animali: anche no.
Però tutto ciò che è japanese: assolutamente sì, tanto che in questo periodo ti ho ammorbato il blog 😆
Devo dire che in alcuni punti, il tuo discorso mi ha divertita assai 🤣
Ciò detto, vista la tua rece, appoggio Baba:
leggerlo?, ma anche no!, grazie...
A meno che la tua rece non attivi un maremoto di proteste, io passerei oltre.
Buona domenica, ciao!
Non so, in realtà guardando in rete questo libro ha un sacco di recensioni super positive, magari non ho capito qualcosa io. Sarebbe bello confrontarmi con un'estimatrice come te...
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