venerdì 15 ottobre 2021

Letture con Marina #149 - Il blu delle rose di Tony Laudadio

Buongiorno lettori, come state? Nuovo venerdì e nuova recensione di Marina.


Fantascienza? Fiaba distopica? Realtà modificata, così come modificata è questa favola, ma sulla falsariga della realtà che ci ha colpito così inaspettatamente? O come dice Philip K. Dick: “la realtà è ciò che rifiuta di scomparire quando si smette di crederci”. Forse anche noi siamo arrivati a questo punto…


    Ti
tolo: Onnazaka
Autore: Fumiko Enchi
Casa editrice: Safarà editore, 2017
Traduzione: Lidia Origlia
Pagine: 223

Trama: In un mondo non troppo diverso dal nostro, dominato dalla tecnologia e da un clima imprevedibile, la scienza ha finalmente stabilito che criminali si nasce: il gene C, responsabile della violenza nei comportamenti, è stato individuato e grazie al controllo delle nascite imposto dalla legge la società è ormai pacificata. La scienziata Elisabetta Russo, che ha contribuito alla rivoluzionaria scoperta, non nutre dubbi sulle pratiche di selezione genetica del governo, nonostante le proteste degli oppositori. A venticinque anni dall’entrata in vigore della legge Genesi, però, una serie di eventi drammatici scuote le sue certezze mettendo in pericolo la sua stessa vita. Ed è soltanto grazie alla premura di Nghele e all’amore del giovane Lionel che Elisabetta trova il coraggio di ribellarsi alle regole e ai limiti che lei stessa si è imposta. Dopo “Preludio a un bacio”, Tony Laudadio torna con una favola distopica che, immaginando un futuro vicino nel tempo, si interroga sul nostro presente in cerca della perfezione a ogni costo. E ci insegna che le scelte di libertà e amore sono le uniche capaci di vincere la paura e segnare la strada che porta alla felicità. Per chi sogna un futuro in cui le auto si guidano da sole, per chi ha riletto una poesia di Montale di cui ricordava solo pochi versi, per chi ascolta il tintinnio di un acchiappasogni in veranda, e per il mistero della rosa blu, che obbedisce all’artificio della bellezza, ma conserva in sé la ribellione della natura.

 

RECENSIONE:   


Quante cose possono sgorgare dall’inconscio, nel mentre si legge un romanzo? E quante forme può assumere lo stesso romanzo, magari anche contro la volontà del suo stesso autore. E’ proprio così che mi sento nel parlare di questo libro, pur se con l’impressione, proprio lì, sottopelle, di una lieve sbavatura che non riesco comunque a focalizzare.

Ho iniziato questo romanzo pensando al genere fantascienza e mentre procedevo nella lettura mi è cambiato sotto gli occhi tingendosi di un colore blu thriller, pur se in sottofondo e senza averne la reale volontà. E ha continuato a modificarsi, come fosse un serpente che via via perde la pelle e si confonde con l’ambiente circostante, assumendo i connotati di denuncia ambientale, oltre che sociale - e ulteriormente di denuncia sulla mancanza, che sia fisica o morale, dei padri di famiglia. Non stonano le parti dove in modo lieve il lettore viene edotto, o forse meglio dire accompagnato per mano all’interno delle scoperte scientifiche che hanno portato all’individuazione del gene C, responsabile della “cattività” umana, e alla relativa entrata in vigore della Legge Genesi. Legge che impone all’inizio di ogni gravidanza di controllare che il feto non abbia a corredo del DNA il gene C. Nel caso, il feto va obbligatoriamente eliminato.

Siamo nel 2047, la Dott.ssa Elisabetta Russo ha una cinquantina d’anni e all’epoca della scoperta, intorno agli anni ’20, era l’amante e la giovane studentessa “galoppina” del Prof. che aveva fatto l’importante scoperta. Cosa è accaduto in questo lasso di tempo? E’ successo che abbiamo creato – o abbiamo lasciato che creassero con la nostra complicità ignava - una società che ha livellato tutto, una società dove è in vigore questa legge, in cui la tecnologia e la pace sociale hanno finalmente messo radici. Ma è proprio così? Non sarà che sotterranea, ci sia una parte della popolazione che si ribella a questo stato di cose? Non sarà che la solita società che vuole il lucro, il profitto, tenti di arrivare ad ulteriori scoperte senza badare a sofferenza e a cavie umane? E non sarà che la Dott.ssa Elisabetta Russo dovrà venire a patti con le scelte che ha fatto oramai un ventennio prima? Scelte di vita e professionali? Scelte che metteranno in discussione persino il suo essere donna.

Come dicevo in apertura, un bel romanzo in cui fantascienza, una scintilla di thriller ed un poetico substrato di emozioni, considerazioni, ragionamenti e convinzioni personali ci faranno compiere un viaggio che ci lascerà scendere solo quando le scelte, anche a scapito della propria sicurezza personale, ci porteranno là dove non avremmo mai immaginato ci potesse traghettare il cuore, in cerca di un amore che permea sempre e comunque la vita di qualsiasi essere umano.

E non so perchè, e non vorrei nemmeno accennarne ma è in così stretto collegamento nonostante il tema diverso… E quindi dicevo: e non so perché, ma la pandemia mondiale che ci ha colpiti sembra in qualche modo ricalcare parte di questo romanzo (con i dovuti distinguo), tanto che sembrerebbe proprio che l’autore abbia preso la realtà nella quale viviamo, l’abbia manipolata per non parlare oramai solo di questa pandemia, l’abbia per così dire mascherata e le abbia fatto percorrere un sistema binario che, se la mente non inganna, corre sempre parallelo per non incontrarsi mai. Ma domande esistenziali, dubbi, ignavia, tracotanza supponente, supposta o reale manipolazione del mondo e tecnologia che confonde più che venire in aiuto paiono così reali qui nel romanzo come nella vita di questo periodo storico. Pare anche a voi?

A presto




 

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