venerdì 29 luglio 2016

Ti consiglio un libro #26 - Un libro che ho regalato

Buongiorno lettori, ultimo giorno di lavoro per meeeeee!!! Sto già facendo il trenino! hihihihihi
Ma prima vi lascio con l'ultima puntata, prima della pausa estiva, di Ti consiglio un libro, la rubrica in collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Baba di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Chi non adora regalare libri? Oggi ognuna di noi vi consiglierà Un libro che ha regalato. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 



Titolo: Alla fine andrà tutto bene (e se non va ben... non è ancora la fine)
Autore:Raquel Martos
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 272
Prezzo:  Cartaceo 12.75 euro - ebook 9.99 euro

Oggi è toccato a me scegliere l’argomento e dopo un po’ di riflessione sono arrivata al libro regalato, perchè adoro regalare libri a chi conosco bene e soprattutto a chi so che apprezzerà. Ho pensato di consigliarvi questo perché è uno degli ultimi libri che ho regalato. Un libro che si presta alla stagione visto che so che molti scelgono i libri per la spiaggia in base alla leggerezza. Se anche voi siete tra questi allora prima di partire comprate questo libro, e magari anche il precedente di questa autrice che si intitola I baci non sono mai troppi. La Martos ha la capacità di trattare temi importanti e duri attraverso uno stile fresco e piacevole, unendovi una narrazione ricca di dialoghi che permette alle pagine di scorrere veloci durante la lettura. L'autrice conferma anche la sua capacità estrema di raccontare la vita di tutti i giorni con i suoi pregi ma soprattutto con i suoi grandi difetti, portando il lettore a riflettere sulla propria vita e sul proprio modo di affrontare le situazioni anche più difficili.
Insomma, un libro leggero al punto giusto, ma non banale, che saprà allietare le vostre giornate di vacanza che siano al mare, in montagna, al lago o anche in città.
Ora correte a scoprire cosa hanno regalato Laura , Baba e  Laura. Correte a scoprirlo!!!

mercoledì 27 luglio 2016

Chi ben comincia #110 - Sarò come mi vuoi di Greta Simeone

Buongiorno lettori e buon mercoledì. Lo so, lo so, se mi seguite regolarmente penserete che mi sia fumata il cervello visto che il giorno esatto per questa rubrica è il venerdì. Il prossimo venerdì però è tempo di consigli con la rubrica Ti consiglio un libro quindi ho pensato di anticipare ad oggi Chi ben comincia, la rubrica di incipit ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Oggi nessun dubbio anzi, ho anticipato questa rubrica al mercoledì proprio perché ci tenevo a condividere con voi l’incipit del libro che sto leggendo e che mi sta piacendo parecchio. Si tratta di Sarò come mi vuoi di Greta Simeone edito da Corbaccio che ringrazio per la copia.

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti

«Gina… bello. Come la fidanzata di Sonny Crockett, quello di Miami Vice. Sì, dai… la moracciona sexy!»
Non sapeva di cosa stesse parlando ma – invece di tacere e sorridere – si mise a puntualizzare: «Veramente è come Luigina. Mia nonna. Luigina detta Gina. Che, parlandone da viva, era una gran carogna.»
«…»
«Sì, disse ai miei che, se mi chiamavano come lei, mi avrebbe lasciato la casa, e invece poi se l’è mangiata coi videopoker prima di morire. Sennò mica stavo qui… Senza offesa.»
Paolo Carli e Giovanni Zamberletti di scambiarono un’occhiata eloquente, senza neppure tentare di mimetizzarla un pochettino. Non che si fossero aspettati di aver trovato la persona giusta, quando Tocco Gina – così si era presentata: prima il cognome, poi il nome, la formale compilazione di un’esistenza in vita – era entrata nel loro ufficio per un colloquio.
I due erano soci in uno di quei settori che non conoscono recessione.
Inizialmente avevano preso in considerazione di buttarsi nelle pompe funebri, altro mercato che non cala mai, poi si erano seduti a un tavolo, davanti a due bicchieri di whiskey, in una notte fredda, umida e nebbiosa, e si erano detti che amavano troppo la vita, il cibo l’alcol, il calcio e il sesso, per stare tra i morti tutto il giorno. Così avevano deciso di aprire un sexy shop. Da Thanatos a Eros: per la contentezza Sigmund Freud avrebbe fatto il trenino, suonando la trombetta.
Un negozio, seguito dal secondo, poi il terzo, e ora Carli e Zamberletti ne gestivano una decina, in altrettante città di provincia, sotto l’insegna un po’ casereccia di Tuttigusti.


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Un incipit di quelli che conquistano. Ho riso tantissimo sia per il dialogo sul nome Gina che sul nome dei sexy shop! Uno stile che mi ha da subito affascinata e che promette veramente bene! Vi saprò dire quando lo avrò finito.
Che ne dite? Vi ispira?

lunedì 25 luglio 2016

Recensione #140 - La ragazza senza ricordi di C.L.Taylor

Buon pomeriggio lettori, come state? Vacanze? Io inizio a fare il conto alla rovescia! Ultima settimana di lavoro e poi sarò ufficialmente e felicemente in ferie!!!
La settimana scorsa nella puntata di “Chi ben comincia” – qui - avevo condiviso con voi l’incipit di un thriller che mi era appena arrivato, La ragazza senza ricordi di C.L.Taylor edito da Longanesi, che ringrazio per la copia, pag. 350. Ora sono pronta per lasciarvi il mio pensiero.

Sinossi: Jane Hughes ha un compagno che la ama, un lavoro in un centro per animali randagi e vive in un piccolo cottage nel Galles. È una donna realizzata e felice, come tante, ma la sua vita si fonda su una menzogna. Perché Jane Hughes non esiste. Cinque anni prima era partita per un viaggio in Nepal con le sue migliori amiche. Quattro ragazze molto diverse l’una dall’altra ma legate da un’amicizia di lunga data, capace di resistere agli anni dell’adolescenza e dell’università, seppure a volte in fragile equilibrio. Doveva essere la vacanza della vita, fatta di yoga, meditazione e splendidi panorami, una settimana che avrebbe dovuto trasformarsi in un ricordo meraviglioso, ma che si è rivelata un incubo. Perché da quel viaggio due delle quattro ragazze non sono più tornate.
Jane pensa di essersi lasciata tutto alle spalle, di poter ricominciare a vivere con una nuova identità, di dimenticare quello che è accaduto, ma qualcuno non ha intenzione di permetterglielo. Qualcuno che sa la verità su quella terribile settimana e che è tornato per tormentarla, per distruggere tutto quello che Jane ha faticosamente ricostruito.
Per difendere se stessa e le persone che ama, Jane dovrà affrontare l’incubo del suo passato e rivivere tutto quello che è successo tra quelle montagne…

Quando ho visto in rete le prime condivisioni riguardanti questo libro sono stata per prima cosa affascinata dalla cover. Poi la lettura della sinossi non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità.
Jane lavora in un ricovero per animali ma la sua vita è un’intera menzogna. Il suo vero nome non è Jane ma Emma, e vive mentendo sul suo passato e sulla sua vita; ma quanto è possibile lasciare divisi passato e presente? Per quanto tempo si può fare finta che alcune cose non siano mai accadute?
Un viaggio è stato la causa scatenante della necessità di cambiare identità, un viaggio in Nepal con le amiche di sempre che sarebbe dovuto essere rigenerante e che invece ha segnato la loro vita per sempre.

La prima cosa che dovete trovare presente cominciando questo libro è che non è un thriller di azione ma è molto pacato e psicologico; tutto ruota attorno a quanto la mente umana sia condizionabile dagli altri e dalle situazioni. Io per tutta la lettura ne sono stata rapita, grazie al mistero che aleggia sulla vita di Jane e sugli avvenimenti che l’autrice ci racconta.
La narrazione si dipana in due tempi, con un’alternanza tra capitoli del presente, dove Jane svolge con passione il suo lavoro - fino a quando la sua vita precedente non arriva a chiederle il conto - e capitoli in cui ci viene raccontato il viaggio di cinque anni prima. Questa scelta permette di avere un quadro della situazione completo, sia per quanto riguarda i fatti che i personaggi.
Le protagoniste sono quattro amiche: Emma, Daisy, Leanne e Al. Il loro rapporto cambierà in modo tragico durante quella vacanza ed anche le loro vite. Due non torneranno mai a casa dal Nepale, e le due che se la scamperanno non avranno di certo vita facile. Quanto può un viaggio incidere sulle vite delle persone? Per mia esperienza la risposta è tantissimo. Mio marito ed io viaggiamo preferibilmente soli perché l’armonia in vacanza è essenziale e spesso, anche con amici collaudati, è difficile trovarsi in sintonia. Di certo un viaggio non è qualcosa che può unire i rapporti con già dei problemi, come quello delle quattro ragazze di questo libro. 
Come aveva fatto la nostra vacanza a finire così male? Eravamo arrivata a Ekanta Yatra da amiche, con qualche problemino che covava sotto i sorrisi e l'entusiasmo, certo, ma la nostra era pur sempre un'amicizia sopravvissuta all'unoversità, al trasferimento a Londra, al lavoro e alle storie d'amore di ognuna. Almeno, così pensavo.  
Se in più invece che in un mega resort ci si ritrova in una sorta di setta in Nepal le cose non possono che peggiorare. Avvenimenti inquietanti, persone misteriose, strani rituali; è questo quello che le quattro amiche incontreranno sulla cima della montagna.
Di questo libro ho amato il continuo susseguirsi di avvenimenti che hanno saputo tenermi incollata alla lettura per tutto lo scorrere delle pagine; ma ho amato anche il risvolto psicologico, quell’analizzare un rapporto di amicizia attraverso gli occhi di Emma/Jane, dandone comunque una visione totale grazie ad una narrazione a trecento sessanta gradi. 

Un libro in cui non troverete sangue e terrore ma che saprà inquietarvi per il taglio mentale che l’autrice ha scelto di dargli. Consigliatissimo agli amanti del genere ma anche a chi vuole approcciarsi a questo tipo di libri in modo un po’ soft. 
Unica pecca: il titolo che non c’entra assolutamente niente con la storia infatti nessuno è senza ricordi. In questo chiederei un po’ di attenzione a chi se ne occupa! La traduzione letteraria del titolo originale The Lie – La bugia – sarebbe risultato sicuramente più azzeccato.

VOTO: