Buogiorno carissimi, eccocia alla prima tappa del gruppo di lettura organizzato in collaborazione con Baba del blog Desperate Bookswifededicato al libro Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton.
Vi ricordo che potete iscrivervi in qualsiasi momento e potete commentare anche se avete letto il libro tempo fa e volete dire la vostra opinione relativa alla prima parte del libro. Mi raccomando solo di non fare spoiler sulle parti successive del libro.
Prima di entrare nel vivo del
libro facciamo un piccolo riepilogo del calendario:
SPIEGAZIONI E TAPPE
- Dal 17 ottobre al 31 ottobre: Lettura Parte 1 - 12 capitoli per un totale di 154 pagine
- 31 ottobre - TAPPA 1: Un libro per amico - discussione Parte 1
- Dal 31 ottobre al 7 novembre: Lettura Parte 2 - 10 capitoli per un totale di 146 pagine
- 7 novembre - TAPPA 2: Desperate Bookswife - discussione Parte 2
- Dal 7 novembre al 14 novembre: Lettura Parte 3 - 6 capitoli per un totale di 94 pagine
- 14 novembre - TAPPA 3: Un libro per amico - discussione Parte 3
- Dal 14 novembre al 21 novembre: Lettura Parte 4 - 8 capitoli per un totale di 112 pagine
- 21 novembre - TAPPA 4: Desperate Bookswife - discussione Parte 4 e conclusione GDL
IL LIBRO
Titolo: Ritorno a Riverton Manor
Autore: Kate Morton
Casa editrice: Sonzogno
Pag.: 515
Trama: Inghilterra 1924. È la festa di inaugurazione della
sontuosa dimora degli Hartford, e il fragore di uno sparo si confonde
con i botti dei fuochi d'artificio che illuminano il cielo. Il poeta
Robert Hunter giace senza vita nei pressi del laghetto della tenuta, con
la pistola ancora fumante in mano. È suicidio? Di sicuro è uno scandalo
che scuote fin dalle fondamenta l'aristocratica casata, perché le
uniche testimoni del fatto sono le sorelle Hannah ed Emmeline Hartford.
Che da allora non si parleranno mai più. Inverno 1999. Sono passati più
di settant'anni da quella notte, e la quasi centenaria Grace Bradley,
nella casa di riposo in cui trascorre i suoi ultimi giorni, è convinta
di essersi lasciata per sempre alle spalle i fantasmi del passato e i
tristi ricordi. Ma una giovane regista americana, che vuole realizzare
un film sulle sorelle Hartford e su quel misterioso suicidio, chiede la
sua consulenza. Grace, infatti, oltre che testimone di tempi ormai
remoti, è stata anche direttamente coinvolta nella vita della famiglia:
cameriera personale di Hannah, fin da bambina aveva servito come
domestica a Riverton Manor. Dapprima riluttante, accetta poi di
collaborare e comincia a rievocare le vicende dei giovani Hartford,
destinati a un'esistenza tanto fulgida quanto breve: il promettente
David, partito giovanissimo per il fronte e mai più tornato; la sensuale
e intelligente Hannah; la gaia e capricciosa Emmeline; e soprattutto
l'enigmatico Robert Hunter, del quale entrambe le sorelle erano
innamorate...
LE MIE IMPRESSIONI
Una prima parte che, per quanto mi riguarda, si è fatta amare. Una parte conoscitiva, dove vengono gettate le basi per entrare in sintonia con i personaggi e per iniziare a comprendere la storia.
Ho ritrovato da subito lo stile ricercato di questa autrice e una narrazione capace di portarmi indietro nel tempo, in luoghi e tempi del passato. Una ricerca evidente dell’autrice sul periodo storico, tanto da riuscire a ricrearne perfettamente le ambientazioni.
Siamo in Inghilterra, intorno al 1990. La narratrice di questa storia è Grace, una ultra novantenne ormai residente in una casa di riposo: una lunga treccia bianca, le giornate che scorrono tra un tè, una boccata d’aria in giardino, quattro chiacchiere con l’inserviente della residenza per anziani, qualche passeggiata ogni tanto con la figlia Ruth. È in uno di quei giorni tutti uguali che Ursula Ryan scrive a Grace perché sta per realizzare un film; le riprese inizieranno a giorni, e vorrebbe sincerarsi che la ricostruzione degli ambienti della residenza degli Ashbury a Riverton Manor sia impeccabile. Chi meglio di Grace, che ha lavorato in quella casa come domestica potrà darle la conferma di fare un buon lavoro?
È così che Grace ritorna a fare i conti con il passato, con un suicidio che ci viene svelato nelle primissime pagine proprio dal copione di quel film. Da subito l’attenzione del lettore viene incuriosita dalle parole di Grace che spesso accennano ad un grandissimo segreto che non ha mai svelato a nessuno, un mistero che aleggia nell’aria per tutta questa prima parte del libro.
La narrazione ha dei continui flashback in cui Grace alterna momenti del presente con momenti del passato. Oltre a qualche accenno alla donna che è diventata, alla vita che ha vissuto, al rapporto con sua figlia ormai sessantenne, Grace ci racconta dei suoi anni trascorsi a Riverton Manor, dal suo arrivo in quella casa nel 1914 – quando aveva solo quattordici anni - fino allo scoppio della guerra. I suoi occhi sono i nostri occhi. Da domestica, durante il suo servizio, ha potuto assistere a molte conversazioni di famiglia; una testimone diretta dei principali avvenimenti e delle interazioni tra i personaggi.
La scelta dell’autrice di far lasciare a Grace novantenne la testimonianza vocale attraverso un registratore mi è molto piaciuta; il suo voler confessare il segreto che la accompagna da decenni a suo nipote Marcus è un espediente che le permette di ricapitolare la questione con lui e con i lettori proprio come se fossero essi stessi i destinatari di quel messaggio.
Ho ritrovato da subito lo stile ricercato di questa autrice e una narrazione capace di portarmi indietro nel tempo, in luoghi e tempi del passato. Una ricerca evidente dell’autrice sul periodo storico, tanto da riuscire a ricrearne perfettamente le ambientazioni.
Siamo in Inghilterra, intorno al 1990. La narratrice di questa storia è Grace, una ultra novantenne ormai residente in una casa di riposo: una lunga treccia bianca, le giornate che scorrono tra un tè, una boccata d’aria in giardino, quattro chiacchiere con l’inserviente della residenza per anziani, qualche passeggiata ogni tanto con la figlia Ruth. È in uno di quei giorni tutti uguali che Ursula Ryan scrive a Grace perché sta per realizzare un film; le riprese inizieranno a giorni, e vorrebbe sincerarsi che la ricostruzione degli ambienti della residenza degli Ashbury a Riverton Manor sia impeccabile. Chi meglio di Grace, che ha lavorato in quella casa come domestica potrà darle la conferma di fare un buon lavoro?
È così che Grace ritorna a fare i conti con il passato, con un suicidio che ci viene svelato nelle primissime pagine proprio dal copione di quel film. Da subito l’attenzione del lettore viene incuriosita dalle parole di Grace che spesso accennano ad un grandissimo segreto che non ha mai svelato a nessuno, un mistero che aleggia nell’aria per tutta questa prima parte del libro.
La narrazione ha dei continui flashback in cui Grace alterna momenti del presente con momenti del passato. Oltre a qualche accenno alla donna che è diventata, alla vita che ha vissuto, al rapporto con sua figlia ormai sessantenne, Grace ci racconta dei suoi anni trascorsi a Riverton Manor, dal suo arrivo in quella casa nel 1914 – quando aveva solo quattordici anni - fino allo scoppio della guerra. I suoi occhi sono i nostri occhi. Da domestica, durante il suo servizio, ha potuto assistere a molte conversazioni di famiglia; una testimone diretta dei principali avvenimenti e delle interazioni tra i personaggi.
La scelta dell’autrice di far lasciare a Grace novantenne la testimonianza vocale attraverso un registratore mi è molto piaciuta; il suo voler confessare il segreto che la accompagna da decenni a suo nipote Marcus è un espediente che le permette di ricapitolare la questione con lui e con i lettori proprio come se fossero essi stessi i destinatari di quel messaggio.
Moltissimi i personaggi con un ruolo importante che già in questa parte ci vengono presentati: dai fratelli Hartford – Hannah, la figlia maggiore, Emmeline, la minore e David, unico figlio maschio – a Robert Hunter – spesso chiamato Robbie che, dai racconti di Grace sappiamo essersi tolto la vita - a Marcus – nipote di Grace, scrittore, a cui l’autrice sembra preparare un ruolo di primo piano per le parti future del libro - .
Ci sono inoltre tantissimi personaggi secondari ma non meno importanti a livello di storia come Nancy, il signor Hamilton, la signora Townsend, Ruth, e moltissimi membri della famiglia.
Ci sono inoltre tantissimi personaggi secondari ma non meno importanti a livello di storia come Nancy, il signor Hamilton, la signora Townsend, Ruth, e moltissimi membri della famiglia.
Molti sono anche i riferimenti alla letteratura e all’arte. Due gli argomenti che più mi hanno colpito. Il primo è la passione di Grace per Sherlock Holmes; in più passaggi questo dettaglio viene inserito nel racconto come il momento in cui Grace ragazza, da grandissima amante di Sherlock Holmes al suo arrivo a Riverton Manor per lavorare come domestica nasconde i suoi libri in uno scialle per paura che le vengano confiscati dal maggiordomo o più avanti il momento in cui va proprio a comprare l’ultimo libro di Doyle da un ambulante spendendo praticamente tutta la sua paga.
Poi diedi un’occhiata alla porta e con il cuore che batteva forte aprii il mio bagaglio segreto.
Conteneva solamente tre libri, le copertine arricciate con i titoli a lettere dorate un po’ sbiadite. Li riposi in fondo al cassetto, nascondendoli bene dentro lo scialle. Il signor Hamilton era stato chiaro: la Sacra Bibbia era consentita ma qualunque altra lettura, quasi sicuramente di natura pregiudizievole, doveva essere sottoposta alla sua approvazione, pena la confisca. Io non ero certo una ribelle, anzi allora nutrivo un profondo senso del dovere, ma era impossibile per me vivere senza Holmes e Watson. […]
Inoltre un motivo personale e segreto mi spingeva verso il villaggio. Era da poco uscito il quarto romanzo di Arthur Conan Doyle basato sulle inchieste di Sherlock Holmes, e io mi ero accordata con un ambulante perché me ne procurasse una copia. Mi sarebbe costato i risparmi di sei mesi, ma per la prima volta avrei acquistato un libro nuovo. La valle della paura. Il titolo bastava già a mandarmi in solluchero. […]
Gli avevo dato appena un’occhiata a casa dell’ambulante, solo per accertarmi che fosse il libro giusto. Ora potevo finalmente studiarne la copertina, passare le dita sulla rilegatura di cuoio, sfiorando i caratteri incisi sul dorso, La valle della paura. Sussurrai quelle parole così suggestive e mi avvicinai il libro al naso, inebriata dall’odore dell’inchiostro. Il profumo delle possibilità.
Il secondo in realtà è solo un passaggio che però mi ha conquistata ed è quello che rappresenta il nostro primo incontro – ed anche quello di Hannah - con Robert, in biblioteca, mentre si incanta ad osservare un quadro di Picasso.
Alla fine il suo sguardo si fermò su un dipinto. Una figura nera su fondo blu: una donna accovacciata che dava le spalle all’osservatore. Il quadro era quasi nascosto nella parete più lontana della biblioteca. fra due panciuti vasi cinesi, bianchi e azzurri.
Si avvicinò al dipinto per osservarlo meglio. […]
“Dire così tanto con così poco”, mormorò invece il giovane dopo qualche istante.
Hannah non fece commenti anche perché le spalle del ragazzo le impedivano di vedere il quadro. Sospirò, sempre più confusa.
“È incredibile”, proseguì lui. “Non vi pare?”
Davanti a tanta impertinenza, Hannah non potè fare altro che capitolare e andò a mettersi accanto all’ospite. “Al nonno non è mai piaciuto”, disse, sforzandosi di apparire disinvolta. “Lo trova triste e indecente. Ecco perché lo tiene nascosto qui.”
“Anche voi lo trovate triste e indecente?”
Hannah guardò il quadro come se non lo avesse mai visto.
“Triste sì. Ma non indecente.”
Robbie annuì. “Un’espressione così spontanea non può mai essere indecente.”
Ma vogliamo parlare di quanto debba essere meravigliosa quella biblioteca? Non vorrei mai doverla pulire come tocca fare a Grace ma perdermi in quella quantità spropositata di libri mi piacerebbe eccome!
Tirando le somme questa prima parte mi ha lasciato addosso una voglia irrefrenabile di sapere quale sia il grande segreto che la nostra protagonista ha mantenuto per anni, insieme alla voglia di capire che ruolo avrà Marcus nella storia. Se in più aggiungiamo che proprio sul finale di questa parte mentre gli uomini di casa partono per il fronte accade qualcosa che ci lascia a bocca aperta…bè, non so proprio come ho fatto a resistere tutto questo tempo prima di andare avanti. Quindi se non vi dispiace io andrei a continuare la lettura!!!
Ci vediamo lunedì 7 novembre sul blog di Baba - Desperate Bookswife - in cui si chiacchiererà della seconda parte del libro.