martedì 31 ottobre 2017

Recensione #212 - Una lettera lunga una vita di Loredana Limone

Buongiorno lettori, come state? Dai che domani è festa, quindi oggi per molti sarà una giornata decisamente più leggera!
Ma torniamo al blog... In realtà per oggi avevo programmato da tempo una recensione, poi però ieri ho finito il libro che avevo in lettura e avevo la necessità di scriverne subito, e anche di lasciarvi subito il mio pensiero. Perchè dei libri belli bisogna parlarne, subito e tanto. Quindi eccomi qui, con il mio pensiero su questo libro che ho letto, divorato in un weekend, adorato e che resterà nel mio cuore per parecchio tempo.
Si tratta di Una lettera lunga una vita di Loredana Limone, edito da CentoAutori, che ringrazio per la copia, 242 pagine.


Sinossi: Tina vive con serenità i suoi ultimi anni di vita lontana dall'Italia e dalle sue radici. Un giorno in apparenza come gli altri, una telefonata sconvolge la sua tranquilla esistenza. Da quell'eco di una voce lontana dall'accento inconfondibile, un uomo sembra riportarla al suo passato e a suoi ricordi. L'Italia, Napoli, la sua terra, gli odori e i sapori che aveva amato da bambina e adesso credeva di aver dimenticato, riaffiorano tutti insieme all'improvviso travolgendola come un fiume in piena. Tina così decide di scrivere una lettera a quell'uomo riemerso dal suo passato ma non si tratta delle solite righe di convenevoli, ma di una lettera d'amore lunga tutta una vita.

Quante emozioni mi ha regalato questo libro... 
Una storia semplice quella che racconta, ma una storia da brividi. Assuntina è napoletana, trasferita in America dopo la guerra per seguire un marito scelto quasi per ripiego. Lascia una città distrutta dal conflitto e lo fa con il cuore a brandelli, a causa di una storia che doveva essere ma non sarà. Il suo vero amore è Mario, di cui serba segretamente il ricordo per oltre cinquant'anni. Mario diventerà il protagonista dei suoi romanzi, Mario è l'uomo che le fa battere il cuore anche al solo pensiero, che le è sempre accanto anche se solo nell'immaginazione e nei sogni, è colui che, ogni volta, sa farla innamorare come la prima volta.
Ed è proprio Tina a raccontarci il suo amore. Lo fa attraverso una lettera indirizzata a Mario. Una lettera in cui gli racconta la propria vita, in cui le confida i suoi sentimenti, in cui si apre ad una confessione verso di lui e verso Napoli, la sua città, in cui sembra ricercare se stessa.
Un libro che attraverso flashback - dalla lettera ai racconti del passato, che spaziano dal matrimonio, alle sue figlie, alla malattia della madre, agli incontri con Mario avvenuti negli anni, ciclicamente - ci permette di conoscere in poco più di duecento pagine una vita intera e un amore profondo, forse accentuato dalla mancanza, forse idelizzato perchè non vissuto e proprio per questo forse ancora più amore degli altri.
Con il suo stile ricercato, che già avevamo imparato a conoscere con la saga di Borgo Propizio, Loredana Limone ci fa partecipe dei sentimenti della protagonista, li fa vivere sulla nostra pelle, ce li fa scivolare nel cuore ed esplodere in un turbinio di emozioni che credo sia impossibile non comprendere. Impossibile non emozionarsi, impossibile non vestire i panni di Assuntina, impossibile non essere colpiti da quell'amore, da quella passione che si scatena dopo vent'anni, da quella profondità che resta dopo cinquanta.


Può un sentimento essere talmente forte da resistere al tempo, al cambiamento, alla vita che scorre inesorabile e ripresentarsi, dopo anni, più forte di prima? I più cinici diranno sicuramente di no, questa storia invece ci fa credere il contrario e ce lo fa sembrare normale, facendoci ripescare nel nostro profondo sentimenti assopiti, storie passate, persone accantonate negli anni ma, lo sappiamo, sempre presenti nel nostro cuore. E non parlo necessariamente di amori, parlo anche di amicizie, di storie familiari, di emozioni che, basta un niente, e riaffiorano prepotentemente affacciandosi alle nostre vite, dandoci la sensazione che il tempo non sia passato mai.
In un contesto storico particolare, in cui la guerra portava in Italia moltissimi americani, e in cui invece si portava via moltissimi italiani per farli combattere in suolo straniero, le culture si intrecciavano ed il sogno di una vita lontana si faceva più concreto e spesso abbagliante. Lo ha fatto con moltissime donne che, l'autrice ce lo racconta bene, in quegli anni diventavano spose di guerra e lasciavano il nostro paese, e i paesi di tutta Europa, al seguito di mariti che spesso si rivelavano non proprio mansueti, trasformando il sogno americano in un incubo. Non è questo il caso di Tina, il cui marito non ha occhi che per lei ma, nonostante tutto, non sa scalfire il ricordo di una vita che sarebbe potuta essere ma non è, di un'amore che avrebbe potuto vivere e invece no. Perchè la propria terra d'origine resta dentro come un macigno e, per quanto si possa scappare, richiama sempre a se, proprio come un amore non vissuto.
Una libro che parla di mancanze, di vuoti, di sofferenza ma anche di gioia pura, di vita vera, di sentimenti che forse sarebbe giusto vivere, di anime legate, di attimi rubati e lo fa con una maestranza tale di parole che le parole diventano emozioni, le descrizioni diventano immagini, i sentimenti diventano lacerazioni al cuore. E lo fa senza mai esagerare, senza mai rendere il tutto troppo costruito, come se le parole ricercate utilizzate fossero l'unico modo per poter descrivere tali, profondi, veri e sentiti sentimenti.
Un ottimo lavoro quello di Loredana che, con il coraggio di discostarsi totalmente da Borgo Propizio, lascia ai lettori una parte nuova di se, quella in cui ci mette tutto il cuore e tutte le sue emozioni che, lo dice alla fine, sono le sue e sono vere! Beh, Loredana, in realtà non ci sarebbe neanche stato bisogno della precisazione, visto che si percepisce in modo chiaro come quelle siano emozioni provate e non solo narrate!
Un libro che consiglio a chi ama sognare anche l'impossibile, a chi crede nei sentimenti veri, puri, a chi non si limita al lato superficiale delle cose e soprattutto a chi non è solito giudicare e puntare il dito perchè solo lasciandosi trasportare dalle emozioni si potrà capire a pieno questa storia, giusta o sbagliata che sia!!!

VOTO: 



lunedì 30 ottobre 2017

Leggendo SerialMente - Gruppo di Lettura #4 - La saga dei Cazalet - Il tempo dell'attesa - Tappa 4


Buongiorno carissimi, come state? Eccoci di nuovo qui con una nuova tappa del gruppo di lettura. Il tempo sta letteralmente volando o sembra solo a me? Siamo già alla seconda parte del libro Il tempo dell'attesa, secondo volume de La saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard edito da Fazi.
Vi ricordo che chiunque può partecipare iscrivendosi in qualunque momento. Inoltre potete commentare con noi le varie tappe anche se non partecipate al GDL ma se avete già letto i libri, l'importante è seguire la suddivisione che abbiamo fatto senza fare spoiler sulle parti successive. 
Per chi invece partecipa anche alla challenge organizzata da me e Desperate Bookswife, le regole sono diverse:
- Se commenterete tutte le tappe (avete tempo per rimettervi in pari entro la fine del libro in corso) otterrete 5 punti.
- Se commenterete un solo libro otterrete 1 punto, due libri 2 punti, tre libri 3 punti. Prima di entrare nel vivo vi lascio il riepilogo delle tappe.


GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA

30 settembre 2017 - Desperate Bookswife: discuscussione da pag. 0 a pag. 266 (ovvero tutta la parte prima). - Link qui
10 ottobre 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 269 a pag. 604 (ovvero fino alla fine del libro). - Link qui
IL TEMPO DELL'ATTESA

20 ottobre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 288, (fino a "La famiglia autunno - inverno 1949" escluso). Link qui -
30 ottobre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 289 a pag. 638 (ovvero fino alla fine del libro).

CONFUSIONE

10 novembre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 318, (ovvero parte prima + seconda).
20 novembre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 321 a pag. 526 (ovvero fino alla fine del libro). 
ALLONTANARSI

30 novembre 2017 - Desperate Bookswife: commenteremo da pag 13 a pag 278 ( prima parte)
10 dicembre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 281 a pag. 501 (seconda + terza parte).
20 dicembre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag 505 fino a pag. 669 ( fino alla fine del romanzo).






ATTENZIONE SPOILER!!!


Nella parte precedente avevamo concluso la lettura con la guerra che si faceva sempre più vicina e pericolosa, tanto da rivoluzionare le camere da letto per permettere a tutti i componenti delle famiglie Cazalet di dormire sotto lo stesso tetto. 
Rupert era ancora disperso e, mentre Clary nutriva ancora delle speranze di vederlo tornare vivo, Zoe pareva essersi rassegnata al peggio.
L'avvenimento che però ci ha lasciato con il fiato sospeso è scoprire di una probabile malattia di Sybil con cui si concludeva proprio il capitolo.

Ma passiamo alla parte appena letta, una parte corposa con più di trecento pagine che ci hanno accompagnato nei dieci giorni di lettura. Se siete arrivati fin qui vi dico già: BRAVI!
La guerra è nel pieno svolgimento e la famiglia non può far altro che assistere all'avvicinarsi del pericolo. Oltre a bombardare il molo di Londra in cui giacevano le riserve di legna dell'attività dei Cazalet, i caccia si fanno sempre più vicini e mettono in pericolo anche le vite degli abitanti del Sussex.
All'inizio di questa parte l'autrice ci fa una carrellata sulla maggior parte dei protagonisti, dedicando alla famiglia un intero capitolo, per poi soffermarsi, come aveva già fatto in precedenza, sulle tre ragazze - Louise, Clary e Polly, che già avevamo imparato a conoscere meglio nelle pagine passate - e tornare, infine, a chiudere il libro ancora parlando della famiglia.
Ma cosa succede di importante nelle pagine lette? Moltissime cose... Un anno intero di vita in cui i personaggi si evolvono e la vita scorre in modo lento ed inesorabile.
Troviamo Sybil in ospedale a causa della recente asportazione di due tumori  - uno dei quali maligni -, Rachel spesso a Londra per lavorare nell'azienda di famiglia, Louise alla scuola di recitazione ad assaporare le prime ventate di libertà nonostante il periodo di guerra e Zoe alle prese con il suo nuovo ruolo di mamma e di aiutante dei soldati feriti.
Due degli uomini della famiglia sono sempre lontani: Rupert di cui ormai sembrano essersi perse definitivamente le tracce ed Edward che invece di tracce ne lascia fin troppe negli alberghi che, nonostante il conflitto, continua a frequentare con le sue giovani amanti e negli uteri delle stesse (prima della fine del libro scopriamo infatti che ha messo incinta Diana). Se ormai - dimenticato il primo approccio con Louise - era quasi diventato ai miei occhi una figura un po' goliardica posso dire che questa volta con il tentativo di violentare la figlia - perchè di questo si tratta - ha veramente toccato il fondo e spero con tutto il cuore che in guerra ci lasci la pelle!!!
Ma povera Louise! Come biasimarla se poi non sa capire se provi amore per Michael Hadleigh, il maturo e apparentemente romantico pittore, o per Jay, il piacione e un po' farfallone attore?
Archiviato il piacione che evidentemente la usava solo per una palpatina ogni tanto, la ragazza sembra attaccarsi sempre di più a Michael, tanto da farlo addiritture soggiornare per un weekend in famiglia e da essere disposta anche ad andarci a letto. Per fortuna lui sembra avere più sale in zucca di lei, almeno questa volta, e sembra essere veramente innamorato tanto da essere disposto ad aspettare un aventuale matrimonio. Secondo voi si sposeranno prima o poi? Io spero di no perchè Louise mi sembra si stia solo accontentando... La figura di questa ragazza mi fa molta tenerezza. Il suo rapporto praticamente inesistente con la famiglia - se non per gli approcci sessuali del padre e il disprezzo che ottiene sempre da parte della madre, ignara di tutto - credo abbia segnato in modo indelebile la sua esistenza. La sua voglia di ribellione sognando un lavoro come l'attrice, il suo interrogarsi spesso su cosa sia l'amore, l'utilizzo di abiti che a quei tempi non erano ritenuti consoni per una donna, credo siano la prova lampante della sua sofferenza e della sua voglia di riscatto.
Clary è ancora in un limbo, ha perso la voglia di scrivere e vive perennemente in attesa del ritorno del padre, nella convinzione che sia vivo e in qualche missione segreta per i francesi; mai titolo di questo volume poteva essere più azzeccato, per tutti, ma soprattutto per lei.
Polly sembra aver trovato un po' di pace facendo opere buone per gli altri anche se la malattia di Sybil incombe sulla sua vita e, se inizialmente non se ne rende conto, con lo scorrere delle pagine ne prende piena consapevolezza.
Con lo scorrere delle pagine assistiamo alla morte della madre di Villy e Jessica, alla morte di Flo - una delle vecchie zie dei Cazalet - e scopriamo che Angela, la figlia di Jessica è incinta e che il padre del bambino è un uomo sposato, ma scopriamo anche che quel bambino non nascerà mai, perchè Angela sarà obbligata ad abortire.
Villy è innamorata di Lorenzo e non lo nasconde - almeno a noi lettori! - ma l'autrice ci fa presto capire che probabilmente Lorenzo è anche l'amante di Jessica. A volte mi verrebbe proprio di prendere Villy per le spalle e darli un bello scossone... chissà che magari prima o poi riesca ad aprire gli occhi verso quello che accade attorno a sè. A questo punto mi verrebbe anche da dire che si merita il trattamento che riceve.
Per i figli maschi della famiglia la vita scorre più o meno come sempre, tra collegio e vacanze estive, in attesa di poter avere l'età per arruolarsi, come se il poterlo fare possa essere un premio.
Solo con Christopher l'autrice si accanisce, facendolo imprigionare dalla polizia militare perchè scambiato per disertore e lasciandolo poi con un trauma che, per un ragazzo con la sua sensibilità e contro la guerra, è veramente devastante. Chissà se il piccolo cagnolino Oliver riuscirà a farlo tornare quello di prima...
Le ultime pagine di questo volume ci riservano un bel po' di avvenimenti: Sybil sembra stare meglio e pensa di poter guarire mentre Hugh è consapevole che sia solo una fase di remissione; Rupert dà notizie di sè alla famiglia attraverso Pipette, un amico che con lui si è nascosto dai tedeschi in Francia e la speranza si riaccende anche in chi ormai era certo della sua morte, Christopher pensa seriamente di potersi arruolare cambiando il suo pensiero che lo aveva accompagnato per anni; Archie il vecchio amico di famiglia, un tempo spasimante respinto di Rachel, scopre il suo amore verso Clary.
Insomma non c'è un momento di pace nella casa dei Cazalet, che oltre che con la guerra devono anche fare i conti con la vita che, nonostante tutto e anche se in maniera molto lenta, scorre.
Mi sono dilungata moltissimo, e me ne scuserete, ma questa parte era davvero ricca di avvenimenti e non mi andava di lasciarne da parte nessuno anche se, nonostante tutto, qualcosa avrò sicuramente dimenticato!
Ora lascio la parola a voi, date sfogo ai vostri pensieri.

Vi ricordo che l'appuntamento con il nuovo post sarà sul blog Desperate Bookswife il 10 novembre 2017 con il commento da pag. 0 a pag. 318, (ovvero parte prima + seconda) di Confusione, terzo volume della saga.

venerdì 27 ottobre 2017

If I say... #13 - Bosco

Buooooongiorno readers, come va? Io non so più come vestirmi... la mattina esco di casa con sette gradi ed il pomeriggio esco dall'ufficio con venticinque. Anche il vestirsi a cipolla non è più una soluzione visto che comunque siamo in quel periodo in cui, all'interno fa freddissimo anche se fuori sembra estate. Arghhhhhhhhhhhhh!!!
Ma torniamo ai libri, che con loro si va sempre sul sicuro. Oggi torna If I say in collaborazione con Baba  Desperate Bookswife . Come funziona? È semplicemente un'associazione di idee; partendo da una parola che scegliete voi attraverso un sondaggio, io e Baba vi diciamo i libri che ci vengono in mente. Per la puntata di oggi la parola scelta è: BOSCO.

Ecco, lo so, con bosco sarebbe naturale pensare a foglie, alberi, autunno... e invece io sono talmente tanto rimasta folgorata da un libro letto recentemente che appena ho pensato a questa parola ho pensato all'autrice quindi dico: Ci vediamo un giorno di questi di Federica Bosco edito da Garanti. Un libro che se non avete letto dovete rimediare subito! Un libro meraviglioso che fa emozionare nel profondo, adatto a qualsiasi tipo di lettore!!! Recensione qui.



Voglio però anche rimanere sul classico e pensare alle foglie e ai boschi quindi come secondo libro dico Dentro soffia il vento di Francesca Diotallevi edito da Neri Pozza, in cui la protagonista, Fiamma, abita appunto in un capanno nel bosco. Altro libro super consigliato. Recensione qui.
 

E anche per oggi è tutto! Ricordatevi di scegliere la prossima parola qui sotto prima di correre a vedere le associazioni di  Baba . Ovviamente siamo anche curiosissime di sapere le vostre associazioni quindi, se vi va, ditecele nei commenti!


lunedì 23 ottobre 2017

SCATTA LA FOTO E VINCI - #lamoremichiededite

Buongiorno lettori carissimi, come state? Io riemersa da un weekend impegnativo come presidente ai seggi del referendum lombardo. Direi che questa giornata a casa di riposo me la sono ampiamente meritata!
Ma ora sono qui per un evento particolare che spero possa piacervi... Pronti a sapere di cosa si tratta?


Come sapete oggi esce il nuovo libro di Lucrezia Scali, ve ne avevo già parlato ma voglio rinfrescarvi la memoria

Titolo: L'amore mi chiede di te
Autore: Lucrezia Scali
Genere:
Romance
Pagine: 320
Costo: 10.00 €
Pubblicazione: 23 ottobre 2017 - Newton Compton

Descrizione: Roccamonte è una cittadina dove non succede mai molto. Fa notizia persino l’apertura di una strana tisaneria: a gestirla è Selva, una ragazza che arriva da fuori, che sin da piccola è stata considerata un po’ strana, poco incline a giocare con le bambole a differenza delle sue coetanee. Selva, però, ha un dono particolare: è brava ad aiutare chi è in difficoltà. Per ogni problema, ha pronto un rimedio a base di erbe. Enea è il sindaco di Roccamonte: disponibilissimo con i concittadini, gentile e cordiale. Eppure assolutamente restio alle relazioni sentimentali, a maggior ragione con Selva, con la quale non sembra avere proprio nulla in comune. Ma nonostante si ripeta che deve starle lontano, Enea non può negare, almeno a se stesso, di esserne attratto. Quando finalmente tra i due sta per nascere qualcosa ed Enea pare deciso a lasciarsi un po’ andare, in paese arriva la donna con cui ha avuto una storia. E che gli ha spezzato il cuore.




In collaborazione con Baba Desperate Bookswife e Lucrezia Scali abbiamo pensato di indire un contest fotografico per mettere alla prova la vostra fantasia, che abbia come protagonista proprio il libro di Lucrezia.
In cosa consiste?
Da oggi 23 ottobre a fino al 23 novembre vi basterà scattare una foto che contenga la copia del romanzo L’amore mi chiede di te, cercando di dare sfogo alla vostra creatività e perché no… potete anche proporre una rivisitazione della copertina. Magari sarete addirittura capaci di convincere la vostra metà, ma sono sicura che anche da sole saprete stupirci.
I vincitori saranno tre (uno per blog) e saranno scelti da ognuna di noi, a nostro insindacabile giudizio ed esclusivamente in base al nostro gusto personale, tra tutti quelli che avranno postato la loro foto con l'hashtag corrispondente e ovviamente avranno seguito le regole che vi spiegherò a breve.
In palio un bellissimo set di tazze come questo:



Regole per partecipare:
  • Condividere lo scatto su facebook o instagram con l’hashtag #lamoremichiededite e commentare di voler partecipare al contest
Ora non vi resta che prendre in mano la vostra copia del libro - se non lo avete correte a comprarlo - e scatenarvi sui social!


venerdì 20 ottobre 2017

Letture con Marina #23

Buongiorno lettori! Finalmente è venerdì!!! Io non avrò un weekend particolarmente rilassante visto che sarò presidente di seggio al referendum per l'autonomia della Lombardia, ma visto che questa settimana è stata durissima sono felice che sia finita! Ma la smetto di tediarmi con i fatti miei e vi lascio con Marina e con la sua rubrica Letture con Marina.

 
“Dopo sei anni di silenzio, David Leavitt torna con un romanzo esplosivo e lirico: una storia sul potere della manipolazione, sui modi in cui le persone possono cambiare in circostanze eccezionali e non essere più le stesse. La fotografia di un continente alla vigilia del disastro”.
Titolo: I due Hotel Francfort
Autore: David Leavitt  
Casa editrice: Mondadori
Traduzione: D. Vezzoli
Pagine: 247
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2015

Sinossi: Julia e Pete Winters sono americani molto per bene e a Parigi hanno cercato una fuga dalla loro ordinaria vita matrimoniale, Edward e Iris Freleng sono eleganti, ricchi con noncuranza, due bohémien che hanno girato la costa francese sperando fino all'ultimo di non doverla lasciare. Invece il giugno del 1940 li sorprende tutti e quattro bloccati nell'atmosfera precaria, al tempo stesso seducente e trasandata, del neutrale porto di Lisbona. Dai confini di molte nazioni ormai risuonano i colpi di mortaio, ma loro aspettano senza troppa ansia l'arrivo della nave SS Manhattan che li porterà in salvo a New York, non del tutto convinti di voler rimpatriare. Si conoscono al Café Suica ed è subito evidente una tensione tra loro: entrambe le coppie nascondono un segreto che senza essere esibito le lega insieme fin dal primo istante, entrambe le coppie sono tormentate dalle convenzioni sociali e sessuali dell'epoca. Come l'Europa fatica a tenere in vita gli ultimi equilibri e affonda inesorabilmente nella guerra, così anche la stabilità dei Winters e dei Freleng comincia a cedere...

RECENSIONE:

Curioso come siamo bombardati da coincidenze, che a volerle leggere in modo “new-age”… Le coincidenze sono il mancato incontro con l’autore di questo libro durante il Festival Letterario PordenoneLegge dello scorso mese, il nome dell’Uragano (avrei voluto chiamare mia figlia Ophelia) ed infine il Portogallo, nazione che da tanto vorrei visitare, protagonista in questi ultimi giorni per gli incendi furiosi e regina indiscussa dell’ultimo romanzo di David Leavitt. Lo dico con tutto il rispetto che merita questa ennesima tragedia che sta avvenendo in Portogallo: roghi mortali alimentati dai forti venti dell’Uragano Ophelia, aiutati in questo anche da temperature anomale per la stagione e dalla siccità.                                                          
Questa volta invertendo le regole peraltro non scritte per una recensione chiara e che faccia capire esattamente al lettore di cosa si sta parlando, preciso subito che il romanzo, il primo che leggo di David Leavitt, mi è piaciuto e non per uno solo, ma per una serie di motivi. Anche e forse soprattutto perché ho potuto sposare il punto di vista di Pete Winters e rimanere al contempo spettatrice non coinvolta. Anche e soprattutto perché sono lettrice, laddove lui è protagonista maschile.

Ho parlato di Portogallo regina del romanzo, anche se avrei dovuto precisare che in realtà è proprio Lisbona a farci vagabondare per le sue strade – e poche altre cittadine o località adiacenti. Si parla invero anche di Stati Uniti, Francia e Spagna. Ma gli Stati Uniti sembrano quasi il ritratto fattoci da Edith Wharton o Henry James di un’America schietta, sicura di sé ma intrappolata nelle puritane convenzioni sociali. Paese nel quale nessuno dei nostri quattro protagonisti vorrebbero ritornare. Mentre le città europee sopra citate sono quasi mete di passaggio: ebbene sì, anche Parigi dove i protagonisti hanno vissuto, sembra essere propedeutica per il viaggio intrapreso per raggiungere “la fine dell’Europa, il confine estremo dell’Occidente”, come ci ricorda Pete Winters, voce narrante del romanzo. Ma con ordine, prego.

Ascisse ed ordinate, questo viene in mente leggendo I due Hotel Francfort, dall’incrocio delle quali abbiamo le vite che si dipanano in questa Fine del Mondo. Siamo nel 1940, i cannoni iniziano a farsi sentire in Europa, forieri di un orrore ancora per molti inimmaginabile e tutto il Bel Mondo cerca scampo viaggiando rocambolescamente, più o meno, verso Lisbona, unico porto europeo che permette la fuga su navi inviate dagli Stati Uniti per far rimpatriare i propri cittadini. La scoperta della città di Lisbona rappresenta la nostra ascissa insieme ai diversi ascensori, elevatori, ponti, etc… Un percorso orizzontale, una città, mondo, bolla – isolata dal resto delle altre grandi capitali europee, forse proprio perché così ai confini del mondo. Un mondo interrotto, una sorta di sospensione temporale che permette a Pete Winters ed al suo nuovo e casuale amico Edward, così come a tante altre persone, di scoprire Lisbona. Mentre l’ordinata, permettetemi il gioco nel significato dei termini, è la visione di questo mondo attraverso gli occhiali di Pete, rotti casualmente da Edward. Una visione distorta della realtà storica e finanche sociale. Avremo infatti bisogno di una donna, una dottoressa, per riuscire ad indossare nuovamente degli occhiali con le lenti a fuoco, verso la fine del romanzo, che ci permetteranno di avere la giusta prospettiva del luogo e del tempo nel quale ci troviamo a viaggiare.
 
Insieme ai protagonisti, una serie di personaggi – altro divertissement, chiedo venia – proprio al di fuori del mondo: donne di mezza età che indossano tutti i propri gioielli ogni volta che escono, la vita che prosegue tra danze, cocktails e feste che ci fanno intravedere il bel mondo dorato, come se al di fuori di questo non esistesse ancora l’orrore della guerra, o della povertà, o della dittatura… Un mondo che si vede attraverso la lente di una persona miope, Pete, un mondo po’ sgranato e sicuramente sdoppiato, un po’ come i due Hotel Francfort (presenti entrambi a Lisbona), in cui alloggiano le nostre coppie protagoniste: Edward e Iris, Pete e Julia.

La cosa che mi ha ulteriormente intrigata a posteriori, è stato lo scoprire un’ulteriore chiave di lettura per questo romanzo che potremmo anche definire storico, di cui naturalmente non divulgherò altro per non rovinare la sorpresa finale ai lettori.

Che grandiose figure di donne, le compagne di Pete e Edward, non sempre positive, ma sicuramente potenti (non nel senso del denaro o di incarichi).

Quante cose di cui parlare e di cui questo romanzo ci offre lo spunto. Dal dittatore portoghese del tempo, Salazar – ai costumi dell’epoca: fenomenale la dissertazione dei due uomini sulla biancheria intima delle relativi consorti. Chissà perché mi immaginavo che tutte le signore del bel mondo indossassero seta, mentre invece scopro del grossolano cotone a ricoprire le terga di giunoniche signore del bon-ton, invero più madri angosciate che amanti… c’est la vie!

Troppo, veramente troppo da dire su questo romanzo per poter sperare di essere brevi ed allo stesso tempo esaustivi ma non rivelatori. Un romanzo che si apre a mille considerazioni, scenari e rapporti interpersonali e che, una volta letta l’ultima pagina, ti attira nuovamente a sé con dettagli e curiosità da ricercare, sia a livello storico che di costume. E per ripercorrere a ritroso il romanzo nel romanzo, come se uno fosse lo specchio dell’altro, come se le porte girevoli attraverso cui passano le due coppie, potessero essere un momento nel quale si cristallizza la vita, o la scelta di vita di ciascuno di noi, prima che il movimento stesso, ininterrotto, ci porti nuovamente fuori nella vita in corsa.

A presto,
                             

mercoledì 18 ottobre 2017

Coming soon #26 - L'abbandonatrice di Stefano Bonazzi

Buongiorno lettori! Scusate l'assenza ma sono alle prese con periodi difficili e poca voglia di fare. Oggi però non potevo non segnalarvi una prossima uscita che ho scoperto ieri bazzicando su facebook.
Ma devo fare una premessa...
Era il 2014 ed un giovane autore emergente pubblicava il suo primo lavoro con Newton Compton e me lo proponeva via mail. Il giovane autore è Stefano Bonazzi ed il suo libro era A bocca chiusa  - recensione qui. Avevo adorato quel libro e lo stile di Stefano che mi ricordava molto quello di Lorenza Ghinelli, altra autrice che amo moltissimo.
Nel frattempo Stefano ha scritto altre cose - qui tutte le pubblicazioni cui ha partecipato! - ed ha continuato il suo lavoro di Artista, un artista con la A maiuscola e se non ci credete guardate i suoi meravigliosi lavori qui.
Io ho continuato a seguirlo, deliziandomi con le sue opere artistiche ed aspettando un nuovo libro. Capite bene che ieri quando attraverso il suo profilo ho scoperto che a brevissimo ne sarà pubblicato uno ho esultato ed oggi non potevo non essere qui a condividere con voi la mia felicità.
Quindi smetto di dilungarmi e vi lascio tutte le notizie necessarie per segnarvi questa uscita!!!
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Titolo: L'abbandonatrice
Autore: Stefano Bonazzi
Genere:
Narrativa
Pagine: 208
Costo: 15.00
Pubblicazione: 09 novembre 2017 - Fernandel

Descrizione: Durante l’inaugurazione della sua prima mostra fotografica, Davide riceve una chiamata: Sofia, l’amica di cui aveva perso le tracce anni prima, si è tolta la vita.
Al funerale, Davide conoscerà Diamante, figlio di Sofia. Un sedicenne scontroso e instabile che insieme al dolore si porta appresso un fardello di domande: che relazione c’era tra Davide e Sofia? Perché sua madre è scappata dall’Italia troncando ogni rapporto con amici e famigliari? Perché il suicidio?
Tornato a Bologna insieme a Diamante, Davide si ritroverà a vivere una complicata convivenza a tre che coinvolge anche Oscar, il suo compagno, e grazie alla quale riemergerà la storia di Sofia, colei che lascia per paura di essere lasciata: una storia di abbandoni e di fughe, di silenzi e di madri dai comportamenti irrazionali e inspiegabili.

L’abbandonatrice è un romanzo che racconta gli attacchi di panico e la droga, l’adolescenza e il disagio. Un romanzo sulle responsabilità che ogni scelta comporta e sulla difficoltà ad accettarne le conseguenze, a qualunque età, qualunque ruolo la vita ci abbia riservato
.

Incipit:
Sull’altro lato della strada, fra la pista ciclabile e le macchine parcheggiate, c’è un piccione riverso. Dev’essere appena successo, è difficile che resti qualcosa sull’asfalto dopo i lavaggi del mattino.
Biciclette, piedi e ruote non l’hanno ancora travolto. Ha un aspetto integro. Non fosse per quel liquido che gli esce dall’occhio, si potrebbe pensare che stia semplicemente dormendo.
Il telefono vibra nella tasca. «Sono Davide Miriani», dico.
Dovrei esordire con il mio nome d’arte, almeno oggi...
«Ciao Davide, mi chiamo Ilaria».
«...Ilaria?»
«Non ci conosciamo. Sono un’amica di Sofia».
Sofia.
È come lo scoppio di un petardo vicino ai timpani. Ora sono sordo.
È come un flash sulla retina. Ora sono cieco.
«Sofia». Neanche me ne accorgo che sto ripetendo il tuo nome.
«Sì. Noi non ci conosciamo e... ecco, non c’è un modo per dirlo, cioè... è sempre un casino... non so nemmeno se sono la persona giusta, io. Il fatto è che... Sofia... Sofia è...»
Ilaria resta in silenzio, la sento inspirare piano, dev’essersi portata una mano alla bocca per trattenere qualcosa. All’improvviso mi rendo conto di non essere il primo a udire quei sospiri e capisco cosa sta cercando di dirmi. La parola. Quella parola.
«Morta».
«Sì. Si è suicidata. Ieri».
Suicidata.
Prima la notizia è come una sberla in pieno volto, che poi si fa strada verso il basso, verso lo stomaco. Si concentra lì, vicino alle cose sepolte. Dita che premono, si fanno strada tra i muscoli, lacerano la mucosa, scavano, allargano...
Fai un lungo respiro. Te l’ha insegnato lei.


Stefano Bonazzi è nato a Ferrara nel 1983. Di professione webmaster e grafico pubblicitario, realizza composizioni e fotografie ispirate al mondo dell’arte surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Miami, Seul, Monaco. Nel 2014 ha pubblicato per l'editore Newton Compton il suo primo romanzo, A bocca chiusa.
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Lo voglio e lo voglio leggere al più presto! Poche righe quelle che ho deciso di trascrivere - ma se andate qui potrete leggere qualcosina in più! - poche righe che, proprio come scrive Stefano si fanno strada verso lo stomaco o, almeno, questo è l'effetto che hanno su di me. Un tema che amo e un autore che sono sicura che lo saprà rendere al meglio! Se un pochino vi fidate di me segnatevi questa data e leggete questo libro ma anche A bocca chiusa, l'esordio di Stefano.


giovedì 12 ottobre 2017

Recensione #211 - La figlia maschio di Patrizia Rinaldi

Ciao carissimi, come state? Io trascinata dagli eventi... mille cose da fare, mille cose a cui pensare, mille pensieri. In tutto questo cerco quanto più possibile di leggere e star dietro al blog anche se non è facile.
Intanto sono qui per lasciarvi il mio pensiero sul libro La figlia maschio di Patrizia Rinaldi, edito da edizioni e/o, che ringrazio per la copia, 176 pagine.

Sinossi: La storia di un viaggio in Cina, verso la fine degli anni Novanta, che spoglia e cambia quattro esistenze raccontate da quattro voci narranti.
Quattro punti di vista e i loro linguaggi particolarmente convincenti ci portano nelle tempeste degli amori, nei tradimenti, negli stermini aiutati dai dogmi ideologici, nei cambiamenti inattesi, negli imprevisti di ogni esistenza.
Una vacanza in apparenza convenzionale cambia la vita di quattro persone. Al ritorno da un viaggio in Cina, Marino, un imprenditore criminale, tornerà con un bottino che per lui somiglia all’amore. Sua moglie Felicita non riuscirà più a restare nella noia e nelle menzogne, analizzerà con cinismo il suo matrimonio bianco e con la risorsa dell’autoironia sceglierà di dirsi quello che è diventata, quello che non vuole essere più. Sergio, un inetto e affascinante dipendente dell’imprenditore criminale, scoprirà di saper combattere per quello che riconosce come il suo ultimo amore di carne e mistero. Una ragazza cinese senza identità, che non è stata dichiarata al momento della nascita come circa venticinque milioni di neonate connazionali, sceglierà di non essere più vittima della politica del figlio unico e di molto altro: da martire diventerà predatrice e userà senza pudore il corpo, le culture, la determinazione e qualsiasi altra avventura per salvarsi la vita. 
Un romanzo particolare questo, in cui un viaggio in Cina si rivela il vero protagonista della lettura, quello da cui ogni pensiero scaturisce ed ogni azione si compie.
Marino - un imprenditore pieno di sè e senza scrupoli -, Felicita - sua moglie -, Sergio - un dipendente di Marino - ed Anna - moglie di Sergio, sono i viaggiatori. 
Gli equilibri tra le due coppie non sono, già in partenza, dei migliori. Anna ha intenzione di riflettere sul suo rapporto e di decidere se è il caso di tenerlo in piedi. Sergio fa, come sempre, da galoppino a Marino. Marino si comporta come sempre da arrogante, credendo che i suoi soldi possano comprare tutto e tutti. Felicita è in balia degli eventi, sposata ad un uomo che non l'ha mai veramente apprezzata.
E poi c'è Na, che in Cina ci è nata, ma che in Cina uffialmente non esiste e la cui storia non è neanche lontanamente paragonabile a nessuna delle altre.
Ad ognuno di questi personaggi - tranne ad Anna - l'autrice assegna il compito di narratori che in prima persona, ognuno in un capitolo dedicato, più che parlarci dei fatti, fanno un percorso interiore, analizzando la propria vita precedente e successiva al viaggio. Come se fosse una scomposizione di una storia che ci viene solo accannata negli avvenimenti ma che viene sviscerata attraverso sentimenti, riflessioni ed equilibri ma soprattutto attraverso occhi ed atteggiamenti diversi. 
Tra tutti, il punto di vista di Sergio è quello che mi è piaciuto di più e che mi ha particolarmente emozionato.
Un libro che affronta temi importanti e lo fa con uno stile molto ricercato nella sua semplicità, poetico nell'intenzione ma allo stesso tempo crudo e diretto. Un romanzo capace di farci riflettere su quanto il singolo individuo sia essenziale, su quanto una stessa storia possa apparire diversa ed essere vissuta in modo differente in base al bagaglio di vita dei diversi attori che la vivono.
È quasi come se ognuno di loro avesse in realtà fatto un viaggio differente perchè il proprio io emerge e fa mutare le situazione. Quasi come un gioco di ruolo dove però i ruoli si intrecciano e si scambiano a seconda della necessità. Perchè in fondo tutto è apparenza, e la vita è piena di discorsi non detti, di istanti rubati, di scelte sbagliate fatte per caso o per convenienza. Ed ogni luogo può essere casa ma anche inferno, ogni amore può essere passione ma anche finzione, ogni istante può essere perfezione oppure solo una cicatrice in più, a seconda di chi siamo, a seconda di come viviamo. Tutto ed il contrario di tutto senza che ci sia necessariamente giusto o sbagliato.
Un libro difficile da raccontare se non in questi termini ma che saprà conquistarvi se non avete bisogno a tutti i costi di una storia definita e lineare.

VOTO: 


martedì 10 ottobre 2017

Leggendo SerialMente - Gruppo di lettura #4 - La saga dei Cazalet - Gli anni della leggerezza - Tappa 2


Buongiorno carissimi, come state? Siete pronti per spoilerare con noi sulla seconda parte del libro Gli anni della leggerezza, primo volume de La saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard edito da Fazi? Ultimo gruppo seriale dell'anno e forse anche il più impegnativo sia come tipi di libri scelti che come numero totale di pagine. Confidiamo in voi e nella vostra partecipazione ancora per una volta.
Vi ricordo che chiunque può partecipare iscrivendosi in qualunque momento. Inoltre potete commentare con noi le varie tappe anche se non partecipate al GDL ma se avete già letto i libri, l'importante è seguire la suddivisione che abbiamo fatto senza fare spoiler sulle parti successive. 
Per chi invece partecipa anche alla challenge organizzata da me e Desperate Bookswife, le regole sono diverse:
- Se commenterete tutte le tappe (avete tempo per rimettervi in pari entro la fine del libro in corso) otterrete 5 punti.
- Se commenterete un solo libro otterrete 1 punto, due libri 2 punti, tre libri 3 punti. Prima di entrare nel vivo vi lascio il riepilogo delle tappe.


GLI ANNI DELLA LEGGEREZZA

30 settembre 2017 - Desperate Bookswife: discuscussione da pag. 0 a pag. 266 (ovvero tutta la parte prima). - Link qui
10 ottobre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 269 a pag. 604 (ovvero fino alla fine del libro).
IL TEMPO DELL'ATTESA

20 ottobre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 288, (fino a "La famiglia autunno - inverno 1949" escluso).
30 ottobre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 289 a pag. 638 (ovvero fino alla fine del libro).

CONFUSIONE

10 novembre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 0 a pag. 318, (ovvero parte prima + seconda).
20 novembre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 321 a pag. 526 (ovvero fino alla fine del libro). 
ALLONTANARSI

30 novembre 2017 - Desperate Bookswife: commenteremo da pag 13 a pag 278 ( prima parte)
10 dicembre 2017 - Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 281 a pag. 501 (seconda + terza parte).
20 dicembre 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag 505 fino a pag. 669 ( fino alla fine del romanzo).






ATTENZIONE SPOILER!!!


Avevamo lasciato la famiglia Cazalet a fare i conti con un'estate in cui ognuno aveva avuto qualcosa da imparare. Ritroviamo, nella seconda parte, la stessa famiglia un anno dopo, questa volta in tarda estate sempre riunita nella casa di campagna con i mariti che fanno la spola tra Londra e il Sussex.
A differenza della parte precedente sono parecchi gli avvenimenti degni di nota in queste pagine.
Da subito ci rendiamo conto che in un solo anno sono cambiati moltissimi equilibri all'interno delle famiglie.
Polly e Louise, che nella prima parte erano grandi amiche e complici, si sono allontanate.
Louise ha già quindici anni, si sente più grande di sua cugina - nonostante i soli due anni di differenza - e soffre l'adolescenza, quell'età di mezzo in cui non si è più bambine, ma non si è neanche considerate adulte. 
Polly in compenso inizia a sentirsi più affine a Clary che dall'inverno ha iniziato a prendere lezioni con loro e che ha la sua stessa età e meno grilli per la testa.
Insomma, se Polly ha una sostituta con cui trascorrere l'estate, Louise si ritrova sola e sofferente.
Solo Edward, suo padre, sembra trattarla da donna e si concede con lei cene a due e serate di gala in cui le permette di vestirsi in un modo che Villy - la madre - considera troppo succinto.
Ecco, lasciatemi parlare di Edward  - cercherò ovviamente di usare parole consone al blog - ma quanto è viscido??? Un omuncolo che meriterebbe solo di essere evirato, così almeno magari iniziarebbe ad utilizzare il cervello.
Lo avevamo conosciuto donnaiolo e pieno di amanti ma mai mi sarei aspettata che questo suo stile di vita si riversasse pure sulla figlia, con il suo bacio con tanto di lingua la prima volta, e con la palpata al seno la seconda. E la povera Louise, che adulta e navigata non è, reagisce ovviamente come una qualsiasi ragazzina normale: resta sconcertata dai gesti del padre, inizia ad esserne terrorizzata e ad evitare di rimanere sola con lui. Ma quanto prenderei a sberle Edward!!!!!!!!!
Devo dire che quando Villy lo ha visto entrare dalla porta di casa con Diana durante la sua visita a sorpresa a Londra ho sperato che glieli desse lei due bei ceffoni... e invece niente. Fette di salame sugli occhi e via. Che nervoso!!! In più scopriamo che probabilmente il terzo figlio di Diana è proprio di Edward e Villy è incinta... un inseminatore folle sto uomo!
Due figure che mi piacciono molto sono Rachel e Sid. Anche in questa parte si incontrano appena possono, sempre nascondendo il loro amore e pensando ad un futuro che vedono difficile e lontano a causa della situazione familiare di entrambe: Rachel sempre a far da aiutante ai suoi anziani genitori e Sid tenuta in pugno da una sorella parecchio perfida. Per fortuna nessuno sospetta niente a Sid viene spesso invitata a passare l'estate nel Sussex insieme ai Cazale, proprio come succede nell'anno di cui ci viene raccontato in questa parte di libro. Mi aspetto molto da questa coppia in futuro anche perchè Sid è ebrea e noi, a differenza dei personaggi, sappiamo bene che un'altra guerra ci sarà davvero e che la vita per gli ebrei non sarà per niente semplice.
In questa seconda parte della lettura facciamo anche la conoscenza di una parte della famiglia che fino ad ora ci era ignota: Jessica, sorella di Villy, il marito Raymond e i loro quattro figli. Invitati a passare l'estate dai Cazalet, tra i quattro emergono subito Angela si innamora follemente di Rupert, tanto da pavoneggiarsi per farsi notare e da posare per lui per un ritratto, Christopher che ci viene invece presentato come un ragazzino molto pacato, con dei seri problemi di compatibilità con il padre tanto da voler scappare di casa  e Nora, che sembra trovare un'affinità particolare con Louise con cui si confidano segreti.
Il Generale Cazalet, che già sapevamo avere dei problemi, perde quasi completamente la vista e decide di proporre a Rupert di entrare in azienda. L'uomo è ovviamente combattuto tra il suo sogno di fare il pittore - che da quando è sposato con Zoe vede sempre più difficile da realizzare - ed il bisogno di una stabilità economica che il nuovo lavoro potrebbe offrigli. Proprio Zoe emerge in queste pagine intraprendendo una folle e passionale storia d'amore con il medico di sua madre durante la permanenza a casa sua perchè reduce da un problema di salute.
L'estate scorre come l'estate precedente, tra gite in spiaggia, partite di tennis, battute di caccia e giochi per passare il tempo. Unico neo - e non da poco! - che incombe sulle famiglie è il timore che una nuova guerra sia in agguato. Il primo ad avere questa preoccupazione è Hugh che guarda con timore alla figura di Hitler ed è terrorizzato per quello che ha vissuto nella guerra precedente. Con lo scorrere delle pagine alche gli altri personaggi, pian piano, iniziano ad essere timorosi e accennano spesso al problema. Il Generale compra brandine per poter ospitare tutti nel Sussex in caso di attacco; assistiamo inoltre all'acquisto di maschere antigas che mettono tutti - anche i bambini - in allarme. Nelle ultime pagine veniamo informati dell'accordo di pace firmato da Chamberlain, quindi guerra evitata, almeno per il momento. E la scampata guerra sembra portarsi dietro moltissime decisioni che i membri della famiglia prendono per prestare fede a un voto fatto.
La fine di questa parte è molto poetica, con Miss Milliment che dopo aver sotterrato gli ultimi ricordi del suo amore perduto gli dice addio declamando dei versi e dicendogli addio.
Lo stile, anche in questa seconda parte, resta quello lento e descrittivo che io adoro anche se ovviamente questo non mi permette di divorare un numero di pagine consecutive considerevole, nè di leggere nei ritagli di tempo come faccio di solito.
Le famiglie mi stanno entrando nel cuore sempre di più ed ora non vedo l'ora di leggere i prossimi volumi.
Posso fare un'appunto sulla visione del sesso da parte delle donne che emerge in questo libro?? Ora, io capisco che a quei tempi le donne non fossero aperte alla questione come magari lo siamo adesso, ma da qui a far emergere una repulsione verso il sesso da parte di tutte le donne sposate e di buona famiglia mi sembra un po' eccessivo. Ecco l'ho detto!
Ed ora lascio a voi la parola. Ditemi tutto, come vi sono sembrate queste pagine?
L'appuntamento con il nuovo post è  sul blog Desperate Bookswife il 20 ottobre 2017 con il commento da pag. 0 a pag. 288, del secondo volume della saga (fino a "La famiglia autunno - inverno 1949" escluso).

lunedì 9 ottobre 2017

Book tag - My fictional boyfriend

Buongiorno lettori! È lunedì, giorno impegnativo e difficile a prescindere, quindi ho pensato di cominciare la settimana con un post leggero e un po' diverso dal solito. Un book tag che ho visto sul blog di Sonia Il salotto del gatto libraio.
Bando alle ciance, cominciamo a parlare di uomini nei libri!

Il ragazzo più romantico


Uno dei ragazzi che mi è rimasto nel cuore è Marco, del libro Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) scritto da Chiara Parenti. Un ragazzo che non ha mai dimenticato il suo primo amore, nonostante tutto. Come non adorarlo e non fare da subito il tifo per lui?

Il ragazzo cattivo e lunatico con un lato buono 

E niente... io Luca lo amo, nonostante le sue cattiverie verso Carlotta, nonostante il suo essere donnaiolo e superficiale nei sentimenti; perchè finchè uno non ha mai conosciuto l'amore vero può essere così! E Luca è uno che quando l'amore vero lo incontra si fa travolgere!

 Il ragazzo con poteri paranormali 


In questo caso sono di parte... follemente innamorata di Edward da quando è apparso nel libro e anche da quando l'attore che lo impersona è apparso nel film. Come non restare affascinata dai suoi occhi e dalla sua prestanza fisica?
In realtà Edward potrebbe rientrare in più di una categoria ma ho cercato di essere varia!!! ;)

Il ragazzo che vuoi comandare


Miguel, uno dei protagonisti del libro Bellissimo di Massimo Cuomo è, appunto, bellissimo, sciupafemmine, grande amatore e incapace di mettere la testa a posto. Ecco, uno così sarebbe bello farlo redimere! ;)

Il ragazzo che metti nella friendzone 





Devo di nuovo ricorrere alla saga di Twilight dicendo Jacob. Carino, dolce ma più una spalla su cui piangere che un uomo con cui fare follie d'amore!

La tua anima gemella


Un solo nome mi viene in mente... Demian Sideheart, l'uomo che non si arrende, che nonostante non ricordi nulla della sua donna la sente dentro di se, rincorre la sua immagine con tutte le sue forze, la ama più di ogni altra cosa al mondo, mettendo a rischio la propria vita senza mai avere dubbi. Un uomo così è per sempre!

Il ragazzo che vorresti sposare


Senza ombra di dubbio lo scettro in questo caso va a Luke Brandon, protagonista maschile della serie I love Shopping. Se ha sopportato per anni Becky e le sue mani bucate, allora non avrebbe problemi a tenere testa alla mia passione sfrenata per l'acquisto compulsivo di libri! Hihihihihihih

Il ragazzo con cui ti avventureresti ovunque 

Definirlo ragazzo forse è un po' eccessivo ma, perdonatemi, io ho una certa età - quindi è sicuramente adatto a me - e per questa categoria dico senza dubbio il commissario Romeo Berganza, meraviglioso personaggio dei libri di Alice Basso che hanno come protagonista la ghostwriter Vani Sarca. Con lui mi sentirei sempre protetta!

Il ragazzo con cui vorresti finire su un'isola 

Anche lui non è propriamente un ragazzo. In questa categoria ci metto Frank Saponara, il proprietario della balera Il sorriso dancing club nonchè protagonista del libro Confessioni audaci di un ballerino di liscio di Paola Cereda. Con Frank non avrei il tempo di annoiarmi su un'isola perchè oltre ad essere un grande amatore mi farebbe fare dei gran bei giri di Polka!!!!

Il ragazzo più cazzuto 
 


Direi Damiano di Io che amo solo te, perchè ama Chiara ma è talmente spaventato da tutto che si comporta da cretino rischiando di perderla. Cazzuto ma alla fine carino!

E con questo è tutto! Ora aspetto i vostri abbinamenti. Se avete un blog tornate a lsciarmi il link al vostro post altrimenti potete tranquillamente approfittare dello spazio per i commenti per dirmi quali uomini dei libri hanno lasciato un segno nella vostra vita!