venerdì 29 gennaio 2021

Letture con Marina #117 - Recensione di Vite che sono la tua di Paolo di Paolo

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.



Non posso non ritenermi appagata questo mese, nonostante tutto. Almeno con le letture che mi hanno accompagnata in questo primissimo periodo dell’anno. Doppia negazione, doppia soddisfazione quindi. Volevo conoscere autori nuovi o universalmente noti ma mai letti, come pure rinverdire vecchie conoscenze, per fare una sorta di lista nella lista di curiosità da degustare durante questo anno. Volevo la Dea Woolf e volevo il Giappone e la Gran Bretagna. E beh, di tutto un po’… Quindi Vi saluto in questo stralcio di Gennaio con una lettura che è anche un conoscere un autore italiano che non ha certo bisogno di presentazioni e che mi ha fornito ancora una volta una lista, seppure porta con una gentilezza e dolcezza inusitate…


Ti
tolo: Vite che sono la tua
Autore: Paolo di Paolo
Casa editrice: Editori Laterza, 2017
Pagine: 213
 
Trama: A volte, da un romanzo, riporti anche solo una frase. Un'intuizione. Una cosa che ignoravi. A volte, anche solo una visione o un gesto. Altre volte, una storia che somiglia alla tua. Da Tom Sawyer al giovane Holden, da Jane Eyre a Raskòl'nikov e ai personaggi di Roth, la magia dei grandi libri, guide strane, insolite, spiazzanti. Leggendo possiamo vivere il non ancora vissuto e il mai vivibile, dichiararci a qualcuno con un coraggio mai avuto, percepire un dolore che somiglia al nostro o solo sapere che esiste. Perché la letteratura ci racconta. La sorpresa del crescere, le sfide, la scoperta del desiderio, l'amore, le ambizioni, le illusioni - magari perdute; la voglia di andare lontano o di tornare a casa; la paura di invecchiare e tutte le paure, ma anche tutte le speranze.
 

 
RECENSIONE: 


E’ divertente in un certo senso parlarVi di questo romanzo. Normalmente c’è una trama di base e l’autore menziona di quando in quando autori e autrici cari/e al cuore. Quindi si renderebbe necessario, nel parlarVi del romanzo, elencare gli autori, cosa che personalmente gradisco assai. Qui accade un po’ il contrario. Dalla lista dei libri riportati in 27 ordinati capitoli, l’autore ci svela la sua vita e anche un po’ la sua formazione – commista di incontri con Ninni, la musa che probabilmente gli ha dato il là nel divenire anche un lettore. La incontra la prima volta all’età di 7 anni, in una delle visite di suo padre medico alla madre di lei, malata. E Ninni si affeziona a questo “ragazzino occhialuto e a sua sorella”. E spesso, quando i due ragazzini accompagnano il padre medico nelle visite ai pazienti, lei gli regala un libro, così senza motivo, riconoscendo in lui un lettore appassionato. Ora che di anni ne ha 34, l’autore ci parla di 27 autori, in altrettanti capitoli, che ci raccontano un po’ la sua storia dai 7 ai 34 anni - e di striscio la storia di Ninni, oltre a narrarci come lui ha scoperto certa letteratura e l’influenza o il peso che questi stessi libri hanno avuto su di lui.

E quindi “Gli dei dell’Olimpo” e “Giro del mondo in 80 giorni”, e la “Storia di Roma” scritta da Montanelli e la collezione dei classici della letteratura che usciva settimanalmente in edicola. Tanto per iniziare, quando Di Paolo era ancora un ragazzetto. Per poi approdare a letture differenti con la crescita, letture che hanno permesso all’autore di maturare non solo dal punto di vista culturale, ma anche sotto l’aspetto sessuale, con Moravia, Roth (dolcissimo e tenero il racconto dell’imbarazzante ritiro del libro ai tempi del liceo, insieme ad una sua amica), Miller o con la Lady Rowena di Walter Scott, vissuta ottocento anni prima di Di Paolo, eppure ancora in grado di farsi desiderare! Letture quindi di cui parlava con i suoi coetanei e letture più “pulite”, di cui, come riporta egli stesso “era bello parlarne. Con un pudore quasi inscalfibile, quasi come da nipote a vice-nonna”.

Come Henry Miller che a sessant’anni si guarda indietro e decide di fare un elenco dei libri che per lui sono stati davvero essenziali, così anche Di Paolo decide che nel 2017 è arrivato il momento di fare questa sorta di inventario di trame, personaggi, paesaggi e connessioni con il suo vissuto e che, specifica l’autore, non è un elenco che derivi da un canone estetico o intellettuale, ma è semplicemente un elenco di affinità affettive. E quindi come già anticipato, ventisette libri come sono 27 gli anni del Di Paolo come lettore, dai quei lontani sette anni a cui fa figurativamente iniziare la sua carriera di lettore. E chissà perché – o meglio, chissà se è stata un’idea dello stesso Di Paolo – in copertina ci sono Proust e il Sawyer di Twain, con “il tornare indietro nel tempo” e “cancellare il lunedì”. Ma ci torneremo su, quest’idea non va tralasciata.

Il bello di questi capitoli lunghi ventisette anni è che alla fine di ciascuno, prendendo spunto dall’autore o dall’argomento brevemente sviscerato insieme a scampoli di vita propria, ci sono delle piccole postille, chiamiamole così, che ci rimandano ad altri autori, ad altri amori. E così, ad esempio, proprio nel primo capitolo in cui si parla del Tom Sawyer di Mark Twain e della sua ossessione per l’innocenza (del passato, dell’individuo e dell’America), affiancandolo al contemporaneo romanzo di Louisa May Alcott che racconta le stesse sfrenatezze adolescenziali , seppur in ambiente e modo diversi, Di Paolo ci aggancia con “cuccagna”, “orologi” e “treni” all’amato dialogo tra Pinocchio e Lucignolo, alla corsa del Coniglio Bianco e alfine alla nuvola di fumo che scaturisce dalla locomotiva scarlatta della Stazione di King’s Cross. Qui veramente, capitolo dopo capitolo, è d’uopo esclamare “va dove ti portano cuore e fantasia e prosegui verso l’infinito ed oltre”!

Non trovate anche Voi che in questo bisogna essere curiosi? Dobbiamo abbandonare la naturale riservatezza e dare fondo alla nostra curiosità, per leggere questo ed altri tipi di libri. Curiosità della vita altrui, per vivere l’esperienza della comunione con il mondo, al di là dello spazio, fosse pur anche solo per cogliere un filo d’erba fortissimamente verde, per tentare di soffiarci attraverso e lanciare un fischio e fermare così il tempo per un incredibile, pur solitario, istante. Ed è quello che con questo libro intende fare l’autore, quando ci parla dell’adorata Woolf, dell’onnipresente Dickens, dei per me recenti Salinger e Amis, del mitico Calvino, delle oramai classiche sorelle Bronte, dei miei futuri prossimi Tabucchi e Wallace e di altrettanti se non di più autori ed autrici.

E come la scorsa settimana Bennett aveva giocato con il titolo di “The common reader” di Woolf, anche qui Di Paolo riprende, modificandolo per i propri scopi letterari e di affabulatore, il titolo di Emmanuel Carrere “Vite che non sono la mia”, appropriandosi invece della vita di tutti gli autori e facendola propria e in un certo qual modo anche nostra, per quel qualcosa che ciascuno dei libri che ha letto gli ha dato. Vite che non sono la nostra, ma che incrociandole con occhi puri ci possono regalare esperienze indirette che si agganciano con la nostra anima, diventando così vite che sono la nostra stessa esistenza. E così abbandonarci e lasciarci toccare da ogni esperienza (indiretta) letta, e lasciarla poi sedimentare in noi, recuperandola poi nella vita reale, come pure mediata nella lettura di un ulteriore altro libro.

Eh sì, bisogna essere follemente curiosi per arrivare a tanto, e mantenere quell’innocenza e al contempo quella sfrontatezza adolescenziale, che ci permette di isolare l’istante e ci rende consapevoli, come ebbe a dire Wallace, di ciò che è così reale ed essenziale, così nascosto eppure in bella vista sotto gli occhi di tutti. Questo vuol dire essere curiosi, scoprire il mistero che c’è in ognuno di noi, tuffarsi nel cuore delle cose e far entrare nella nostra vita molte più persone di quelle che davvero riusciremmo ad incontrare per strada…
 
A presto




 

mercoledì 27 gennaio 2021

Recensione #382 - Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs di Fannie Flagg

Buongiorno carissimi, come va la vostra settimana? Io sono in fase crollo ma non mollo... spero di resistere!!! ;)

Oggi torno per parlarvi di Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs di Fannie Flagg edito da Bur, pag. 480.



Trama:
Dena Nordstrom è alta, bionda e bellissima, lavora come giornalista televisiva a Manhattan e la sua carriera è al massimo dello splendore. La sua vita sembra perfetta, ma in realtà Dena è sfinita dai ritmi frenetici della metropoli, ed è infelice, anche se non se ne è ancora resa conto. Ci vorrà un tracollo fisico per costringerla a una vacanza e riportarla a Elmwood Springs, la piccola e sonnolenta cittadina in cui è cresciuta. Comincia qui per Dena il viaggio in un passato che la riguarda e che sembra nascondere qualcosa che potrebbe condizionare il suo futuro. Uno per volta, i segreti sulla sua famiglia sfuggono dallo scrigno in cui erano gelosamente custoditi rivelando un'insospettabile verità.
 
Fannie Flagg, per la sottoscritta, è diventata negli anni un porto sicuro, una di quelle autrici a cui mi rivolgo per sentirmi a casa. Solo in Hamburger e miracoli la sua penna mi aveva delusa, ma ci sta, deve pur esserci l'eccezione che conferma la regola...
 

venerdì 22 gennaio 2021

Letture con Marina #116 - La sovrana lettrice di Alan Bennett

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.


Possiamo resistere al gioco di parole che Bennett mette ironicamente in scena, prendendo a prestito il titolo dei saggi di Virginia Woolf, pubblicati con il titolo “The common reader”, dove la regina della Letteratura inglese del Novecento si trasforma in una qualunque lettrice, affrancandosi dalla sua veste di grande scrittrice, per parlarci dei grandi della letteratura di tutti i tempi?


Ti
tolo: La sovrana lettrice
Autore: Alan Bennett
Traduzione: Monica Pavani
Casa editrice: Adelphi, 2011
Pagine: 95
 
Trama: A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d'Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga.
 

 
RECENSIONE: 

Non potevamo non farci sorprendere dal capovolgimento che Bennett impone al titolo del suo romanzo, in un rimando di specchi. Là dove Virginia Woolf si fa lettrice comune, qui ironicamente una vera regina si fa lettrice, una lettrice inesperta ma sicuramente non comune. Non possiamo che iniziare a parlarne così, perché il rimando a Virginia Woolf è troppo ghiotto, e Alan Bennett, da quel drammaturgo e sceneggiatore britannico che è, lo sa perfettamente e ci gioca.

Un romanzo molto breve, solo 95 pagine, che però sono quanto basta a questo autore per raccontarci una bella favola, fermandosi al punto giusto, senza pretendere di allungarla e perdendo così la brillantezza che invece proprio la brevità le conferisce. Divertente ed ironica la storia di una regina che gira il mondo, che conosce le personalità più disparate e che pure, ad un certo punto della sua vita, già non più giovanissima perché siamo quasi al traguardo degli ottanta, scopre il mondo della lettura e che al suo interno ci si perda. Perdutamente. E sempre più, nonostante l’ostilità di tutte le sue risorse umane, o meglio del suo personale, oppsss, di tutta la sua servitù.

Eppure accade, o meglio, nel mondo di Bennett accade che un semplice lavapiatti magrolino e pel di carota incontri casualmente la regina Elisabetta II all’interno del furgone della Biblioteca circolante del distretto di Westminster, che ogni mercoledì si ferma di fronte alle cucine reali. E complici i cani della regina, per non dispiacere il bibliotecario, lei scelga un libro a caso, tanto poi lo farà restituire dandogli giusto un’occhiata per gentilezza. Sceglierà per istinto un libro di Ivy Compton-Burnett, perché l’ha conosciuta… anzi, l’ha anche nominata Dama. Il lavapiatti Norman invece sta scegliendo un libro del fotografo Cecil Beaton che, guarda caso, ha fotografato anche Elisabetta.

Alla seconda imprevista visita in questa Biblioteca viaggiante, inaspettata in primis per la regina stessa, Norman proseguirà nelle sue letture con David Hockney, manifestando la sua preferenza per sederi di giovanotti che escono da piscine californiane, mentre la regina, scornata dalla lettura di Dama Ivy, sceglierà felicemente “Inseguendo l’Amore” di Nancy Mitford, la cui sorella, oh guarda!, aveva sposato un fascista. Oh!, e l’altra sorella era stata sua guardarobiera personale…

E all’improvviso Norman viene nominato dalla regina suo cameriere personale prima e factotum poi, rivestendo il ruolo di mentore iniziale per ciò che concerne la preparazione letteraria della regina. Come dicevamo, la passione della regina per la lettura di qualsivoglia genere di libro esplode così, casualmente ed all’improvviso, dilagando e diventando una penitenza per tutti a palazzo, dalla servitù, ai collaboratori, alla famiglia e finanche agli illustri ospiti. Perché, udite udite!, la regina non aveva mai manifestato preferenza per alcun tipo di hobby… E la preferenza implica predilezione, e la regina deve essere imparziale su tutto, non può e non deve prediligere alcunchè! Non passerà molto tempo e, complice uno dei soliti e tanti tour su scala nazionale della regina, destino e oserei dire lavoro della monarchia inglese, che il segretario personale della regina farà sparire il giovanissimo Norman, pensando così di far morire in breve tempo la passione recente della sua regina. Che tra l’altro, sia detto fra noi, si ostina a chiamarlo Sir Kevin – nessuno lo chiama mai per nome, lui lo odia!, e non perde occasione per fare apprezzamenti sulla sua terra natia, la Nuova Zelanda, e lui sa…

Alan Bennett è persona troppo attiva nel mondo anglosassone per non pensare che dietro a questo divertissement non si celi anche un certo qual intento di satira. E a noi che piace ricercare significati nascosti tra le pieghe della carta stampata, pare di ravvisare tra i personaggi il vero primo ministro degli anni 1997-2007, forse più interessato alla platea dei sudditi che al suo ruolo istituzionale, essendo anche molto giovane. Chi invece alza gli occhi al cielo per l’assioma di un giovane lettore omosessuale, preso della scoperta di libri di autori del suo stesso orientamento sessuale – ma poi chi l’ha detto?, tutto sommato bisogna pur iniziare da qualche parte – e perché non da ciò che più piace e ci fa felici? E se poi ci diamo la pena di leggere la biografia di questo autore classe 1934, sicuramente ci faremo sorprendere positivamente. C’è però chi potrebbe aver gradito una descrizione più particolareggiata dell’ambientazione, che invece in questo breve romanzo viene lasciata in sordina, proprio per centrare l’attenzione su un solo personaggio principale e sui molteplici autori conosciuti realmente e/o conosciuti solo attraverso le opere cartacee.

Viene poi in mente anche un parallelo con la serie TV di Netflix “The Crown”, vista recentemente, che ha in comune l’anelito della regina ad una conoscenza maggiore di quanto in realtà ha potuto avere, con un sincero rimpianto per il tempo perso e dedicato al percorso di regina che l’aspettava. Ricordiamoci che la regina Elisabetta è stata incoronata nel lontano 1953…

Tanti, tantissimi gli incontri letterari descritti e le letture inconsuete e non, che Norman ed Elisabetta faranno. Ai già citati autori, vorrei aggiungere un piccolo elenco, giusto per incuriosirvi: da un inconsueto Ackerley e la sua cagna, a nomi più conosciuti come T.S. Eliot, Walter de la Mere, Masefield, Ted Hughes con cui ho ancora personalmente un conto aperto a causa di sua moglie Sylvia Plath che gli preferisco decisamene, Priestley, Larkin, Brookner, McEwan, l’adorata Antonia S. Byatt, Dylan Thomas, Jan Morris, Kilvert, John Cowper Powys, Lewis Carrol… e tanti altri. Come non ravvisare qui le preferenze dell’autore ed un’occasione in più per lettori compiacenti e divoratori di libri, che all’inizio di un nuovo anno hanno l’occasione di allungare ulteriormente la loro lista di letture da programmare?

Ma tutto questo è fantasia o forse chissà, qualche punto in comune con la vera Elisabetta II questa regina cartacea ce l’ha… Io intanto, oltre al godimento della lettura, mi sono fatta prendere da quella sorta di piacere che dà una caccia al tesoro, a proposito di regalità!, e mi sono divertita a cercare in internet se qualcuno dei nomi dei segretari personali e valletti o bibliotecari esistessero nella realtà. Perché è vero che siamo solerti nel sospendere il senso della realtà per catapultarci nelle fantasie degli autori, ma talvolta tenere gli occhi bene aperti è consigliabile, soprattutto con un vecchio volpone come Bennett. Tanto più che nelle ultime pagine, la regina riserverà una sorpresa a tutti e chissà se da parte dell’autore è un velato consiglio alla regina oppure se…
 
A presto




 

giovedì 21 gennaio 2021

5 blogger per un autore #1: John Niven. Recensione #381 - Le solite sospette


Buongiorno lettori, eccoci qua con una nuova rubrica, in collaborazione con Ombre di carta, Desperate Bookswife, La lettrice sulle nuvole, Librintavola. Ogni due mesi leggeremo tutte un libro di uno stesso autore; un modo per ampliare i nostri orizzonti letterari e approcciarci tutte insieme ad autori che magari non avremmo considerato. L'autore prescelto per il mese di gennaio è John Niven ed il libro da me scelto è Le insolite sospette edito da Einaudi, pag. 346.


Trama:
Quando Susan - a causa dei vizi nascosti del marito - si ritrova vedova e con la casa pignorata, insieme ad alcune amiche decide di compiere una rapina. Contro ogni probabilità, il colpo va a buon fine, e alle «cattive ragazze» non resta che raggiungere la Costa Azzurra, riciclare il denaro e sparire. Nulla che possa spaventarle, dopo tutto hanno piú di un motivo per riuscire nella loro impresa: andare in crociera e fuggire il brodino dell'ospizio.
 
Adoro John Niven e sono stata felicissima che la scelta di questo mese sia ricaduta su di lui. Possedevo questo volume sin dalla sua uscita quindi la scelta è stata semplice, visto che i libri precedenti li ho già letti e invece non possiedo ancora gli ultimi pubblicati. Sicuramente se cercate qualcosa con cui alleggerirvi le giornate e ridere di gusto questo libro fa al caso vostro.
 

lunedì 18 gennaio 2021

Lettori intorno al mondo - Presentazione Rubrica

 


Carissimi amanti dei libri...ma anche dei viaggi, fisici o spirituali che siano. Oggi vi propongo un post diverso dal solito, una recensione di Marina su di un libro che usiamo come pretesto per proporvi una nuova iniziativa, ovviamente librosa. 
"Lettori intorno al mondo" vorrebbe essere una rubrica in cui girovagare per il globo nonostante i divieti e le restrizioni che siamo obbligati a subire in questo periodo. I libri hanno tanti grandi poteri, uno di questi è permettere l'evasione senza finire in galera. 
Cosa faremo concretamente?
Baba del blog Desperate Bookswife, Nadia (colei che le salva la vita sul blog una volta ogni due settimane), Marina (che è la "mia Nadia"...) e me medesima, saremo le vostre guide turistiche per un giorno. Una volta al bimestre noi quattro sceglieremo la nostra destinazione attraverso un libro, non potevamo non partire dall'Europa per questioni logistiche e ognuna di noi sceglierà uno Stato diverso e leggerà un libro ambientato in quello Stato. 
La recensione non sarà impostata in maniera tradizionale, ma verrà dato un occhio di riguardo all'ambientazione e alle descrizioni relative ad essa. 
Ovviamente siete tutti invitati a partire insieme a noi, creando un meraviglioso assembramento virtuale. Se volete partecipare e avete un blog, contattateci commentando ad esempio questo post e noi vi daremo il banner e ulteriori informazioni. Se invece non avete un blog ma vi piacerebbe partecipare a questa vacanza interminabile...scriveteci e noi vi pubblicheremo le recensioni sul nostro blog, non esitate, oppure se non avete tempo di scrivere una recensione completa potrete commentare i post raccontandoci che libro avete letto e in che stato siete andati e il tipo di viaggio che avete affrontato.  

Ecco il calendario:
Nadia sul blog Desperate Bookswife aprirà le danze il 4 febbraio
Marina sul blog Un libro per amico ci racconterà la sua avventura l'11 febbraio
Baba sul blog Desperate Bookswife, il 18 febbraio
Io ovviamente qui, chiuderò i giochi il 24 febbraio

E adesso non rubo più la scena a Marina e vi lascio alle sue splendide parole che sono un pretesto per inaugurare questa iniziativa.


Che ci abbiate mai pensato, che Vi piaccia o meno, un viaggio non è mai solo IL viaggio in sé, centinaia di foto e semplici ricordi, ma è sempre e comunque un’esperienza di vita, di conoscenza, di incontri. Prima di leggere “Il viaggio dei viaggi. Si può esplorare il mondo in cinquecento passi?” di Gianluca Barbera, non ci eravamo mai soffermate a riflettere che i viaggi sono la storia dell’umanità e che c’è un significato ben preciso in ogni motivazione che ha fatto scaturire proprio quel determinato viaggio. Del resto, da che è nato l’uomo, è nato anche il viaggiatore!, se pensiamo che la vita nomade dei primitivi era motivo principe di vita. La storia cristiana stessa è pregna di viaggi: Giuseppe e Maria stessi di necessità fecero virtù e nonostante la donna fosse a fine gravidanza, partirono per il loro viaggio a dorso di mulo! 

Dai viaggi per scoprire letteralmente il mondo, ai viaggi intrapresi per conquistare nuove terre, ai viaggi per sperare in una vita migliore, finanche ai viaggi per scoprire nuovi mondi oltre il nostro stesso pianeta, o addirittura i più nuovi e ardimentosi viaggi nello cyberspazio della rete… E per tornare indietro nel tempo, non è da tanti secoli che i viaggi si ammantano del significato culturale, cioè di fornire ai giovani viaggiatori un’esperienza di vita e una conoscenza delle civiltà classiche. Ma quindi: esiste un momento in cui i viaggi si sono fatti o sono stati intesi come pura avventura ludica?



Ti
tolo: Il viaggio dei viaggi
Autore: Gianluca Barbera
Casa editrice: Solferino edizioni, 2020
Pagine: 272
 
Trama: Sembrava una qualunque uscita d’istruzione scolastica. Ma quando mette piede nel museo dei viaggi il professor Terranova, insegnante di storia, capisce quasi subito che non sarà così. Perché quelle sale con- tengono tutte le meraviglie del mondo, e presto se ne trova risucchiato, mentre la visita si trasforma nel più grande romanzo di avventure mai raccontato. Il prof e la sua irriverente scolaresca percorrono le sale, tra tesori esotici e antichi strumenti: cannocchiali e coltelli, turbanti e monili, carri da guerra e modellini di razzi, per tacere delle sorprese che potrà riservare, quando sarà inaugurata, la sala dei viaggi immaginari. Ma hanno appena cominciato il loro percorso quando Terranova si accorge che il singolare catalogo dell’esposizione sembra avere il potere di trasportarlo nel cuore stesso delle storie. E scopre che – dalle esplorazioni di Darwin, Magellano e Marco Polo alle maledizioni egizie di Bel- zoni; dalle miniere d’oro di Yaquil alle sire- ne delle Galápagos; dalla sfida di Nobile e Amundsen fino a toccare la Luna – il fascino dell’ignoto e della sfida ai propri limiti travalica ogni epoca e ogni spazio.
Con questo romanzo che rende omaggio alle grandi narrazioni di viaggio e al mito di autori come Salgari e Verne, Gianluca Barbera costruisce un libro-mondo che è in se stesso un percorso di scoperta e di conti- nuo stupore. E ci guida nel più sognato dei viaggi: quello nel temp.
 

 
RECENSIONE A CURA DI MARINA: 


Tornando un po’ indietro allo spunto per il viaggio che intendiamo intraprendere e quindi partendo dalla lettura di questo libro, ci si rende subito conto che qui si spazia veramente in un contesto che definire “il mondo dei viaggi” è riduttivo, perché è più l’entrare in un libro-mondo che ci permette di cavalcare il tempo stesso e che ci offre l’occasione di visitare paesi e quindi mondi e civiltà lontane. L’autore del libro però connatura il suo romanzo dandogli una dimensione reale e conosciuta, inserendo quindi il fantastico nella quotidianità dei nostri tempi, in cui un Prof di storia porta la sua classe in visita al Museo, dove nelle diverse sale ci saranno gli episodi storici da cui partiranno i viaggi stessi. In breve, questo romanzo ci porterà insieme ai ragazzi e soprattutto al Professor Terranova in giro per i vari continenti, in compagnia di Darwin, Belzoni, Horace Walpole, Robinson Crusoe, Magellano, Re Ferdinando, Nobili, Armstrong e Gina Lollobrigida, Marco Polo… Un libro per ragazzi in primis, ma pensato anche per un pubblico adulto, visto che il sogno di evadere dal proprio tempo e dalla propria realtà quotidiana attraversa un po’ tutti se è vero, come è vero, che l’uomo è prima di tutto un viaggiatore della fantasia, un “vagabondo delle stelle”, come ha affermato lo stesso autore Gianluca Barbera.

Barbera e attraverso di lui il Professor Terranova, ci fa capire ed amare soprattutto tre cose: “il viaggio in sé, il viaggio interiore ed Ail viaggio letterario”. Perché i libri sono innanzitutto questo: sono il mezzo capace di permettere alla narrazione di appassionare e coinvolgere talvolta più dell’esperienza diretta stessa.

Ed è proprio da qui che noi vogliamo partire: dalla considerazione che ogni viaggio è anche e soprattutto un viaggio mentale e mai come in questo momento, dove viaggiare è sconsigliato se non addirittura impossibile, che la letteratura tutta ci viene in soccorso lambendo il territorio della fantasia per portarci in giro per il mondo, come esperienza diretta del passato e come volontà di ricerca e di viaggio in un futuro prossimo.

Perché, se come disse Roberto Bolano “ogni cento metri il mondo cambia”, noi vogliamo vedere insieme a voi che cosa c’è di diverso, che cosa c’è e chi c’è là dove non siamo mai stati.

venerdì 15 gennaio 2021

Letture con Marina #115 - Recensione di Le Visionaire a cura di VanderMeer

 

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.

Come in un viaggio nel tempo, torno ad uno dei miei primi amori adolescenziali che, legato ad un filo sottilissimo ma resistente, ci traghetta idealmente dal precedente libro letto la scorsa settimana, “Tokyo Tutto l’Anno” a quest’antologia, approfittando di un concetto preso a prestito da uno degli ultimi post di Imai Messina, per catapultarVi in questa unitarietà di intenti, con tematiche differenti dal ns appuntamento precedente, ma forse nemmeno tanto, come avrete modo di scoprire…


Ti
tolo: Le Visionarie
Autore: a cura di VanderMerr
Casa editrice: Nero edizioni, 2018
Pagine: 535
 
Trama: Ventinove racconti scelti dalla coppia Ann e Jeff VanderMeer ("Weird Tales", "Trilogia dell'Area X") con il meglio della narrativa fantastica declinata in chiave femminista; ventinove autrici sia classiche che contemporanee per un'antologia che proietta il presente in direzione di mondi a volte avveniristici e a volte surreali, investendo di nuova luce i meccanismi che sottendono non solo la costruzione dell'identità sessuale, ma anche il potere stesso. Coordinamento per l'edizione italiana a cura di Claudia Durastanti e Veronica Raimo. Racconti di Eleanor Arnason, Kelly Barnhill, Octavia E. Butler, Leonora Carrington, Angelica Carter, L. Timmel Duchamp, Carol Emshwiller, Kelley Eskridge, Angélica Gorodischer, Hiromi Goto, Eileen Gunn, Leena Krohn, Tanith Lee, Ursula K. Le Guin, Rose Lemberg, Pat Murphy, Nnedi Okorafor, Susan Palwick, Kit Reed, Anne Richter, Joanna Russ, Pamela Sargent, Rachel Swirsky, Vandana Singh, Karin Tidbeck, James Tiptree Jr., Catherynne M. Valente, Élisabeth Vonarburg.
 

 
RECENSIONE: 

Prendo quindi a prestito le parole del post di venerdì scorso di Imai Messina - qui- , data nella quale è uscita la mia recensione dell’ultima sua fatica editoriale – e ditemi poi che la vita non è un susseguirsi di concatenazioni, a volerle cercare - per farvi attraversare il confine della secolare ricerca nella Comprensione del Tutto (e in questo Colin Wilson docet), anche se come detto, vedrete che il significato, pur essendo diverso nell’ordito, non differisce poi tanto:
“Le coccole sono la parte migliore, quella che resta fino alla fine. Se se ne fa una abitudine, restano fino alla vecchiaia, quando il sesso se ne va e il corpo si prepara a morire. In quella fase in cui si ha bisogno comunque di amore, di corpo da spartire… Dove la mente fallisce, il corpo riporta le parole al livello elementare… Un investimento per il futuro. Per quel tempo in cui non ci sarà che quello”.
Vi sospendo momentaneamente dopo questo incisivo “lascito” settimanale della scrittrice italiana che ha fatto del Giappone il suo luogo d’elezione, per sbalzarVi nel frattempo in questa Antologia, in cui tutte le fasi della vita umana, dalla nascita, alla fanciullezza, al prendere coscienza del proprio essere, alle varie catastrofi umane sempre sull’orlo di un divenire prossimo, alle decisioni ineluttabili fino all’ultimo passaggio che ci consegna alla morte, sono presenti.

Non è da poco, in questo caso, riportare qualche notizia in merito ai coniugi Vandermeer (dal cognome più che evocativo), che non hanno semplicemente raggruppato una serie di scrittrici per creare la solita Antologia di nomi già altisonanti di proprio. Per tema di appesantire la lettura, Vi rimando sotto alle varie brevi biografie. E medesimo discorso vale per quanto riguarda le traduttrici, donne e professioniste che non sono solo semplici interpreti del pensiero di colleghe, ma che nel genere di cui traducono hanno anche scritto in prima persona, e mi riferisco ad esempio alla Raimo, Durastanti e Vallorani, tanto per citarne solo alcune, e che per tradurre i diversi racconti hanno chiamato a sè autrici, giornaliste e accademiche provenienti sia dal mondo della narrativa di genere che non.

Poter creare un’antologia che sottintende una miscellanea di autori, stili e soprattutto generi, significa adottare una rigorosa quanto brutale scrematura degli autori, per un doppio ordine di motivazioni, oltre che avere un’idea precisa del genere a cui si vuole dare vita, senza da questo poi deragliare a causa o grazie agli scrittori che si vogliono far rientrare nel proprio studio. Il problema per quanto riguarda gli scrittori, è insito nel desiderio di visibilità e quindi di capillarità e successo commerciale dell’edizione. Da una parte come non includere anche nomi famosi, qui in particolare autrici come Lee, Butler, Le Guin e Carter, nomi tanto famosi da essere conosciuti anche dai non appassionati. Con il pericolo poi di pubblicare opere già presenti in diverse altre raccolte. Dall’altra parte, essendo questa antologia un contributo ad una conversazione in costante divenire (come in prefazione specificato dai VanderMeer) deve essere anche una rigorosa ricerca relativa agli anni da prendere in esame che vanno da fine anni Sessanta del secolo scorso agli inizi del XXI secolo – e di conseguenza alle autrici che si possono o devono includere. Il tutto, giusto per sottolineare l’importanza che i curatori rivestono in un compito di capitale valore nel dar vita ad una raccolta di scritti, così eterogenea nello stile e negli argomenti.

Argomenti che vogliono ricondurre tutti ad un genere, la speculative fiction / finzione speculativa (se proprio dobbiamo tradurre i termini) femminista, che in questo periodo preso in esame vede anche la fioritura del movimento letterario noto come “New Wave”. E proprio questi due, speculative fiction e fantascienza new wave, hanno visto nel tempo coincidere interessi e curiosità. E i racconti presi qui in esame, proprio perché femministi e femminili al contempo, narrano soprattutto di donne e condizione femminile. Lo fanno in modo consapevole e il più delle volte in modo politicamente conscio: e tanto per riallacciarci a questo discorso, vale la pena ricordare che lo scritto più lontano risale al lontano 1967, e nonostante ciò il tempo non sembra aver minimamente reso anacronistico nessuno di questi racconti..

Quasi come un’ulteriore beffa, alle donne stesse, ingiustamente, è stata contestata la grande difficoltà ad uscire dal loro secolare ruolo di mogli e madri, anche nel genere fantascienza o fantasy. Di qui, quasi ne fosse una conseguenza, ma in realtà per dare maggior corpo a questa raccolta di racconti, si assiste ad un ordine non temporale, ma per argomenti. Dalla ribellione per annullamento, con il racconto “Il sonno delle piante” di Richter del 1967 e “La donna che si credeva un pianeta” di Singh del 2003. Per passare poi all’argomento della maternità vissuta come crimine, prigione e tradimento soprattutto verso sé stessa, con “Le madri di Shark Island” di Reed del 1998 o “Le Lacrime della madre” di Krohn del 2004. Non mancano poi riflessioni nel campo lavorativo, con “Strategie stabili per manager di fascia media” di Gunn del 1988. Un racconto magnifico nel suo orrore e che cambia la prospettiva in cui siamo soliti identificare i licantropi è il racconto di Susan Palwick “Jestella” del 2001, dove l’amore incondizionato di una donna-lupo per un uomo assume le sembianze della fedeltà che i cani diverse volte – immeritatamente – ci dedicano, fino al vano sacrificio finale. Uno per tutti poi, forse il solo che io non abbia pienamente compreso, non poteva che essere il racconto di Leonora Carrington con “Le mie mutandine di flanella”. O per cambiare completamente registro, tuffarci in un fantasy con lo stupendo “La regina mangia la torre” di una delle mie autrici preferite, Tanith Lee, per l’argomento alza la sottana e corri più lontana che puoi da marito e figli. Ma anche da un certo genere di uomini. Parafrasando, la consapevolezza del proprio valore, come approccio alla vita e come ribellione ed insieme sfida alla dittatoriale e secolare autorità maschile. E poi l’argomento forse più forte, la scomparsa – o meglio la cacciata, o meglio ancora lo sterminio delle donne, con i racconti “Paure” di Pamela Sargent del 1984 e soprattutto con “La soluzione della mosca” di James Tiptree Jr. (alisa Alice Bradley Sheldon) del 1977, un racconto allucinante ed angoscioso, talmente lontano dalla realtà che non ci scommetterei non possa accadere, con un binomio natura calpestata e violenza latente di cui l’uomo detiene il potere.

Insomma una trentina di autrici, tanti premi importantissimi nel genere fantascienza e fantasy in primis – generi letterari che si riconducono qui ad un tema scottante: la condizione femminile. E per chiudere il cerchio e ritornare all’apertura, tanti spunti di future mie letture di molte di queste autrici, che pur contestando il mondo così com’è perché creato per gran parte ad immagine e somiglianza dell’uomo, lo hanno fatto scrivendone con amore e sostituendo molte volte il linguaggio del corpo a quello delle parole, per raggiungere non solo la natura, ma l’anima stessa della Terra e quindi del suo creatore.

E un giorno davvero, guardando ad un passato lontano, qualcuno potrà considerare antiquato e futile il femminismo. Quando l’uguaglianza di genere sarà pacificata. Quando non ci sarà che un unico genere o meglio, quando non avrà più senso parlare di genere. Ed allora, se sapremo guardare al di là della ns realtà, vedremo quelle stesse donne che hanno lottato perché QUESTO potesse essere un giorno futuro la normalità, sorridere e lasciarci camminare per il mondo. Ed è proprio allora che noi le chiameremo così: LE VISIONARIE.

A presto




 
BREVI BIOGRAFIE dei curatori:

Ann VanderMeer ha fondato la casa editrice Buzzcity Press ed è stata direttrice di Weird Tales, la storica rivista americana dedicata all’horror e al fantastico. Per la sua attività di curatrice editoriale, è stata insignita del premio Hugo e del British Fantasy Award.

Jeff VanderMeer è autore della saga fantasy di Amebergris e della trilogia composta dai romanzi Annientamento (premio Nebula 2014), Autorità e Accettazione, pubblicati in Italia da Einaudi. Assieme a sua moglie Ann, ha curato antologie dedicate allo steampunk e al new weird, corrente di cui è sia esponente che teorico principale.

domenica 10 gennaio 2021

Recensione #380 - C'è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie

 

Buonasera lettori, con il mio consueto apparire e sparire ho deciso che ormai è inutile pensare al giorno o all'orario giusto per pubblicare, quindi eccomi qui, di domenica, perchè devo scrivere quando posso e quando trovo lo stimolo. Torno dopo un lungo silenzio, per parlarvi di un grande classico: si tratta di C'è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie edito da Hachette, pag. 191.


Trama:
St Mary Mead, una mattina come tante. Almeno fino a quando il colonnello Bantry e sua moglie Dolly vengono bruscamente svegliati da una cameriera terrorizzata, venuta ad annunciare che, nella biblioteca della villa, è stato trovato il cadavere di una sconosciuta in abito da sera, apparentemente assassinata. Nessuno degli abitanti della casa ha mai conosciuto la vittima, ma allora come spiegare il bizzarro ritrovamento? La polizia, subito interpellata, comincia le indagini, ma ancora una volta sarà la simpatica Miss Marple, con il suo occhio infallibile e la sua lucida capacità di far luce nei più tortuosi meandri dell'animo umano, a risolvere il caso.
 
 
Quando avete voglia di qualcosa che, lo sapete per certo, non vi deluderà a quale autore vi rivolgete? Io non da moltissimo tempo ho scoperto Agatha Christie e, con altri autori, è diventata la mia coccola quando ho voglia di qualcosa di... giallo!
 

venerdì 8 gennaio 2021

Letture con Marina #114 - Recensione di Tokyo tutto l'anno di Laura Imai Messina

Buongiorno lettori, siamo nel 2021, è di nuovo venerdì quindi tornano le buone abitudini e vi lascio con Marina.


Non posso nascondere di aver iniziato l’anno 2021 con un libro particolare che mi ha permesso di fare ciò che di solito non faccio, ma che incuriosisce sempre molto: l’oroscopo! Ma in vece dell’oroscopo, visto l’anno particolare appena trascorso che non ha fatto sconti nemmeno agli affetti della mia famiglia, ho letto un libro che mi desse modo, in un certo senso, di vaticinare il mio prossimo futuro, tuffandomi subito nel mese di Gennaio appena iniziato per il Capo dell’Anno, nel mese del mio compleanno per ovvia curiosità ed ancora nel lontano ultimo mese dell’anno, Dicembre.


Ti
tolo: Tokyo tutto l'anno
Autore: Laura Imai Messina
Casa editrice: Einaudi, 2020
Illustrazioni: 
Igort
Pagine: 286
 
Trama: Mai come nella Lettera al padre, scritta nel novembre del 1919, affidata alla madre senza tuttavia giungere al destinatario, Kafka ci ha dato un ritratto così lucido di sé. E molti dei motivi che vengono toccati in questa confessione anche spietata - primo fra tutti quello di "un immenso senso di colpa" - non possono che ricordare i suoi personaggi più famosi. Quello che qui viene messo in scena è un vero e proprio conflitto. Figura che incarna un'autorità assoluta, che "ha l'aspetto enigmatico dei tiranni, la cui legge si fonda sulla loro persona, non sul pensiero"; agli occhi di Kafka il padre appare come il tipico rappresentante di un mondo da cui egli invece si sente escluso: pratico, utilitaristico, ben lontano dalle sue aspirazioni. Così, in pagine di forte impatto emotivo, Kafka svela la sua natura di "figlio disederato" e proscritto, non compreso nella vocazione di scrittore, inquieto e in cerca di conferme quanto il suo avversario ostenta sicurezza. Nel saggio posto in appendice Georges Bataille indaga in modo provocatorio sui momenti di questa contesa. L'esperienza di Kafka diventa anche occasione per interrogarsi sul senso ultimo della letteratura. Forse nessun altro scrittore ha saputo mostrare come quel senso sia tutt'uno con la vita stessa.
 

 
RECENSIONE: 

Dopo aver a lungo atteso questo nuovo 2021 che ci traghettasse al di là di questo inconsueto anno bisestile, in mancanza del calore fisico degli amici e dei familiari, dei loro abbracci ed infine anche delle lanterne da far sollevare verso il cielo nero della notte dicembrina, ricolme dei nostri desideri inespressi, dopo aver sublimato tutto questo nell’abbraccio al mio piccolo e strettissimo nucleo familiare, ho veicolato questo mio vuoto, come in una sorta di transfert, in un libro. Che non è un romanzo in senso stretto, ma che è a metà strada tra una guida del cuore ed un racconto dall’ampio respiro, che ci consente di viaggiare attraverso i tempi e racconta di un Paese lontano, nella città di Tokyo in particolare, dove cultura, tradizioni, lingua ed abitudini, oltre alle caratteristiche psico-fisico-sociali, sono così diverse dalle nostre. E guarda che coincidenza!, Gennaio è proprio il “Mese degli Affetti”.
A tal proposito, proprio nel mese di Gennaio, c’è una vicenda che l’autrice porta alla ns attenzione, che mi dà il là per accennare al modo di scrivere dell’autrice, che si è uniformato in modo amorevole alla cifra stilistica degli autori asiatici, ed in particolare mi riferisco alla poeticità ed ieraticità degli scritti nipponici. La vicenda narra di una ragazzina innamorata che tenta di appiccare il fuoco per incontrare nuovamente l’uomo di cui si era invaghita, salvo che per simili crimini al tempo era prevista la pena capitale, dato che le città erano costruite con il legno e la popolazione era terrorizzata dalla possibilità degli incendi. Nonostante il tema tragico dell’episodio, lo stesso ci viene narrato senza toni melodrammatici, tanto che scivola via senza grandi patemi d’animo nonostante la violenza insita in tutto il racconto. E la stessa cosa avviene nelle poche anche se potenti note negative che nell’arco della guida simil-letteraria la scrittrice ci racconta. Solitudine e relazioni fuggevoli, straniamento, bullismo… Eppure, anche in questi casi è più la riflessione su questi temi che viene stimolata, piuttosto che il sensazionalismo.

E approposito poi della guida letteraria, rammento che in una presentazione fiume (lo scorso settembre, sul canale FB Giappone Mon Amour e su IG), l’autrice con un sorriso disse che all’inizio ci fu un fraintendimento (a suo dire da considerare sempre positivo) con l’editore in merito al libro, che era stato definito guida letteraria, per cui l’autrice aveva iniziato una sorta di inseguimento di autori attraverso la città. In questo caso positivo sicuramente, perché ha arricchito il lavoro. Tanto che anche la parte di “eliminazione” è stato pesante, per evitare che il libro si appesantisse. Di qui, con felicità dell’autrice, la scelta di alcune parole in grassetto, pensate proprio dalla casa editrice per focalizzare l’attenzione dei lettori. E che hanno veicolato l’idea base di questa autrice, che è anche insegnante, che il libro non debba essere una guida o una spiegazione di tutto, ma lo spunto di partenza per far sì che un lettore possa scegliere ciò che gli piace o lo titilla, per un successivo approfondimento, dovuto a necessità se usa il libro come guida, oppure a semplice curiosità.. Perché il mantra di Laura Imai Messina è: “quando vuoi fare qualcosa, falla!”, con specifico riferimento alla disciplina, in particolare per lo studio e la conseguente meraviglia, come approccio alla studio e alla vita stessa, per citare le esatte parole della scrittrice. E a testimonianza delle parole, questo libro è una sorta di guida a 360°, non sterile, che invoglia grandemente il lettore a fare tanto uso di Internet per cercare i luoghi, gli edifici, le particolarità che l’autrice descrive, per vivere quasi in prima persona le passeggiate, le ricorrenze, i luoghi, i vicoli e la fila di negozietti a cielo aperto che ci vengono raccontati con il cuore in mano.

Del resto, tutto il libro è pervaso da un amorevole poetica, che io definisco di stile nipponico, se me lo permettete, che fa sembrare Tokyo/il Giappone un luogo desiderabile non solo da visitare, ma in cui vivere, nonostante la città non sia evidentemente esente da pecche (forse la sovra-popolazione in primis, ma allora Tokyo non sarebbe più così particolare, probabilmente) , che però è raccontata in forma così ispirata e suggestiva che passa l’idea bellissima di una dichiarazione d’amore di Laura Messina al suo Paese d’adozione. E non poteva che essere così, viste la meraviglia e la dedizione con cui ne parla: un innamoramento in più fasi, considerato quanto la megalopoli sia stratificata. E anzi, l’autrice paragona Tokyo proprio ad un frutto particolare, dalla buccia dura e dall’interno diviso a blocchi in tanti piccoli gioielli color rubino, la melagrana.

Rischio di dilungarmi più dell’autrice, che dalla sua ha l’intelligente abitudine di non andare completamente a braccio, parlando molto e talvolta perdendosi simpaticamente, ma di segnare parole chiave nel suo bujo. Però ci tenevo almeno a parlarvi di un paio di cose. In primis il mese del mio compleanno, Giugno, Minazuki, il “mese senza acqua”, caratterizzato da un caldo intenso. Altri significati attribuiti a questo mese che mi sono piaciuti sono “il mese dell’attesa del vento”, il mese delle ali di cicala” e i caratteri che significano “fresco e oscurarsi” e i “tuoni” che risuonano nelle sere di inizio estate. Non citerò di proposito l’arcinoto periodo in cui ammirare i sakura: superbo argomento, tanto per tornare al senso di meraviglia citato dall’autrice, ma veramente, in questo caso se siete curiosi, vale la pena di andare personalmente a curiosare. Un manufatto invece sul quale ho voluto soffermarmi, per curiosità e perché non lo conoscevo, è il così detto “Occhio di Shinjuku” c/o la Stazione di Shinjuku appunto, che è un’opera d’arte del 1969 di Yoshiko Miyashita e cha ha la particolarità che il grande occhio è in continuo movimento grazie ad alcuni pannelli rotanti che danno un effetto alquanto ipnotico. E ancora la porta Kaminarimon, che segna l’inizio di una delle più vecchie strade della città - strada lunga 250mt - la Nakamise-dori, uno dei luoghi preferiti dai turisti a caccia di souvenir e oggetti antichi e cioè un mercato a cielo aperto che risale al 1500. E da ultimo, come chicca, la “lanterna del tuono” Kaminarimon, che Vi invito ad andare a vedere! All’interno del libro, una strizzatina d’occhio a tutta una serie di artisti di manga, di anime e di film, oltre a scrittori giapponesi e stranieri.
Ultimo appunto riguarda l’idea di far porre domande per bocca di Sosuke, il piccolo figlio maggiore dell’autrice – per permettere la spiegazione di alcune parti del libro. Del resto, come avevamo già detto, questa non è una guida sterile, proprio perché al suo interno sono innestati ricordi, pezzetti di vita dell’autrice e della sua famiglia.

E non potremmo definirla se non una guida del cuore quindi, che aiuta gli appassionati estimatori ed amanti del Paese del Sol Levante, siano essi turisti di fatto o di fantasia, a conoscere meglio il Giappone e Tokyo in particolare. Non più con gli occhi iniziali di una turista residente, come si era definita l’autrice stessa all’inizio della sua avventura nella Terra del Sol Levante, ma di una scrittrice che dedica ai suoi lettori un libro a “cielo aperto”, una puntata di un appuntamento in divenire che gli estimatori non mancheranno di appuntare.
Perché se è vero che la distanza tra sé ed il sogno è composta anche di meraviglia e che il figlio della scrittrice sottolinea con innocente verità l’ossessione della madre europea per le date e le ricorrenze tradizionali straniere che ha fatto sue, è anche vero che in questo modo le tradizioni si fanno storia personale, ricordo e quindi futuro memento familiare. E detto nella ns attuale società, se Vi prendete il tempo di rifletterci un poco – credetemi, non è poco!


A presto, sperando in un anno migliore,




venerdì 1 gennaio 2021

Super Lettori all'Arrembaggio - Tappa 1 - Gennaio



Carissimi equipaggi, ci siamo imbarcati senza possibilità di ritorno, spero abbiate fatte scorte di viveri e di Rum. Gli animali sono a bordo? I bambini dove li avete nascosti? I clandestini verranno buttati giù dal ponte. Bando alle ciance, Qui potrete trovare il post dove viene spiegata a grosso modo la sfida nel caso abbiate qualche dubbio o non ricordiate più le regole QUI

COME SI GIOCA?

Le tappe sono mensili, quindi dodici tappe in un anno.


Ogni mese vi daremo 6 obiettivi e una mappa. Ogni libro che leggerete vi farà accumulare punti (1 punto ogni 10 pagine) e il vostro punteggio sarà sommato a quello di tutti i componenti del vascello. QUINDI CI SARA' UN PUNTEGGIO UNICO DEL VASCELLO, NON PERSONALE.

Ecco gli obiettivi di questo mese, che potrete usarli tutti, uno, due, tre...insomma senza vincoli. Potrete anche leggere 20 libri in un mese seguendo sempre lo stesso obiettivo.


  • 1- si narra che la peste abbia colpito l'equipaggio dell'Olandese Volante e che quindi la nave non potesse attraccare in nessun porto. Leggi un libro nella cui trama si parli di epidemia.
  • 2- L'Olandese Volante sarebbe una nave fantasma nata attraverso il folclore nord europeo. Leggi un libro ambientato nella penisola Scandinava (solo Svezia - Norvegia e Danimarca).
  • 3- L'Isola che non c'è è al centro del romanzo e delle trasposizioni cinematografiche delle vicende di Peter Pan e Capitan Uncino. Leggi un libro il cui autore sia nato su un'isola.
  • 4- One Piece è un manga giapponese. Leggi un libro con la copertina disegnata.
  • 5- La Perla Nera è stata costruita nei cantieri a Bayou La Batre in Alabama, leggi un libro ambientato in Alabama o il cui autore sia nato in Alabama.
  • 6- La Perla Nera è nota come "La nave con le vele nere". Leggi un libro il cui titolo sia scritto in nero.

Passiamo alla mappa. Come abbiamo scritto i vostri singoli punteggi saranno sommati e andranno assegnati al vostro vascello di appartenenza. Quando la vostra nave raggiungerà i 1000 punti incontrerete il mostro, ovvero Sonia, che assegnerà alla nave un compito, una punizione, un lavoro, una sfida e voi dovrete fare di tutto per non affondare!

Se non perirete, quando la nave conquisterà 2000 punti attraccherete all'isolotto. Oltre ad abbeverarvi, fare conquiste che dureranno una notte soltanto e sgranchire le vostre ossa...avrete delle opportunità a sorpresa, che varieranno sempre di mese in mese.

Nel frattempo potrete continuare a leggere i vostri libri, questo non ostacolerà le vostre letture.


E cosa facciamo noi TRE? Noi avremo la possibilità di leggere un massimo di tre libri mensili che si accumuleranno alla fine del mese ai vostri punti totali! Bello eh!

Ogni mese il vascello che raggiungerà il punteggio più alto vincerà una fiasca di Rum (gli altri acqua salata...) e il punteggio verrà azzerato a tutti per ripartire da zero il mese successivo. Vincerà la sfida finale il vascello più ubriaco (ovvero chi avrà accumulato più fiasche di Rum in dodici mesi).

Cosa fanno i NOSTROMI? Questa figura l'abbiamo pensata per aiutarci nel lavoro di coordinazione, ci aiuterà a tenere i punti del proprio vascello, ad avvisarci al raggiungimento di un traguardo, insomma coordinerà mozzi e marinai e farà da portavoce. Rappresentanti di classe venite a noi!! Può rimanere sempre lo stesso oppure potrete variare ogni mese, basta che entro un giorno dall'inizio del mese voi lo comunichiate al vostro Capitano.


COME SI INSERISCONO I PUNTI? DOVE SI MANDANO LE RECENSIONI?

Esiste un Gruppo dedicato alla challenge in cui è OBBLIGATORIO ENTRARE (cliccare QUI per richiedere l'accesso) all'interno del quale inserirete la recensione o il link nel caso la vogliate scrivere altrove e dovrete allegare il titolo, numero di pagine, obiettivo, la foto e tassativamente l'# di appartenenza (#laperlanera #olandesevolante #jollyroger). Ci sarà un foglio Drive di riepilogo con il vostro nome e i punti ottenuti che gestiremo noi. ATTENZIONE IL GRUPPO FACEBOOK PER INSERIRE LE RECENSIONI E' QUELLO GENERALE, LE RECENSIONI SI METTONO Lì, VISIBILI A TUTTI I PARTECIPANTI.


COME FACCIO A PARTECIPARE?

- Vi chiediamo di commentare questo post e compilare il format che utilizziamo solo per l'iscrizione QUI. 
Essere iscritti ai nostri quattro blog: Desperate Bookswife, Il salotto del gatto libraioOmbre di Carta, Un libro per amico. 


Per adesso è tutto, ci ritroviamo in alto mare.