Buongiorno lettori, come state? Io super di corsa, come sempre in questo periodo. Ho mille cose da fare e le faccio in orari impossibili quindi mi scuso se ultimamente sono un po' incostante sia sul blog che sui social.
Oggi vi lascio una nuova recensione, quella di The Danish Girl di David Ebershoff, edito da Giunti, 368 pagine.
Oggi vi lascio una nuova recensione, quella di The Danish Girl di David Ebershoff, edito da Giunti, 368 pagine.
Difficile mettermi qui, davanti a
questa pagina bianca, per cercare di spiegarvi le moltitudini di emozioni che
questo libro ha saputo trasmettermi. Un libro che parte da una storia vera,
difficile, fatta di sofferenze ma anche di coraggio e consapevolezza.
L’autore riesce ad accompagnare
il lettore con molta maestria in un sentiero difficile e doloroso, parlando di
Lili Elbe – nata di sesso maschile con il nome di Einar Wegener, prima persona
nella storia a sottoporsi a un intervento chirurgico per il cambio di sesso – e
del suo viaggio interiore di accettazione.
Il romanzo è ambientato tra Copenaghen,
Parigi e Dresda. È il 1925 ed Einar e Greta sono marito e moglie. Entrambi artisti,
mossi dalla passione della pittura passano le loro giornate a dipingere: paesaggi
lui, ritratti lei.
È proprio per farsi aiutare a
completare un quadro che Greta chiede ad Einar di vestirsi da donna, in modo da
poter posare per lei durante l’assenza della donna che stava ritraendo. Questo
avvenimento accenderà la scintilla, quella che nell’uomo esiste da sempre ma
che da tanto, troppo tempo, è sopita.
Einar in realtà convive da sempre
con due anime, due personalità, una uomo, l’altra donna; è così che si palesa
Lili, l’altro io di Einar. Quei panni così diversi da quelli che indossa
normalmente lo fanno sentire bene, vivo, se stesso e Lili appare sempre più
spesso, mettendo da parte l’uomo che Grata ha sposato, facendolo piano piano
soccombere.
Un amore fortissimo, vero,
incondizionato quello che Greta prova per il marito; un sentimento così grande
che le fa diventare artefice della sua trasformazione, del suo lungo cammino di
accettazione.
Con uno stile molto dettagliato,
non affrettato e molto emozionale l’autore mi ha permesso di mettermi nei panni
dei protagonisti, di vivere in quel periodo storico, di immaginare quanto
potesse essere difficile per un uomo sentirsi in tutto e per tutto una donna e
provare a fare in modo che quella diventasse la sua vera esistenza. Uno stile
che per molte caratteristiche mi ha ricordato quello di Tracy Chevalier e che
da subito mi ha permesso di adorare questa lettura.
Spesso mi sono chiesta come Greta
potesse accettare e incentivare la trasformazione del marito, spesso mi sono
chiesta come avrei reagito io, se sarei stata in grado di interpellare medici
per aiutare l’uomo della mia vita ad essere felice; l’unica risposta che mi
sono data è che Greta amasse Einar più della sua stessa vita, senza
accontentarsi di averlo al suo fianco a metà.
Neanche per un attimo aveva pensato di impedire che Lili entrasse nella
loro vita. Qualsiasi cosa purchè Einar sia felice, si diceva. Qualsiasi cosa.
Un romanzo che ci racconta di
come spesso i medici a cui Einar si rivolgeva lo trattassero come pazzo,
disturbato, bisognoso di radioterapia o addirittura di una lobotomia; un
romanzo che ci fa entrare nel più profondo animo umano e che ci permette di
vivere la trasformazione con gli occhi di Einar e di Lili, dividendo in modo
netto e tangibile le due persone durante il racconto.
Per fortuna Lili non ha trovato
sulla sua strada solo persone incapaci di comprendere, e questa è stata la sua
fortuna; perché se per un transessuale al giorno d’oggi può essere difficile,
pensiamo a quanto potesse esserlo nel 1925… fantascienza!
L’autore ha saputo rendere
benissimo l’assoluta divisione delle due personalità, raccontando al lettore i
sentimenti più profondi a volte mettendosi nei panni di Einar e a volte in
quelli di Lili.
Nemmeno una volta in passato, e nemmeno quella sera, con la mano sudata
di Henrik nel suo palmo, Einar si era considerato anormale o deviato.
Tantissime le parti che ho
sottolineato e che mi hanno fatto riflettere. Pensieri assolutamente attuali
nonostante l’ambientazione del romanzo sia lontana anni luce dal presente.
Un libro che consiglio a chi sa
guardare oltre!