mercoledì 30 marzo 2016

Recensione #117 - The Danish Girl di David Ebershoff

Buongiorno lettori, come state? Io super di corsa, come sempre in questo periodo. Ho mille cose da fare e le faccio in orari impossibili quindi mi scuso se ultimamente sono un po' incostante sia sul blog che sui social.
Oggi vi lascio una nuova recensione, quella di The Danish Girl di David Ebershoff, edito da Giunti, 368  pagine. 

Trama: Giovani e talentuosi, Einar Wegener e sua moglie Greta vivono nella romantica Copenaghen di inizio Novecento, accomunati dalla passione per l'arte: paesaggista lui, ritrattista molto richiesta lei. Finché un giorno Greta, per completare un ritratto, chiede al marito riluttante di posare in abiti femminili. A poco a poco, l'ipnotico pennello di Greta, animata da un'improvvisa ispirazione, e il morbido contatto della stoffa sulla pelle di Einar, lo sospingono in un mondo sconosciuto, mettendo in moto un cambiamento che nessuno dei due avrebbe mai potuto sospettare. Quel giorno il giovane scopre che la sua anima è divisa in due: da una parte Einar, l'artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall'altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere. E Einar si trova di fronte a una scelta radicale: decidere quale delle due sacrificare... 

Difficile mettermi qui, davanti a questa pagina bianca, per cercare di spiegarvi le moltitudini di emozioni che questo libro ha saputo trasmettermi. Un libro che parte da una storia vera, difficile, fatta di sofferenze ma anche di coraggio e consapevolezza.
L’autore riesce ad accompagnare il lettore con molta maestria in un sentiero difficile e doloroso, parlando di Lili Elbe – nata di sesso maschile con il nome di Einar Wegener, prima persona nella storia a sottoporsi a un intervento chirurgico per il cambio di sesso – e del suo viaggio interiore di accettazione.
Il romanzo è ambientato tra Copenaghen, Parigi e Dresda. È il 1925 ed Einar e Greta sono marito e moglie. Entrambi artisti, mossi dalla passione della pittura passano le loro giornate a dipingere: paesaggi lui, ritratti lei.
È proprio per farsi aiutare a completare un quadro che Greta chiede ad Einar di vestirsi da donna, in modo da poter posare per lei durante l’assenza della donna che stava ritraendo. Questo avvenimento accenderà la scintilla, quella che nell’uomo esiste da sempre ma che da tanto, troppo tempo, è sopita.
Einar in realtà convive da sempre con due anime, due personalità, una uomo, l’altra donna; è così che si palesa Lili, l’altro io di Einar. Quei panni così diversi da quelli che indossa normalmente lo fanno sentire bene, vivo, se stesso e Lili appare sempre più spesso, mettendo da parte l’uomo che Grata ha sposato, facendolo piano piano soccombere.
Un amore fortissimo, vero, incondizionato quello che Greta prova per il marito; un sentimento così grande che le fa diventare artefice della sua trasformazione, del suo lungo cammino di accettazione.
Con uno stile molto dettagliato, non affrettato e molto emozionale l’autore mi ha permesso di mettermi nei panni dei protagonisti, di vivere in quel periodo storico, di immaginare quanto potesse essere difficile per un uomo sentirsi in tutto e per tutto una donna e provare a fare in modo che quella diventasse la sua vera esistenza. Uno stile che per molte caratteristiche mi ha ricordato quello di Tracy Chevalier e che da subito mi ha permesso di adorare questa lettura.
Spesso mi sono chiesta come Greta potesse accettare e incentivare la trasformazione del marito, spesso mi sono chiesta come avrei reagito io, se sarei stata in grado di interpellare medici per aiutare l’uomo della mia vita ad essere felice; l’unica risposta che mi sono data è che Greta amasse Einar più della sua stessa vita, senza accontentarsi di averlo al suo fianco a metà.

Neanche per un attimo aveva pensato di impedire che Lili entrasse nella loro vita. Qualsiasi cosa purchè Einar sia felice, si diceva. Qualsiasi cosa.

Un romanzo che ci racconta di come spesso i medici a cui Einar si rivolgeva lo trattassero come pazzo, disturbato, bisognoso di radioterapia o addirittura di una lobotomia; un romanzo che ci fa entrare nel più profondo animo umano e che ci permette di vivere la trasformazione con gli occhi di Einar e di Lili, dividendo in modo netto e tangibile le due persone durante il racconto.
Per fortuna Lili non ha trovato sulla sua strada solo persone incapaci di comprendere, e questa è stata la sua fortuna; perché se per un transessuale al giorno d’oggi può essere difficile, pensiamo a quanto potesse esserlo nel 1925… fantascienza! 
L’autore ha saputo rendere benissimo l’assoluta divisione delle due personalità, raccontando al lettore i sentimenti più profondi a volte mettendosi nei panni di Einar e a volte in quelli di Lili.

Nemmeno una volta in passato, e nemmeno quella sera, con la mano sudata di Henrik nel suo palmo, Einar si era considerato anormale o deviato.

Tantissime le parti che ho sottolineato e che mi hanno fatto riflettere. Pensieri assolutamente attuali nonostante l’ambientazione del romanzo sia lontana anni luce dal presente.
Un libro che consiglio a chi sa guardare oltre!

VOTO: 



sabato 26 marzo 2016

Recensione #116 in Anteprima - Splendi più che puoi di Sara Rattaro

Buongiorno carissimi, come state? Siete pronti per i bagordi mangerecci di Pasqua? Oppure lunedì sarà il vero giorno di abbuffata per voi? Perchè, si sa, Pasquetta è la prova ufficiale per il via ai pic-nic primaverili, in cui si tirano fuori barbecue e  in cui si cercano prati, laghi, fiumi, o anche solo giardini casalinghi per passare delle ore all'aperto con la propria famiglia, possibilmente mangiando!! Io spero di riuscire anche a riposare un po' nei prossimi giorni visto il periodaccio di stress e super lavoro che sto passando.
Prima di augurarvi un felicissima Pasqua vi lascio con la recensione di un libro che ho avuto l'onore di leggere in anteprima: si tratta di Splendi più che puoi di Sara Rattaro, edito da Garzanti, che ringrazio per la copia, 222  pagine. In libreria dal 31 marzo 2016.

Trama: L’amore non chiede il permesso. Arriva all’improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma, quando per la prima volta ha incontrato Marco che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è perfetto. Ma arriva sempre il momento del risveglio. Perché Marco la ricopre di attenzioni sempre più insistenti. Marco ha continui sbalzi d’umore. Troppi. Marco non riesce a trattenere la sua gelosia. Che diventa ossessione. Emma all’inizio asseconda le sue richieste credendo siano solo gesti amorevoli. Eppure non è mai abbastanza. Ogni occasione è buona per allontanare da lei i suoi amici, i suoi genitori, tutto il suo mondo. Emma scopre che quello che si chiama amore a volte non lo è. Può vestire maschere diverse. Può far male, ferire, umiliare. Può far sentire l’altra persona debole e indifesa. Emma non riconosce più l’uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Come nascondere a sé stessa e agli altri quei segni blu sulla sua pelle che nessuna carezza può più risanare. Fino a quando nasce sua figlia, e il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Ma il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, sa sempre come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.

Quando comincio un libro di Sara so già che sarò catapultata in una storia difficile che mi toccherà e mi scaraventerà addosso una quantità non ben identificata di emozioni. Ogni volta so che devo iniziare a leggere in un momento in cui io possa permettermi di non staccarmi dal libro finchè non lo avrò terminato perchè a me le sue storie creano dipandenza. È stato così con tutti i suoi libri, dal primo all'ultimo. Dovrei essere preparata...
Invece quello che ogni volta mi lascia senza parole è la facilità con cui le emozioni lasciano la sua penna per travolgermi, con una forza che pochi autori e pochi libri sanno fare. Ed anche questa volta è stato così. Dopo aver trattato tantissimi temi importanti e difficili, con questo libro Sara ci trascina in un caso di violenza domestica, una storia come ce ne sono tante, simile a quelle che purtroppo ultimamente troppo spesso affollano i telegiornali e le pagine dei quotidiani.
Emma è la protagonista di questa storia, vittima di un marito violento, ossessionato da manie di persecuzione, il cui unico scopo è quello di tenerla rinchiusa, sequestrata nella propria casa, isolata e lontana da tutto e tutti: lavoro, famiglia, amici, ma anche solo uscire di casa per una passeggiata con la sua piccola Martina le viene privato. Ma proprio per sua figlia dovrà trovare la forza per tornare a splendere e non soccombere alla violenza.
La bravura dell'autrice sta, in questo libro come nei precedenti, nel saper raccontare una storia del genere - tratta da una storia vera - come se la protagonista fosse proprio lei, come se l'avesse vissuta sulla propria pelle. Durante tutta la lettura, leggendo il racconto di Emma in prima persona ho spesso perso il ricordo che Emma non fosse l'autrice e che fosse invece una terza persona. Perchè io Emma l'ho sentita, l'ho vissuta, l'ho vista nei suoi abiti sporchi e malandati, l'ho sentita respirare in cantina, al buio, affamata ed ho fatto il tifo per lei, per la sua bambina e per una possibilità di riscatto che, di certo, meritava.
Come ci ha abituato nei libri precenti la Rattaro inserisce qua e là nel romanzo dei riferimenti normativi e delle frasi di riflessione che sanno toccare il cuore e che ho spesso sottolineato.
Pochi personaggi, di cui traspaiono perfettamente le caratteristiche principali sia caratteriali che fisiche, un'ambientazione in gran parte legata alla casa in cui Emma e Marco vivono i loro anni di matrimonio, un senso di angoscia che pervade per tutta la lettura; queste sono le caratteristiche basilari di questa storia.
Uno stile che già conoscevo e che anche in questo caso ho adorato per la delicatezza con cui riesce ad affrontare temi così difficili andando dritta al punto ma senza mai esagerare.
Non nego però che in alcuni punti, soprattutto riferiti al prima di Marco e all'inizio della loro storia avrei preferito un po' meno fretta, mi sarebbe piaciuto saperne di più su quei quasi cinque anni della loro vita che mi sono vista scivolare via sotto gli occhi, avrei voluto conoscere il passato di Marco, avere qualche notizia in più su quella famiglia indifferente e malvagia - perchè non trovo altre parole per definirla - che mai, davanti ad una richiesta di aiuto di Emma ha mosso un dito per toglierla da quell'inferno, quasi sollevati che toccasse a lei e non a loro. Essendo tratto da una storia vera credo che questi dettagli avrebbero aggiunto quel qualcosa in più per dare un quadro più completo dei personaggi e della storia.
Diversi sono comunque stati i passaggi in cui leggendo ho avuto i brividi, in cui ho provato ansia ed apprensione, in cui mi è scesa una lacrima; tutte sensazioni che da un libro del genere mi aspetto - anzi pretendo - e Sara non mi ha delusa.
Una grande penna, un grande cuore ed una grande capacità di emozionare!
Un libro che consiglio a chi ama le storie toccanti e potenti.


E con questo vi saluto e vi auguro una Buona Pasqua!!!

VOTO: 



venerdì 25 marzo 2016

Ti consiglio un libro #18 - Un libro che mi ha tenuta sveglia la notte

Buongiorno lettori, eccoci con un nuovo venerdì cui diamo il buongiorno con una nuova puntata della rubrica Ti consiglio un libro, pubblicata circa due volte al mese e nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi consigliamo Un libro che ci ha tenute sveglie la notte. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 



Titolo: Amabili resti
Autore: Alice Sebold
Casa editrice: Edizioni E/O
Pagine: 416
Prezzo:  Cartaceo 9.90 euro - ebook 5.99 euro

Oggi ho scelto uno dei primi libri di cui ho parlato tre anni fa, poco dopo aver aperto il blog. Da quel giorno ho letto tantissimo ma ancora ricordo Amabili resti come uno dei più bei libri in assoluto che io abbia letto. Ho passato notti insonni - ed in lacrime - con la voglia di leggere, leggere, leggere ma anche con il dispiacere che leggendo velocemente sarebbe finito altrettanto in fretta.Un libro devastante, che tratta un tema difficile con un punto di vista molto particolare che permette al lettore di provare ogni singola emozione provata dai personaggi.
Se lo avete letto sapete di cosa parlo, se invece ancora non lo avete fatto non attendete oltre ma prima preparate i fazzoletti!

Correte a scoprire i consigli di Laura, Salvia e Laura

martedì 22 marzo 2016

Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori - Seconda tappa


Buongiorno ragazzuole!!!!
Ci siamo, comincia con oggi la seconda tappa di questa Challenge che, ne siamo felici, vi sta appassionando come non avremmo pensato prima di cominciare.
So che siete curiose come delle scimmie e che sul gruppo facebook state scommettendo duro da settimane sui possibili obiettivi... beh poi mi dovete dire chi ha vinto cosa! Quindi bastaa ubriacarvi duro guardando foto di manzi lettori mezzi nudi, tornate serie e leggete bene qui di seguito.
Da questo momento tutto si sposta dal blog de La Libridinosa a qui. Quindi è qui che dovrete tornare ogni mese per scoprire i libri bonus ed è qui - su questo specifico post - che dovrete inserire i link alle letture fatte. Contente???? Hihihihihihihi vedremo cosa ne penserete tra un po'.

Vi ricordo le semplici regole per poter essere dei nostri e non trovarsi alla fine con qualche brutta sorpresa:
Ed ora passiamo a noi. Siete curiose di scoprire quali sono gli obiettivi generici che ho pensato per voi? Vi ricordo che i 6 obiettivi generici dovranno essere portati a termine entro questa tappa, che da oggi non valgono più gli obiettivi che aveva scelto Laura per voi e che le recensioni relative ai nuovi obiettivi andranno linkate entro e non oltre il 21 giugno 2016.
Ecco le mie richieste:
  1. un libro pubblicato nel 2016
  2. un libro il cui autore/autrice abbia più di 60 anni
  3. un libro che abbia vinto un premio letterario (non vale nomination ma vincita!)
  4. un libro il cui titolo contenga un mestiere
  5. un libro sulla cui cover sia raffigurato un mezzo di trasporto
  6. un libro la cui cover non raffiguri persone 
Ecco invece i libri bonus che vi propongo questo mese.
Il primo che ho scelto è uno young adult che mi ha totalmente conquistata lo scorso anno. Un libro di un genere che normalmente non leggo e che ho preso in considerazione su consiglio di un'amica fidata. si tratta di Wintergirls. Così leggere da bucare le nuvole di  Laurei Halse Anderson. Spero saprà conquistarvi come ha fatto con me!
Il secondo è invece un thriller che ho letto quest'anno e che mi è molto piaciuto: Urla nel silenzio di Angela Marsons. Sono curiosissima di leggere le vostre recensioni visto che questo libro ha ricevuto pareri molto contrastanti.

Cliccando sulle immagini sarete rimandati alle mie recensioni. 

http://libroperamico.blogspot.it/2016/02/recensione-109-urla-nel-silenzio-di.htmlhttp://libroperamico.blogspot.it/2015/09/recensione-81-wintergirls-cosi-leggere.html

Anche per quanto riguarda questi due romanzi, avrete tempo sino al 21 giugno per linkare le recensioni.
Vi ricordo che anche durante questo trimestre vi proporremo un libro bonus che vi consentirà di ottenere ben 15 punti. Questo titolo a sorpresa, sarà svelato sul blog delle Lettrici Geograficamente Sparpagliate e non sarete in alcun modo avvisati della comparsa del post di presentazione. Quindi, occhi aperti!
Per lasciare i link delle vostre recensioni, dovete usare il modulo sottostante, che troverete sempre e solo in questo primo post. Non saranno accettate recensioni spedite in altri modi.
Vi chiediamo la cortesia di inserire correttamente tutti i dati richiesti in modo da non complicarci la vita; voi siete tantissime e noi non possiamo essere online 24 ore su 24! Anche per questa tappa i vostri aggiornamenti saranno registrati sul documento condiviso in google drive dove già siete abituate a controllare i vostri progressi, ma sul foglio denominato Tappa 2. Mi impegnerò ad aggiornare il foglio almeno una volta alla settimana (magari di più ma non di meno) quindi non mi tempestate di messaggi se non vedete registrato il vostro ultimo link entro qualche ora! ;)
La mail di riferimento per i vostri dubbi resta sempre la stessa: lettricisparpagliate@gmail.com
Credo di avervi detto tutto quindi prontiiiiii... via!!!

venerdì 18 marzo 2016

Chi ben comincia #107 - The Danish Girl di David Ebershoff

Buongiorno carissimi, buon venerdì! Oggi, dopo tantissimo tempo, torna Chi ben comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Per la puntata di oggi vi lascio l'incipit del libro che sto leggendo: The Danish Girl di David Ebershoff edito da Giunti, libro da cui è stato tratto il film che è stato uno dei protagonisti della notte degli Oscar di quest'anno.
REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti



Fu sua moglie la prima a saperlo. "Mi faresti un piccolo favore?" chiese Greta dalla camera da letto quel pomeriggio. "Dovresti aiutarmi un attimo con una cosa. Non ci vorrà molto."
"Certo" disse Einar tenendo gli occhi fissi sulla tela. "Quello che vuoi."
Il vento del Baltico rinfrescava la giornata di primavera. Erano nel loro appartamento nella Casa delle Vedove, ed Einar, un uomo minuto e quasi trentacinquenne, stava dipingendo a memoria un paesaggio invernale del Kattegat.
Sull'acqua nera e crudele, tomba di centinaia di pescatori che ritornavano a Copenaghen con le loro prede sotto sale, era stesa una cappa bianca. Il vicino del piano di sotto era un marinaio con la testa piccola e tonda che insultava la moglie. Quando Einar dipingeva l'increspatura grigia di ogni onda, immainava in marinaio che annegava, con una mano sollevata a chiedere aiuto, e sentiva la sua voce che sapeva di vodka di patate dare ancora della puttana da porto alla moglie.
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Che ne pensate di questo incipit? Vi ispira? Avete letto questo romanzo?

giovedì 17 marzo 2016

Recensione #115 - Risveglio a Parigi di Margherita Oggero

Buongiorno lettori, come va? Per me settimana stana, sono stata a casa due giorni a inizio settimana perchè non stavo bene quindi sono sfasata con i giorni, ed oggi è già giovedì (per fortuna!).
Marzo corre come un trano e con lui le mie letture, che stanno correndo una dopo l'altra! Oggi mi tocca purtroppo parlarvi di un libro che mi ha parecchio deluso. Mi spiace un sacco perchè non è mai bello trovare letture un po' così ma sopratutto perchè questo è un #librosparpagliato che viaggerà di mano in mano tra molti di voi. Sarò sicuramente ancora più curiosa di conoscere il vostro pensiero. Si tratta di  Risveglio a Parigi di Margherita Oggero, edito da Mondadori, 312  pagine.

Trama: Un viaggio a Parigi. Silvia, Barbara e Mariangela lo sognano dai tempi della terza media, l'età dei confusi progetti di vita e dei castelli in aria, quando una breve vacanza nella ville lumière simboleggiava le magnifiche possibilità del futuro: il successo professionale, la libertà e l'amore. Adesso che di anni ne hanno trentadue, e non si sono mai perse di vista, decidono di partire regalandosi alcuni giorni a Parigi, in omaggio all'amicizia, certo, ma anche per una specie di malinconico rimpianto dell'adolescenza. In sottofondo, inconfessata, la speranza per tutte di dimenticare, anche solo temporaneamente, il proprio carico di delusioni, ansie, contraddizioni, per ritornare un po' alleggerite dei fardelli che ciascuna porta con sé. Al momento di partire, però, ecco la prima sorpresa non proprio gradita: Manuel, il figlio di sette anni che Mariangela sta crescendo da sola, pianta un enorme capriccio e convince la madre a portarlo con loro. Questo bambino scontroso e diffidente le costringerà a confrontarsi con il tempo che passa, con la realtà che l'adolescenza è ormai lontana, e infine con la consapevolezza che per essere passabilmente felici occorre molta buona volontà. Forse... Forse, perché le mille domande poste dal piccolo guastafeste che viaggia con loro, le sue esigenze, i suoi occhi severi offrono alle amiche l'occasione per rivedere le loro convinzioni, trasformando la vacanza da una fuga nel passato a un più consapevole sguardo sul presente e sul futuro.


Non so da dove cominciare a parlarvi di questo libro. Pimo approccio per me verso un'autrice di cui ho tanto sentito parlare, che mi incuriosiva ma che mai mi era capitato di leggere.
Devo dire che ho fatto un po' fatica a finirne la lettura ma mi sono obbligata (chi mi conosce sa che non lascio MAI un libro a metà!) ad andare avanti. Sarà che arrivavo dalla lettura del meraviglioso nuovo lavoro di Lorenzo Marone - recensione qui - sarà che mi aspettavo una narrazione più veloce e brillante ma io, lo devo dire, con Risveglio a Parigi mi sono proprio annoiata.
Protagonista del libro è un viaggio, quello che tre ragazze avrebbero voluto fare insieme almeno un decennio prima, ripercorrendo le tappe di una gita scolastica a Parigi del liceo. Ma, si sa, ogni cosa ha il suo tempo e la stessa cosa in tempi diversi non ha lo stesso sapore.
La storia in se non è malvagia, quello che non ho sopportato sono i personaggi, praticamente tutti, incapaci di prendere di petto la propria grama vita - perchè lasciatemelo dire sono uno più sfigato dell'altro - ritrovandosi a vivere nei ricordi, o nei rimorsi, o nei rimpianti, a seconda dei punti di vista.
L'autrice lascia la narrazione a volte ai personaggi in prima persona, altre ad un ipotetico narratore esterno secondo me creando spesso confusione e non permettendo al lettore di affezionarsi particolarmente a nessuno di loro.
Personaggi che già di per se non è che si facciano amare.
Da una parte donne descritte come sfruttatrici del proprio corpo per ottenere favori, fedifraghe senza riserve, cattive madri, figlie asfissianti, amiche assenti... insomma lo svilimento totale della figura femminile.
Dall'altra uomini che scappano davanti alle responsabilità, padri assenti, mariti violenti.
Insomma, io capisco tutto, le brutture della vita sono tante e sono sicuramente molto più dure di quelle descritte in questo libro però cavoli - si può dire cavoli? - un po' di fantasia nella fase in cui si studiano i personaggi. Capisco non vedere tutto rosa - lungi da me - ma neanche calcare così tanto la mano sulla disgrazia ad ogni costo...
Niente, solo personaggi odiosi e sfigati; una tristezza e pochezza di valori che difficilmente mi è capitato di trovare in un romanzo, un messaggio in cui non solo non trovo positività ma in cui vedo solo tre trentenni disperate, insoddisfatte della propria vita, del proprio aspetto, della propria famiglia che, per trovare uno svago, non trovano di meglio che folleggiare a Parigi tra pasticche, canne, discoteche, lasciando addittura un bambino di 7 anni di notte, da solo, in un albergo? Mi spiace, sarò bacchettona ma non ho trovato nulla - se non di negativo - che potrà farmi pensare a questo libro in futuro. Neanche nella caratterizzazione i personaggi si salvano in quanto quella che ci mostra l'autrice è unicamente una caratterizzazione fisica, sottolineando spesso la bruttezza di una, la formosità dell'altra, senza mai darne una caratterizzazione emozionale.
Salvo solo un paio di personaggi  - Armando e Giovanna - e i capitoli corti che fanno leggere più velocemente; per il resto nulla.
Vogliamo parlare dell'ambientazione parigina? Praticamente inesistente se non per brevissimi sprazzi con nomi di monumenti buttati lì dalle protagoniste ma senza che queste nel libro vivano veramente la città sotto i nostri occhi se non durante la breve parentesi a Disnayland.
E se a tutto questo aggiungiamo un paio di strafalcioni che ho trovato durante la lettura e che mi hanno fatto accapponare la pelle il risultato vien da se...

VOTO: 


mercoledì 16 marzo 2016

Shopping letterario #39




Buongiorno lettori, rieccomi con un puntata di questa rubrica! Lo so, lo so cosa state pensando… avevo detto che non avrei comprato più niente per un po’ ma veramente voi mi credete quando lo dico? Una compratrice di libri ossessiva/compulsiva come me dovrà pur mentire un pochino per tenere alto l’onore! Però sono stata brava, ho speso al massimo 1.99 € ;)

Ed ora veniamo ai miei nuovi tesorucci, tutti provenienti dalle offerte lampo di Amazon.
  • Furore di John Steinbeck  edito da Bompiani, 633 pagine, € 1.99 - Acquistato leggendo i consigli entusiasti di alcuni blogger il giorno dell’offerta. Diciamo che mi faccio convincere facilmente!
Trama: Pietra miliare della letteratura americana, "Furore" è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l'anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell'opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell'odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un'intera nazione. L'impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria "come un marchio d'infamia". Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell'uomo contro l'ingiustizia, "Furore" è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza.
  • The Danish Girl  di David Ebershoff edito da Giunti, 270 pagine, € 1.99. Desideravo questo libro e trovarlo in offerta il giorno della premiazione degli Oscar mi ha fatto convincere immediatamente!
Trama: Giovani e talentuosi, Einar Wegener e sua moglie Greta vivono nella romantica Copenaghen di inizio Novecento, accomunati dalla passione per l'arte: paesaggista lui, ritrattista molto richiesta lei. Finché un giorno Greta, per completare un ritratto, chiede al marito riluttante di posare in abiti femminili. A poco a poco, l'ipnotico pennello di Greta, animata da un'improvvisa ispirazione, e il morbido contatto della stoffa sulla pelle di Einar, lo sospingono in un mondo sconosciuto, mettendo in moto un cambiamento che nessuno dei due avrebbe mai potuto sospettare. Quel giorno il giovane scopre che la sua anima è divisa in due: da una parte Einar, l'artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall'altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere. E Einar si trova di fronte a una scelta radicale: decidere quale delle due sacrificare...


  • La collezionista di sogni di Valentina Bellucci, 448 pagine, € 0.00. Il mio letterato pensiero è stato: Gratis + trama intrigante = preso!!! ;)
Trama: “Non si direbbe che Londra sia una prigione, finché non ci vivi dentro e te ne accorgi”
Per Tristan e Mary Lou, Londra è proprio come una prigione, e vittime sono proprio loro: due ragazzi adolescenti, incompresi dal resto dei compagni e testimoni di vite complicate.
Mary Lou Finger ha sedici anni, la passione per la lettura e una vita incasinata; è bella ed è brava a scuola, ma non basta, a casa sua vive un inferno.
Tristan Colin, il ragazzo più sfigato della scuola, è chiuso in se stesso da un vuoto incolmabile.
Un giorno però le loro vite saranno destinate ad incrociarsi e sarà proprio mentre si imbatteranno l’uno nell’altra che Tristan avrà intenzione di invitarla ad uscire.
Ma cosa accadrebbe se lei dovesse accettare? E come mai ogni sabato mattina Tristan scompare? Dove va?
La vita di Mary Lou sembra davvero molto confusa, fino a quando un incontro inaspettato cambierà tutto il suo modo di vedere le cose. Sarà proprio lì, alla Boy and Dolphin Fountain, in Hyde Park che conoscerà Annabel, una ragazza di dodici anni, intelligente e spigliata, che dalla vita ha tutto, ma che sarà costretta a crescere troppo in fretta e ad affrontare qualcosa di molto più grande di lei.


Fino a questa mattina vagavo nel buio alla ricerca di un titolo che mi chiamasse più degli altri ed ora, scrivendo questo post The Danish Girl ha attirato la mia attenzione in modo esagerato quindi ho deciso: lo inizierò oggi!


Ora lascio la parola a voi. Li conoscete? Li avete letti? Vi ispirano?

lunedì 14 marzo 2016

Recensione #114 - Non Lasciarmi di Kasuo Ishiguro

Buongiorno lettori, buon lunedì. Passato bene il week end? Il mio volato, come sempre.
Oggi torno con una recensione, questo marzo in fatto di letture si sta rivelando veramente proficuo, sto leggendo tantissimo e non ho ancora trovato fregature, anzi! Oggi vi parlo di  Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi, 291  pagine.

Trama: Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole "donatore" e "assistente"? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.

Ho comprato questo libro più di tre anni fa - ricordo che il blog era appena nato – attratta a pelle durante un acquisto online. Solo successivamente ho cercato notizie in rete, trovando pareri assolutamente contrastanti: meraviglioso o terribile, nessuna via di mezzo. A causa di quei pareri questo romanzo ha preso polvere sui miei scaffali per così tanto tempo. Cosa mi ha fatto decidere di leggerlo? La mia partecipazione ad una challenge che ha tra gli obiettivi quello di leggere un libro che mi sono pentita di aver acquistato a causa magari di pareri negativi. Era un segno… questo libro mi chiamava ed io questa volta gli ho risposto, felice di averlo fatto.
L’ho letto, divorato. Alla fine mi è rimasta addosso una tristezza infinita. Una storia tremenda, per fortuna di fantasia ma, mi chiedo, quanto siamo lontani da quello che l’autore ha immaginato??? Una storia che mi ha fatto riflettere, arrabbiare, incupire.
I protagonisti assoluti di questo romanzo sono tre ragazzi – Kathy, Tommy e Ruth – molto particolari. Vivono in un collegio - Hailsham – insieme ad altri “studenti” e da che hanno ricordo quella è la loro casa. All’inizio ho fatto fatica a capire cosa fossero… Orfani? Poveri? Trovatelli? L’autore è bravo a non scucirsi mai troppo, tenendo il lettore sulle spine, spesso confondendolo.
Poi pian piano tutto è diventato più chiaro.
È Kathy – ormai adulta, quasi al termine della sua avventura da assistente - a raccontare, ripercorrendola attraverso i ricordi, la loro storia. Si rivolge al lettore in prima persona, ponendogli spesso delle domande come se realmente questo potesse avere delle risposte. Da subito questa scelta narrativa mi ha catapultato in quell’edificio, con i suoi stanzoni che ospitano studenti di ogni età - dall’asilo fino all’adolescenza - con le sue aule riconoscibili solo attraverso un numero, con i suoi baratti ed i suoi incanti, con i suoi professori sfuggenti e poco chiari, con quella strana donna – Madame – che periodicamente fa la sua apparizione al college per scegliere delle opere artistiche degli studenti da mettere nella propria galleria. Ma chi sono veramente quei ragazzi che tutti chiamano studenti? Perché nessuno riesce ad avere un contatto umano con loro? Perché si devono accontentare di cose dette a metà? Mai un sorriso, mai una carezza, niente che possa portare a sentimentalismi o attaccamenti.
Beh la verità è lontana da qualsiasi immaginazione. L’autore ipotizza uno scenario che, se solo fosse vero, mi riempirebbe di ribrezzo e incredulità. Inaccettabile, terribile! È difficile parlare di questa lettura senza svelarvi altro che, di certo, mi aiuterebbe a spiegare il mio pensiero ma voglio lasciarvi il gusto della scoperta per darvi la possibilità di rimanere a bocca aperta al momento debito.
Per tutto il romanzo conosceremo i pensieri dei protagonisti, saremo messi a parte delle loro emozioni, delle loro ipotesi riguardanti il loro futuro, dei loro rapporti di amicizia. Tutto ripercorrendo con non poco dolore la loro vita.
Durante la lettura ho avuto pensieri discordanti su ognuno di loro.
Ho trovato odiosa – in alcuni tratti – Ruth, con il suo atteggiamento spesso superiore e poco attento ai sentimenti degli altri; ho spesso trovato troppo cerebrale Kathy, con le sue pochissime emozioni, come rassegnata ad una vita di rinunce; ho trovato Tommy troppo trascinato dagli eventi, quasi incapace di decidere con la sua testa; ma ho anche trovato Ruth di una dolcezza infinita nel suo ruolo di adulta; ho trovato Kathy romantica e sognatrice nei suoi momenti solitari in compagnia solo della sua musicassetta preferita; ho trovato Tommy un grande amico, sincero ed appassionato.
Come non essere delle contraddizioni viventi avendo avuto una vita simile? Come appassionarsi alla vita sapendo quello che li aspetta senza avere la minima possibilità di cambiare le cose? 
Lo stile dell’autore mi è piaciuto; la sua decisione di volerci mostrare tutto con gli occhi di uno degli studenti permette di entrare fino in fondo nel loro mondo, non rimanendo unicamente da parte come spettatori inermi. Solo in alcuni momenti ho trovato un po’ di confusione nella narrazione ma, col senno di poi, credo che la cosa possa essere voluta, per rimarcare la difficoltà di Kathy di tirare insieme i propri pensieri.
Per tre giorni ho letto ininterrottamente per capire come la storia potesse evolversi, e questa è certamente una caratteristica positiva in una lettura, segno per me di come l’autore abbia fatto centro.
Un libro particolare, che sicuramente ricorderò e che mi ha fatto venire la curiosità di leggere altre opere di questo autore che non conoscevo.

VOTO: 


sabato 12 marzo 2016

Recensione #113 - La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone

Buongiorno lettori, buon sabato! Normalmente non pubblico durante il week end ma per oggi ho voluto programmare la recensione di un libro che ho letto voracemente in due giorni e che ho amato moltissimo. Dovevo parlarvene al più presto!
Si tratta di La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone, edito da Longanesi - che ringrazio per la copia - 384 pagine.

Trama: Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezzo e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po’ qua e un po’ là, in bilico tra due famiglie e ancora in cerca di se stesso. Sulla soglia dei quarant’anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, così trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nel¬lo stomaco, somatizzando tutto.
Finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cer¬cato per anni di avere un bambino, lo lascia.
Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l’appuntamento con il suo destino.
Circondato da un carosello di personaggi mai banali, Erri deciderà di affrontare, una per una, le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto. Imparerà così che per essere felici dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che, se non vogliamo vivere una vita che non ci appartiene, a volte è indispensabile ribel¬larci. Anche a chi ci ama.
Sarà pronto, ora, a prendere la decisio¬ne più difficile della sua esistenza?

Ho cominciato a leggere questo libro con aspettative enormi ma anche con una paura folle. Cesare, protagonista del libro d’esordio di Lorenzo Marone – recensione qui – mi aveva conquistato poco più di un anno fa con i suoi modi burberi e per niente accondiscendenti. Bravura? Fortuna? In un libro d’esordio non si riesce mai a capirlo fino in fondo. Questa era la prova del nove.
È con queste titubanze che ho fatto la conoscenza di Erri, quarantenne, primogenito di tre diverse famiglie, scomposte e ricomposte in un susseguirsi di errori, rotture, ricongiungimenti.
Erri è figlio, lacerato dal divorzio di due genitori così diversi che negli anni hanno saputo rifarsi una vita con nuovi compagni e con nuova prole, una vita di cui Erri sembra essere solo un testimone di contorno. Un padre assente amante dei libri e totalmente inadatto al ruolo genitoriale, una madre più capace di fare il generale che di dare una carezza a quel bambino, ormai adulto, cresciuto senza certezze.
Difficile per un uomo con un’infanzia simile reagire all’abbandono anche della moglie, alla perdita delle certezze domestiche, lavorative, emozionali. Una storia che si ripete, all’infinito. Qualcuno che tradisce, fa le valigie e se ne va… un teatrino con il copione già scritto. Ma forse quel copione può essere riscritto, prendendo per una volta la situazione come un’opportunità per scrivere una commedia totalmente differente da quelle già recitate.
Ed è proprio questo che mi ha ricordato questo libro, una commedia alla Totò e Peppino in una Napoli che fa da contorno – ma anche da protagonista – dove il primo attore è uno – Erri - ma sono anche tanti, tenuti insieme da una sceneggiatura perfetta, in cui l’autore spazia dal presente al passato senza mai perdere il filo del discorso, senza mai lasciare che il lettore si distragga. Il sipario si apre già alla prima pagina, con una faro puntato su questa grande famiglia allargata, tanto strana, difficile, imperfetta, bugiarda, piena di casini ma pur sempre famiglia. Quelle famiglie tanto poco mulino bianco che, io l’ho sempre detto, per me non esistono; quelle famiglie sgangherate che riescono, pur con i loro giganteschi casini e difetti, ad andare avanti, giorno per giorno.
Ma chi sono i componenti di questa commedia?
Erri Gargiulo: protagonista e voce narrante.
Matilde: moglie di Erri, alla ricerca di un figlio ad ogni costo.
Raffaele e Renata: i genitori di sangue di Erri.
Rosalinda: la nuova moglie spagnola di Raffaele, bellissima e con un occhio attento a quel figlioccio così solitario.
Mario: capostipite della famiglia Ferrara; nuovo marito di Renata, colui che per Erri più di tutto ha rappresentato la figura paterna, colui che oltre a sopportare la madre ha sempre un consiglio pronto per lui. Colui che non ha mai fatto distinzioni tra figli di sangue e figli acquisiti.
Flor: la nuova sorella Gargiulo, figlia di Raffaele e Rosalinda; una pazza scatenata che tanto rispecchia la solarità e lo spirito libero di quella madre giovane e spagnola, e che così poco ha di quel padre silenzioso e chiuso; una figura questa che mi ha conquistata e che mi ha spesso fatto ridere di gusto.
Valerio: figlio primogenito di Renata e Mario, ma fratello minore per Erri, la testa calda della famiglia, donnaiolo senza sosta e poco incline alle regole.
Giovanni – per tutti Giovannino: figlio minore di Renata e Mario, quello che ha seguito le orme paterne, il preferito di mamma, quello che la famiglia del Mulino Bianco sembra essersela costruita.
Clara: moglie perfetta del figlio perfetto.
Arianna: figlia nata dal precedente matrimonio di Mario, un’altra macchietta del romanzo, colei che al primo sguardo ha saputo conquistare il cuore di Erri – ed anche il mio, devo ammetterlo - ribelle, autonoma, schietta, divertente. Rappresenta per il protagonista una sorella, un’amica, la donna ideale. Compagna di giochi, avventure, confidenze, carezze.
E poi ci sono quelle comparse, presenti ed importanti ma mai veramente attori come il famigerato Ghezzi “palle mosce”, Clarinda, il dott. Inzeolla, zio Vittorio; tutti personaggi presenti ma assenti con un ruolo fondamentale per lo scorrere della vicenda.
L’autore ha saputo rappresentare nei dettagli ogni attore, descrivendolo sia fisicamente che caratterialmente, creandogli un passato e delle aspettative per il futuro, intrecciandone le azioni con il resto della famiglia ma sempre lasciandone al primo posto l’autonomia, la particolarità.
Di sicuro un Lorenzo Marone cresciuto questo, che mi è sembrato più a suo agio forse perché questa volta come si dice “giocava in casa” con protagonisti più vicini a quella che è la sua vera vita, in una Napoli che, emerge in modo preponderante, lui ama e ovviamente conosce.
Leggendo questo libro ho provato un’infinità di emozioni differenti, dovute al taglio sì riflessivo che Lorenzo ha dato alla storia ma anche a quegli sprazzi divertenti, siparietti simbolo della nostra Italia, delle nostre famiglie numerose, di quel sud da cui quasi tutti, alla vicina o alla lontana ormai proveniamo.
Un ruolo predominante è dato alla donna in questo romanzo donna come moglie, madre, amica, sorella; quelle donne che, ognuna a modo suo, cercano di emergere nel mondo e che ci riescono perfettamente in questo libro.
Quindi che dire se non leggetelo, consigliatelo, cercate all’interno di questo romanzo il personaggio più affine a voi ed amatelo, senza riserve, anche se – ne sono sicura – non riuscirete ad avere una figura preferita perché in ognuno di quegli attori c’è un pezzettino di noi, ognuno di essi rapresenta quello che vorremmo o non vorremmo essere, quello che ricerchiamo ogni giorno nella vita di tutti i giorni: noi ed il contrario di noi!

VOTO: