Buongiorno carissimi lettori! In questo grigio lunedì sono qui per lasciarvi una nuova recensione, quella del libro Lo stupore di una notte di luce di Clara Sanchez edito da Garzanti – che ringrazio per la copia – pag 398 - seguito del famosissimo Il profumo delle foglie di limone che ho recensito qui.
Sinossi: È una notte stranamente luminosa. Una notte in cui il buio non può più nascondere nulla. Lo sa bene Sandra mentre guarda suo figlio che dorme accanto a lei. Ha fatto il possibile per proteggerlo. Ma nessuno è mai davvero al sicuro. Soprattutto ora che nella borsa dell'asilo ha trovato un biglietto. Poche parole che possono venire solo dal suo passato: "Dov'è Juliàn?". All'improvviso il castello che Sandra ha costruito crolla pezzo dopo pezzo: il bambino è in pericolo. Sandra deve tornare dove tutto è iniziato. Dove ha scoperto che la verità può essere peggio di un incubo. Dove ha incontrato due vecchietti che l'hanno accolta come una figlia, ma che in realtà erano due nazisti con le mani sporche di sangue innocente, che inseguivano ancora i loro ideali crudeli e spietati. È stato Juliàn ad aiutarla a capire chi erano veramente. Lui che, sopravvissuto a Mauthausen, ha cercato di scovare quei criminali ancora in libertà. Lui ora è l'unico che può conoscere chi ha scritto quel biglietto e perché. Juliàn sa che la sua lotta non è finita, che i nazisti non si sono mai arresi. Si nascondono dietro nuovi segreti e tradimenti. Dietro minacce sempre più pericolose. E quando il figlio di Sandra viene rapito, l'uomo sente che bisogna fare qualcosa e in fretta. Perché in gioco c'è la vita di un bambino. Ma non solo. C'è una sete di giustizia che non può ancora essere messa a tacere.
Julian e Sandra sono tornati. La Sanchez ci ha regalato, dopo sette anni, il seguito del suo best seller Il profumo delle foglie di limone. Ero molto curiosa di capire fino a che punto l’autrice riuscisse a ripetere il grande successo ottenuto dal libro precedente, che io avevo amato molto ad una prima lettura e che ho amato nuovamente rileggendolo poche settimane fa.
La storia riprende esattamente dove l’avevamo lasciata. Julian risiede a I Tre Ulivi e continua a tenere d’occhio i pochi nazisti rimasti a Dianium dopo il suo intervento; Sandra è tornata a Madrid, ha avuto il suo bambino – che ha chiamato Julian – ha un rapporto civile con Santi – il padre di suo figlio – e Lucy – la sua nuova fidanzata - e pensa ancora ad Alberto, di cui non ha più avuto notizie. Tutto sembra essersi sistemato e sembra scorrere senza grandi scossoni nella routine della vita di tutti i giorni. Il sembra è d’obbligo visto che un giorno Sandra trova un biglietto nello zaino di suo figlio in cui qualcuno le chiede dove sia finito Julian, quell’anziano signore il cui unico scopo nella vita è quello di stanare i nazisti che si nascondono in luoghi comuni, vivendo come persone per bene. Nello stesso periodo riconosce Martin – uno dei nazisti che l’avevano tenuta prigioniera - nei paraggi dell’asilo del figlio e lei ci mette un attimo a fare due più due.
Sandra e Julian non hanno più avuto contatti da quando l'uomo ha aiutato Sandra a mettersi in salvo su quel pullman che l’ha riportata alla vita, ma la ragazza capisce che anche questa volta non può far finta di niente e deve riuscire ad avvisare l’uomo del pericolo che corre. La casetta a Dianium di proprietà della sorella è ancora libera e lei decide di tornarci con tanto di figlio e del suo ex compagno, con la scusa di qualche giorno di vacanza ma in realtà con la speranza di rintracciare Julian e soprattutto Alberto; ovviamente senza minimamente pensare alle conseguenze di quella scelta.
La ragazza ripercorre quindi i suoi passi, tornando nel luogo in cui aveva rischiato la vita, non rendendosi conto che la partita è ancora aperta ed il pericolo non è assolutamente scampato.
La Sanchez riesce senza difficoltà a riportarci indietro al libro precedente, ripartendo esattamente dal punto in cui tutto era terminato e ricreando le atmosfere che già avevamo vissuto con Il profumo delle foglie di limone.
Anche in questo nuovo lavoro la narrazione è a due voci, e sono proprio Julian e Sandra a raccontarci in prima persona gli avvenimenti e i propri pensieri: con Julian assistiamo al lento ed inesorabile invecchiamento di alcuni dei nazisti più pericolosi della storia, e sempre con lui cerchiamo di decifrare i messaggi che Salva, il suo vecchio amico ormai morto, ha disseminato sul suo percorso; con Sandra viviamo invece un rapporto complicato, fatto di due persone che hanno messo al mondo un figlio ma che non condividono la vita e neanche le aspettative per il futuro.
Solo verso la fine del libro l’autrice ci regala un terzo punto di vista, quello di Lucy - la nuova compagna di
Santi – personaggio femminile cui improvvisamente viene dato un ruolo importante nella vicenda. Questa scelta mi ha lasciato un po’ perplessa, perché in realtà da lettrice avrei preferito che ad emergere fosse il pensiero di Santi che in questo libro non è più un personaggio solo nominato come avveniva nel romanzo precedente, ma ha invece un ruolo da protagonista.
Diversi sono i vecchi personaggi che ritroviamo in questa nuova avventura: Frida, la pericolosissima adepta nazista; il Macellaio di Mauthausen, con cui Julian intesse un gioco pericoloso; Martin, che viaggiava sempre in coppia con Alberto; e infine le presenze latenti, solo come ombre ma sempre inquietanti, di Alice e Otto, i capi dell’organizzazione.
Ci sono inoltre nuove presenze che arricchiscono la storia: Pilar, la direttrice de I Tre Ulivi; Geralda e James, i due ospiti della residenza che più si avvicinano a Julian diventandone amici e, come dicevo prima, Santi.
Lo stile resta quello che conoscevamo, dettagliato nelle descrizioni, capace di inserire nei punti salienti dei colpi di scena e ricco di quell’atmosfera che avevamo imparato a conoscere. Quello che però mi è sembrato in questo nuovo lavoro è che la storia sia più lenta e un pochino meno convincente della precedente; l’avvenimento che dovrà poi diventare il centro focale della trama avviene ben oltre la metà del romanzo – parliamo di più di duecento pagine – e per quanto io sia amante delle storie lente, cui si arriva con calma e dettagliatamente, in questo caso mi è sembrato veramente troppo visto che poi la parte finale è invece un po’ affrettata, con una soluzione cui forse poteva essere dedicata un po’ più di calma.
Il romanzo nel suo insieme mi è comunque sembrato una degna prosecuzione della vicenda e mi sento di consigliarlo a chi ha amato Il profumo delle foglie di limone.
Lo avete letto? Vi è piciuto?Julian e Sandra sono tornati. La Sanchez ci ha regalato, dopo sette anni, il seguito del suo best seller Il profumo delle foglie di limone. Ero molto curiosa di capire fino a che punto l’autrice riuscisse a ripetere il grande successo ottenuto dal libro precedente, che io avevo amato molto ad una prima lettura e che ho amato nuovamente rileggendolo poche settimane fa.
La storia riprende esattamente dove l’avevamo lasciata. Julian risiede a I Tre Ulivi e continua a tenere d’occhio i pochi nazisti rimasti a Dianium dopo il suo intervento; Sandra è tornata a Madrid, ha avuto il suo bambino – che ha chiamato Julian – ha un rapporto civile con Santi – il padre di suo figlio – e Lucy – la sua nuova fidanzata - e pensa ancora ad Alberto, di cui non ha più avuto notizie. Tutto sembra essersi sistemato e sembra scorrere senza grandi scossoni nella routine della vita di tutti i giorni. Il sembra è d’obbligo visto che un giorno Sandra trova un biglietto nello zaino di suo figlio in cui qualcuno le chiede dove sia finito Julian, quell’anziano signore il cui unico scopo nella vita è quello di stanare i nazisti che si nascondono in luoghi comuni, vivendo come persone per bene. Nello stesso periodo riconosce Martin – uno dei nazisti che l’avevano tenuta prigioniera - nei paraggi dell’asilo del figlio e lei ci mette un attimo a fare due più due.
Sandra e Julian non hanno più avuto contatti da quando l'uomo ha aiutato Sandra a mettersi in salvo su quel pullman che l’ha riportata alla vita, ma la ragazza capisce che anche questa volta non può far finta di niente e deve riuscire ad avvisare l’uomo del pericolo che corre. La casetta a Dianium di proprietà della sorella è ancora libera e lei decide di tornarci con tanto di figlio e del suo ex compagno, con la scusa di qualche giorno di vacanza ma in realtà con la speranza di rintracciare Julian e soprattutto Alberto; ovviamente senza minimamente pensare alle conseguenze di quella scelta.
La ragazza ripercorre quindi i suoi passi, tornando nel luogo in cui aveva rischiato la vita, non rendendosi conto che la partita è ancora aperta ed il pericolo non è assolutamente scampato.
La Sanchez riesce senza difficoltà a riportarci indietro al libro precedente, ripartendo esattamente dal punto in cui tutto era terminato e ricreando le atmosfere che già avevamo vissuto con Il profumo delle foglie di limone.
Anche in questo nuovo lavoro la narrazione è a due voci, e sono proprio Julian e Sandra a raccontarci in prima persona gli avvenimenti e i propri pensieri: con Julian assistiamo al lento ed inesorabile invecchiamento di alcuni dei nazisti più pericolosi della storia, e sempre con lui cerchiamo di decifrare i messaggi che Salva, il suo vecchio amico ormai morto, ha disseminato sul suo percorso; con Sandra viviamo invece un rapporto complicato, fatto di due persone che hanno messo al mondo un figlio ma che non condividono la vita e neanche le aspettative per il futuro.
Solo verso la fine del libro l’autrice ci regala un terzo punto di vista, quello di Lucy - la nuova compagna di
Santi – personaggio femminile cui improvvisamente viene dato un ruolo importante nella vicenda. Questa scelta mi ha lasciato un po’ perplessa, perché in realtà da lettrice avrei preferito che ad emergere fosse il pensiero di Santi che in questo libro non è più un personaggio solo nominato come avveniva nel romanzo precedente, ma ha invece un ruolo da protagonista.
Diversi sono i vecchi personaggi che ritroviamo in questa nuova avventura: Frida, la pericolosissima adepta nazista; il Macellaio di Mauthausen, con cui Julian intesse un gioco pericoloso; Martin, che viaggiava sempre in coppia con Alberto; e infine le presenze latenti, solo come ombre ma sempre inquietanti, di Alice e Otto, i capi dell’organizzazione.
Ci sono inoltre nuove presenze che arricchiscono la storia: Pilar, la direttrice de I Tre Ulivi; Geralda e James, i due ospiti della residenza che più si avvicinano a Julian diventandone amici e, come dicevo prima, Santi.
Lo stile resta quello che conoscevamo, dettagliato nelle descrizioni, capace di inserire nei punti salienti dei colpi di scena e ricco di quell’atmosfera che avevamo imparato a conoscere. Quello che però mi è sembrato in questo nuovo lavoro è che la storia sia più lenta e un pochino meno convincente della precedente; l’avvenimento che dovrà poi diventare il centro focale della trama avviene ben oltre la metà del romanzo – parliamo di più di duecento pagine – e per quanto io sia amante delle storie lente, cui si arriva con calma e dettagliatamente, in questo caso mi è sembrato veramente troppo visto che poi la parte finale è invece un po’ affrettata, con una soluzione cui forse poteva essere dedicata un po’ più di calma.
Il romanzo nel suo insieme mi è comunque sembrato una degna prosecuzione della vicenda e mi sento di consigliarlo a chi ha amato Il profumo delle foglie di limone.
VOTO: