Buongiorno carissimi, come state? Io, come spesso accade in questo periodo dell’anno, ho moltissime cose da leggere e pochissimo tempo per farlo. Le mie letture vanno a rilento ma spero che con la prossima settimana, la fine della scuola e la riduzione degli allenamenti sportivi di mio figlio potrò essere meno stanca e potrò riprendere dei ritmi di lettura accettabili. Nel frattempo attendo il week end lungo per portarmi un po' avanti.
Oggi vi parlo del libro La felicità vuole essere vissuta di Loredana Limone, edito da Salani che ringrazio per la copia, pag. 468
Sinossi: Borgo Propizio: dopo il terribile sisma che li ha colpiti nella terra e nel cuore, gli abitanti si impegnano per tornare alla vita e alla serenità e le loro esistenze si incontrano, si scontrano, si intrecciano in maniera come sempre imprevedibile. Così aumentano i turisti stranieri, l’A.C. Propiziese scala la classifica, la boutique Amandissima conquista prestigiosi clienti; aprono negozi di economici e bravissimi parrucchieri cinesi, nascono nuovi amori e ne muoiono altri, mentre le coppie ‘storiche’ restano solide seppur turbate da qualche gelosia. Come se non bastasse, il borgo è in trepida attesa di una troupe cinematografica: un film a Borgo Propizio! O meglio, un film su Borgo Propizio, perché quella del leggendario fondatore Aldighiero il Cortese è una storia davvero intrigante e perché, aggiunge sibillino il regista, viene sempre il momento in cui bisogna rendere ciò che si è preso… Che cosa avrà voluto dire? Quale segreto aleggia tra le strade acciottolate del paese?
Al quarto romanzo, la saga di Borgo Propizio si conferma un luogo dell’anima dove rifugiarsi e sentirsi a casa, il posto migliore dove vivere.
Al quarto romanzo, la saga di Borgo Propizio si conferma un luogo dell’anima dove rifugiarsi e sentirsi a casa, il posto migliore dove vivere.
Quarto libro questo si aggiunge ai tre precedenti – Borgo Propizio, E le stelle non stanno a guardare, Un terremoto a Borgo Propizio (cliccate sui titoli per le recensioni) – e chiude la serie dedicata al piccolo borgo ideato dalla bravissima Loredana Limone.
Tornare al Borgo è un po’ come tornare a casa dopo tanto tempo, si respira infatti quell’atmosfera di pace e serenità che si vive quando si sta lontani da un luogo caro per troppo tempo.
Dopo il terremoto che lo aveva colpito nel terzo volume della serie, in questo nuovo lavoro Borgo Propizio ritorna a vivere e ci si presenta, a tre anni dalla tragedia che distrusse parte del borgo e che uccise diverse vite, più vivo che mai, pronto a rifiorire.
L’inaugurazione della nuova scuola dedicata a Maria Montessori, l’apertura di nuovi spazi commerciali tra cui l’alternativa boutique Amandissima, e la scelta di Borgo Propizio come protagonista di un film riporta la speranza nei cittadini che si augurano un veloce ripopolamento con conseguente aumento delle vendite per le attività commerciali.
Cittadini che ci danno il bentornato nelle loro vite come se fossimo parte delle loro famiglie. Ritroviamo il sindaco, Felice Rondinella, che per Borgo Propizio ha grandi progetti ed in realtà, ne ha anche per se stesso. Ritroviamo le due formidabili sorelle – Marietta e Mariolina – che nei loro ruoli di mogli ne combinano sempre di tutti i colori. Ritroviamo Dora e la sua edicola, che fa da punto di partenza per tutti i pettegolezzi del borgo. Ritroviamo Belinda - con la sua latteria –, Francesco e la piccola Letizia. Ritroviamo Ruggero che, con il suoi non congiuntivi ed i suoi intercalari da uomo “ruvido”, mette sempre tanta allegria. E poi Ornella, alle prese con mille lavori per tirare a campare; Antonia, che ancora si strugge per quel Rocco Rubino che di certo non la merita; Bartolomero Saltalamacchia, con le sue due coppie di gemelle che nonostante non siano più delle ragazzine ancora gli danno da pensare.
Avendo amato moltissimo ogni singolo personaggio di questa serie, sono stata contenta di ritrovarli tutti – con l’aggiunta di qualche elemento per niente di poco conto come Amanda o il regista Joyce – ognuno con le proprie manie, i propri pregi ed i propri difetti.
Tornare al Borgo è un po’ come tornare a casa dopo tanto tempo, si respira infatti quell’atmosfera di pace e serenità che si vive quando si sta lontani da un luogo caro per troppo tempo.
Dopo il terremoto che lo aveva colpito nel terzo volume della serie, in questo nuovo lavoro Borgo Propizio ritorna a vivere e ci si presenta, a tre anni dalla tragedia che distrusse parte del borgo e che uccise diverse vite, più vivo che mai, pronto a rifiorire.
L’inaugurazione della nuova scuola dedicata a Maria Montessori, l’apertura di nuovi spazi commerciali tra cui l’alternativa boutique Amandissima, e la scelta di Borgo Propizio come protagonista di un film riporta la speranza nei cittadini che si augurano un veloce ripopolamento con conseguente aumento delle vendite per le attività commerciali.
Cittadini che ci danno il bentornato nelle loro vite come se fossimo parte delle loro famiglie. Ritroviamo il sindaco, Felice Rondinella, che per Borgo Propizio ha grandi progetti ed in realtà, ne ha anche per se stesso. Ritroviamo le due formidabili sorelle – Marietta e Mariolina – che nei loro ruoli di mogli ne combinano sempre di tutti i colori. Ritroviamo Dora e la sua edicola, che fa da punto di partenza per tutti i pettegolezzi del borgo. Ritroviamo Belinda - con la sua latteria –, Francesco e la piccola Letizia. Ritroviamo Ruggero che, con il suoi non congiuntivi ed i suoi intercalari da uomo “ruvido”, mette sempre tanta allegria. E poi Ornella, alle prese con mille lavori per tirare a campare; Antonia, che ancora si strugge per quel Rocco Rubino che di certo non la merita; Bartolomero Saltalamacchia, con le sue due coppie di gemelle che nonostante non siano più delle ragazzine ancora gli danno da pensare.
Avendo amato moltissimo ogni singolo personaggio di questa serie, sono stata contenta di ritrovarli tutti – con l’aggiunta di qualche elemento per niente di poco conto come Amanda o il regista Joyce – ognuno con le proprie manie, i propri pregi ed i propri difetti.
Le loro vite si intrecciano con una maestria che solo una grande penna come quella della Limone può regalarci e le loro storie si complicano, si ampliano, si mostrano ai nostri occhi come storie di vita vera perché in ognuno di loro alberga un pezzettino di ognuno di noi.
Lo stile dell’autrice resta quello cui ci ha abituati: ricercato e dettagliato, capace di raccontare una storia divertente e scanzonata in maniera elegante e mai banale.
Un libro che non va letto nei ritagli di tempo - perché il suo ritmo accelera e rallenta come spesso accade nella vita - ma che va assaporato con il giusto tempo. Un libro che nasconde un messaggio meraviglioso che credo sia la degna conclusione della serie.
Lo stile dell’autrice resta quello cui ci ha abituati: ricercato e dettagliato, capace di raccontare una storia divertente e scanzonata in maniera elegante e mai banale.
Un libro che non va letto nei ritagli di tempo - perché il suo ritmo accelera e rallenta come spesso accade nella vita - ma che va assaporato con il giusto tempo. Un libro che nasconde un messaggio meraviglioso che credo sia la degna conclusione della serie.
Ora, se non avete ancora letto Borgo Propizio vi consiglio di cominciare dal primo senza bruciare le tappe, in modo da poter assaporare la serie nella sua completezza; se invece avete già letto i tre volumi precedenti vi chiedo: cosa aspettate a correre a leggere il quarto? Non ne resterete delusi!!!
VOTO: