mercoledì 31 maggio 2017

Recensione #188 - La felicità vuole essere vissuta di Loredana Limone


Buongiorno carissimi, come state? Io, come spesso accade in questo periodo dell’anno, ho moltissime cose da leggere e pochissimo tempo per farlo. Le mie letture vanno a rilento ma spero che con la prossima settimana, la fine della scuola e la riduzione degli allenamenti sportivi di mio figlio potrò essere meno stanca e potrò riprendere dei ritmi di lettura accettabili. Nel frattempo attendo il week end lungo per portarmi un po' avanti.
Oggi vi parlo del libro La felicità vuole essere vissuta di Loredana Limone, edito da Salani che ringrazio per la copia, pag. 468
Sinossi: Borgo Propizio: dopo il terribile sisma che li ha colpiti nella terra e nel cuore, gli abitanti si impegnano per tornare alla vita e alla serenità e le loro esistenze si incontrano, si scontrano, si intrecciano in maniera come sempre imprevedibile. Così aumentano i turisti stranieri, l’A.C. Propiziese scala la classifica, la boutique Amandissima conquista prestigiosi clienti; aprono negozi di economici e bravissimi parrucchieri cinesi, nascono nuovi amori e ne muoiono altri, mentre le coppie ‘storiche’ restano solide seppur turbate da qualche gelosia. Come se non bastasse, il borgo è in trepida attesa di una troupe cinematografica: un film a Borgo Propizio! O meglio, un film su Borgo Propizio, perché quella del leggendario fondatore Aldighiero il Cortese è una storia davvero intrigante e perché, aggiunge sibillino il regista, viene sempre il momento in cui bisogna rendere ciò che si è preso… Che cosa avrà voluto dire? Quale segreto aleggia tra le strade acciottolate del paese?
Al quarto romanzo, la saga di Borgo Propizio si conferma un luogo dell’anima dove rifugiarsi e sentirsi a casa, il posto migliore dove vivere.



Quarto libro questo si aggiunge ai tre precedenti – Borgo Propizio, E le stelle non stanno a guardare, Un terremoto a Borgo Propizio (cliccate sui titoli per le recensioni) – e chiude la serie dedicata al piccolo borgo ideato dalla bravissima Loredana Limone.
Tornare al Borgo è un po’ come tornare a casa dopo tanto tempo, si respira infatti quell’atmosfera di pace e serenità che si vive quando si sta lontani da un luogo caro per troppo tempo.
Dopo il terremoto che lo aveva colpito nel terzo volume della serie, in questo nuovo lavoro Borgo Propizio ritorna a vivere e ci si presenta, a tre anni dalla tragedia che distrusse parte del borgo e che uccise diverse vite, più vivo che mai, pronto a rifiorire.
L’inaugurazione della nuova scuola dedicata a Maria Montessori, l’apertura di nuovi spazi commerciali tra cui l’alternativa boutique Amandissima, e la scelta di Borgo Propizio come protagonista di un film riporta la speranza nei cittadini che si augurano un veloce ripopolamento con conseguente aumento delle vendite per le attività commerciali.
Cittadini che ci danno il bentornato nelle loro vite come se fossimo parte delle loro famiglie. Ritroviamo il sindaco, Felice Rondinella, che per Borgo Propizio ha grandi progetti ed in realtà, ne ha anche per se stesso. Ritroviamo le due formidabili sorelle – Marietta e Mariolina – che nei loro ruoli di mogli ne combinano sempre di tutti i colori. Ritroviamo Dora e la sua edicola, che fa da punto di partenza per tutti i pettegolezzi del borgo. Ritroviamo Belinda - con la sua latteria –, Francesco e la piccola Letizia. Ritroviamo Ruggero che, con il suoi non congiuntivi ed i suoi intercalari da uomo “ruvido”, mette sempre tanta allegria. E poi Ornella, alle prese con mille lavori per tirare a campare; Antonia, che ancora si strugge per quel Rocco Rubino che di certo non la merita; Bartolomero Saltalamacchia, con le sue due coppie di gemelle che nonostante non siano più delle ragazzine ancora gli danno da pensare.
Avendo amato moltissimo ogni singolo personaggio di questa serie, sono stata contenta di ritrovarli tutti – con l’aggiunta di qualche elemento per niente di poco conto come Amanda o il regista Joyce – ognuno con le proprie manie, i propri pregi ed i propri difetti.
Le loro vite si intrecciano con una maestria che solo una grande penna come quella della Limone può regalarci e le loro storie si complicano, si ampliano, si mostrano ai nostri occhi come storie di vita vera perché in ognuno di loro alberga un pezzettino di ognuno di noi.
Lo stile dell’autrice resta quello cui ci ha abituati: ricercato e dettagliato, capace di raccontare una storia divertente e scanzonata in maniera elegante e mai banale.
Un libro che non va letto nei ritagli di tempo - perché il suo ritmo accelera e rallenta come spesso accade nella vita - ma che va assaporato con il giusto tempo. Un libro che nasconde un messaggio meraviglioso che credo sia la degna conclusione della serie.
Ora, se non avete ancora letto Borgo Propizio vi consiglio di cominciare dal primo senza bruciare le tappe, in modo da poter assaporare la serie nella sua completezza; se invece avete già letto i tre volumi precedenti vi chiedo: cosa aspettate a correre a leggere il quarto? Non ne resterete delusi!!!

VOTO: 



lunedì 29 maggio 2017

Shopping letterario #42 - Speciale #SalTo 30


Buongiorno lettori e buon lunedì. Sono rimasta scioccata vedendo che non pubblicavo questa rubrica da tantissimo tempo. Non perchè non ho più comprato nulla ma solo perchè da tanto, complici possibilità economiche praticamente nulle, non compravo libri in blocco tanto da farne un post.
In ritardissimo oggi vi mostrerò il mio bottino messo insieme nella mia meravigliosa domenica al Salone del libro di Torino e, nonostante le premesse fossero: “Non posso comprare niente” ovviamente non sono riuscita a trattenermi; anche perchè, lasciatemelo dire e poi eviterò altri confronti tra due fiere, a Torino c’erano tantissime offerte che invece qui a Milano erano assolutamente inesistenti. Quindi bando alle chiacchiere, ecco i miei acquisti torinesi!!!




  • Wonder di R.J. Palacio edito da Giunti, 288 pagine, € 10.20. Vi racconto come è andata con questo acquisto…Volevo questo libro da tantissimo tempo, ma non avevo mai trovato un’occasione valida per comprarlo. Domenica io e Baba siamo entrate in fiera ed il primo stand che ci siamo trovate davanti era quello della Giunti. Avendo appena finito di discutere con due addetti alla biglietteria poco simpatici ed anche un po’ strafottenti, avevamo un diavolo per capello quindi anche un estremo bisogno di shopping. Entriamo da Giunti editore, ci imbattiamo in Wonder e nella scritta “In regalo il taccuino di Wonder fino ad esaurimento scorte”. Ci siamo guardate, è bastato un: ”dai lo prendiamo?” e in un attimo eravamo già in cassa! E lì oltre i taccuino ci hanno dato anche una scatolina (in realtà a me due…) con dentro dei foglietti e le istruzioni per fare fiori di origami da regalare a chi amiamo!!! Insomma, acquisto azzeccato!
    Sinossi: È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.

     

    • La pietà dell'acqua di Antonio Fusco edito da Giunti, 224 pagine. Anche questo libro lo desidero da un sacco. È stato un acquisto al Libraccio, lo stand più gremito e claustrofobico di tutta la fiera! Ci siamo ripassate più volte sperando in una maggiore possibilità di movimento ma niente, tantissima gente e il fatto di dover avere in mente dei titoli precisi per cercare i libri in base all’autore non ci ha permesso di fare grandi cose. Però tra i libri esposti in bella mostra a inizio corsie ho trovato questo, prezzo di copertina 12.90 €, prezzo Libraccio 3.00 €. Nonostante sia il secondo della serie ed io ancora non abbia il primo capirete bene anche voi che non potevo lasciarlo lì!!!  
    Sinossi: È un ferragosto rovente e sulle colline toscane ai confini di Valdenza viene trovato il corpo di un uomo, ucciso con una revolverata alla nuca, sotto quello che in paese tutti chiamano "il castagno dell'impiccato". Non un omicidio qualunque, ma una vera e propria esecuzione, come risulta subito evidente all'occhio esperto del commissario Casabona, costretto a rientrare in tutta fretta dalle ferie, dopo un'accesa discussione con la moglie. Casabona non fa in tempo a dare inizio alle indagini, però, che il caso gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano, molto strano. Come l'atmosfera di quei luoghi: dopo lo svuotamento della diga costruita nel dopoguerra, dalle acque del lago è riemerso il vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina, con le sue casupole di pietra, l'antico campanile e il piccolo cimitero. E fra le centinaia di turisti accorsi per l'evento, Casabona si imbatte in Monique, un'affascinante e indomita giornalista francese. O almeno, questo è ciò che dice di essere. Perché in realtà la donna sta indagando su un misterioso dossier che denuncia una strage nazista avvenuta proprio nel paesino sommerso. Un dossier scottante, passato di mano in mano come una sentenza di morte, portandosi dietro un'inspiegabile catena di omicidi. E tra una fuga a Parigi e un precipitoso rientro sui colli, Casabona sarà chiamato a scoprire che cosa nascondono da decenni le acque torbide del lago di Bali. Qual è il prezzo della verità? E può la giustizia aiutare a dimenticare?



    Ebbene sì, il primo di questa saga lo possedevo già, quindi come rimanere indifferenti all’offerta del 25% effettuato in fiera dalla Fazi con aggiunta di shopping bag gratuita con l’acquisto di due libri della serie? Niente, ho strisciato il bancomat già provato dalla giornata e via…
    • Il tempo dell'attesa. La saga dei Cazalet 2 di Elizabeth Jane Howard edito da Fazi, 638 pagine, € 18.50. 
    Sinossi: È il settembre del 1939, le calde giornate scandite da scorribande e lauti pasti in famiglia sono finite e l'ombra della guerra è sopraggiunta a addensare nubi sulle vite dei Cazalet. A Home Place, le finestre sono oscurate e il cibo inizia a scarseggiare, in lontananza si sentono gli spari e il cielo non è mai vuoto, nemmeno quando c'è il sole. Ognuno cerca di allontanare i cattivi pensieri, ma quando cala il silenzio è difficile non farsi sopraffare dalle proprie paure. A riprendere le fila del racconto sono le tre ragazze: Louise insegue il sogno della recitazione a Londra, dove sperimenta uno stile di vita tutto nuovo, in cui le rigide regole dei Cazalet lasciano spazio al primo paio di pantaloni, alle prime esperienze amorose, a incontri interessanti ma anche a una spiacevole sorpresa. Clary sogna qualcuno di cui innamorarsi e si cimenta nella scrittura con una serie di toccanti lettere al padre partito per la guerra, fino all'arrivo di una telefonata che la lascerà sconvolta. E infine Polly, ancora in cerca della sua vocazione, risente dell'inevitabile conflitto adolescenziale con la madre e, più di tutti, soffre la reclusione domestica e teme il futuro, troppo giovane e troppo vecchia per qualsiasi cosa. Tutte e tre aspettano con ansia di poter diventare grandi e fremono per la conquista della propria libertà. Insieme a loro, fra tradimenti, segreti, nascite e lutti inaspettati, l'intera famiglia vive in un clima sospeso mentre attende che la vita torni a essere quella di prima.
    • Confusione. La saga dei Cazalet 3 di Elizabeth Jane Howard edito da Fazi, 526 pagine, € 18.50. 
    Sinossi: È il 1942: da quando abbiamo salutalo i Cazalet per l'ultima volta è trascorso un anno. I raid aerei e il razionamento del cibo sono sempre all'ordine del giorno, eppure qualcosa comincia a smuoversi: per le giovani Cazalet la lunga attesa è finita e finalmente Louise, Polly e Clary fanno il loro ingresso nel mondo. Quella che le aspetta è una vita nuova, più moderna e con libertà inedite, soprattutto per le donne. Le cugine si avviano su strade disparate, tutte sospese tra la vecchia morale vittoriana del sacrificio e un costume nuovo, più disinvolto, in cui le donne lavorano e vivono la loro vita amorosa e sessuale senza troppe complicazioni. Mentre Louise si imbarca in un matrimonio prestigioso ma claustrofobico, sul quale incombe l'ingombrante presenza della suocera. Polly e Clary lasciano finalmente le mura di Home Place per trasferirsi a Londra e fare i loro primi passi nell'agognata età adulta, che si rivela ingarbugliata ma appagante. Per quanto riguarda il resto del clan, fra nascite, perdite, matrimoni che vanno in frantumi e relazioni clandestine che si moltiplicano, i Cazalet vanno avanti a testa alta e labbra serrate, sognando, insieme ai loro amici e ai loro amanti, la fine della guerra: "il momento in cui sarebbe iniziata una vita nuova, le famiglie si sarebbero ricongiunte, la democrazia avrebbe prevalso e le ingiustizie sociali sarebbero state sanate in blocco". Ormai ci sembra di conoscerli personalmente, e non possiamo che attendere insieme a loro quel momento.
    • Allontanarsi. La saga dei Cazalet 4 di Elizabeth Jane Howard edito da Fazi, 669 pagine, € 20.00. 
    Sinossi: È il 1945 e la guerra è finita. Il momento tanto atteso e sognato dai Cazalet per anni è finalmente arrivato. Eppure, l'eccitazione di fronte alla notizia che le armi sono state deposte è ormai sopita, e l'Inghilterra è ancora paralizzata nella morsa della privazione. Mentre l'impero si disgrega, a Home Place i Cazalet si apprestano a trascorrere quello che ha tutto il sapore dell'ultimo Natale insieme: il sapore malinconico del tempo che passa. I bambini sono ormai cresciuti, le ragazze si sono fatte donne, e gli adulti cominciano a invecchiare. La lunga convivenza forzata è finita e la libertà obbliga a prendere delle decisioni: dovrebbe essere un momento felice, ma la guerra ha lasciato una ferita profonda, e ricominciare non è facile. Il futuro è incerto e una patina triste ammanta le giornate. Per ognuno è giunto il momento di prendere la propria strada, e inevitabilmente ciò porterà i membri della famiglia ad allontanarsi l'uno dall'altro. In questo riassetto difficoltoso, gli amori faticano più di tutti: le coppie che erano state divise dalla guerra stanno lottando per rimettere insieme i pezzi, mentre per quelle che la guerra aveva tenuto insieme forse è ora di ammettere il proprio fallimento. Ma nelle ultime pagine comincia a soffiare un vento nuovo: ce ne accorgeremo nel finale a sorpresa, che riaccenderà la speranza..
    Ecco tutto! Che ne dite? Vi piacciono? Li avete già letti? Aspetto i vostri commenti!
     



    giovedì 25 maggio 2017

    Leggendo SerialMente - Gruppo di Lettura #2 - Ottava tappa - La biblioteca delle anime

    Buongiorno lettori, oggi torno con il gruppo di lettura - in collaborazione con Desperate Bookswife - adel libro La biblioteca delle anime, di Ransom Riggs edito da Rizzoli, terzo libro della saga di Miss Peregrine. Vi sta piacendo questo libro? Oggi commentiamo insieme fino al capitolo 6 compreso.
    Siamo quasi agli sgoccioli, non mi sembra vero! Anche questo secondo Gruppo di lettura seriale è volato!!! Ma la smetto con le chiacchiere e vi lascio al mio pensiero. Prima vi ricordo le prossime date:

    LA CASA DEI RAGAZZI SPECIALI
    06 aprile 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 0 a pag. 150 (i primi 5 capitoli). - Link qui
    13 aprile 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 153 a pag. 263 (fino cap. 8 compreso). - Link qui
    20 aprile 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 267 a pag. 378, ovvero fino al termine del romanzo. - Link qui




    HOLLOW CITY
    Ci comportiamo come se la trilogia fosse raccolta in un unico volume, quindi abbiamo appena terminato il volume uno ma senza ulteriori presentazioni iniziamo a leggere il secondo.
    27 aprile 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 19 a pag. 168, (fino capitolo 5 compreso) - Link qui
    04 maggio 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 171 a pag 312 (fino capitolo 10 compreso) - Link qui
    11 maggio 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 315 a pag. 430 (fine libro). - Link qui

    LA BIBLIOTECA DELLE ANIME
    18 maggio 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 17 a pag. 164 (fino al capitolo 3 compreso) - Link qui
    25 maggio 2017- Un libro per amico: commento da pag. 167 a pag. 300 (fino al capitolo 6 compreso).
    01 giugno 2017 - Desperate Bookswife: commenteremo da pag. 303 a pag. 488 (fino alla fine del libro).





    I RACCONTI DEGLI SPECIALI
    08 giugno 2017 - Un libro per amico: commenteremo fino al capitolo intitolato Cocobolo escluso
    15 giugno 2017 - Desperate Bookswife:  commenteremo insieme dal capitolo intitolato Cocobolo (incluso) a fine libro.






    ATTENZIONE SPOILER!!!!!



    Lasciatemi dire che ho adorato questa parte con tutta me stessa! La scoperta di questo sig. Bentham che altri non è che il fratello buono di Miss Peregrine – o almeno così ci fa credere lui, ma chissà, io il dubbio me lo tengo! –, della sua casa meravigliosa che fa da accesso ad altri anelli e la leggenda della biblioteca delle anime mi hanno totalmente conquistata. Ma andiamo con ordine…
    Avevamo lasciato Jacob, mezzo morto, svenuto sul ponte di accesso alla fortezza degli Spettri, Addison appeso al sotto di un camioncino diretto proprio alla fortezza, Emma ferita e dolorante e Sharon arrivato in loro aiuto.
    Quando Jacob si sveglia si ritrova nella casa di questo sconosciuto – Bentham appunto - praticamente guarito da ferite importantissime. Sconosciuto che apparentemente sembra conoscere molto bene lui, ma che in realtà conosceva benissimo suo nonno Abe, tanto da affermare di essere un suo grande amico... Sarà vero?
    Bentham ci racconta del sogno suo e di suo fratello: quello di essere esploratori, di visitare tutti gli anelli conosciuti e di scoprirne di nuovi, potendovi tornare in ogni momento. Ci racconta del suo esperimento, quello di creare un macchinario che fosse un punto di accesso in un anello che potesse portare a moltissimi e lontanissimi altri anelli, con lo scopo di riunire gli Speciali di tutto il mondo velocemente ed in modo pacifico. Partendo dalla casa con un pezzo del macchinario ed esplorando anelli lontani, quel pezzo di macchinario avrebbe raccolto e conservato in se una sorta di DNA dell’anello visitato, che sarebbe poi stato utilizzato per fabbricare un secondo accesso all’anello. La casa sarebbe così diventata un deposito centrale di tutti gli anelli esistenti consentendone l’accesso immediato. Non è un’idea super affascinante quella che l’autore ha architettato per noi???
    Da soli però non avrebbero potuto visitare molti anelli quindi hanno cercato aiuto, radunando una sorta di esercito di Speciali che, a costo di mettere a repentaglio la vita, avrebbe viaggiato per aiutarli nell’impresa.
    Ed ecco che arriva un altro punto che io ho trovato parecchio affascinante…
    Per la prima volta Riggs ci parla della Biblioteca delle anime, l’anello Abaton, una sorta di aldilà dove, secondo la leggenda, venivano custodite le anime degli Speciali dopo la morte, così che, in futuro, potessero essere usate da qualcun altro. Secondo la leggenda qualcuno riuscì ad entrare nell’anello anche se non in fin di vita e rubò le anime più potenti creando scompiglio. Sapere che la biblioteca potesse essere violata mise in moto la voglia di molti di accaparrarsene il controllo e con esse il controllo delle anime che custodiva. Finchè una notte l’anello scomparve. La scomparsa dell’anello portò molti a volerlo cercare e tra i molti c’era anche il fratello – Caul il cui vero nome è Jack - che divenne prigioniero della volontà di ritrovarlo per ottenere un potere enorme e per ribellarsi al potere delle ymbryne.
    Una grande scoperta è anche quella che a far diventare Jack ed il suo esercito in Spiriti Vacui fu proprio Bentham per errore, convincendo il fratello ad attuare una procedura per far collassare gli anelli sperando di togliersi di torno il fratello e i suoi seguaci dopo che lo avevano rinchiuso e picchiato. Il collasso dell’anello però li trasformò in Vacui. E Jack dopo essersi cibato di molti Speciali divenne Spettro, torno da Bentham e lo tenne prigioniero per fare in modo che lui mettesse in moto il macchinario degli anelli per trovare Abaton.
    Ci viene svelata anche la ragione del rapimento delle ymbryne ma ancora non mi spiego perché Miss Peregrine fosse convinta che entrambi i fratelli fossero Spettri… che questo Bentham ci stia nascondendo qualcosa? Che utilizzi Jack per riversare su di lui tutta la colpa e invece voglia esattamente la stessa cosa del fratello?
    Anche perché, il fatto che ci venga svelato che sia proprio lui la causa della perdita dei poteri da parte di Abe – nonostante sembri che l’uomo fosse d’accordo a tentare l’esperimento su se stesso – e quindi la causa del suo allontanamento dal mondo degli speciali mi puzza.
    Ed anche il suo tentativo di fare squadra con i ragazzi per l’obiettivo comune di salvare Miss Peregrine, il suo chiedere a Jacob di portargli uno Spirito Vacuo per riuscire ad utilizzare il macchinario per inoltrarsi nella fortezza mi sembrano un po’ delle scuse, ma magari mi sbaglio.
    Finalmente scopriamo il contenuto delle famose fiale della parte precedente del libro: ambrosia creata con le anime degli speciali. Ha l’effetto di una droga che fa diventare gli Speciali dipendenti da chi gliela vende. È proprio nella fumeria di ambrosia che Jacob si batte con il famoso vacuo del ponte riuscendo a governarne la mente e a portarlo a casa di Bentham. Il macchinario è pronto, Jacob ed Emma sono pronti per essere traportati direttamente nella fortezza degli Spettri ma, mi chiedo, che cosa si nasconderà dall’altra parte? Riusciranno a ritrovare tutti i loro amici? Riusciranno a salvare le Ymbryne? Bentham è veramente un uomo tutto d’un pezzo come ci vuole far credere?
    Una figura affascinante di questa parte, anche se con una storia decisamente triste, credo sia la guaritrice. Il fatto che ogni volta che guarisce qualcuno utilizzi polvere del suo corpo a costo di restare mutilata è una cosa che mi ha colpito molto. Credo che l’autore abbia saputo renderne i tratti in modo perfetto, soprattutto dal punto di vista mentale. Il suo volersi donare agli altri perché, come dice lei, è stata creata per questo mi ha fatto veramente riflettere. Ecco, il suo donare il mignolo a Jacob ed Emma in partenza è un po’ macabro ma tant’è!!!
    Ora sono tremendamente curiosa di capire come si concluderà la storia quindi corro a leggere!
    Vi ricordo che la prossima settimana sul blog desperate bookswife commenteremo la parte restante del libro, fino alla sua conclusione.
    Ed ora a voi la parola, che ne pensate di tutte queste rivelazioni?

    lunedì 22 maggio 2017

    Chiacchiere chiacchiere bla, bla, bla... #20 - Annarita Briganti al Trentesimo Salone del libro di Torino. #SalTo30



    Buongiorno lettori, come state? In questo lunedì che mi vede un po’ acciaccata in parte da un raffreddore improvviso e distruttivo, in parte dalla stanchezza per la trasferta torinese voglio condividere con voi il mio breve pensiero sulla presentazione cui, con Baba Desperate bookswife, ho assistito ieri alla mia giornata al Salone dei libri di Torino. 
    A un anno e mezzo dall’uscita del suo secondo lavoro – L’amore è una favola edito da Cairo - Annarita Briganti lo ha presentato, in una sala gremita e attenta, tenendo banco magistralmente per più di un’ora. Si è parlato di amore ma anche di anaffettività; si è parlato di relazioni interpersonali, di stalking, di tradimenti ma anche di grandi rinascite. È un vulcano Annarita, ironica, divertente ma soprattutto competente. Nel suo lavoro di giornalista ha avuto l’onore di incontrare, negli anni, numerosi nomi noti della letteratura e da questi ha colto insegnamenti di vita – oltre che ovviamente insegnamenti lavorativi - che l’hanno segnata e che si sono poi riversati nel suo lavoro. È così che si è parlato di Tiziano Terzani e di Oriana Fallaci, due figure che vengono citate nei suoi libri. E Annarita ha parlato anche di arte - il suo primo amore bis insieme alla scrittura – perché L’amore è una favola ne è pregno. Insomma una chiacchierata a tutto tondo in cui gli occhi erano tutti puntati su di lei e sul moderatore – Andrea Munari – che ha saputo costruire le domande ricollegandosi a quello di cui Annarita parlava, rendendo il tutto fluido e assolutamente non costruito. Bellissimo anche l’intermezzo musicale di Giangilberto Monti che ha eseguito delle canzoni perfettamente in linea con i libri di Annarita e con i suoi protagonisti. 


    È stato bello ritrovare Gioia, la sua protagonista, e mi è tornata la voglia di rileggere sia Non chiedermi come sei nata che L’amore è una favola perché nonostante siano memoir che prendono spunto dalla vita vera dell’autrice, che quindi è un po’ Gioia, Gioia è anche un po’ tutte noi. Perché a tutte è capitato di subire apprezzamenti non desiderati, a tutte è capitato di essere state lasciate senza una ragione, a tutte è capitato di sentirsi sminuite nel lavoro in quanto donne, a tutte è capitato di aspettare un messaggio che non arriva mai…
    Ringrazio Annarita che, nonostante il suo prestigioso lavoro per Repubblica e per diverse testate importanti, è una che non se la tira, che accoglie i suoi lettori con un abbraccio, che preme per autografare i libri o farsi un selfie insieme ai suoi fan. 


    Insomma una persona vera che, anche dopo centinaia di presentazioni in tutta Italia, ieri tremava come una foglia al pensiero di doversi sedere su quel palco a parlare del suo lavoro di cui, si vede, va tanto fiera.
    Ora speriamo solo che la casa editrice Cairo pubblichi in fretta il terzo libro!

    Prima di lasciarvi ecco i link alle recensioni dei libri che, ovviamente, vi consiglio di leggere se ancora non lo avete fatto:


    venerdì 19 maggio 2017

    Letture con Marina #14

    Buon venerdì lettori, come state? Io mi appresto a trascorrere un weekend intenso infatti sarà al Salone del libro di Torino tutta la giornata di domenica, non vedo l'ora!!! Ci sarete? Se sì fatemi un fischio che ci beviamo un caffè insieme!
    Tornando alla programmazione del blog, oggi torno con la rubrica di Marina. Vi auguro un magnifico weekend e lascio a lei la parola.


    Piccola pausa dal ns appuntamento con i finalisti del Premio Selezione Bancarella, perché proprio non ho potuto fare a meno di leggere questo piccolo gioiello.
    Autore: Paola Calvetti
    Titolo: Gli innocenti

    Casa editrice: Mondadori
    Pagine: 132
    Genere: Narrativa
    Anno Pubblicazione: 2017

    Sinossi:  Forse non si arriva a capire la natura della musica finché non si conosce la natura dell'amore, se mai ne esiste una.
    Jacopo e Dasha, due voci smarrite sullo spartito della vita, sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere – in un serrato e immaginifico dialogo – i passi della loro storia d'amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'àncora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, sola con il suo strumento, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino. Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione, cui non può seguire altro se non un silenzio colmo di incanto, lo stesso che resta nel cuore del lettore.
    RECENSIONE:
     
    Piccola pausa dal Premio Selezione Bancarella, perché proprio non ho potuto fare a meno di leggere questo piccolo gioiello. Come sempre, con le dovute considerazioni – personalissime. Già in un precedente romanzo della stessa autrice (Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili), avevo pensato che l’idea di base del romanzo fosse originale, anche se poi lo svolgimento della trama non mi aveva completamente entusiasmata. Le recensioni per questo romanzo erano più che positive e così non ho saputo resistere al richiamo di un’autrice italiana, che parla di Fiesole e di Firenze – e mette in scena Brahms, come già fatto nel romanzo Olivia, qui però facendo della musica la protagonista principale, dove là Shakespeare diceva che “quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose”, confermando anche in questo romanzo un filo conduttore di serendipità. Un uomo oramai maturo – il Maestro Jacopo Landi - con l’esperienza dell’abbandono da neonato durante l’alluvione dell’Arno del 1966, la seguente adozione da parte di una coppia e la morte prematura di questa nuova mamma… Una ragazza che ha la metà dei suoi anni – Dasha – figlia amata, albanese scappata dal suo Paese agli albori degli “sbarchi della salvezza”, suonatrice di fila di violoncello. Un incontro fortuito quanto fatale. Amore con la A maiuscola sin dall’inizio, fatto di passione fisica e condivisione della musica, che per Jacopo sembra essere anche un modo per comunicare, dato che le parole non escono con facilità. E i segreti restano tali. Un amore fatto di confidenze, che però esclude i fatti salienti – anche se traumaticamente dolorosi – dell’infanzia abbandonata da parte di Jacopo e delle vicissitudini dopo sbarco in Italia da parte di Dasha. Cinque anni e poco più di un amore totalizzante, che però non riesce a far maturare Jacopo dal punto di vista umano e sentimentale. Una vita interrotta, si può ben dire. Una crescita interrotta, che Dasha non può più condividere e curare.
    Bellissima la parte iniziale del racconto, quando Jacopo Landi conosce la Direttrice dell’Istituto degli Innocenti (dove lui ha trascorso, abbandonato, i primissimi anni della sua infanzia), in un botta e risposta tra i due, a mo’ di presentazione della storia che si va a dipanare. Meravigliosa la descrizione di Firenze con nomi di strade e paesaggi che invogliano il lettore a trasformarsi seduta stante in un turista. E’ una danza questo romanzo, la cui musica intesse le pagine che si vorrebbero leggere in un millisecondo, quasi senza la pazienza di leggere pagina dopo pagina, veloce perché devo sapere...
    E non conta l’esperienza – purtroppo molto più drammatica – di persone che si sono conosciute nella realtà, vite interrotte che hanno abbandonato il loro Paese in lutto, lasciando affetti che mai più verranno ritrovati, perdendo veramente tutto, finanche una professione di prestigio che nel paese ospitante non può essere riconosciuta.
    No, non è questa la ragione per cui il romanzo piace – seppur questa è senz’altro motivazione che porta alla commozione e alla partecipazione attiva delle parole stampate.
    Questo romanzo è coinvolgente in modo viscerale, perché le impossibilità e le ossessioni di cui ci ammantiamo le ritroviamo tutte nelle parole e nella storia di quest’autrice.
    E come dice il Maestro, “forse non si arriva a capire la natura della musica finchè non si conosce la natura dell’amore, se mai ne esiste una” – e con le parole del Grande Bardo, si conclude questo romanzo, quando il Maestro, pago solo per aver saputo, finalmente libero dalla sua ossessione, “sente che la sua anima è pronta, così come lo sono le cose” che da qui in avanti lui e Dasha saranno in grado di costruire insieme. Nella musica e finalmente, nelle parole.
    Vi lascio quindi alla lettura di questo romanzo e dandoVi appuntamento a Venerdì per il prossimo romanzo in lizza per il Premio Bancarella, Vi auguro un buon fine settimana.



    giovedì 18 maggio 2017

    Leggendo SerialMente - Gruppo di Lettura #2 - Settima tappa



    Buongiorno carissime, eccoci di nuovo qui, a commentare insieme la prima parte de La biblioteca delle anime, di Ransom Riggs edito da Rizzoli, terzo libro della saga di Miss Peregrine. Scusateci per gli spostamenti delle tappe tra i blog che abbiamo avuto nelle ultime settimane ma purtroppo quando abbiamo suddiviso le tappe non potevamo sapere quello che nei mesi a venire sarebbe successo. Dalla prossima tappa dovrebbe tornare tutto come il programma originale!!!


    Prima di passare allo spoiler senza freno ci ricordo la suddivisione dei volumi:

    LA CASA DEI RAGAZZI SPECIALI
    06 aprile 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 0 a pag. 150 (i primi 5 capitoli). - Link qui
    13 aprile 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 153 a pag. 263 (fino cap. 8 compreso). - Link qui
    20 aprile 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 267 a pag. 378, ovvero fino al termine del romanzo. - Link qui




    HOLLOW CITY
    Ci comportiamo come se la trilogia fosse raccolta in un unico volume, quindi abbiamo appena terminato il volume uno ma senza ulteriori presentazioni iniziamo a leggere il secondo.
    27 aprile 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 19 a pag. 168, (fino capitolo 5 compreso) - Link qui
    04 maggio 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 171 a pag 312 (fino capitolo 10 compreso) - Link qui
    11 maggio 2017 - Desperate Bookswife: commento da pag. 315 a pag. 430 (fine libro). - Link qui

    LA BIBLIOTECA DELLE ANIME
    18 maggio 2017 - Un libro per amico: commento da pag. 17 a pag. 164 (fino al capitolo 3 compreso).
    25 maggio 2017- Un libro per amico: commenteremo insieme da pag. 167 a pag. 300 (fino al capitolo 6 compreso).
    01 giugno 2017 - Desperate Bookswife: commenteremo da pag. 303 a pag. 488 (fino alla fine del libro).





    I RACCONTI DEGLI SPECIALI
    08 giugno 2017 - Un libro per amico: commenteremo fino al capitolo intitolato Cocobolo escluso
    15 giugno 2017 - Desperate Bookswife:  commenteremo insieme dal capitolo intitolato Cocobolo (incluso) a fine libro.






    ATTENZIONE SPOILER!!!!!


    Fatemi dire prima di tutto una cosa: avete tolto la sovra copertina del libro???? Se la risposta è no, correte a farlo. Se la risposta è sì… ma quanto è bella la cover rigida con tutte le firme che avete trovato sotto? La adorooooooo!!!
    Ora torno seria.
    Avevamo chiuso il secondo libro con Jacob, Emma ed il cane Addison alle prese con un vacuo, mentre i loro amici speciali venivano catturati portati via dal fratello di Miss Peregrine. Riprendiamo la lettura da questo punto, con il vacuo quasi ipnotizzato.
    Il potere di Jacob prende sempre più forza tanto che a cavallo tra il secondo ed il terzo libro scopriamo insieme a lui che non ha solo la capacità di vedere i vacui e di sentirne la presenza da lontano – cosa che gli altri non possono fare – ma riesce anche a comandarli, parlando una lingua a lui ignota.
    L’ambientazione iniziale è ancora Londra, ed ancora al presente, tanto che Jacob riflette su come sia stato possibile per lui passare da un anello all’altro senza l’aiuto di Miss Peregrine. Una riflessione che per il momento non trova risposta… che sia Jacob il primo ymbryne uomo esistente????
    Anche in questo libro il viaggio continua, visto che i tre sono decisi a ritrovare i loro amici. Prendono la metropolitana con il vacuo alle calcagna e si ritrovano prima in una Fiera del fumetto – cosa che ho trovato un po’ tirata in quanto a credibilità – e poi all’ingresso di un nuovo anello. Un anello in cui entrano grazie all’aiuto di uno strano traghettatore, Sharon, un po’ Caronte e un po’ Cicerone di cui non è semplice capire se fidarsi. Grazie a lui e alle sue gite sul fiume in barca, a pagamento, riescono ad entrare a Devil’s Acre un anello tutt’altro che accogliente dove le case sono devastate, le persone – speciali e non – per niente amichevoli e dove, scopriranno, sono stati portati i loro amici.
    Devo dire che le prime centinaia di pagine di questa prima parte l’ho trovata leggermente più lenta e meno appassionante rispetto ai libri precedenti. Il traghettamento l’ho trovato un po’ lungo e noioso. Mi è quasi sembrato che l’autore allungasse un po’ il brodo con le descrizioni per prendere tempo. Poi invece ho avuto l’impressione che si riprendesse dall’arrivo nella parte dell’anello chiamata Louche Lane, una zona perfettamente tenuta con negozi apparentemente normali ma che racchiudono, in realtà, una situazione terribile: la vendita degli Speciali al miglior offerente.
    Mi è sembrata geniale la trovata degli Speciali venduti in vetrina, tipo prostitute ad Amsterdam, anche in questo caso Riggs credo sia riuscito a far riflettere su una questione molto lontana rispetto ai libri che ha scritto, ma assolutamente paragonabile ad essi. Fino ad ora questa è la caratteristica di questo autore che più preferisco!
    Mi chiedo cosa sia la biblioteca delle anime, se ci sarà un riferimento palese all’interno del libro o come in Hollow city sarà solo un lontano richiamo alla questione ma non ce lo dirà mai apertamente. Diciamo che qui Sharon ha fatto un chiaro riferimento alla severità delle biblioteche di Devil’s Acre i cui libri sono ricoperti con pelle umana, ma chissà se ci inoltreremo ancora di più nella questione…
    Un anello strano quello che ci presenta l’autore in questo libro, in cui i negozi sono raggruppati per isolati in base al genere, e in cui si passa all’improvviso da zone curatissime quasi accoglienti a zone devastate e sporche. Attreversando questo paesaggio assurdo, che gli riserva anche incontri bizzarri, Jacob, Emma ed Addison raggiungono finalmente il ponte per arrivare alla fortezza degli Spettri. Sanno che non sarà facile entrarci ma non immaginano neanche quanto. Il ponte non è finito e sotto di esso un vacuo è in attesa per attaccare chiunque provi ad oltrepassare il vuoto che divide la fine del ponte alla fortezza, un vacuo che Jacob non riesce a comandare. Come mai non ci riesce? Per quale strana ragione? Non faccio altro che chiedermelo. Non ci viene svelato in questa tappa ma sono sicura che lo scopriremo andando avanti.
    Un altra cosa stranissima che non ci viene svelata è la questione fiale: sul ponte dei barboni aspettano - praticamente come dei drogati in astinenza - che gli spiriti di passaggio gli diano le famose fiale. Che siano le anime degli Speciali? Ho avuto questa idea sperando di scoprirlo ma niente, anche per questo dovremo aspettare.
    Finiamo la parte con Addison che riesce ad agganciarsi alla parte inferiore della camionetta su cui ha riconosciuto l'odore di Miss Wren, camionetta che per attraversare il ponte vola letteralemente, sorretta dalle lingue del vacuo.
    Cosa farà Addison quando sarà dentro? Come faranno Emma e Jacob ad entrare ed aiutarlo?
    Che ruolo avrà Sharon nella lotta agli spettri? Troppe domande cui ancora dobbiamo dare una risposta quindi io lascio a voli la parola e mi ributto nella lettura!!!
    Vi ricordo che la prossima tappa sarà il 25 maggio ancora qui e commenteremo fino al capitolo 6 compreso.

    giovedì 11 maggio 2017

    Recensione #187 - Ragdoll di Daniel Cole - Review Party

    Buongiorno lettori, so che oggi qui ci sarebbe dovuta essere la tappa del gruppo di lettura  di Hollow City, non disperate, la trovate sul blog di Baba. Qui trovate invece un'iniziativa che ha coinvolto diversi blog grazie ad un'idea di Noemi del blog Emozioni di una musa.
    Ha preso il via questa mattina un Review party dedicato al libro Ragdoll di Daniel Cole edito da Longanesi, pag. 380, - che ringrazio per la copia - primo romanzo dell'autore e primo capitolo della serie dedicata al detective Wolf, in uscita proprio oggi in tutte le librerie.  
    Come funziona un Review Party? Semplice, su tutti i blog che partecipano all'iniziativa  trovate, oggi, la recensione di questo thriller, secondo quest'ordine di uscita:
    Emozioni in bianco e nero: ore 9.00
    Il mondo di sopra: ore 11.00
    Word of books: ore 13.00
    Un libro per amico: ore 15.00
    Non vi resta quindi che leggere il mio pensiero e, se ve lo siete persi, andare a scoprire quello delle altre blogger che partecipano a questo evento!

    Sinossi: Londra, 2010. Il processo al Cremation Killer, Naguib Khalid, è giunto al momento della sentenza. Il detective William Fawkes, detto Wolf, è in ansiosa attesa del verdetto. Perché le prove a carico dell’imputato sono indiziarie, e c’è chi dice che siano state inventate da Wolf stesso. Quando Khalid viene assolto, Wolf lo aggredisce in tribunale e viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Ma pochi giorni dopo Khalid viene colto sul fatto: se solo avessero ascoltato Wolf, l’ultima vittima avrebbe potuto salvarsi invece di morire bruciata viva come le altre. Londra, 2014: Wolf è tornato in servizio, ma è un uomo distrutto. Divorziato, ha appena traslocato in un palazzo fatiscente ai margini della capitale inglese. Una notte, viene convocato su una scena del crimine. In un appartamento disabitato si trova un cadavere. Un solo corpo… Ma sei vittime. Sei parti differenti, sei membra di persone diverse, cucite insieme in modo rozzo. Ma non basta, perché il killer fa arrivare alla stampa un elenco di nomi e date.
    Sono le sue prossime vittime, e l’assassino arriva a dire anche quando le ucciderà. Ed è scorrendo la lista fino all’ultimo nome che Wolf capisce che quella terribile sfida lo riguarda molto, molto da vicino.


    Autore: Daniel Cole (Inghilterra, 1983) ha lavorato in passato come paramedico, per la RSPCA e più recentemente per la RNLI (un’organizzazione simile alla Guardia Costiera italiana) mosso da altruismo e, forse, dal senso di colpa per via del numero di personaggi che uccide nei suoi romanzi.
    Negli ultimi anni si è dedicato con passione alla scrittura e ha ottenuto un contratto di pubblicazione per tre libri con Trapeze (Orion) in Inghilterra che include anche diritti televisivi. Ragdoll è il suo primo romanzo e il primo capitolo della trilogia del detective Wolf.

    RECENSIONE: 
    Una cover che ammalia per quesro libro d'esordio, con diverse parti in rilievo che appagano al tatto gli amanti dei cartacei.

    Ragdoll – bambola di pezza – è così che la stampa e, poi, la polizia hanno soprannominato quella specie di corpo messo insieme con le parti di sei persone diverse assassinate e rinvenuto nell’appartamento di fronte a quello del detective Wolf, già noto alla cronaca per il suo comportamento poco consono durante le indagini sul “Cremation killer”. Indagine che gli ha fatto rimediare una permanenza di più di un anno in un ospedale psichiatrico.
    Chi è il killer che, ora, lo sfida apertamente costruendo una scena del crimine proprio nelle finestre di fronte alle sue e facendo puntare il dito a quel taglia e cuci di corpi verso il suo appartamento?
    Questo è quello che per tutto il libro dovremo scoprire insieme a lui e alla sua squadra. Oltre che trovare le sei persone destinate alla morte - i cui nomi sono stati recapitati alla ex moglie giornalista di Wolf – prima che si compia la loro ora.
    Una corsa contro il tempo in cui i morti si sciupano e in cui la polizia sembra non riuscire a trovare il bandolo della matassa perchè il killer sembra essere sempre un passo avanti a loro.
    Libro d’esordio per Daniel Cole che ha una scrittura scorrevole, accattivante e per niente splatter; parlando di un thriller non è affatto scontato. 
    L'attenzione del lettore riesce sempre ad essere catalizzata dagli avvenimenti senza mai avvertire noia o pesantezza, perchè l'autore nonostante sia al suo esordio è riuscito a costruire un meccanismo credibile anche se magari un po' canonico e non eccessivamente originale.
    La costruzione della squadra è quella tipica del genere: c’è il detective dannato – Wolf – convinto di essere indispensabile e indistruttibile, capace di creare prove dove non ci sono e di farsi giustizia da solo se necessario; un’unica detective donna in una squadra maschile – Baxter –  che da subito parrebbe avere un debole per Wolf, ma lo scoprirete solo leggendo; il capo – Simmons - che con Wolf ha un rapporto di amore e odio ma che nonostante tutto non può fare a meno di lui; lo sfigatello che sembra essere capitato nella squadra per sbaglio – Edmunds – e che ovviamente scopre più di tutti gli altri messi insieme e poi c'è quello un po' ambiguo - Finley - che è una figura sempre presente ma non particolarmente necessaria. Insomma, forse una squadra un po’ troppo cliché che però è ben delineata e caratterizzata dall’autore. 
    In una Londra che aiuta a rendere l'atmosfera cupa e che ben si inserisce in un libro di questo genere, il male e il bene si intrecciano, si confondono, si incastrano, quasi a diventare una cosa sola; fino alla fine si ha la sensazione di non poter escludere nessuno, di non ritenere nessuno talmente pulito da essere esente da un crollo. La giustizia si confonde con la vendetta, gli amici si confondono con i nemici, gli assassini si confondono con le vittime e tutte rimane nebuloso, fino alla conclusione del libro.  Una conclusione che forse, per chi è avvezzo al genere, non sconvolge ma regge, chiude i giochi ma lascia uno spunto interessante per il seguito della serie, coinvolge i personaggi in modo credibile e mostra una costruzione della trama che non ha falle, che si conclude in modo lineare e senza sbavature. Un buonissimo esordio che fa ben sperare nei lavori futuri.
    Consigliato a chi ama l'adrenalina!

    VOTO: