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venerdì 19 maggio 2017

Letture con Marina #14

Buon venerdì lettori, come state? Io mi appresto a trascorrere un weekend intenso infatti sarà al Salone del libro di Torino tutta la giornata di domenica, non vedo l'ora!!! Ci sarete? Se sì fatemi un fischio che ci beviamo un caffè insieme!
Tornando alla programmazione del blog, oggi torno con la rubrica di Marina. Vi auguro un magnifico weekend e lascio a lei la parola.


Piccola pausa dal ns appuntamento con i finalisti del Premio Selezione Bancarella, perché proprio non ho potuto fare a meno di leggere questo piccolo gioiello.
Autore: Paola Calvetti
Titolo: Gli innocenti

Casa editrice: Mondadori
Pagine: 132
Genere: Narrativa
Anno Pubblicazione: 2017

Sinossi:  Forse non si arriva a capire la natura della musica finché non si conosce la natura dell'amore, se mai ne esiste una.
Jacopo e Dasha, due voci smarrite sullo spartito della vita, sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere – in un serrato e immaginifico dialogo – i passi della loro storia d'amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'àncora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, sola con il suo strumento, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino. Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione, cui non può seguire altro se non un silenzio colmo di incanto, lo stesso che resta nel cuore del lettore.
RECENSIONE:
 
Piccola pausa dal Premio Selezione Bancarella, perché proprio non ho potuto fare a meno di leggere questo piccolo gioiello. Come sempre, con le dovute considerazioni – personalissime. Già in un precedente romanzo della stessa autrice (Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili), avevo pensato che l’idea di base del romanzo fosse originale, anche se poi lo svolgimento della trama non mi aveva completamente entusiasmata. Le recensioni per questo romanzo erano più che positive e così non ho saputo resistere al richiamo di un’autrice italiana, che parla di Fiesole e di Firenze – e mette in scena Brahms, come già fatto nel romanzo Olivia, qui però facendo della musica la protagonista principale, dove là Shakespeare diceva che “quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose”, confermando anche in questo romanzo un filo conduttore di serendipità. Un uomo oramai maturo – il Maestro Jacopo Landi - con l’esperienza dell’abbandono da neonato durante l’alluvione dell’Arno del 1966, la seguente adozione da parte di una coppia e la morte prematura di questa nuova mamma… Una ragazza che ha la metà dei suoi anni – Dasha – figlia amata, albanese scappata dal suo Paese agli albori degli “sbarchi della salvezza”, suonatrice di fila di violoncello. Un incontro fortuito quanto fatale. Amore con la A maiuscola sin dall’inizio, fatto di passione fisica e condivisione della musica, che per Jacopo sembra essere anche un modo per comunicare, dato che le parole non escono con facilità. E i segreti restano tali. Un amore fatto di confidenze, che però esclude i fatti salienti – anche se traumaticamente dolorosi – dell’infanzia abbandonata da parte di Jacopo e delle vicissitudini dopo sbarco in Italia da parte di Dasha. Cinque anni e poco più di un amore totalizzante, che però non riesce a far maturare Jacopo dal punto di vista umano e sentimentale. Una vita interrotta, si può ben dire. Una crescita interrotta, che Dasha non può più condividere e curare.
Bellissima la parte iniziale del racconto, quando Jacopo Landi conosce la Direttrice dell’Istituto degli Innocenti (dove lui ha trascorso, abbandonato, i primissimi anni della sua infanzia), in un botta e risposta tra i due, a mo’ di presentazione della storia che si va a dipanare. Meravigliosa la descrizione di Firenze con nomi di strade e paesaggi che invogliano il lettore a trasformarsi seduta stante in un turista. E’ una danza questo romanzo, la cui musica intesse le pagine che si vorrebbero leggere in un millisecondo, quasi senza la pazienza di leggere pagina dopo pagina, veloce perché devo sapere...
E non conta l’esperienza – purtroppo molto più drammatica – di persone che si sono conosciute nella realtà, vite interrotte che hanno abbandonato il loro Paese in lutto, lasciando affetti che mai più verranno ritrovati, perdendo veramente tutto, finanche una professione di prestigio che nel paese ospitante non può essere riconosciuta.
No, non è questa la ragione per cui il romanzo piace – seppur questa è senz’altro motivazione che porta alla commozione e alla partecipazione attiva delle parole stampate.
Questo romanzo è coinvolgente in modo viscerale, perché le impossibilità e le ossessioni di cui ci ammantiamo le ritroviamo tutte nelle parole e nella storia di quest’autrice.
E come dice il Maestro, “forse non si arriva a capire la natura della musica finchè non si conosce la natura dell’amore, se mai ne esiste una” – e con le parole del Grande Bardo, si conclude questo romanzo, quando il Maestro, pago solo per aver saputo, finalmente libero dalla sua ossessione, “sente che la sua anima è pronta, così come lo sono le cose” che da qui in avanti lui e Dasha saranno in grado di costruire insieme. Nella musica e finalmente, nelle parole.
Vi lascio quindi alla lettura di questo romanzo e dandoVi appuntamento a Venerdì per il prossimo romanzo in lizza per il Premio Bancarella, Vi auguro un buon fine settimana.



lunedì 8 maggio 2017

Recensione #186 - Gli innocenti di Paola Calvetti


Buongiorno lettori, buon lunedì. Per cominciare la settimana con i fiocchi, oggi vi voglio parlare di un libro tanto dolce quanto doloroso: Gli innocenti di Paola Calvetti edito da Mondadori, che ringrazio per la copia, pag. 132


Sinossi: Jacopo e Dasha sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere i passi della loro storia d'amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'ancora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino. Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione.

Primo approccio per me ad un’autrice che avrei voluto leggere da sempre. Un libro dolcissimo quanto doloroso dicevo. Poche pagine che sanno racchiudere più di un mondo. Io che con i libri brevi ho sempre avuto il problema di non riuscire ad affezionarmi ai protagonisti, qui li ho adorati!
Protagonisti Jacopo e Dasha, suonatore di violino lui, suonatrice di violoncello lei. Un amore che parte dalla musica e cha attraverso la musica si dipana, si aggroviglia, cresce al suo ritmo e sempre a quel ritmo si spezza.
Non potrebbero essere più diversi Jacopo e Dasha, ma allo stesso tempo non potrebbero essere più simili.
Fiorentino lui, quarantacinquenne, abbandonato alla nascita all’Istituto degli Innocenti e cresciuto con la tipica mancanza di chi non conosce le proprie origini. Non importa se poi un padre e una madre li ha avuti - adottato a sette anni – e se , poi, è diventato un grande musicista. Un vuoto lo accompagna ed è proprio questo vuoto che cerca di colmare indagando sul suo passato. Misura il suo tempo in anni, giorni, minuti, quasi come se la rigidità della musica con i suoi quarti, ottavi, sedicesimi, lo condizionasse anche nella suddivisione della sua vita. Una vita scandita da dolore e sofferenza, in cui il tempo conta, in cui il tempo pesa.
Albanese lei, poco più che ventenne, violoncellista quasi per caso; troppi i pianisti alla scuola di Tirana quando, lasciando la sua piccola città, vi si reca accompagnata dal padre. Ha solo sei anni e, per inseguire un talento, comincia il sacrificio: una vita lontana da casa, in un luogo sconosciuto, unica compagna la musica. Neanche Dasha è fortunata, il suo futuro è un fidanzato che non ama ma che gli è stato “assegnato” ed un barcone che la porterà a Brindisi.
Si incontrano sul palco, tanti anni dopo, accompagnati dalla magia di un sipario che si alza, da un pubblico che acclama, da una melodia che sembra suonare solo per loro.
Solo chi ha tenuto tra le mani uno strumento ed ha suonato davanti ad un pubblico può capire quella magia. Ho avuto la possibilità di viverla sulla mia pelle per anni, suonando un saxofono contralto in mezzo ad archi, ottoni, percussioni, facendo concerti e raduni con una banda di paese e con diverse orchestre di liscio; una magia che l’autrice è stata bravissima a rendere nel suo libro, attraverso uno stile elegante, coinvolgente e capace di toccare dentro. La perfezione di quello che un’orchestra può creare, con strumenti talmente diversi che compensano uno il suono dell’altro; strumenti che suonano spartiti diversi, che singolarmente non significano nulla, ma che messi insieme creano una melodia perfetta ed emozionante. E lo stesso ha fatto l’autrice nel suo libro, ci ha raccontato di due anime diverse, che singolarmente avevano, ognuno, solo una storia tragica da raccontare e le ha messe insieme, creando una favola, con i suoi acuti e i suoi bassi, con i suoi momenti di adagio e di andante, con le sue note perfette e con le sue stonature, ma pur sempre una favola, capace di far vibrare il cuore. Tutto questo accompagnato da un contorno capace di far riflettere sul mondo delle adozioni, sul mondo di chi scappa dalla propria terra a causa di una guerra, sul mondo degli anziani in casa di cura, sulle privazioni ed il sacrificio che sono necessarie per fare di un talento il proprio lavoro.
La narrazione è a due voci e si alterna tra Jacopo e Dasha, lui parla a lei, lei parla a lui, come se suonassero, come se fossero sul quel palco che li ha fatti incontrare e quello fosse il loro unico modo di comunicare.
Tutto in poco più di cento pagine, tutto senza mai dare la sensazione che i temi trattati fossero troppi o che
fossero poco approfonditi. E mi sono emozionata… per Jacopo, per Dasha, per gli anziani che grazie alla musica escono dal loro stato di incoscienza anche se solo per pochi minuti, per quei bambini che affollano gli orfanotrofi, per chi nasce già segnato da un luogo o da una condizione. E mi sono sentita fortunata, nonostante tutto!
Una nota stridente che non mi ha permesso di dare il massimo dei voti al libro però l’ho trovata… il gioco dei mi piace che mi ha troppo ricordato un altro romanzo che di quel gioco ha fatto la sua nota distintiva. Magari è capitato per caso però è stata una cosa che, purtroppo, durante la lettura mi ha fatto storcere un po’ il naso.

Voglio chiudere questo mio pensiero con una frase del libro che mi ha colpito tantissimo e che ritengo verissima:
Forse non si arriva a capire la natura della musica finché non si conosce la natura dell’amore.
Inutile dire che vi consiglio questo libro senza riserve!!!

VOTO: 




lunedì 1 maggio 2017

BibliOmaggi #16


Buongiorno lettori, come state? Io sicuramente benissimo visto che quando leggerete questo post sarò in vacanza, a fare la nomade con il mio camper, e starò anche festeggiando il mio bambino che oggi compie 7 anni!!! La santa programmazione di blogger mi permette, nonostante tutto, di condividere con voi gli omaggi ricevuti dalla case editrici nell'ultimo periodo. Quindi bando alle chiacchiere, ecco i miei nuovi gioielli!






  • La forma del buio di Mirko Zilahy edito da Longanesi che ringrazio per la copia e per la proposta fattami di intervistare l'autore a Tempo di libri e di cui è online sulla mia pagina la diretta facebook. 480 pagine. Data pubblicazione:  18 aprile 2017. 
Sinossi: Roma è nelle mani di un assassino, un mostro capace di dare forma al buio. Una tenebra fatta di follia e terrore, che prende vita nel rito dell'uccisione. Le sue visioni si tramutano in realtà nei luoghi più sconosciuti ma pieni di bellezza della città, perché è una strana forma di arte plastica quella che il killer insegue. Lui si trasforma, e trasfigura le sue vittime in opere ispirate alla mitologia classica: il Laocoonte, la Sirena, il Minotauro... Sono però soltanto indizi senza un senso apparente, se non si è in grado di interpretarli. Di analizzare la scena del crimine. E tracciare un profilo. Ma il miglior profiler di Roma, il commissario Enrico Mancini, è lontano dall'essere l'uomo brillante e deciso di un tempo. E la squadra che lo ha sempre affiancato non sa come aiutarlo a riemergere dall'abisso. Mentre nuove "opere" di quello che la stampa ha già ribattezzato "lo Scultore" appaiono sui palcoscenici più disparati, dalla Galleria Borghese all'oscura, incantata Casina delle Civette a villa Torlonia, dallo zoo abbandonato all'intrico dell'antica rete fognaria romana, Mancini viene richiamato in servizio e messo di fronte a quella che si dimostra ben presto la sfida più terribile e complicata della sua carriera. O forse della sua stessa vita.
  • Il libro degli specchi di E.O. Chirovici edito da  Longanesi che ringrazio per la copia, 330 pagine. Data pubblicazione:  23 febbraio 2017.
Sinossi: Peter Katz ha alle spalle una lunga carriera in una delle agenzie letterarie più importanti di New York, e ormai quasi nulla può sorprenderlo. Ma il manoscritto che quasi per caso inizia a leggere lo colpisce fin dalle prime righe. Non è solo la scrittura magnetica, non è solo il coinvolgimento dell'autore a fargli capire subito che non si tratta di un romanzo come gli altri: chi scrive, un certo Richard Flynn, afferma di conoscere la verità su un famoso omicidio avvenuto quasi trent'anni prima, e di essere pronto a rivelarla nel suo romanzo. La vigilia di Natale del 1987, in circostanze mai del tutto chiarite venne ucciso Joseph Wieder, un carismatico professore di psicologia all'università di Princeton. Accademico stimato ma anche molto discusso, Wieder esercitava un notevole fascino sulle studentesse come Laura Baines, la ragazza di cui Richard Flynn era innamorato. Ma in questa sorta di sbilanciato e torbido triangolo, a un certo punto, qualcosa andò storto. Il manoscritto di Flynn è semplicemente eccezionale, ma purtroppo è incompleto: manca il finale. Determinato a non lasciarsi sfuggire l'occasione, l'agente letterario riesce a rintracciare l'autore, scoprendo però che è in fin di vita e che il resto del manoscritto è introvabile. Inizia così un viaggio alla ricerca del finale perduto e della verità che porta con sé. Un viaggio che diventa un'indagine sulla psiche e sul modo in cui la nostra memoria riscrive il passato, in un incerto, a volte ingannevole, gioco di specchi...
  • Gli innocenti di Paola Calvetti edito da Mondadori, che ringrazio per la copia 132 pagine. Data pubblicazione:  18 aprile 2017. Primo approccio per me con questa autrice che voglio leggere da sempre. Alte aspettative!!!
Sinossi: Jacopo e Dasha sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere i passi della loro storia d'amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'ancora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino. Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione.
  • La ragazza nel giardino del tè di Janet MacLeod Trotter  edito da Newton Compton, che ringrazio per la copia, 477 pagine. Data pubblicazione:  06 aprile 2017. Un libro che mi è arrivato a sorpresa e che mi incuriosisce ma dovrà aspettare in coda alle letture che ho richiesto!
Sinossi: Adela Robson è una studentessa che sogna di calcare il palcoscenico, in un'India in cui l'impero è prossimo alla morte. Quando scappa dalla scuola con Sam Jackman, sa che sta andando incontro a una nuova vita. Ma quello che il futuro ha in serbo per lei non è ciò che Ade-la immaginava. Anni dopo, a Simla, la sede estiva del governo del Raj, Adela può abbandonarsi a ogni tipo di divertimento che la società degli anni Trenta è in grado di offrirle. Ma proprio quando le sue ambizioni sembrano sul punto di diventare realtà, conosce un principe, affascinante ma viziato, e quell'incontro scatena una serie di eventi dalle conseguenze devastanti. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Adela è in Inghilterra, in un Paese in cui ha vissuto da bambina, ma di cui non ha ricordi. La sua vita ormai sembra senza speranza, non ha nemmeno un amore a cui aggrapparsi. E ha un terribile segreto da nascondere. Solo il coraggio e la volontà di resistere la terranno a galla in tempi tanto bui, fino a quando potrà tornare a quella che, almeno nel suo cuore, è la sua vera patria.

Con questo è tutto. Cosa ne pensate? Vi auguro buon primo maggio!!!