martedì 25 febbraio 2020

Gruppo di Lettura - Il priorato dell'albero delle arance di Samantha Shannon - Tappa 7 e mini recensione

Buongiorno lettori come va? Ci siamo, libro finito (finalmente aggiungerei!!!) quindi eccoci qui con la settima tappa e la mini recensione del Gruppo di Lettura de "Il Priorato dell'albero delle arance" di Samantha Shannon organizzato con Baba del blog Desperate Bookswife e Ombretta del blog "Ombre di carta". Cliccando sui link che rimandano ai loro blog potrete leggere i loro pensieri. Siete pronti?


Iniziamo con la trama: 
La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

Proseguiamo con le tappe:

- 14 gennaio 2020 - sul blog Un libro per amico, discussione fino a pagina 116, ovvero capitolo 10 compreso - QUI
- 21 gennaio 2020 - sul blog Ombre di Carta, discussione fino a pagina 239 ovvero capitolo 22  compreso - QUI
- 28 gennaio 2020 - sul blog Desperate Bookswife, discussione  da pagina 243 a pagina 386, ovvero fino al capitolo 37 compreso - QUI
- 4 febbraio 2020 - sul blog Un libro per amico discussione da pagina 389 a pagina 483, ovvero fino al capitolo 48 compreso - QUI
- 11 febbraio 2020 - sul blog Desperate Bookswife discussione da pagina 487 a pagina 592, ovvero fino al capitolo 57 compreso - QUI
- 18 febbraio 2020 - sul blog Ombre di Carta discussione da pagina 595 fino a pagina 683, ovvero fino al capitolo 65 compreso - QUI
- 25 febbraio 2020 - SU TUTTI I BLOG discussione da pagina 687 fino alla fine + mini recensione. 

Ma veniamo al libro e alla tappa di oggi.
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ATTENZIONE SPOILER!!!!

Finalmenteeeeee, siamo arrivati alla fine! E niente, come si poteva immaginare... e vissero tutti felici e contenti. Che palle!!!!
Che dire di questa tappa? Una lotta con i draghi fin troppo semplice secondo me. E anche in questo caso con tutta quella gente riunita ho perso un po' il filo... alcuni mi sembrava di non averli mai sentiti nominare. È stata una mia impressione? Voi che mi dite? Non mi sento di aggiungere altro di questa tappa ma, se vi va, leggete la mia recensione!


RECENSIONE:

Lo so, ditemelo: il Fantasy non fa per me! Avete assolutamente ragione ma, se mi seguite, sapete anche che non mi precludo mai una lettura se questa mi ispira, anche se non fa parte dei miei generi preferiti. Draghi, principesse, terre fantastiche non sono quello che può essere considerato il mio ambito ma qui il problema non è prettamente questo.
In questo libro ho trovato purtroppo un pressapochismo nelle spiegazioni, che all'inizio spiazza il lettore, che si trova catapultato in un mondo totalmente sconosciuto e fantastico senza che quel mondo gli venga descritto e spiegato. Tantissimi, troppi, personaggi popolano le prime cento pagine del romanzo ed è vero che nel libro è compreso un bel glossario con tutte le spiegazioni ma è snervante dover correre alla fine del libro ogni volta che appare qualcuno o un luogo. È snervante farlo per chi come me aveva per le mani un cartaceo e non voglio immaginare come possa essere per chi invece lo legga in ebook...
La storia in sè potrebbe, secondo me, avere un grandissimo potenziale ma la freddezza che ho trovato in queste pagine difficilmente l'ho trovata in altri libri. I personaggi non arrivano - non so se volontariamente o se sia lo stile dell'autrice - e i luoghi dove la vicenda si dipana sono tanti, raccontati in qualche modo ed io ho fatto davvero fatica ad immaginarmeli nitidamente. Ho fatto talmente fatica a provare empatia che sono arrivata alla fine di queste ottocento pagine senza affezionarmi a nessun personaggio in particolare, senza provare sentimenti - positivi o negativi - per nessuno e questo particolare ritengo sia una grandissima mancanza in una lettura.
Quello che c'è da dire è che fortunatamente l'autrice ha uno stile di scrittura scorrevole, e almeno questo non ha appesantito la lettura. Una lettura dove sicuramente il genere femminile è il protagonista indiscusso, ancora più dei draghi; ci sono infatti interi regni governate nei secoli unicamente da donne e la cui forza sta proprio nel partorire figlie femmine. Un'idea utopica di mondo che poteva essere la caratteristica vincente di questo romanzo se fosse stata sviluppata in modo diverso. Un libro da cui mi aspettavo un sacco di più visto le racensioni entusiaste che avevo letto in rete. Chissà, sarà colpa della mia lontananza verso il genere? Chi ha letto molti fantasy e, come me non ha apprezzato questa lettura dice di no, ma sono pronta a ricredermi se qualcuno di voi che l'ho ha letto e amato volesse darmi il suo punto di vista.
Aspetto i vostri commenti e, mi raccomando, non perdetevi il pensiero di Baba Desperate Bookswife e Ombretta "Ombre di carta"!







VOTO:



lunedì 24 febbraio 2020

Recensione #344 - Il museo delle promesse infrante di Elizabeth Buchan

Buongiorno lettori e buon lunedì! Settimana strana questa, con allarme coranavirus in Lombardia. Come va dalle vostre parti? Siete preoccupati? Io più per il programma scolastico che mio figlio dovrà recuperare quando rientrerà a scuola che per il virus in sè...
Ma torniamo al blog, oggi torno con una nuova recensione, quella del libro Il museo delle promesse infrante di Elizabeth Buchan edito da Nord, pag. 396.

Trama: Esiste un museo, a Parigi, dove non sono custoditi né quadri né statue. In questo museo si conservano emozioni: ogni oggetto - un vecchio telefono, una scarpetta bianca, un biglietto del treno - è infatti il segno concreto di un amore perduto, di una fiducia svanita, di una perdita. Cimeli donati da chi vorrebbe liberarsi dei rimorsi e andare avanti. Come la curatrice, Laure, che ha creato il Museo delle Promesse Infrante per conservare il suo ricordo più doloroso: quello della notte in cui ha dovuto dire addio al suo vero amore. Quando Laure lascia la Francia e arriva a Praga, nell'estate del 1986, ha l'impressione di essere stata catapultata in un mondo in cui i colori sono meno vivaci, le voci meno squillanti, le risate meno sincere. Poi capisce: lì, la gente è stata costretta a dimenticare cosa sia la libertà. Eppure qualcuno non si rassegna. Come l'affascinante Tomas, incontrato per caso a uno spettacolo di marionette. Per lui, Laure è pronta a mentire, lottare, tradire. Ma ancora non sa di cosa è capace il regime, né fin dove lei dovrà spingersi per salvarsi la vita. Laure si è pentita amaramente della scelta che ha dovuto compiere tanti anni prima ed è convinta che non avrà mai l'occasione per sistemare le cose. Eppure ben presto scoprirà che il Museo delle Promesse Infrante è un luogo in cui le storie prendono nuovo slancio, spiccano il volo verso mete inaspettate. E magari ricuciono i fili strappati dal destino. Come quelli che la legano a un uomo che aspetta solo un cenno per mantenere la sua promessa...

Questo libro mi ha ispirato dalla sua uscita. Lo avevo adocchiato grazie ad un gruppo di lettura che alcuni blogger hanno organizzato su Instagram. Sapevo che molti erano rimasti delusi da questa lettura ma ho voluto farmi una mia idea quindi eccomi qui.

venerdì 21 febbraio 2020

Letture con Marina #80 - Le vedove del giovedì di Claudia Pineiro

Buongiorno lettori, è venerdì e come un orologio svizzero torna Marina con una nuova recensione.
Senza servitù non c’è
tragedia possibile,
soltanto un sordido
dramma borghese.
Mentre lavi la tua
tazza e svuoti i
posacenere, le
passioni perdono forza.
(Manuel Puig, Stelle del Firmamento)

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E’ il secondo romanzo che leggo dell’argentina Claudia Piñeiro ed anche in questo caso resto incantata dalla trama, per come l’autrice l’ha dipanata lungo tutte le pagine. Ma curiosiamo più nel dettaglio…
Titolo: Le vedove del giovedì
Autore:  Claudia Pineiro
Casa editrice: Feltrinelli, 2015
Traduzione: Michela Finassi Parolo
Pagine: 256
Sinossi: Alla periferia di Buenos Aires, dietro alti muri perimetrali, al di là di cancelli rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza, si trova il complesso residenziale di lusso Altos de la Cascada. Fuori, la strada, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, l'autostrada, la città, il resto del mondo. Ad Altos de la Cascada vivono famiglie facoltose che hanno lo stesso stile di vita e che vogliono mantenerlo, costi quel che costi. In quest'oasi dorata di pace e tranquillità, un gruppo di amici si riunisce una volta alla settimana lontano dalla vista dei figli, delle donne di servizio e soprattutto delle mogli che, escluse da questi incontri virili, si autonominano, ironicamente, "le vedove del giovedì". Ma una notte la routine si spezza rivelando il lato oscuro di una vita "perfetta".




RECENSIONE:

mercoledì 19 febbraio 2020

Recensione #343 - Il mistero di Abbacuada (Le indagini del tenente Roversi Vol. 1) di Gavino Zucca

Buongiorno carissimi, come state? Io in un periodo strano, fatto di grandi cambiamenti e di parecchie ansie ma vabbè, tutto passa, passerà anche questo! Ma non sono qui per tediarvi con i miei pensieri, sono qui per lasciarvi la mia recensione del libro Il mistero di Abbacuada (Le indagini del tenente Roversi Vol. 1) di Gavino Zucca edito da Newton Compton Editore - che ho letto approfittando del servizio Prime Reading incluso nel mio abbonamento amazon prime - pag. 286.

Trama: Tempi duri per il tenente dei carabinieri Giorgio Roversi: trasferito in Sardegna per motivi disciplinari, il giovane ufficiale si trova proiettato in una terra che niente ha in comune con la sua amata Bologna. E a breve dovrà pure dire addio al suo segreto peccato di gola: la scorza d'arancia al cioccolato per cui va matto è introvabile a Sassari… Sono passati solo pochi giorni dal suo arrivo, quando Roversi deve fare i conti con un omicidio. Luigi Gualandi, proprietario di Villa Flora, ha scoperto un cadavere con un orecchio mozzato nella grotta di Abbacuada, un luogo pericoloso ai confini della sua tenuta. Tutto lascia pensare a una vendetta consumatasi secondo i canoni del codice barbaricino. Un codice d’onore non scritto, quasi una giustizia parallela, che Roversi ignora del tutto e lo mette di fronte alla Sardegna più arcaica e misteriosa. Per fortuna, ad affrontare il caso non è solo: Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, sarà un prezioso alleato per il tenente, a cui lo unisce una viscerale passione per Tex Willer. L’incontro tra i due è determinante: alle proprie capacità deduttive, Roversi può affiancare le efficaci e preziose intuizioni di Gualandi. Ma un delitto che sembrava semplice si rivela molto più complicato del previsto…

Da moltissimo tempo avevo questo libro caricato sul kindle grazie al servizio gratuito Prime Reading incluso nel mio abbonamento Amazon Prime e finalmente, complice la necessità di una storia leggera, che potesse smorzare la pesantezza di alcune letture in corso, è arrivato il suo momento.

mercoledì 12 febbraio 2020

Recensione #342 - Le ricette della signora Tokue di Durian Sukegawa

Buongiorno carissimi, siamo già a metà settimana ed io riesco finalmente a lasciarvi il mio pensiero su un libro letto la scorsa settimana che mi ha conquistata! Si tratta de Le ricette della signora Tokue, l'ultimo libro di Durian Sukegawa edito da Einaudi, pag. 184.

Sinossi: Sentaro è un uomo di mezza età, ombroso e solitario. Pasticciere senza vocazione, è costretto a lavorare da Doraharu, una piccola bottega di dolciumi nei sobborghi di Tokyo, per ripagare un debito contratto anni prima con il proprietario. Da mattina a sera Sentaro confeziona dorayaki - dolci tipici giapponesi a base di pandispagna e an, una confettura di fagioli azuki - e li serve a una clientela modesta ma fedele, composta principalmente da studentesse chiassose che si ritrovano lì dopo la scuola. Da loro si discosta Wakana, un'adolescente introversa, vittima di un contesto familiare complicato. Il pasticciere infelice lavora solo il minimo indispensabile: appena può abbassa la saracinesca e affoga i suoi dispiaceri nel sakè, contando i giorni che lo separano dal momento in cui salderà il suo debito e riacquisterà la libertà. Finché all'improvviso tutto cambia: sotto il ciliegio in fiore davanti a Doraharu compare un'anziana signora dai capelli bianchi e dalle mani nodose e deformi. La settantaseienne Tokue si offre come aiuto pasticciera a fronte di una paga ridicola. Inizialmente riluttante, Sentaro si convince ad assumerla dopo aver assaggiato la sua confettura an. Sublime. Niente a che vedere con il preparato industriale che ha sempre utilizzato. Nel giro di poco tempo, le vendite raddoppiano e Doraharu vive la stagione più gloriosa che Sentaro ricordi. Ma qual è la ricetta segreta della signora Tokue? Con amorevole perseveranza, l'anziana signora insegna a Sentaro i lenti e minuziosi passaggi grazie ai quali si compie la magià: «Si tratta di osservare bene l'aspetto degli azuki. Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi». Come madeleine proustiane, i dolcetti giapponesi diventano un pretesto per i viaggi interiori di Sentaro e Tokue, fra i quali si instaura un legame profondo che lascia emergere segreti ben più nascosti e ferite insanabili. Con l'autunno, però, un'ombra cala sulla piccola bottega sotto al ciliegio: quando il segreto di Tokue viene alla luce, la clientela del negozio si dirada e la donna, costretta a misurarsi di nuovo con il pregiudizio e l'ostracismo sociale che l'ha perseguitata per tutta la vita, impartirà a Sentaro e Wakana la lezione più preziosa di tutte.

Se cercate unaa storia dolce, delicata, profonda, capace di mostrarvi una parte della storia di cui non si parla, allora questo è il libro che fa per voi.
Era in wishlist da moltissimo tempo ed ora mi pento di aver aspettato a leggerlo per così tanto. 
Proverò a spiegarvi cosa mi ha conquistato di questo romanzo, anche se non è facile!

venerdì 7 febbraio 2020

Letture con Marina #79 - Recensione de Il figlio del cimitero di Neil Gaiman

Buongiorno lettori, è venerdì e come un orologio svizzero torna Marina con una nuova recensione.

Difficile imbattersi in uno dei romanzi di Neil Gaiman e non fermarsi a leggerlo. E così ti si scombinano tutti i programmi di lettura che TU, o lettore, avevi così ben predisposto. Anche perché da collegamento nasce collegamento, da liana ti libri nell’aria passando su un’altra liana e…


Titolo: Il figlio del cimitero
Autore:  Neil Gaiman
Casa editrice: Mondadori, 2010
Traduzione: Giuseppe Iacobaci
Illustrazioni: McKean e Riddle
Pagine: 342
Sinossi: Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all'omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l'hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l'amicizia dei suoi simili, ma anche l'impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni...



RECENSIONE:

mercoledì 5 febbraio 2020

Recensione 341 - La casa delle voci di Donato Carrisi

Buongiorno lettori, oggi torno con una nuova recensione. Un libro che ho letto in un giorno e mezzo. Non riuscivo a staccarmene quasi come se fosse una droga. Era da tanto che non mi succedeva. Si tratta de La casa delle voci, l'ultimo libro di Donato Carrisi edito da Longanesi, pag. 400.

Sinossi: Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l'assassina è proprio lei.

Una storia ipnotica, coinvolgente, intrigante. Una storia che, una volta iniziata non può essere lasciata fino alla fine. Questo è il nuovo thriller di Donato Carrisi, qualcosa da cui non vi staccherete facilmente, quindi iniziatelo solo se sapete di avere tanto tempo da dedicare alla lettura perché una volta aperto non potrete più chiuderlo fino alla fine!

martedì 4 febbraio 2020

Gruppo di Lettura - Il priorato dell'albero delle arance - TAPPA 4

Buongiorno lettori come va? Quarta tappa del Gruppo di Lettura de "Il Priorato dell'albero delle arance" di Samantha Shannon organizzato con Baba del blog Desperate Bookswife e Ombretta del blog "Ombre di carta". Siete pronti?




Iniziamo con la trama: 
La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

Proseguiamo con le tappe:

- 14 gennaio 2020 - sul blog Un libro per amico, discussione fino a pagina 116, ovvero capitolo 10 compreso - QUI
- 21 gennaio 2020 - sul blog Ombre di Carta, discussione fino a pagina 239 ovvero capitolo 22  compreso - QUI
- 28 gennaio 2020 - sul blog Desperate Bookswife, discussione  da pagina 243 a pagina 386, ovvero fino al capitolo 37 compreso - QUI
- 4 febbraio 2020 - sul blog Un libro per amico discussione da pagina 389 a pagina 483, ovvero fino al capitolo 48 compreso.
- 11 febbraio 2020 - sul blog Desperate Bookswife discussione da pagina 487 a pagina 592, ovvero fino al capitolo 57 compreso.
- 18 febbraio 2020 - sul blog Ombre di Carta discussione da pagina 595 fino a pagina 683, ovvero fino al capitolo 65 compreso.
- 25 febbraio 2020 - SU TUTTI I BLOG discussione da pagina 687 fino alla fine + mini recensione. 

Ma veniamo al libro e alla tappa di oggi.
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ATTENZIONE SPOILER!!!!


Non so voi ma io sto facendo una fatica terribile ad andare avanti nella lettura di questo libro. Non riesco a trovare l'empatia giusta per poter avere lo stimolo per leggere. Di sicuro non è facile scrivere un libro del genere quindi tanto di cappello all'autrice che di sicuro ha fatto un buon lavoro ma, che vi devo dire, io continuo a restare distaccata dalle vicende e dai personaggi.
Ma parliamo della parte di oggi.
Sicuramente sono successe molte cose e un po' di nodi sono venuti al pettine.
Tanè è confinata sull'Isola delle Piume ed è proprio lì che viene convinta a farsi incidere la protuberanza che da sempre ha sul corpo. Quando il medico le apre il fianco quello che ne esce è una gemma, che Tanè capisce subito essere molto importante e di proprietà dei draghi.
Ead, dopo essere scappata dalla corte di Sabran, viaggia verso Meridione, finché non viene recuperata da un icneumone, una creatura di cui lei si è occupata in passato, che la porta al Priorato.
Al Priorato Ead può finalmente mangiare nuovamente i frutti dell'albero recuperando le forze e la sua magia, ma il clima che la attende non è quello che credeva. La Priora capisce il suo eccessivo attaccamento a Sabran e alla sua corte e decide di mandare nuovamente Ead in missione fino ai confini del mondo. Ead non è d'accordo e si ribella. Dopo aver scoperto che fu la Priora ad uccidere sua madre e non la donna che per quel delitto è in carcere, e dopo aver rischiato di essere anche lei avvelenata, scappa, aiutata dall'icneumone e portando con se anche Loth.
Ross è ancora sulla nave dei pirati e scopre che il tassello che il suo amate gli aveva lasciato in punto di morte altro non è che il tassello mancante della mappa per raggiungere il luogo che gli assicurerà l'eterna giovinezza.
Insomma, una parte di grandi sconvolgimenti questa che però, come accennavo all'inizio ho letto senza grandi coinvolgimenti.
Sicuramente il fatto di leggere questo libro in compagnia grazie al gruppo di lettura mi permette di non mollare quindi vado avanti senza grande curiosità e vediamo cosa ci riserverà il futuro.
Con voi ci rivediamo martedì prossimo, 11 febbraio 2020 sul blog Desperate Bookswife, con la discussione fino a pagina 592 ovvero capitolo 57 compreso.





lunedì 3 febbraio 2020

Recensione #340 - Tutta colpa delle neve! (e anche un po' di New York) di Virginia Bramati

Buongiorno lettori e buon inizio settimana. Come state? Io ho mille progetti... vediamo quanti di questi riusciranno ad essere portati a termine nel breve periodo! Il primo è comunque quello di essere attiva il più possibile qui sul blog, visto che ultimamente spesso latito. Per ora ci sto riuscendo in parte, ma spero di migliorare! ;)
Per il momento inizio con il lasciarvi la recensione di un libro che ho letto durante le vacanze di Natale e di cui, finalmente, riesco a parlarvi!
Si tratta di Tutta colpa della neve, libro d'esordio di Virginia Bramati edito da Mondadori, pag. 260.

Sinossi: Annalisa Molinari, "Sassi" per gli amici, ha 26 anni e da Verate, in Brianza, si è trasferita a Milano, dove condivide un appartamento con due amici e fa pratica per diventare avvocato. Intelligente, ironica e sincera fino all'autolesionismo, spesso finisce per cacciarsi in situazioni imbarazzanti ai limiti dell'harakiri. Sotto il suo fare un po' distratto, però, si nasconde una grande tenacia: quella che le ha permesso di essere scelta da uno dei più importanti studi legali di Milano. Ed è proprio tra quelle pareti ovattate che, il primo giorno di lavoro, Sassi riesce a fare una delle sue incredibili figuracce proprio di fronte a Max, figlio del fondatore, da poco rientrato dall'America per prendere il posto del padre. Un giovane ricco, antipatico e... terribilmente affascinante.
Ma Sassi non può dedicare tutto il suo tempo alla delicata gestione dei rapporti nello studio, perché gli amici la reclamano (Eugenia, per esempio, con la sua "lista dei buoni partiti da testare"), perché nei weekend torna a Verate, dove gli affari di cuore di sua madre la tengono non poco impegnata, e, soprattutto, perché deve proteggere il suo segreto: una ferita nascosta nel passato per la quale intende ottenere giustizia.
Tutto pianificato a perfezione? Sì, certo, se non fosse per quei fiocchi di neve che iniziano a vorticare nel cielo cambiando il colore del mondo, mandando in tilt voli e programmi e mettendo una irresistibile voglia di felicità...
Nato come romanzo "per tenersi compagnia" nei momenti difficili dell'esistenza, pubblicato con grandissimo successo su una piattaforma di self-publishing, modificato seguendo i suggerimenti delle amiche e dei lettori online, Tutta colpa della neve! è un romanzo che porta con sé gioia e stupore fin dall'inizio della sua storia. Ambientando la vicenda di Sassi in una Milano workaholic, ma regalandoci anche gli scorci di una Brianza inventata eppure verissima, Virginia Bramati dà vita a pagine ricche di colpi di scena, a personaggi profondamente autentici, a una scrittura insieme molto vicina alla nostra realtà quotidiana ma anche capace di farci sognare. E scrive un romanzo sull'orgoglio e i pregiudizi che spesso ci tengono lontani dalla felicità, un romanzo sull'amore e sulla perseveranza, sulle ragioni per non smettere di ascoltare chi ci sta vicino anche nel rumore incessante della vita che corre, sul potere salvifico di un sorriso al momento giusto. Una storia che, come un fiocco di neve, ci dà un brivido di allegria e ci scalda il cuore.


Dovete sapere che normalmente cerco di leggere i libri degli autori in ordine di pubblicazione soprattutto quando, come in questo caso, i romanzi sono legati da un filo conduttore comune. In questo caso invece ho fatto un'eccezione perché invece di cominciare da questo libro - primo dell'autrice e primo con ambientazione a Verate - ho cominciato da Tutta colpa della mia impazienza - recensione qui - che avevo trovato in offerta in libreria questa estate. Come è stato questo esperimento? In realtà riuscitissimo perché dei personaggi che in Tutta colpa della mia impazienza erano secondari, li ho invece ritrovati qui come protagonisti e viceversa e devo dire che mi è piaciuto da morire. Ma veniamo al pensiero sul libro.