venerdì 1 giugno 2018

Letture con Marina #38

Ciao a tutti! Fine settimana ma primissimo giorno del mese. Non so a voi ma a me maggio è volato. Finalmente la prossima settimana finiranno le scuole e potremo rilassarci un attimo dal punto di vista compiti, soprattutto nel weekend. Per il momento mi appresto con mio figlio allo spirnt finale!!!
Ma basta parlare di me, lascio la parola a Marina e alla sua rubrica Letture con Marina.


Come fraintendere un romanzo e partire per un viaggio diverso:

LA BADANTE

Autore: Matteo Collura
Casa editrice: Longanesi, 2015
Genere: Narrativa
Pagine: 206

Descrizione: Italo Gorini, ultraottantenne professore di Lettere in pensione, vedovo e disabile, un figlio di trentacinque anni laureato e disoccupato, è accudito da una badante straniera che ne tiene desti i sensi e le fantasie. Sono di casa la sorella Maddalena e la cognata Giorgina, che a oltre settant'anni non ha abdicato alla propria femminilità. Ma un colpo di scena impensabile deflagra da un lontano passato e sconvolge i rapporti tra l'anziano invalido e la badante, mettendo in crisi i delicati equilibri dell'intera famiglia. L'ambigua relazione affettiva tra il professore e la sorella, rimasta nubile e per questo convinta di avere in mano il destino del fratello, nonché l'imprevista reazione del figlio, rendono sorprendenti gli esiti della vicenda. Questo singolare romanzo si interroga (e ci interroga) su uno dei temi cruciali del mondo contemporaneo: il protrarsi, sempre più medicalizzato, della vita, che però non di rado, quando i sogni sono finiti e i giorni, le ore diventano una lunga attesa, trasforma la vecchiaia in una crudele solitudine. Non solo: è anche un implacabile ritratto di non poche famiglie d'oggi.

RECENSIONE:

Incidenti di percorso accadono e quando si è fortunati – come in questo caso – da un viaggio diverso se ne ricava godimento maggiore e una deviazione di percorso più che piacevole.

Avevo da parecchio nel mio Kobo questo romanzo, acquistato vuoi per la sontuosa ed ammiccante copertina, vuoi per la trama, che mi aveva fatto pensare ad un leggero tour in una classica famiglia dei giorni nostri, dove gli anziani sono oramai giunti alla terza età e bisognosi di aiuto pressochè totale. Aiuto che non può venire dai familiari, ma sempre più spesso da quelle sante e pazienti donne che solitamente sono straniere – provenienti soprattutto dall’est europeo – e che vanno sotto il nome di “badanti”.
Vista la trama dicevo, pensavo a qualche frizzante intermezzo, eroticamente divertente più che conturbante, dato che avrebbe riguardato una persona anziana invischiata con una badante… et voilà, il romanzo è servito. Che poi si sa, le donne dell’est vengono in Italia pensando all’Eldorado e cercando di accalappiare i vecchietti oramai in là con gli anni… Ah, quante se ne sentono – non è forse vero?
Ecco, viaggio servito dicevo: solo che già all’inizio mi sono resa conto di essermi imbarcata in un altro tour, cui quello appena accennato, non fosse per gli stereotipi a cui tutti – nostro malgrado - soccombiamo, non è che un viaggio… completamente diverso.
Oh beninteso, la trama grossomodo è ben tracciata: una famiglia con un vedovo ultra ottantenne, professore abbastanza famoso, culturalmente ancora molto attivo, che vive in casa con un figlio 35enne nullafacente (anche se laureato), insieme ad una domestica straniera – Camila – ed ultimamente anche ad una badante, Paula, proveniente da un Paese dell’Est. Romania. La settantenne sorella del professore, nubile, quotidianamente è nell’appartamento del Professore, perché se ne prende cura come fosse un misto di moglie e madre – ed una cognata ancora avvenente nonostante l’età, sorella della sua defunta moglie.

In tutto questo, molte citazioni di autori, pittori, filosofi, ricordi storici importanti, anche della Libia e di Gheddafi, insieme alla comunità di italiani che lì viveva e che d’improvviso aveva perso tutto ed era dovuta scappare da questa patria coloniale.
Ed un deus-ex-machina che rimescola le carte in tavola, mentre il Professore ha ancora desideri, pensieri e pulsioni che se non fosse per il corpo costretto in carrozzina, potrebbero essere gli stessi di un giovane uomo.
Un problema sempre più presente e di pervicace costanza nei nostri paesi occidentali, dove le persone oramai lavorano fino a tarda età e non si possono quindi occupare dei propri anziani, demandando questo sporco – a volte – e sempre ingrato compito ad una badante.
Come dicevamo, tra impulsi giovanili e vuoti di memoria che ci avvicinano sempre più alla demenza senile, dovuta a molteplici fattori e anche all’estremo allungamento della vita, il colto Professore ci introduce nella sua vita, che è stata un’avventurosa concatenazione di donne, un’avventurosa doppia vita in Libia prima ed in Italia poi, “uomo egoista abituato a prendere tutto quanto può da coloro che gli stanno intorno, senza mai dare in cambio qualcosa di suo”..
Fino all’ovvia conclusione… Fino a scoprire questo fine e colto scrittore e giornalista, amico e biografo di Sciascia, che ritrae un Paese ed una situazione che la nostra generazione sta imparando a conoscere, mentre leggo – notizia di oggi – che il Parlamento portoghese ha bocciato le quattro proposte di legge che dovevano portare alla liberalizzazione del suicidio assistito e all'eutanasia.
Mentre concludo la lettura e la conoscenza con il Professor Italo Gorini, cui tra gli altri piaceva molto Casanova, così come Tolstoj. Un uomo che si sente ancora un gladiatore, “pur con il fisico usurato ma non domo, che con orrore teme di essere visto come un vecchio clown desolato, involontariamente ridicolo”.
Un romanzo che non mi ha coinvolta emotivamente, ma forse proprio per i molti rimandi colti incastonati fra i ricordi di questo protagonista a sua volta erudito, mi è piaciuto molto, soprattutto per i temi trattati e per come l’autore li ha presentati. E per quanto vissuto dai protagonisti tutti, figure emblematiche dei nostri tempi: dal protagonista che ha avuto la fortuna e la ventura di vivere in due paesi ed in due continenti, alla di lui sorella, che è rimasta nubile per prendersi cura prima della madre e poi di lui, al 35enne figlio laureato e disoccupato e che abita ancora in casa del padre, alla donna di servizio, alla famosa badante, al cognato fedifrago, al medico di famiglia… Un affresco di un Paese dolce-amaro, una provincia raccontata senza urli eclatanti ma con tante magagne e dolori che ci sono già noti. Solo che, raccontati in terza persona, ci danno la possibilità di una riflessione più profonda – soprattutto perché a lungo andare si capisce che la vita è un ciclo continuo in cui tutti hanno il diritto ed il dovere di interpretare ciascun personaggio connesso ad una certa data anagrafica, ora più che mai, con l’aiuto dei medicinali. Sta a noi, sembra ripeterci il Professore, essere dei gladiatori sempre pronti e con la daga in mano.

A presto,



                             

2 commenti:

  1. Ciao Marina! Non conoscevo questo romanzo, dal tema sicuramente molto attuale e dalle sfaccettature complesse. Credo che lo cercherò e lo metto in lista fin da subito! Un abbraccio e buon weekend!

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  2. Ciao Nadia!,
    non so perchè ma ultimamente sto leggendo - con casualità - tutti libri incentrati sulla vecchiaia... 😱
    Questo è sicuramente particolare e l'autore è altrettanto sicuramente uomo di esperienza e cultura.
    Un buon fine settimana anche a te, ciao!, Marina

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