venerdì 6 marzo 2015

Chi ben comincia #74 - Il rumore dei tuoi passi di Valentina D'Urbano

Buongiorno lettori, come va? Finalmente un altro venerdì è arrivato! Purtroppo però il week end si prospetta impegnativo visto che ho dei lavori da finire assolutamente per lunedì. In questo periodo sono veramente stanchissima e non riesco a riposare quanto avrei bisogno, accidenti! In più mille pensieri...mille casini...  :((
Ma passiamo a noi, e alla nostra rubrichetta del venerdì Chi ben comincia, la rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri
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Sono stata molto indecisa su quale libro scegliere per questa puntata poi ho deciso di buttarmi sul libro che ho cominciato proprio questa settimana perchè continuava a chiamarmi, nonostante io ne abbia un'infinità ad attendermi da molto più tempo. Sto parlando del libro Il rumore dei tuoi passi di Valentina D'Urbano - di cui ho precedentemente adorato Acquanera, il secondo lavoro! - edito da Longanesi e Tea.

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


I gemelli, ci chiamavano.
Dicevano che eravamo uguali, anche se non ci assomigliavamoper niente.
Dicevano che a forza di stare insieme eravamo diventati identici,sputati, come due gocce d’acqua.
Ero sullo spiazzo della chiesa.
La ghiaia bianca mi entrava nei sandali, mi massacrava i piedi.
Ma non ci ho fatto caso, ho continuato a camminare per raggiungerel’ombra del sagrato.
Da lontano la chiesa del quartiere è un enorme blocco grigio malamente incastrato tra i palazzi. Sembra quasi che l’abbiano conficcata lì, che l’abbiano spinta a forza in un buco dove proprio non sarebbe entrata. E invece sta lì da anni, e da vicino la vedi per quello che è: quindici metri di cemento e piccole vetrate che dall’esterno sembrano nere, un portone rinforzato e in cima una croce tutta storta e arrugginita, che è un miracolo che ancora sia lì.
La chiamano la Pagoda.
Tutte le cose qui hanno un soprannome. La chiesa è diventata la Pagoda. Il quartiere è la Fortezza.
Noi eravamo i gemelli.
Anche oggi ho sentito che ci chiamavano così. C’era della gente, tanta gente, e tutti sussurravano la stessa cosa. Non mi sono voltata, ho continuato a camminare lenta lungo il pavimento lucido della navata e al mio passaggio la folla si è aperta, lasciandomi passare. Mi guardavano tutti, ma di nascosto, perché farlo apertamente non sta bene.
Mi sono sentita importante, al centro del mondo, ed era assurdo che dovesse accadere proprio lì. Mi sono sentita gli occhi puntati addosso, anche se tutti avevano l’espressione ebete di chi non sa bene cosa fare in questi casi.
«Non vi preoccupate», avrei voluto dire. «Nessuno lo sa mai.» Ho posato un girasole sulla bara e mi sono chinata per baciare il legno nel punto in cui probabilmente c’era la sua testa.
Lentamente com’ero arrivata ho ripercorso la navata e sono uscita fuori.
Dal sagrato, quel girasole sembrava così pesante da sfondare tutto.
Ci chiamavano i gemelli, ma adesso non so come mi chiameranno. Forse cominceranno a usare il mio vero nome.
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Leggendo questo incipit ho ritrovato subito lei, Valentina, lo stile che avevo immediatamente adorato in Acquanera e che mi ha fatto diventare dipendente di quel libro. Un inizio forte questo. Un bara. Una gemella - anche se solo per soprannome - non più gemella. Un quartiere in cui tutti guardano di nascosto perchè apertamente non sta bene. Un bacio su una bara nel punto in cui probabilmente c'era la sua testa. E quell'interrogativo finale... "adesso non so come mi chiameranno. Forse cominceranno a usare il mio vero nome" mi ha messo addosso una tristezza infinita.
E voi, che ne dite? Conoscete la D'Urbano ed i suoi libri? Vi piace questo incipit?

8 commenti:

  1. Ancora non ho letto niente di questa autrice, ma ultimamente ho avuto occasione di prendere in scambio proprio questo libro (ho anche Acquanera che attende sugli scaffali) e devo dire che mi ispira un sacco *-* bellissimo questo incipit!

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    1. Io te la consiglio! Sono due libri totalmente diversi. Questo è una storia più di vita vera, Acquanera invece è un po' più noir e ricco di mistero. Quello che assolutamente mi sento di dire è che lo stile di Valentina D'Urbano crea dipendenza vera, di quelle che non smetteresti mai di leggere. Abbinato a storie ben scritte e convincenti è una vera bomba! :)

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  2. Ho amato questo più di Acquanera ^^ ma l'autrice è bravissima

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    1. Per quanto mi riguarda io sono Acquanera è un genere più nelle mie corde ma sto adorando allo stesso modo questo!

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  3. Rileggendo l'incipit di questo bellissimo romanzo riassaporo tutto il dolore che ho provato la prima volta.Non si dimentica facilmente la storia dei gemelli

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    1. Storia importante e indimenticabile! Se non hai letto Acquanera te lo consiglio!

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  4. questo libro (anche l'autrice) mi ispira molto!

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    1. L'ho finito nel week end e mi ha emozionato tantissimo.
      L'autrice è grandiosa, ha uno stile che crea dipendenza. Tra i due libri che ho letto continuo ad avere una minima preferenza per Acquanera che ha una storia molto particolare e più nelle mie corde.
      Leggerò sicuramente anche il suo ultimo lavoro e i futuri lavori che verranno! Ormai è entrata a far parte di quei pochissimi autori che compro a prescindere, senza neanche leggere la trama! :)

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