Buongiorno lettori! Anche luglio è quasi praticamente archiviato... accidenti, il tempo sta volando! Come ogni du venerdì vi lascio con la rubrica Letture con Marina.
Non potevo sottrarmi all’appello morale, dopo l’articolo apparso lo scorso Ven. 13 Luglio su Il Venerdì di Repubblica. Quindi blocca il post programmato e vai con un nuovo post e, soprattutto, una lettura improvvisa e che non mi sarei aspettata di leggere. Non al momento, per lo meno.
Un perfetto bastardo
Titolo originale: Stack-Up Suite
Autori: Vi Keeland e Penelope Ward
Casa editrice: Newton Compton Editori, 2018
Traduzione: Silvia Russo
Pagine: 346
“Questo libro è dedicato a tutte le ragazzine che a lezione di danza preferiscono indossare il verde fluo mentre tutte le altre indossano il rosa pastello.” Ovvero: l’arte di non fare mai ciò che ti dicono di fare, o che si aspettano tu faccia. Oppure: l’arte di farsi sottilmente manipolare. A scelta Vostra!
Descrizione: "Era una mattina qualunque, il treno era affollato e tutto sembrava noiosamente normale. A un certo punto sono stata come ipnotizzata dal ragazzo seduto vicino al corridoio. Urlava contro qualcuno al telefono come se avesse il diritto di governare il mondo. Ma chi credeva di essere con quel suo completo costoso? In effetti, gli conferiva un'aria da leader, ma non è questo il punto. Non appena il treno si è fermato, è saltato giù così in fretta da dimenticarsi il telefono, e io... potrei averlo raccolto. Potrei anche aver spiato tutte le sue foto e chiamato alcuni dei suoi numeri. Okay, potrei persino aver tenuto il telefono dell'uomo misterioso fino a che non ho trovato il coraggio di restituirlo. Così ho raggiunto il suo ufficio da snob... e lui si è rifiutato di vedermi. Ho consegnato il cellulare alla reception dell'ufficio di quel bastardo arrogante. Ma potrei, diciamo per ipotesi, avergli lasciato qualche foto sul telefono. Foto non esattamente angeliche."
RECENSIONE:
Chiariamoci subito: ci sono alcuni generi letterari con cui non vado proprio d’accordo. Mi sforzo comunque di leggere un po’ di tutto, perché reputo importante ampliare i miei orizzonti. E ci sono alcuni generi di romanzi, Young Adult e Romance, che ogni tanto sento la necessità di leggere, ma che non mi va di recensire. Sono letture intime e desidero restino tali. Questa volta però, pur non essendo in periodo romance, ne ho voluto leggere uno con un titolo in italiano che avrebbe già dovuto raccontare il programma che intendeva svolgere.
La storia in sé è semplice: Soraya Venedetta, di origini italiane da parte di padre, in metropolitana, per sfuggire ad un suo ex, si siede di fronte ad un uomo affascinante e tenebroso, Graham Morgan, che sta rimbrottando ad alta voce ed in modo secco un dipendente, tramite il cellulare. Quando se ne va dallo scompartimento scorda il cellulare. E naturalmente Soraya lo recupera, ma siccome il bellissimo sconosciuto se ne è già andato, decide di scoprire chi è e di fargli riavere il cellulare. Ma con calma. Con molta calma. Non prima naturalmente di aver curiosato un po’ dappertutto, visto che il dispositivo non è protetto da alcuna password. E quando lo restituisce, si addobba da strafiga – perché naturalmente… Da qui, dopo una serie di vicissitudini simpatiche, i due iniziano a frequentarsi e ad innamorarsi. Qualche traversia nel mezzo per tenere viva la suspense e alla fine il coronamento del sogno d’amore.
Cosa mi aspettavo? Sesso e divertimento, una lettura rapida senza strascichi.
Cosa ho trovato? Sesso quasi inesistente (più a parole che fisico), tante parolacce simpatiche (soprattutto perché la traduttrice ne ha lasciate parecchie in lingua inglese, indicando la traduzione in italiano, cosa bellissima!), poco divertimento spicciolo, tanti problemi, un finale positivo come da buona tradizione per un romance, ma non soddisfacente per la storia che ci è stata raccontata. E qui non posso sbilanciarmi ulteriormente, per non divulgare un segreto che si apprende lettura facendo e che avrà non poco peso nelle scelte dei protagonisti.
Soddisfatta? Diciamo che mi sarei aspettata una lettura più easy, sexy e senza le problematiche che ci assillano già nella vita di tutti i giorni. Del tipo: il bell’imprenditore giovane e dalla voce baritonale che ti fa correre brividi lungo la schiena solo a sentirlo parlare, che si è fatto da sé. Insomma il tipico pugno di ferro in guanto di velluto. Per potermi identificare poi nell’eroina di turno e vivere ad occhi aperti un’avventura lontana dalla mia quotidianità. Ed invece mi sono ritrovata a riflettere, come dicevo poc’anzi, su problemi della vita reale e quotidiana.
Siamo ciò che siamo perché la nostra famiglia ci precede e ci impone inconsapevolmente delle scelte di vita? Oppure nonostante quanto ci accade in giovane età e la famiglia e cultura di appartenenza, siamo in grado di allontanarci da scelte che ci si impongono dal nostro background culturale? E quanto incidono problematiche e solitudine in queste scelte?
Ebbene, non era sicuramente questo che mi aspettavo da un romance con questo titolo così incoraggiante. Lo scambio doveva essere… un paio di ore di letture, un paio di ore di vita diversa!
RARE 2018 Roma – Io non c’ero perché non ne ero a conoscenza, dato che non seguo molto questo “settore”, ma ne ho letto parecchio nelle ultime due settimane. In soldoni: Romance Authors & Readers Events non è altro che un evento nel quale molte autrici si mettono a disposizione delle lettrici, per autografare loro i libri che hanno scritto. Ogni anno si tiene in una città europea diversa: lo scorso anno a Berlino e quest’anno a Febbraio si è tenuto a Londra e il 23 Giugno si è tenuto per la prima volta in Italia, a Roma.
Non ci avrei mai fatto caso se non fosse per il fatto che lo scorso 13 Luglio il Venerdì di Repubblica è uscito con un articolo dedicato al Romance e a questo evento romano. Tutti, soprattutto le lettrici e le Case editrici, nonché autrici italiane e straniere (la quasi totalità di quante erano all’evento), si aspettavano un articolo di riconoscimento di questo genere bistrattato e ritenuto di categoria “Letteratura di serie B”.
Soprattutto considerato il fatto che tutti si lamentano sempre che in Italia non ci sono lettori…
Ed invece l’autrice dell’articolo, la giornalista Paola Zanuttini (di cui ho letto diverse interviste a grandi autori), ha fatto letteralmente incazzare tutti quanti. Scrittrici, scrittori, Case editrici, lettrici e lettori. Non essendo abbonata al Venerdì, non ho potuto leggere l’intervista integrale, ma grazie ai diversi post di risposta educata, intelligente ed interessante, ho potuto estrapolare pezzi che ho trovato ingiustamente e gratuitamente svilenti ed offensivi.
Voi avete letto il pezzo dedicato al Rare 2018, sul Venerdì di Repubblica?
Io di contro mi sono chiesta se non sia stato un articolo semplicemente provocatorio da parte del giornale, che scritto come è stato scritto intendeva smuovere e non semplicemente elogiare un genere e tutto il contorno ad esso collegato, perché altrimenti non avrebbe fatto parlare, come invece è successo. E nel contempo, proseguendo il ragionamento: non c’era veramente un altro modo per ottenere questo risultato? Veramente gli insulti e le offese sono l’unico sistema per far parlare e discutere? Non si poteva invece fare una breve ricerca “storica” su questo genere, mettendo poi a confronto il tipo di lettori del passato e del presente? Magari anche raffrontando altri tipi di romanzo? O raffrontando gli scrittori di questo genere stranieri, con il parterre italiano?
Misteri dell’editoria? C’è sotto qualcos’altro, oppure veramente si doveva mandare fuori un pezzo di fretta e furia, senza fare un pezzo più intelligente? Eppure la giornalista non è sicuramente una sprovveduta alle prime armi.
Continuando a restare di princisbecco e forse servendo la causa economica del giornale più che riuscire a ribadire l’importanza della lettura qualunque essa sia, Vi auguro un buon fine settimana
A presto
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