Buongiorno lettori, come ogni due venerdì oggi torna Marina con una nuova recensione. Prima di lasciarvi a lei vi auguro buon weekend.
Abbandonato al suo destino il mese delle streghe, questo Novembre piovoso, buio e con le prime nebbie, mi porta sulle tracce di vecchi detective dilettanti… In principio fu Sherlock Holmes e a seguire il buon Ellery Queen e pensa un po’ chi ti vado a conoscere, oramai in età adulta…!
Autore: S.S. Van Dine
Casa editrice: Gruppo Newton 1994
Pagine: 223
Sinossi: La strana morte del signor Benson è un romanzo dello scrittore statunitense S.S. Van Dine. Il romanzo fu pubblicato la prima volta nel 1926. Il libro si compone di 25 capitoli tutti intitolati, datati e con l'ora, è praticamente un diario. In alcune traduzioni italiane di questo romanzo sono presenti note a fondo pagina di rimandi vari scritti dall'autore a completamento del "diario", in altre versioni queste note e l'introduzione non sono presenti (wikipedia)
Alvin Benson siede in poltrona nel soggiorno della sua lussuosa residenza, la testa poggiata contro lo schienale, un libro ancora stretto nella mano destra. Morto, assassinato. Un proiettile sparato a distanza ravvicinata gli ha trapassato il cranio. Il procuratore distrettuale Markham e la polizia fanno quello che possono ma per decifrare un omicidio destinato a rimanere negli annali della storia del crimine occorre un detective all’altezza. Qualcuno che al genio deduttivo unisca un sapere sconfinato: in poche parole, Philo Vance!
Il Giallo Economico Classico è una collana edita dalla Compagnia del Giallo (gruppo Newton Compton), a cura di Rosella Presciuttini Maggiulli, e dedicata ad opere di genere giallo. Il primo numero esce in edicola il 3 aprile 1993 – ed il romanzo di cui parleremo è l’uscita nr. 53!
Alvin Benson siede in poltrona nel soggiorno della sua lussuosa residenza, la testa poggiata contro lo schienale, un libro ancora stretto nella mano destra. Morto, assassinato. Un proiettile sparato a distanza ravvicinata gli ha trapassato il cranio. Il procuratore distrettuale Markham e la polizia fanno quello che possono ma per decifrare un omicidio destinato a rimanere negli annali della storia del crimine occorre un detective all’altezza. Qualcuno che al genio deduttivo unisca un sapere sconfinato: in poche parole, Philo Vance!
Il Giallo Economico Classico è una collana edita dalla Compagnia del Giallo (gruppo Newton Compton), a cura di Rosella Presciuttini Maggiulli, e dedicata ad opere di genere giallo. Il primo numero esce in edicola il 3 aprile 1993 – ed il romanzo di cui parleremo è l’uscita nr. 53!
RECENSIONE:
Ho preso a prestito la sinossi di Salvatore Argiolas, che ho scoperto essere gran conoscitore del mondo dei gialli e che ha recensito questo stesso romanzo per l’Associazione Culturale Thrillernord.
E siccome il consiglio di lettura mi arrivava dritto dritto da Thrillernord, mi pareva doverosa un’incursione, soprattutto avendo scoperto le notizie interessanti raccolte da Salvatore.
Di più, Salvatore Argiolas si addentra nella storia del Giallo classico e ci informa che “La strana morte del signor Benson” è un romanzo fondamentale nella storia del giallo. In Italia tenne a battesimo, nel 1929, la collana “I libri gialli” edita da Mondadori che dal colore delle copertine fece nascere il termine “giallo” per caratterizzare l’intera produzione del genere.
Il libro di Van Dine ha anche il merito di presentare ai lettori un nuovo investigatore, Philo Vance, che eredita dai grandi detective del passato come Auguste Dupin , il primo della storia, e Sherlock Holmes l’approccio deduttivo e scientifico all’indagine poliziesca.
Il romanzo venne scritto nel 1926 nel pieno del periodo chiamato dai critici “l’età dell’oro” in quanto comprende tutti i maggiori lavori della “detection” classica. Generalmente si pone come data di inizio di questo ciclo fortunato il 1920, anno in cui fu pubblicato “Poirot a Styles Court” (The Mysterious Affair at Styles) il romanzo d’esordio di Agatha Christie e come data indicativa di termine il 1929, anno in cui fu pubblicato “La poltrona n°30” di Ellery Queen.
Proprio Ellery Queen fu creato con caratteristiche molto simili a Philo Vance, un dandy che partecipa alle indagini per puro interesse intellettuale come del resto Van Dine esplicita chiaramente in un suo scritto. “Il romanzo poliziesco è un giuoco intellettuale, anzi uno sport addirittura.”
E dopo un’incursione nella storia, siamo pronti ad una sintetica descrizione di quanto avviene in questa prima avventura, che vede protagonista Philo Vance, il detective dilettante più esteta, intellettuale, aristocratico e snob cultore dell’arte, che si farà accompagnare nelle sue avventure da una serie di personaggi, primo fra tutti dal silente S.S Van Dine stesso, compagno di Vance dai tempi dell’Università ad Harvard, che diventerà suo avvocato e agente finanziario personale, oltre che amico e confidente e che si premurerà di raccontare tutte le avventure occorse a Vance.
In questo primo romanzo, che diventerà una serie (fin troppo breve), è d’uopo per l’autore, Willard Huntington Wright (alias S.S. Van Dine), presentarci un po’ tutti i protagonisti che concorreranno, insieme a Philo Vance, a rendere ricco e famoso il loro autore. Ed ecco quindi che accanto alla coppia Vance – Van Dine, troveremo il Procuratore Distrettuale Markham, il Sergente di polizia Heath, il medico legale Dott. Doremus e tanti altri che arricchiranno lo sfondo “giallo” di questi che non esito definire degli stupendi romanzi gialli d’epoca.
La storia prende avvio la mattina del 14 Giugno a casa di Philo Vance, che incredibilmente è già sveglio prima di pranzo, per concludersi la sera del 20 Giugno, dopo un bagno turco e il ritrovo c/o lo Stuyvesant Club, nella sala fumatori, per le ultime spiegazioni del caso.
Andando a ritroso e ritornando all’inizio del caso, siamo nella casa dell’assassinato, le cui finestre sono sbarrate da inferriate, all’orquando il Dottor Doremus determinal'ora della morte a circa mezzanotte e mezzo. Su una mensola viene trovata una borsetta e un paio di guanti da donna, che in seguito si scoprirà appartenere a Muriel St. Clair. Un agente di pattuglia, che nella notte effettuava la ronda in quel quartiere, asserisce che, verso mezzanotte ha notato una grande Cadillac grigia ferma davanti al portone. Secondo l'agente l'auto è rimasta ferma solo per mezz'ora, dato che al suo giro successivo non l'ha più vista.
Viene ritrovato nell'appartamento anche un mozzicone di sigaretta che Vance quasi distrugge, non ritenendolo un elemento di prova. Dopo la prima visita Vance, il sempre silente Van Dine e Markham lasciano il luogo del delitto. Secondo Markham questo è un caso molto complesso, mentre per Philo Vance invece è un caso estremamente semplice.
Un caso invero complicato per tutti e che invece grazie a Philo Vance è stato dipanato consegnando alla giustizia il vero ed insospettato colpevole, nonostante la buona volontà del procuratore distrettuale, amico del novello detective – e la grinta del sergente Heath, che come da tradizione, avrebbero arrestato un innocente. Fortuna che, come precisa ironicamente Vance a Markham “immagino che sarà proprio quando le prove legali vi condurranno irresistibilmente alla vostra vittima che voi avrete più bisogno di me, non credete?”
Philo Vance, a differenza del suo noto predecessore Sherlock Holmes, predilige l’osservazione del lato psicologico dei possibili colpevoli, invece che l’osservazione della scena del crimine. O meglio, l’osservazione dettagliata degli oggetti e della scena del crimine c’è, ma a Philo Vance serve solo per eliminare tutti i possibili innocenti e procurarsi le prove per incastrare il vero e solo colpevole, che da subito questo logico, acculturato e intelligentissimo nuovo detective identifica. Tutto ciò che segue è, come detto, propedeutico all’eliminazione degli innocenti e alla raccolta delle prove per poter incastrare l’assassino.
E’ invero molto emozionante scoprire un nuovo detective dei primi decenni del secolo scorso, specie se come i suoi predecessori è il protagonista di una serie di romanzi, seppur ahimè troppo pochi.
E noi appassionati dei gialli, siamo grati che l’osservazione di Philo Vance sopra riportata, intesa solo come indulgente facezia, si sia dimostrata stranamente profetica ed abbia consentito all’autore di far proseguire l’amicizia e le avventure di Philo Vance con S.S. Van Dine e Markham.
Mi fermo qui per il momento, perché penso proprio che avremo modo di parlarne ancora.
A presto,
Molto interessante Marina, non conoscevo né questo autore, né il suo detective!
RispondiEliminaCiao Nadia!
RispondiEliminaAnch'io non lo conoscevo.
A cavallo tra Sherlock Holmes e Ellery Queen .
E penso leggerò ancora qlke avventura di Philo Vance 😉
Buin weekend!!